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Il futuro sarà la carne di insetti?

Redazione

Ultimo aggiornamento – 14 Aprile, 2020

Carne di insetti

Qual è il miglior alimento di cui dovremmo nutrirci per smettere di inquinare il pianeta? La carne di insetto creata in laboratorio.

È questa la conclusione a cui sono giunti un gruppo di scienziati che hanno analizzato quale sia la soluzione alimentare per ridurre l’inquinamento prodotto ogni giorno, senza però dover rinunciare a tutti i nutrienti di cui necessita il nostro organismo.

Perché mangiando carne si inquina?

Gli esperti puntano in primis il dito contro l’allevamento di bestiame. Secondo numerose evidenze, infatti, rappresenta una delle maggiori cause di degrado della terra e dell’acqua che, a sua volta, è responsabile della perdita di biodiversità, piogge acide e deforestazione. Anche i cambiamenti climatici – e, dunque, il riscaldamento globale – sono in parte causati dagli allevamenti intensivi.

La domanda che sempre più spesso si pongono gli esperti è molto semplice. Tra diete a base vegetale, allevamento di insetti, carne di laboratorio e animali geneticamente modificati, qual è la soluzione migliore per il nostro futuro?

Fino ad oggi, i ricercatori si sono concentrati sulla creazione di carne di bovini e polli nei laboratorio, partendo dalle cellule di questi animali. L’idea di questa produzione era quella di ridurre l’impatto dell’inquinamento provocato dagli allevamenti intensivi che, come sappiamo, rilasciano enormi quantità di metano nell’aria.

Purtroppo, però, i buoni propositi non si sono rivelati del tutto vincenti: creare carne di maiali, mucche e polli in laboratorio richiede però molta energia e risorse, più di quelle richieste dagli allevamenti attuali.

Negli anni scorsi, alcuni scienziati dell’Università di Edimburgo, avevano già trovato una risposta: il consumo massivo di insetti commestibili potrebbe contrastare la produzione di gas serra risultante dall’allevamento di bestiame intensivo. Secondo gli scienziati, se metà dell’attuale consumo di carne da bestiame venisse sostituita con il consumo di insetti oppure di carni da laboratorio (imitazioni della carne reale, spesso a base di soia), potrebbero essere liberati più di 1000 680 milioni di ettari di terreno destinati oggi all’allevamento del bestiame, 70 volte la dimensione del Regno Unito.

Quindi, che fare?

La carne di insetti sarà il futuro?

Scartata la prima soluzione, gli scienziati si sono dati una seconda possibilità. Perché non provare a creare in laboratorio la carne di insetto? Come hanno più volte spiegato, infatti, rispetto alle colture animali, quelle di insetti richiedono molte meno risorse e un minor bisogno di energia.

Il motivo è abbastanza ovvio: come spiegato dalla dr.ssa Natalie Rubio, l’autrice principale dello studio, le carni di insetto “richiedono meno risorse e un controllo ambientale a minor consumo energetico, poiché hanno minori requisiti di glucosio e possono prosperare in una gamma più ampia di condizioni di temperatura, pH, ossigeno e osmolarità”.

E il sapore? Secondo la scienziata è impossibile determinare a priori quale sarà il sapore della “carne” di insetto coltivata in laboratorio ma il potenziale di una tecnica del genere resta molto grande. Insomma, la labricoltura degli insetti potrebbe portare a un alimento con una sapore abbastanza familiare e accettabile.

Certo, non aspettiamoci hamburger di insetto sulle nostre tavole nei prossimi anni. Il mercato non è pronto, noi nemmeno. Ma gli scienziati ci stanno lavorando, ed è bene saperlo: questo studio, pubblicato sulla rivista Frontiers in Sustainable Food Systems, ne è una chiara testimonianza.

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a cura di Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
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