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Carenza di ferro: tutti gli esami da fare per capirne le cause

Redazione

Ultimo aggiornamento – 14 Aprile, 2020

esami carenza di ferro: quali fare?

Affronteremo un disturbo comune in molte donne in età fertile (ma anche in diversi casi negli uomini): la carenza di ferro.

Vedremo quali valori controllare per capire al meglio le cause del disturbo e cosa fare per ritrovare benessere ed energia!

Carenza di ferro: scopri le cause

Il ferro, è un minerale fondamentale per la sintesi dell’emoglobina e per il trasporto di O2 ai tessuti. Questo prezioso minerale è, dunque, in grado di influire e di determinare il nostro stato di salute, sostenendo l’ossigenazione delle cellule.

Il fisiologico livello di ferro nell’organismo influenza positivamente i sistemi di resistenza allo stress, contribuisce al rafforzamento del sistema immunitario, sostiene la produzione di energia cellulare e influenza direttamente i processi legati alla crescita nella fase di sviluppo dell’organismo.

La carenza di ferro, chiamata anche anemia, si può verificare in seguito a:

  • Aumento del suo fabbisogno nell’organismo
  • Riduzione dell’apporto alimentare o dell’assorbimento

Il fabbisogno di ferro aumenta, infatti, proprio durante i periodi di accrescimento, in gravidanza e durante l’allattamento, mentre la perdita maggiore avviene con i sanguinamenti (fisiologici, come le mestruazioni, o in seguito a specifiche patologie).

Per questi motivi, le donne in età fertile hanno un aumentato fabbisogno giornaliero di ferro, ma è alto anche il rischio di carenza di ferro nei bambini.

La riduzione dell’apporto di ferro e del suo assorbimento, invece, può dipendere dall’alimentazione non ben equilibrata in alimenti ricchi in ferro, dall’abuso di bevande alcoliche, di tè e caffè o da disfunzioni dell’apparato gastrointestinale .

I sintomi della carenza di ferro: come riconoscerli

Molti stati associabili alla carenza di ferro possono essere confusi con situazioni generali di stanchezza fisica e, addirittura, un eventuale aumento della perdita di ferro non sostenuta dal suo bilanciato introito alimentare può essere asintomatica, poiché l’organismo è in grado, in parte, di compensarla, mobilitando i meccanismi fisiologici, in modo da sostenere tutte le funzioni essenziali per la vita, come la produzione di emoglobina e di mioglobina, proteine fondamentali per il trasporto dell’ossigeno nell’organismo.

Tra i sintomi di una carenza di ferro abbiamo:

  • Stanchezza generale
  • Difficoltà di concentrazione
  • Pallore
  • Insonnia
  • Irritabilità

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L’azione del ferro nell’organismo

Vista l’importanza essenziale di questo minerale per la salute dell’organismo, si trova in natura e negli alimenti in diverse forme chimiche, dove le più importanti per la salute sono:

  • La forma “eme”: è la forma organica; in questo caso, il ferro è associato alle proteine emoglobina e mioglobina, in particolare si trova negli alimenti di origine animale ed è meglio assorbita.
  • La forma “non-eme”: è la forma minerale più presente negli alimenti di origine vegetale e si consiglia di associarne di diversi tipi tra loro per favorirne l’assorbimento.

L’assorbimento del ferro è favorito dall’apporto contemporaneo bilanciato di vitamina C e rame, mentre è ridotto dall’introduzione di polifenoli, fitati e calcio, presenti in caffè, tè, cereali integrali, legumi, latte e derivati. Il regime alimentare vegetariano, quindi, può esporre a un maggior rischio di insufficiente apporto di ferro nell’organismo.

Cosa e come mangiare è quindi importante per prevenire la carenza di ferro.

L’alimentazione varia ed equilibrata è sempre il punto di partenza, ma altrettanto importante è l’abbinamento degli alimenti all’interno del pasto.

Quali sono, quindi, buone fonti alimentari di ferro?

Gli alimenti più indicati per sostenere una dieta che fornisca una quota bilanciata di ferro sono:

  • Ostriche
  • Carne rossa magra
  • Vegetali a foglia verde
  • Cereali integrali
  • Frutta secca (come le mandorle)
  • Legumi (anche i piselli)
  • Fragole
  • Zucca
  • Cavolini di Bruxelles
  • Alghe
  • Avocado
  • Barbabietole
  • Salmone e tuorlo d’uovo

Vero anche che, a volte, questi alimenti da soli possono non essere sufficienti a soddisfare il fabbisogno di ferro. Per questa ragione, è consigliabile introdurre degli integratori alimentari bilanciati e clinicamente documentati, sviluppati nel pieno rispetto delle necessità dell’organismo.

Per assicurarsi una buona integrazione, inoltre, è bene prestare attenzione a numerosi cofattori, come rame, vitamina C, calcio, manganese, molibdeno, che sono necessari per un corretto assorbimento del ferro. Al contrario, altre sostanze, come lo Zn o la Vitamina E, possono ostacolarne l’assorbimento stesso.

Quali esami fare, se si sospetta un’anemia da carenza di ferro?

Il proprio medico potrà valutare la sintomatologia e gli esami di routine che possono essere consigliati sono:

  • Emocromo
  • Trasferrina
  • Capacità ferrolegante totale (TIBC)
  • Ferritinemia
  • Sideremia

In caso di anemia sideropenica, sideremia e ferritinemia sono diminuite mentre transferrina e TIBC sono aumentate. Quando l’anemia è conclamata, i valori di emoglobina sono bassi, ma nelle forme lievi di anemia, il numero di globuli rossi può essere normale (come quello dei reticolociti). I parametri corpuscolari (MCV, MCH, MCHC), invece, sono diminuiti.

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a cura di Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
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