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Cheratite, quando la cornea si infiamma

Chiara Tuccilli | Biologa e Dottore di Ricerca in Scienze Endocrinologiche

Ultimo aggiornamento – 19 Marzo, 2019

Cause della cheratite, l'infiammazione della cornea

Infiammazione della cornea? Allora siamo davanti a una cheratite puntata superficiale o, semplicemente, cheratite.

Il termine deriva dal greco “keratos”, cioè “cornea”, a cui viene aggiunto il suffisso “-ite” che indica sempre un’infiammazione. Ricordiamo che la cornea è la membrana sottile e trasparente che riveste iride e pupilla, ma la sua infiammazione non è in genere preoccupante.

Attenzione, però! In alcuni casi, la cheratite nell’occhio provoca lesioni tali da avere conseguenze serie. Molte, infatti, possono essere le cause (agenti biologici, fisici o chimici e patologie sistemiche) e da queste dipendono le conseguenze.

Analizziamo dunque i diversi tipi di cheratite, i sintomi e cosa fare in generale quando si manifesta l’infiammazione dell’occhio.

Le cause di cheratite

Tra le cause di cheratite vi sono indubbiamente le infezioni da parte di virus, batteri, funghi e protozoi.

Ad esempio, la cheratite erpetica è causata dai virus della famiglia Herpes virus, mentre batteri tipicamente associati a tale disturbo sono Staphylococcus aureus e Pseudomonas aeruginosa. Altri agenti infettivi in grado di causare la cheratite sono i funghi FusariumCandida e Aspergillus, e il protozoo Acanthamoeba (si tratta di infezioni comunque rare).

I soggetti immunocompromessi o con malattie sistemiche severe sono quelli con maggior rischio di sviluppare la cheratite infettiva. Quando il sistema immunitario riduce la sua funzionalità, infatti, il rischio di infezioni si fa più concreto. Ovviamente, anche gli individui sani non dovrebbero abbassare la guardia, aderendo sempre alle buone norme igieniche. Ricordate inoltre che alcune malattie sistemiche – come artriti reumatoidi e vasculiti disseminate – possono coinvolgere diversi distretti dell’organismo, dando luogo anche all’infiammazione dell’occhio.

Attenzione anche agli agenti esterni, fisici – come le radiazioni ultraviolette – e chimici (sostanze irritanti in forma di polvere o liquida), così come ai corpi estranei nell’occhio: quelli traumatici certamente, ma anche quelli generalmente considerati innocui, come le lenti a contatto.

Esiste, infatti, la possibilità che si manifesti la cheratite da lenti a contatto per un loro uso improprio, perché vengono indossate troppo a lungo o troppo spesso o perché non vengono rispettate le norme igieniche. Quando l’infiammazione è provocata dalle lenti a contatto si tratta in realtà di una causa biologica, poiché dovuta ad un’infezione batterica o da Acanthamoeba.

Prevenire la cheratite da lenti a contatto è possibile adottando una serie di comportamenti idonei, come evitare di fare doccia o immergersi in acqua con le lenti a contatto, maneggiare le lenti a contatto con manovre attente all’igiene (igiene delle mani e delle superfici) come consigliato dai produttori e non indossarle troppo a lungo.

Infine, anche la secchezza oculare può essere considerata una causa. Quando gli occhi sono molto secchi si manifesta un tipo particolare di cheratite, chiamata cheratite filamentosa, caratterizzata dalla morte delle cellule in superficie che formano filamenti che rimangono adesi alla superficie della cornea.

Come si manifesta la cheratite

La cheratite è un disturbo che non ha età, cioè può insorgere in bambini e adulti. Nonostante si possano osservare sintomi e segni comuni alle diverse tipologie di cheratite, una particolare attenzione a come si manifesta e alle sue caratteristiche specifiche aiuta il medico ad individuarne la causa, in modo da stabilire il trattamento appropriato.

Comunemente, sintomi di cheratite sono:

  • Irritazione
  • Arrossamento
  • Dolore e sensazione di corpo estraneo nell’occhio
  • Fotofobia
  • Calo della vista, soprattutto annebbiamento
  • Secrezione, per le forme infettive

Con questi campanelli di allarme è bene rivolgersi al medico e sottoporsi a visita oculistica, durante la quale lo specialista valuterà se sono presenti lesioni, in particolare:

  • Piccole erosioni sulla superficie dell’occhio
  • Tessuto fibroso sotto l’epitelio
  • Opacità e edema della cornea

Se l’oculista sospetta la causa infettiva può chiedere degli esami microbiologici specifici, in modo da identificare il tipo di agente biologico.

Cheratite, quali conseguenze

Se non viene curata adeguatamente, la cheratite puntata può comportare la perdita della trasparenza della cornea o possono prodursi delle ulcerazioni della cornea che possono evolvere fino alla perforazione, a seguito delle quali si forma tessuto cicatriziale.

In ogni caso si riduce la capacità visiva fino anche a comprometterla. La cheratite da Acanthamoeba è tra le più pericolose in quanto a conseguenze, soprattutto se non diagnostica e trattata tempestivamente.

Recarsi dal medico ai primi sintomi di cheratite è indubbiamente il miglior modo per prevenire le conseguenze di questa infiammazione dell’occhio.

Il trattamento prescritto per risolvere l’infiammazione sarà diverso in base al tipo di cheratite (cioè in base alla causa che l’ha prodotta). Ad esempio, saranno prescritti degli antivirali se si tratta di cheratite virale e gli antibiotici in caso di cheratite batterica. Oltre a risolvere eventuali infezioni, però, in ogni caso è necessaria una terapia mirata a indurre la riepitelizzazione.

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Chiara Tuccilli | Biologa e Dottore di Ricerca in Scienze Endocrinologiche
Scritto da Chiara Tuccilli | Biologa e Dottore di Ricerca in Scienze Endocrinologiche

Da sempre interessata alla divulgazione scientifica e con un'implacabile sete di conoscenza che vorrei condividere, sono Biologa, laureata in Biotecnologie Mediche e Dottore di Ricerca in Scienze Endocrinologiche. Svolgo sia attività libero professionale di Biologo Nutrizionista sia attività di ricerca, presso l’Università "La Sapienza" di Roma.

a cura di Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
Le informazioni proposte in questo sito non sono un consulto medico. In nessun caso, queste informazioni sostituiscono un consulto, una visita o una diagnosi formulata dal medico. Non si devono considerare le informazioni disponibili come suggerimenti per la formulazione di una diagnosi, la determinazione di un trattamento o l’assunzione o sospensione di un farmaco senza prima consultare un medico di medicina generale o uno specialista.
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