icon/back Indietro Esplora per argomento

Il bicarbonato di sodio può alleviare i sintomi dell’artrite: vero o falso?

Angelica Sandrini | Studentessa di Biotecnologie

Ultimo aggiornamento – 06 Giugno, 2022

artrite reumatoide e bicarbonato di sodio: forse potrebbe curare il disturbo

Un nuovo studio suggerisce l’efficacia del bicarbonato di sodio nel coadiuvare il trattamento di alcune malattie autoimmuni, tra cui artrite e artrite reumatoide

Sono tantissimi i poteri attribuiti al bicarbonato di sodio: è efficace contro macchie e cattivi odori, e sembra un toccasana quando si convive con il bruciore di stomaco. Non a caso, viene utilizzato da generazioni come rimedio domestico per i più disparati problemi. Mezzo cucchiaino per problemi di digestione, una punta per far lievitare i dolci, nella pasta per sbiancare i denti.

Anche la ricerca scientifica si muove in questa direzione. Un nuovo studio, infatti, ha identificato il bicarbonato di sodio come un valido trattamento per le malattie autoimmuni, come l’artrite, spiegandone ovviamente il perché. Vediamolo insieme.

L'azione del bicarbonato sui sintomi delle malattie autoimmuni

I ricercatori del Medical College of Georgia dell’Università di Augusta hanno pubblicato sulla rivista The Journal of Immunology i risultati di uno studio su come bere una soluzione di bicarbonato di sodio possa influenzare i meccanismi di difesa del sistema immunitario, qualora si soffra di malattie infiammatorie, come l’artrite reumatoide.

Il dr. Paul O’Connor, fisiologo renale presso l’Università di Augusta, ha testato insieme ai colleghi gli effetti dell’assunzione di una soluzione di bicarbonato di sodio prima sui ratti poi sugli esseri umani.

Dai risultati degli esperimenti si è ricostruito il procedimento tramite il quale il bicarbonato sembrerebbe agire, fornendo un segnale a un tipo particolare di cellule – le cellule mesoteliali – inducendole a credere che il corpo non sia sotto attacco e inibendo qualsiasi azione aggressiva da parte del sistema immunitario. Pertanto, vengono evitate le risposte autoimmuni dannose.

Ma facciamo un passo indietro, per capire il meccanismo di azione del bicarbonato di sodio. Le cellule mesoteliali, che rivestono gli organi interni e molte altre cavità nel corpo, non solo impediscono agli organi e agli altri tessuti interni di aderire, ma hanno anche altre numerose funzioni non ancora studiate nel dettaglio.

In questo nuovo studio, i ricercatori hanno notato che la soluzione di bicarbonato assunta ha in effetti influenzato i meccanismi del sistema immunitario. In particolare, il bicarbonato di sodio “stimola” lo stomaco e lo induce a produrre più acido gastrico, che consente di digerire il cibo più velocemente e, soprattutto, più facilmente. Allo stesso tempo, sollecitano le cellule mesoteliali che rivestono la milza a lavorare con assoluta calma, perché non sono presenti minacce per la salute dell’organismo. Di conseguenza, non viene attivato l’esercito di macrofagi e globuli bianchi, incaricato di eliminare i detriti cellulari potenzialmente dannosi.

Da infiammatorio ad antinfiammatorio: in che modo il bicarbonato agisce sull'organismo

Cosa accade quindi? Gli autori dello studio hanno osservato che chi ha assunto la soluzione di bicarbonato ha subito un cambiamento nel tipo di cellule immunitarie attivate nella milza. Infatti, da un lato i macrofagi pro-infiammatori (M1) sono diminuiti, dall’altro i livelli delle cellule anti-infiammatorie (M2) sono aumentati.

Gli stessi tipi di cellule si trovano anche nel sangue e nei reni. Infatti, il bicarbonato di sodio può alleviare anche i sintomi della malattia renale cronica. È stato proprio quest’ultimo dato a dare il via alla ricerca del Medical College of Georgia.

Inizialmente, gli esperimenti sono stati condotti su un modello di ratto affetto da malattia renale, in seguito su ratti sani che fungevano da campione di controllo. In questo modo, i ricercatori hanno notato che i livelli delle cellule M1 nei reni sono diminuiti, al contrario di quelli delle cellule M2 che sono aumentati.

Sia i ratti malati sia i ratti sani hanno presentato lo stesso sviluppo nel cambiamento a livello cellulare dovuto all’assunzione di bicarbonato di sodio. La sperimentazione si è poi spostata su soggetti umani, con il reclutamento da parte dei ricercatori di studenti di medicina tutti perfettamente sani.

I risultati hanno ancora una volta confermato l’effetto antinfiammatorio del bicarbonato sia a livello della milza sia nel sangue.

Il futuro della ricerca: un modo nuovo (e sicuro) per curare le malattie infiammatorie?

Il dato più rilevante di questo studio, in realtà, sta nella scoperta che sono le cellule mesoteliali a mediare i segnali antinfiammatori

Le teorie precedenti, infatti, ipotizzavano che i segnali venissero trasmessi alle cellule attraverso il nervo vago, un lungo nervo cranico che comunica con il cuore, i polmoni e gli altri organi della cavità addominale. Un’idea che scopriamo, oggi, essere completamente errata.

I risultati dello studio condotto dall’Università di Augusta hanno, quindi, iniziato a fornire una risposta al perché il bicarbonato di sodio dia così tanto sollievo in pazienti affetti fa malattie autoimmuni, tra cui anche l’artrite. 

Ulteriori ricerche su questi meccanismi potrebbero aiutare a ottimizzare i risultati ottenuti fino ad avere in mano una cura davvero sicura per le malattie infiammatorie.

Condividi
Angelica Sandrini | Studentessa di Biotecnologie
Scritto da Angelica Sandrini | Studentessa di Biotecnologie

Sono una studentessa di Biotecnologie e, negli anni, ho sviluppato una vera e propria passione per tutto ciò che riguarda la medicina e la scienza in generale. Amo da sempre leggere e scrivere.

a cura di Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
Le informazioni proposte in questo sito non sono un consulto medico. In nessun caso, queste informazioni sostituiscono un consulto, una visita o una diagnosi formulata dal medico. Non si devono considerare le informazioni disponibili come suggerimenti per la formulazione di una diagnosi, la determinazione di un trattamento o l’assunzione o sospensione di un farmaco senza prima consultare un medico di medicina generale o uno specialista.
Contenuti correlati
icon/chat