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Diabete di tipo 2: i pro e contro della metformina

Simona Soldi | Biologa

Ultimo aggiornamento – 11 Novembre, 2021

metformina: i pro e i contro

Come sappiamo, il diabete di tipo 2 è una patologia metabolica caratterizzata da una secrezione deficitaria di insulina, ovvero si ha una produzione insufficiente di insulina nel pancreas rispetto alle esigenze dell’organismo, e/o da insulino-resistenza, condizione che si realizza laddove l’insulina prodotta non agisce come dovrebbe sulle cellule bersaglio. Questo porta a un innalzamento cronico e progressivo del livelli di zucchero, o glucosio, presente in forma libera nel sangue. In tal caso, spesso – forse, troppo spesso – si ricorre alla metformina.

Metformina: un farmaco salvavita non privo di effetti collaterali

La metformina è un farmaco da assumere per via orale che aiuta a controllare gli effetti del diabete di tipo II. Nei soggetti con una condizione di pre-diabete, questo farmaco viene usato per prevenire o ritardare l’insorgenza della vera e propria patologia e si stima che venga prescritto dai medici a più di 120 milioni di persone in tutto il mondo.

Tuttavia, la metformina – come molti dei farmaci salvavita – presenta una serie di effetti collaterali. Alcuni di essi sono abbastanza comuni, altri decisamente più rari. In particolare, gli effetti collaterali più comuni della metformina sull’organismo sono:

  • Problemi digestivi, come diarrea, vomito e flatulenza (questi effetti sono ridotti al minimo se viene assunta insieme al cibo)
  • Leggera perdita di peso

Circa il 30% dei pazienti che assumono metformina regolarmente lamentano, nel lungo termine, una carenza di vitamina B-12, resa evidente dall’insorgenza di alcuni sintomi specifici:

  • Debolezza
  • Fiato corto
  • Danni al sistema nervoso periferico

Per quanto riguarda gli effetti collaterali meno comuni della metformina, troviamo:

  • Ipoglicemia – Abbassamento troppo repentino e drastico dei livelli di glucosio, provocando ipoglicemia. Questo effetto è incrementato nel caso in cui il paziente assuma anche insulina insieme alla metformina;
  • Acidosi lattica – Insorgenza di una condizione metabolica chiamata acidosi lattica, che risulta in una produzione di acido lattico dovuta alla respirazione cellulare in carenza di ossigeno. Questa condizione può essere anche letale per la salute;
  • Danni renali – Alcuni soggetti riportano anche alcuni danni ai reni, in particolare quei soggetti affetti da diabete di tipo II in concomitanza con patologie croniche dei reni, secondo un recente studio.

Un nuovo stile di vita per tenere sotto controllo i sintomi del diabete

A causa degli effetti collaterali della metformina e di altre terapie antidiabete, si potrebbe considerare – sempre insieme al proprio medico curante! – di tenere sotto controllo il diabete mellito di tipo II attraverso altri tipi di trattamento, che coinvolgono non una terapia farmacologica ma cambiamenti nello stile di vita. Infatti, anche in quei soggetti che non sperimentano particolari effetti negativi di risposta alla terapia, potrebbe nascere il desiderio di evitare una terapia farmacologica di lunga durata.

In effetti, molte persone affette da diabete di tipo II, affermano di riuscire a mantenere sotto controllo questa condizione, solamente attraverso specifici cambiamenti nello stile di vita. Questi includono:

  • Modifiche alla propria alimentazione – Una review del 2017 ha infatti scoperto che cambiamenti significativi nel regime alimentare possono ridurre notevolmente i sintomi del diabete di tipo II e prevenire eventuali complicazioni.
  • Perdita di peso – In uno studio del 2018, infatti, quasi la metà dei partecipanti è riuscita a invertire la tendenza del proprio diabete di tipo II e a fare a meno delle terapie farmacologiche semplicemente seguendo un programma di perdita di peso di un anno.
  • Esercizio fisico regolare – Uno studio del 2014 suggerisce, infatti, che una singola sessione di esercizi fisici può aiutare a migliorare temporaneamente i sintomi del diabete.

Infine, smettere di fumare ed evitare le bevande alcoliche favorisce sicuramente una riduzione dei sintomi.

Interruzione della metformina: i rischi ci sono

Quando una persona decide di interrompere il trattamento con metformina, o qualsiasi altro farmaco antidiabete, si presenta un rischio di incorrere in un peggioramento repentino dei sintomi.

Di conseguenza, è fondamentale per questi soggetti riuscire a gestire i sintomi efficamente, apportando gli opportuni cambiamenti al proprio stile di vita, prima di decidere di interrompere la terapia.

Se non trattato, il glucosio a livelli eccessivi nel sangue porta a complicazioni anche gravi, come:

Innanzitutto, si consiglia caldamente di consultare un medico prima di interrompere il trattamento con questo farmaco o con qualsiasi altro farmaco antidiabetico.

In generale, si può riuscire a fare a meno del farmaco in modo sicuro – e riuscendo a gestire i sintomi – a patto che si siano apportati preventivamente i seguenti cambiamenti nel proprio stile di vita:

  • Alimentazione
  • Considerevole perdita di peso
  • Esercizio svolto su base regolare

Un medico utilizza, generalmente, una valutazione sulla base di specifici criteri per stabilire con certezza se è sicuro per un soggetto interrompere la terapia farmacologica o meno. Questi includono:

  • Livello di glucosio a digiuno o prima di un pasto al di sotto di 130 mg/dL (milligrammi per decilitro)
  • Livello di glucosio e durante la giornata o subito dopo un pasto al di sotto dei 180 mg/dL
  • Livello di emoglobina A1c al di sotto del 7%

Inoltre, il medico potrà consigliare su quali siano gli opportuni cambiamenti da fare nella propria dieta e gli esercizi specifici da seguire, ovviamente su base personalizzata. Eventualmente, potrà consultare a sua volta un dietologo o nutrizionista, per poi procedere al controllo e al monitoraggio della condizione e dei sintomi su base regolare, stabilendo degli obiettivi realistici con il paziente.

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Simona Soldi | Biologa
Scritto da Simona Soldi | Biologa

Sono laureata in Biotecnologie Farmaceutiche, dopo la laurea mi sono occupata di ricerca in biologia molecolare e genetica presso il Dipartimento di Farmacologia Preclinica e Clinica dell’Università di Firenze e, successivamente, presso il Laboratorio di Genetica del Lievito dell’International Centre For Genetic Engineering and Biotechnology di Trieste, collaborando a progetti di testing di sostanze farmacologicamente attive su modelli di lievito e a progetti di ingegneria genetica.

a cura di Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
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Simona Soldi | Biologa
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