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Data esatta del parto: un test può aiutare a predirla

Simone Ravasi | Studente di medicina

Ultimo aggiornamento – 17 Novembre, 2015

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Il test di cui si sta parlando era finora utilizzato per le gestanti a rischio di parto prematuro, tuttavia oggi si è scoperto che il test in questione è estendibile anche alle gestanti che stanno portando a termine una gravidanza normale.

In cosa consiste il test?

Il test, in poche parole, consiste nella misurazione della lunghezza della cervice uterina; in base ai risultati è possibile stabilire con una certa accuratezza la data del parto.

Questo test è possibile effettuarlo grazie a una misurazione effettuata con una sonda a ultrasuoni. Lo studio è stato presentato sul British Journal of Obstetrics and Gynaecology. Tale studio ha messo in evidenza che quando la lunghezza della cervice uterina è inferiore al centimetro, c’è l’85% di probabilità di partorire entro un arco temporale di 7 giorni.

Questo test non serve solo per una curiosità personale o per sapere quando e come prepararsi al parto, ma ha una utilità pratica e clinica. Infatti, sapere quando sarà la data del parto è utile per predisporre una serie di esami, monitoraggi, una eventuale induzione del parto per le gestanti che vanno oltre il termine previsto oppure ancora una programmazione di un’operazione di parto cesareo, in caso di complicazioni dell’ultimo momento.

Naturalmente, questo tipo di strumento (la sonda a ultrasuoni) è già esistente da tempo in campo medico, ma solo da poco è stato possibile applicarlo a tutte le gestanti per prevedere con accuratezza la possibile data del parto. Questa cosa è anche stata confermata da Vincenzo Berghella della Università di Philadelphia. Il dr. Berghella ha, inoltre, aggiunto che questa tecnica è applicabile anche a gestanti che hanno superato i 9 mesi di gestazione, in modo da poter stabilire una eventuale data di induzione del parto.

Il dr. Berghella ha evidenziato che se le dimensioni del collo dell’utero sono ancora vicine ai 3 centimetri, c’èuna probabilità inferiore al 40% di andare incontro al parto nella settimana successiva.

Riassumendo, questo studio ha permesso di estendere una tecnica già utilizzata anche a quelle donne che stanno conducendo una gravidanza normo-decorrente in modo da poter organizzare in maniera più serena il momento della nascita ed evitare di farsi trovare impreparati, sia dal punto di vista logistico che dal punto di vista clinico.

Un valido modo per ridurre l’ansia da attesa nelle gestanti.

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Simone Ravasi | Studente di medicina
Scritto da Simone Ravasi | Studente di medicina

Sono un giovane studente di medicina. Amo viaggiare, ascoltare musica, andare a teatro e scrivere.

a cura di Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
Le informazioni proposte in questo sito non sono un consulto medico. In nessun caso, queste informazioni sostituiscono un consulto, una visita o una diagnosi formulata dal medico. Non si devono considerare le informazioni disponibili come suggerimenti per la formulazione di una diagnosi, la determinazione di un trattamento o l’assunzione o sospensione di un farmaco senza prima consultare un medico di medicina generale o uno specialista.
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