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Via libera a formaggio e latte acido: proteggono il nostro cuore

Cristina Grassi | Blogger

Ultimo aggiornamento – 28 Novembre, 2018

latticini e cuore: una protezione per le malattie cardiache

L’effetto dei latticini sulla salute cardiovascolare è stato il centro di molte discussioni tra gli esperti e indagato sotto diversi punti di vista.

Un recente studio condotto in Finlandia ha dimostrato che il consumo di un particolare tipo di latte, in particolare il latte fermentato, può proteggere dalle malattie cardiache.

Cerchiamo di capirne di più.

I prodotti caseari fermentati fanno bene al cuore? Risposta affermativa

Vi è ancora una mancanza di consenso sul fatto che il consumo di latticini faccia bene o male alla nostra salute in generale. Tuttavia, per trarre queste conclusioni, è importante distinguere tra i diversi prodotti lattiero-caseari presenti sul mercato, per poi capire quale sia il loro effetto a lungo termine sulla nostra salute fisica. Ma concentriamoci, per ora, sulla nostro cuore e sulla sua funzionalità.

I risultati di uno studio condotto da ricercatori dell’Università della Finlandia, con sede a Joensuu, Kuopio e Savonlinna, suggeriscono che il consumo di latticini fermentati può proteggere il cuore. Via libera, dunque a:

  • Formaggi
  • Kefir
  • Yogurt
  • Quark
  • Latte acido

In particolare, i risultati suggeriscono che gli uomini che consumano prodotti lattiero-caseari fermentati presentano un rischio inferiore di sviluppare una malattia coronarica rispetto a coloro che prediligono prodotti caseari non fermentati.

La malattia coronarica (conosciuta anche come coronopatia) è una condizione in cui l’apporto di sangue al cuore si affievolisce, solitamente a causa di un accumulo di grasso nelle arterie che trasportano il sangue verso il muscolo cardiaco. Questa condizione, determinata perlopiù dal fumo, dal colesterolo alto e dall’ipertensione, può sfociare nell’insufficienza cardiaca così come in un infarto.

Formaggio, latte acido… e?

Lo studio portato avanti dai ricercatori dell’Università della Finlandia ha analizzato le associazioni tra la malattia coronarica e il consumo di diversi prodotti caseari. Il team ha analizzato i dati di 1.981 uomini di età compresa tra i 42 e i 60 anni, nessuno dei quali soffriva di malattie cardiache.

Durante un periodo medio di follow-up di 20 anni, i partecipanti hanno riscontrato 472 eventi collegati a malattie cardiovascolari, in particolare alle patologie coronariche. Per determinare come il consumo di prodotti lattiero-caseari abbia inciso sullo sviluppo di tali malattie, i ricercatori hanno divisi i partecipanti in diversi gruppi a seconda del loro apporto dietetico di vari prodotti lattiero-caseari fermentati e non fermentati.

Tra gli uomini che hanno consumato prodotti lattiero-caseari fermentati con meno del 3,5% di grassi, il rischio di sviluppare malattie cardiache era inferiore al 27% rispetto ai partecipanti che non ne consumavano o ne consumavano in quantità inferiore.

I ricercatori hanno anche osservato che i prodotto caseari fermentati a bassa percentuale di grassi più consumato era il latte acido e che il consumo di latticini fermentati ad alta percentuale di grassi, come il formaggio, non sembrava influenzare il rischio di sviluppare malattie cardiache.

Un focus sul latte

Durante questa stessa ricerca, il team di scienziati ha scoperto che le persone che consumavano molti prodotti lattiero-caseari non fermentati, tra cui il classico latte, avevano un rischio più elevato di sviluppare malattie cardiache.

In particolare coloro che assumevano una buona quantità di latte al giorno (una media di 0,9 litri) erano i più vulnerabili all’insorgenza di malattie cardiache.

Dobbiamo abbandonare il latte? Aspettiamo a dirlo. Intanto, limitiamone il consumo.


FONTE

Lo studio a cui si fa riferimento è stato condotto dai ricercatori dell’Università della Finlandia.

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Scritto da Cristina Grassi | Blogger

Comunicazione, lingue straniere e traduzione sono la mia passione. Traduttrice e scrittrice di professione, durante il tempo libero adoro trascorrere il tempo con la mia famiglia e dedicarmi alla lettura.

a cura di Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
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