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Pressione alta nei bambini: cosa fare?

Martina Valizzone | Psicologa

Ultimo aggiornamento – 02 Marzo, 2021

pressione alta nei bambini: cosa fare, cause e sintomi

L’ipertensione (pressione alta) è un disturbo di cui soffrono molte persone, soprattutto una volta superati i 40 anni di età.
Purtroppo, però, negli ultimi anni stiamo assistendo a un incremento del numero di bambini e neonati cui viene diagnosticata l’ipertensione.

In Italia, secondo i dati della Società Italiana di Pediatria, questo disturbo riguarda circa il 5% dei bambini e può essere provocato da determinate condizioni mediche ma anche – e soprattutto! – da sovrappeso, sedentarietà e una dieta non equilibrata.

L’ipertensione infantile è un campanello d’allarme spesso inascoltato, spia di patologie cardiache o croniche in grado di mettere a rischio la salute e la crescita del bambino.

Vediamo, dunque, cosa fare se viene diagnostica la pressione alta nei bambini.

I sintomi e le cause della pressione alta nei bambini

Purtroppo, l’ipertensione nei neonati e nei bambini è spesso asintomatica.

Alcune manifestazioni, dunque alcuni sintomi, devono però destare allarme. Tra queste citiamo:

  • Improvvisi o frequenti episodi di sangue dal naso
  • Irritabilità
  • Difficoltà di concentrazione
  • Dolore toracico

E ancora:

  • Sensazione di malessere generale
  • Apatia
  • Ridotta produzione di urine
  • Mal di testa
  • Capogiri
  • Nausea
  • Disturbi alla vista

Ma quali sono le cause della pressione alta nei bambini? 

Una cosa è certa: la pressione alta nei neonati e nei bambini è spesso correlata ad altre condizioni patologiche come difetti cardiaci, patologie renali, condizioni genetiche o disturbi ormonali.

In alcuni casi, invece, l’ipertensione sembra essere perlopiù correlata all’adozione di uno stile di vita non salutare, quindi al sovrappeso e alla sedentarietà, anche se la causa precisa rimane il più delle volte sconosciuta.

L’ipertensione primaria si manifesta solitamente a partire dai 6 anni, senza che vi sia una chiara patologia sottostante, ed è favorita dai seguenti fattori di rischio:

  • Sovrappeso o obesità
  • Familiarità per ipertensione
  • Diabete di tipo 2
  • Colesterolo e trigliceridi alti

L’ipertensione secondaria è, invece, provocata da una o più condizioni patologiche. È più diffusa nei bambini piccoli ed è per lo più causata da:

  • Patologie renali croniche
  • Rene policistico
  • Problemi cardiaci
  • Ipertiroidismo
  • Feocromocitoma, rara neoplasia che si sviluppa nel surrene
  • Stenosi dell’arteria renale
  • Disturbi del sonno (in particolare le apnee notturne)
  • Assunzione di alcuni farmaci (decongestionanti, contraccettivi orali e steroidi)

Come diagnosticare l’ipertensione neonatale o infantile

L’ipertensione può essere facilmente diagnosticata attraverso la misurazione della pressione arteriosa al braccio destro. Si definisce pressione alta, una pressione con valori costantemente superiori al 95° centile, calcolati secondo precise tabelle di riferimento per età, altezza e sesso del bambino.

Per confermare la diagnosi di ipertensione, è possibile che il pediatra prescriva ulteriori test diagnostici volti a indagare le cause alla base della pressione alta, in modo da pianificare un trattamento mirato alla risoluzione del problema:

  • Test delle urine e analisi del sangue: per verificare i livelli di zuccheri nel sangue, la funzione renale e la conta dei globuli rossi
  • Ecocardiogramma: utile a indagare l’eventuale presenza di un problema cardiaco strutturale
  • Ecografia renale: per confermare o escludere la presenza di patologie a carico dei reni

Come si cura la pressione alta nei più piccoli

Se al vostro bambino viene diagnosticata una pressione moderatamente o lievemente alta, è probabile che il medico vi suggerisca (prima di prescrivere una qualsiasi terapia farmacologica) di apportare alcune modifiche allo stile di vita, come seguire una dieta sana ed equilibrata e svolgere attività fisica, con un controllo a sei mesi per verificarne l’andamento.

Nell’eventualità che la pressione non diminuisca a seguito di questi tentativi, solitamente viene prescritta l’assunzione di una terapia farmacologica a base di:

  • Diuretici
  • Beta bloccanti
  • Enzima convertitore dell’angiotensina
  • Farmaci antagonisti del recettore dell’angiotensina II
  • Farmaci calcio-antagonisti

Attualmente, la ricerca sugli effetti collaterali dei farmaci contro l’ipertensione sullo sviluppo e la crescita di neonati e bambini è piuttosto limitata. Tra gli effetti collaterali dei farmaci anti-ipertensivi, riscontrati in rarissimi casi, vi sono sicuramente:

  • Secchezza alla bocca
  • Vertigini
  • Nausea
  • Stanchezza

Il trattamento farmacologico può protrarsi a tempo indefinito oppure essere temporaneo. Se l’ipertensione è causata dall’obesità o dal sovrappeso, spesso perdere peso può aiutare a ridurre la pressione arteriosa e limitare l’uso dei farmaci. Altre volte, trattare il disturbo alla base dell’ipertensione porta a un controllo della pressione e alla risoluzione dei sintomi.

In qualsiasi caso, si consiglia di recarsi regolarmente ai controlli pediatrici previsti, informando il medico se in famiglia sono presenti casi di ipertensione arteriosa. Sicuramente è fondamentale, per contrastare l’ipertensione in età pediatrica, la prevenzione: quindi promuovere uno stile di vita più salutare che comprenda una regolare attività fisica e un’alimentazione sana e bilanciata a partire dai primi anni di vita del bambino.

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Martina Valizzone | Psicologa
Scritto da Martina Valizzone | Psicologa

Sono una psicologa dell'età evolutiva, con una specializzazione in psicoterapia sistemico relazionale. In ambito lavorativo, mi occupo principalmente di terapie individuali e familiari e, da qualche anno, di psicologia dell'educazione, lavorando alla progettazione e realizzazione di interventi psico-pedagogici in ambito scolastico ed extrascolastico.

a cura di Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
Le informazioni proposte in questo sito non sono un consulto medico. In nessun caso, queste informazioni sostituiscono un consulto, una visita o una diagnosi formulata dal medico. Non si devono considerare le informazioni disponibili come suggerimenti per la formulazione di una diagnosi, la determinazione di un trattamento o l’assunzione o sospensione di un farmaco senza prima consultare un medico di medicina generale o uno specialista.
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