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Cosa fare in caso eosinofili alti

Chiara Tuccilli | Biologa e Dottore di Ricerca in Scienze Endocrinologiche

Ultimo aggiornamento – 21 Maggio, 2018

eosinofili alti: cosa significa? Quali le cause?

Quando si ritira il risultato di un esame emocromocitometrico con formula leucocitaria può capitare di leggere che vi sia un numero elevato di granulociti eosinofili, un particolare tipo di globuli bianchi.

Gli eosinofili alti possono essere riscontrati in diverse situazioni: in qualsiasi caso, siamo certi di essere in presenza di una condizione nota come eosinofilia.

Ma quali sono le cause degli eosinofili alti? Cosa fare in questi casi?

Eosinofili alti: cosa significa

Quando si riscontrano gli eosinofili alti significa che in un esame viene contato un numero di cellule superiore a 400 milioni per litro di sangue.

In base al numero riscontrato, si distinguono tre forme di eosinofilia:

  • Lieve (450-1500 milioni di eosinofili per litro di sangue)
  • Moderata (1500-5000 milioni di eosinofili per litro di sangue)
  • Severa (più di 5000 milioni di eosinofili per litro di sangue)

Poiché le cause principali di eosinofili alti sono le reazioni di ipersensibilità e la presenza di parassiti, è molto probabile che il riscontro di questa condizione corrisponda alla presenza di una di queste due condizioni.

Talvolta, per comprendere meglio la causa è importante anche capire in quale fluido corporeo sono stati contati gli eosinofili. Questi ultimi, infatti, possono essere contati nel sangue o nei fluidi derivanti da altri tessuti. In pratica, quando si contano gli eosinofili si può valutare il numero di eosinofili circolanti o di eosinofili tissutali. Nel sangue, i granulociti eosinofili rappresentano dall’1% al 3% dei globuli bianchi. Se vi è riscontro di eosinofili alti si parla di eosinofilia ematica.

La conta degli eosinofili nei tessuti, invece, avviene attraverso un esame dei fluidi: quindi, è possibile contare gli eosinofili di tutti quei tessuti che hanno una certa esposizione ambientale, come le mucose respiratorie, gastroenteriche, l’epitelio uro-genitale e la pelle. Se gli eosinofili sono alti, si parla di eosinofilia tissutale: questa condizione non determina necessariamente eosinofilia ematica, sebbene entrambi gli eventi possano presentarsi in contemporanea. Ad esempio, nel caso di intolleranze alimentari si manifesta una condizione denominata gastroenterite eosinofila, caratterizzata da infiltrazione nelle pareti gastrica e intestinale da parte degli eosinofili, con un amento anche degli eosinofili circolanti.

Le cause di eosinofili alti

Come anticipato, le cause di eosinofili alti sono principalmente due:

  • Reazioni di ipersensibilità
  • Infezioni parassitarie

Nei Paesi industrializzati, le allergie e le intolleranze alimentari sono la prima causa di granulociti eosinofili alti, mentre nei Paesi in via di sviluppo è più frequente che la causa sia una parassitosi.

Esiste comunque la possibilità di trovarsi di fronte a una condizione nota come eosinofilia idiopatica o primaria, ovvero un aumento degli eosinofili per il quale non si riconosce una causa precisa e non si riesce ad individuare la natura.

Negli altri casi, invece, si parla di eosinofilia secondaria. La rinite allergiche, l’asma, le allergie da contatto, a farmaci o alimenti, così come le infezioni parassitarie, sono tutte cause di eosinofilia secondaria.

Attenzione, però. Le cause possono essere davvero tante. Gli eosinofili alti, infatti, possono essere anche determinati da:

  • Malattie mieloproliferative
  • Linfomi
  • Leucemia eosinofila
  • Tumori solidi
  • Nefropatia interstiziale
  • Malattie autoimmuni
  • Alcuni tipi di vasculite

Dunque, cosa fare?

Eosinofili alti, cosa fare?  Dipende dalla diagnosi. Sicuramente, in primo luogo, è importante rivolgersi al proprio medico, affinché possa porre la diagnosi corretta.

Valutando la storia del paziente – per cercare di capire se ha effettuato viaggi in Paesi non industrializzati o se ha mai sofferto di allergie o intolleranze – si hanno già delle prime indicazioni. Occorre poi ripetere le analisi ematochimiche con i test di funzionalità epatica e renale e, se vi è sospetto di allergia, si possono effettuare test allergici o altri tipi di esame come l’analisi del muco o dell’espettorato. Anche l’esame delle urine, così come quello delle feci, può risultare utile, poiché la valutazione del sedimento consente di individuare la presenza di parassiti o l’intolleranza a sostanze farmacologiche.

Altri test che possono essere richiesti sono l’esame del liquido cerebrospinale per l’individuazione di parassiti e la biopsia del midollo osseo, per valutare se vi sia una malattia mieloproliferativa.

Poiché l’eosinofilia può causare danni ai tessuti, il medico potrebbe richiedere anche esami strumentali come:

  • Ecocardiogramma
  • TAC
  • Cistoscopia

Una volta stabilita la causa degli eosinofili alti, il medico imposta la terapia più appropriata. Per l’eosinofilia idiopatica, generalmente, la terapia è quella con corticosteroidi o, nei casi gravi, cortisone e interferone-alpha.

Se, a seguito di un abituale esame ematochimico, si osservano gli eosinofili alti, per prima cosa bisogna contattare il medico e non preoccuparsi: nella maggior parte dei casi la causa è un’allergia o un’intolleranza alimentare!

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Chiara Tuccilli | Biologa e Dottore di Ricerca in Scienze Endocrinologiche
Scritto da Chiara Tuccilli | Biologa e Dottore di Ricerca in Scienze Endocrinologiche

Da sempre interessata alla divulgazione scientifica e con un'implacabile sete di conoscenza che vorrei condividere, sono Biologa, laureata in Biotecnologie Mediche e Dottore di Ricerca in Scienze Endocrinologiche. Svolgo sia attività libero professionale di Biologo Nutrizionista sia attività di ricerca, presso l’Università "La Sapienza" di Roma.

a cura di Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
Le informazioni proposte in questo sito non sono un consulto medico. In nessun caso, queste informazioni sostituiscono un consulto, una visita o una diagnosi formulata dal medico. Non si devono considerare le informazioni disponibili come suggerimenti per la formulazione di una diagnosi, la determinazione di un trattamento o l’assunzione o sospensione di un farmaco senza prima consultare un medico di medicina generale o uno specialista.
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