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Prediabete: come riconoscerlo al volo

Martina Valizzone | Psicologa

Ultimo aggiornamento – 06 Maggio, 2022

I sintomi del prediabete

Una delle armi a nostra disposizione per contrastare l’ondata epidemica del diabete è l’individuazione precoce dei soggetti a rischio, prima che la malattia inizi a manifestarsi.

L’International Diabetes Federation (IDF) ha calcolato che i soggetti affetti da varie forme di diabete, obesità e sindrome metabolica siano circa 344 milioni nel mondo, cifra destinata a salire a 472 milioni entro il 2030, con una prevalenza nella popolazione di età compresa fra 20 e 79 anni. 


Includendo anche i pazienti con diabete conclamato, si stima che, per la stessa data, saranno circa un miliardo i soggetti nel mondo affetti da una forma più o meno severa di disordine metabolico che coinvolge il glucosio.

A partire da questi dati, si comprende l’urgente necessità di proporre interventi tesi a limitare la diffusione epidemica del diabete, promuovendo un’azione capillare di prevenzione e individuazione degli stadi precoci della malattia a partire dalle condizioni di prediabete

Cerchiamo di capire di cosa si tratta e quali sono i sintomi del prediabete.

Riconoscere il prediabete: i sintomi da tenere sotto controllo

Si definisce prediabete una condizione – che ricordiamo non essere ancora patologica – caratterizzata da valori di glicemia misurata a digiuno, uguali o superiori a 126 mg/dl oppure da valori di glicemia, uguali o superiori a 200 mg/dl, questa volta misurati 2 ore dopo un apporto glucidico di 75 g. Già a partire da questi valori iniziano a manifestarsi le prime complicanze del diabete, alcune con conseguenze addirittura croniche.

Secondo l’American Diabetes Association, un altro valore da tenere sotto controllo è quello dell’emoglobina glicata (HbA1c): valori superiori al 6,5% sono da considerarsi indice di diabete, mentre valori di HbA1c compresi tra il 5,7 e 6,4% sono il sintomo di una condizione di prediabete.

Insomma, il prediabete, più che un’entità patologica a se stante, è da considerarsi come uno stadio convenzionale che si colloca lungo un continuum tra normalità e patologia, che fa presagire la comparsa del diabete, se non si interviene tempestivamente per contrastarlo. 

Del resto, le statistiche riportano che circa il 70% dei soggetti che manifestano una condizione prediabetica svilupperanno il diabete nel futuro.

Come fare a prevenire il diabete?

Come sappiamo, attualmente non esistono metodi efficaci per prevenire l’insorgenza del diabete di tipo 1. È però possibile prevenire il diabete di tipo 2, patologia più diffusa e ad esordio tardivo. La prevenzione ad oggi è il metodo più efficace per contrastare il manifestarsi di questa forma di diabete, la cui efficacia è persino superiore a quella di qualsiasi farmaco, se si considerano anche gli effetti collaterali di questo tipo di “trattamenti”.

Insomma, il modo migliore per combattere il prediabete e tenere la glicemia entro i limiti della norma è quello di mantenere uno stile di vita sano. Studi recenti hanno dimostrato che l’allenamento e un regime alimentare appropriato riducono il rischio di diabete, addirittura del 58-60%.

Al fine di diminuire le probabilità di sviluppare il diabete, è importante seguire alcuni accorgimenti, quali:

  • Seguire una dieta bilanciata (che quindi comprenda meno grassi e più frutta e verdura).
  • Mantenere sotto controllo il proprio peso corporeo.
  • Allenarsi regolarmente (anche camminare con regolarità).
  • Non fumare.
  • Effettuare periodici controlli di routine, se si appartiene a categorie a rischio diabete o sindrome metabolica.

Chi è a rischio di sviluppare il prediabete

Alcune categorie di soggetti manifestano un rischio più alto, rispetto alla popolazione generale, di sviluppare il diabete di tipo 2

Tra i soggetti che dovrebbero monitorare il proprio stato di salute rientrano coloro che presentano i seguenti fattori di rischio:

  • Familiarità con il diabete o altre patologie metaboliche
  • Appartenere ad etnie ad alto rischio di diabete
  • Età superiore a 45 anni
  • Essere in sovrappeso o obesi
  • Condurre una vita sedentaria
  • Soffrire di malattie cardiovascolari, ipertensione arteriosa o dislipidemia
  • Avere una storia personale di diabete gestazionale o aver partorito neonati macrosomici con peso superiore a 4 kg
  • Soffrire della sindrome dell’ovaio policistico

La prevenzione del prediabete e delle altre condizioni a rischio è l’unica arma a nostra disposizione per contrastare il diabete. Ribadiamo l’importanza di sottoporsi a controlli regolari e di adottare uno stile di vita salutare: solo così si può tentare di combattere questa grave patologia.


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Martina Valizzone | Psicologa
Scritto da Martina Valizzone | Psicologa

Sono una psicologa dell'età evolutiva, con una specializzazione in psicoterapia sistemico relazionale. In ambito lavorativo, mi occupo principalmente di terapie individuali e familiari e, da qualche anno, di psicologia dell'educazione, lavorando alla progettazione e realizzazione di interventi psico-pedagogici in ambito scolastico ed extrascolastico.

a cura di Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
Le informazioni proposte in questo sito non sono un consulto medico. In nessun caso, queste informazioni sostituiscono un consulto, una visita o una diagnosi formulata dal medico. Non si devono considerare le informazioni disponibili come suggerimenti per la formulazione di una diagnosi, la determinazione di un trattamento o l’assunzione o sospensione di un farmaco senza prima consultare un medico di medicina generale o uno specialista.
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