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Perché NON dovresti mai interrompere l’antibiotico

Roberta Nazaro

Ultimo aggiornamento – 12 Dicembre, 2018

Cosa succede a interrompere l'antibiotico

Secondo gli esperti, interrompere l’antibiotico è un’abitudine piuttosto scorretta, sebbene sappiamo essere molto diffusa tra la popolazione. Non solo. Recentemente, è emerso l’allarme della condivisione delle terapie con i propri familiari.

Ma cosa significa nel dettaglio? Soprattutto, cosa succede se si interrompe l’antibiotico?

Cosa si intende per condivisione dei farmaci

È uno scenario piuttosto comune. Il medico prescrive gli antibiotici, chiedendo al paziente di proseguire la terapia come da indicazioni, nonostante si notino miglioramenti.

Tuttavia, con la scomparsa dei sintomi, si tende a ignorare le istruzioni del medico, e in molti sono portati a interrompere l’antibiotico. Così, le terapie “avanzate” rimangono nell’armadietto delle medicine, pronte per essere utilizzate al prossimo malanno o, peggio ancora, per l’occasione in cui un membro della famiglia non si sente bene.

La comunità medica, specialmente gli esperti nel trattamento di batteri resistenti alla cura antibiotica, ha però lanciato l’allarme. Mai condividere o interrompere l’antibiotico.

Secondo nuove ricerche presentate alla American Academy of Pediatrics National Conference & Exhibition ad Orlando, in Florida, è infatti molto comune che i genitori condividano i propri medicinali con i figli.  Tali ricerche sono state ottenute tramite un sondaggio anonimo, effettuato da 496 genitori. Secondo i risultati, il 48% dei genitori che hanno preso parte al sondaggio hanno affermato di conservare gli antibiotici prescritti dalla terapia. Ancora più allarmante è il fatto che tra questi genitori, il 73% li condivide con i figli o persino con adulti e bambini che non fanno parte della cerchia più stretta della famiglia. Questo accade specialmente mesi dopo la prescrizione dei medicinali.

La dr.ssa Ruth Milanaik, direttrice del programma di follow-up di neurosviluppo neonatale a Cohen e autrice dello studio, ha affermato che i risultati dimostrano un allarmante percentuale di genitori che condividono o prendono “in prestito” antibiotici. La dr.ssa ha inoltre dichiarato che “questa pratica non solo è pericolosa per coloro a cui gli antibiotici non sono stati prescritti, ma anche per le persone che potrebbero non essere più aiutate dalla somministrazione di antibiotici perché i batteri sono diventati resistenti”.

La minaccia della resistenza antibiotica

Gli antibiotici sono più efficaci se utilizzati fino alla fine della cura e solo quando sono estremamente necessari. L’abuso o il scorretto utilizzo porta a sviluppare la resistenza antibiotica, che si verifica quando i batteri sviluppano le difese per gli antibiotici stessi.

Infatti, il Centro di Controllo e Prevenzione delle Malattie americano (CDC) ha definito la resistenza antibiotica “una delle più grandi sfide in ambito di salute pubblica degli ultimi tempi”. Secondo i dati, si stima che ogni anno almeno due milioni di persone in America sviluppano infezioni da resistenza antibiotica e circa 23 mila persone muoiono a causa di essa.

Mentre gli esperti cercano nuovi modi per combattere queste minacce, continuano a fare pressione per un uso più giudizioso degli antibiotici attualmente disponibili.  La dr.ssa ha inoltre affermato che “sebbene la scoperta degli antibiotici abbia rivoluzionato la medicina, è fondamentale che i medici di base enfatizzino l’importanza dell’uso e della disposizione di tali farmaci in modo corretto per assicurarsi che siano uno strumento efficace contro le malattie infettive”.

Ad ognuno la sua terapia antibiotica (da concludere come da indicazioni del medico)

Il sondaggio di Cohen ha scoperto che gli antibiotici più condivisi sono quelli liquidi. Inoltre, il 16% dei genitori ha confessato di somministrare ai propri figli farmaci destinati ai soli adulti. Il motivo? Risparmiare.

Kahan ha dichiarato che attraverso ulteriori ricerche sarà possibile esaminare il miglior modo per far comprendere ai genitori il rischio associato alla condivisione degli antibiotici.

La condivisione dei farmaci è un grande problema, specie per l’abuso e lo scorretto utilizzo di tutte le medicine, dagli oppioidi antidolorifici agli antibiotici. Come ogni medicina, è necessario consultare un medico prima di prenderli o prima di farli assumere dai propri figli.

Inoltre, non si deve mai interrompere l’antibiotico prima del termine previsto dal medico, anche se i sintomi sono praticamente scomparsi, perché non tutti i batteri potrebbero essere stati eliminati.

Infine, gli antibiotici si dovrebbero assumere solo quando è strettamente necessario, poiché quanto più a lungo i batteri vengono esposti al trattamento antibiotico, tante più possibilità ci saranno di sviluppare resistenza antibiotica e pertanto invalidare la terapia.

 

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Roberta Nazaro
Scritto da Roberta Nazaro

Sono insegnante di inglese e traduttrice, con laurea triennale in Scienza e Tecnica della Mediazione Linguistica e specialistica in Dinamiche Interculturali della Mediazione Linguistica presso l'Università del Salento. L'interesse per l'ambito medico mi ha portata al conseguimento del Master in Traduzione Specialistica in Medicina e Farmacologia conseguito presso il CTI di Milano.

a cura di Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
Le informazioni proposte in questo sito non sono un consulto medico. In nessun caso, queste informazioni sostituiscono un consulto, una visita o una diagnosi formulata dal medico. Non si devono considerare le informazioni disponibili come suggerimenti per la formulazione di una diagnosi, la determinazione di un trattamento o l’assunzione o sospensione di un farmaco senza prima consultare un medico di medicina generale o uno specialista.
Roberta Nazaro
Roberta Nazaro
in Salute

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