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Prolattina alta: quando preoccuparsi davvero

Chiara Tuccilli | Biologa e Dottore di Ricerca in Scienze Endocrinologiche

Ultimo aggiornamento – 16 Maggio, 2019

eritrociti bassi: cause e sintomi

Le neomamme – e coloro che sono alla ricerca di una gravidanza – sanno sicuramente cos’è e a cosa serve la prolattina, l’ormone induttore della produzione di latte nelle puerpere, normalmente circolante a bassi livelli in entrambi i sessi.

La sede di produzione della prolattina è la parte anteriore dalla ghiandola ipofisi, e la sua secrezione può subire oscillazioni fisiologiche notevoli.

Ma che succede quando la concentrazione di prolattina aumenta senza una ragione fisiologica apparente, e in quali casi capita questo? Sono diverse le cause di iperprolattinemia, cioè l’aumento della prolattina circolante. Quando preoccuparsi davvero?

Vediamo dunque insieme le cause della prolattina alta, cercando di capire quali casi dovrebbero indurre legittimamente preoccupazione.

Esami per la prolattina: come si dosa

Prima di occuparci delle cause dell’aumento della prolattina, facciamo rapidamente il punto su come si dosa, perché utile per comprendere alcuni motivi dell’innalzamento di questo ormone.

La prolattina si dosa su sangue periferico quindi, per monitorarne i valori, occorre sottoporsi ad un semplice prelievo venoso. In questo caso si misura la concentrazione di ormone circolante all’istante del prelievo di un singolo campione.

Se il risultato del test rivela un aumento della prolattina, il medico curante potrebbe richiedere un nuovo esame, noto come curva della prolattina. Per realizzare questo test, il soggetto sarà posto in condizioni di riposo, comodamente seduto o sdraiato, e il sangue sarà prelevato una prima volta e poi a distanza di intervalli di tempo prestabiliti (ad esempio: 15, 30, 60, 90 minuti o 30, 60, 90, 120 minuti) tramite agocannula. La funzione dell’agocannula è di consentire il prelievo senza dover sfilare e infilare l’ago più volte, mantenendo quindi un accesso venoso periferico.

La prolattina, infatti, è un ormone secreto anche in risposta agli stimoli stressanti, tra i quali rientrano anche il prelievo di sangue (indipendentemente dalla paura dell’ago o del sangue) e gli spostamenti fino alla sede del prelievo ematico. Perciò la prolattina potrebbe risultare più alta nel primo punto della curva rispetto ai punti successivi. Vi è comunque la possibilità che, sebbene più bassi rispetto al primo punto, i livelli di prolattina rimangano più alti della norma. Sono considerati elevati i valori oltre i 25 ng/ml nella donna non in gravidanza o puerpera e oltre i 15 ng/ml nell’uomo.

Prolattina alta e stress: il legame

Come detto in precedenza, la prolattina è un ormone che risponde allo stress, perciò potrebbe essere praticamente sempre leggermente elevata in soggetti stressati o ansiosi. Una curva della prolattina può facilmente evidenziare questi casi, poiché i valori tendono ad abbassarsi una volta posto il soggetto a riposo e posizionato l’accesso venoso per il prelievo di sangue.

È da considerarsi stress, oltre a ciò che si intende comunemente, anche l’attività fisica troppo intensa o il brusco calo della glicemia (ipoglicemia).

Le cause patologiche dell’iperprolattinemia

Oltre alle cause fisiologiche (stress, gravidanza e allattamento), anche varie condizioni patologiche e alcuni farmaci possono causare l’aumento della prolattina.

Cause patologiche di iperprolattinemia sono:

  • Anoressia nervosa
  • Ipotiroidismo
  • Policistosi ovarica
  • Patologie epatiche e renali
  • Patologie ipotalamiche e ipofisarie

Per quanto riguarda i farmaci, invece, i responsabili di iperprolattinemia sono quelli con azione antidopaminergica, come alcuni psicofarmaci (ad esempio risperidone e aloperidolo) e antiemetici (ad esempio metoclopramide).

Prolattina alta, quando la causa è un prolattinoma

Valori molto elevati di prolattina, cioè maggiori di 100 ng/ml, sono spesso causati da un prolattinoma, un tumore benigno dell’ipofisi, originato dalle cellule deputate alla sintesi della prolattina. Si distinguono microprolattinomi (inferiori al centimetro) e macroprolattinomi. Di solito un microprolattinoma rimane tale: è infatti poco frequente che cresca e può essere asintomatico.

Tra i sintomi principali del prolattinoma vi sono:

  • Acne
  • Galattorrea
  • Disfunzioni erettili
  • Oligomenorrea
  • Amenorrea
  • Infertilità

Se il tumore (prolattinoma) è cresciuto notevolmente, inoltre, produce una pressione sulle strutture cerebrali limitrofe, determinando l’insorgenza di sintomi quali difficoltà visive e mal di testa. In caso di iperprolattinemia e sospetto diagnostico di prolattinoma, l’iter diagnostico prosegue con le indagini neuroradiologiche (risonanza magnetica nucleare e tomografia computerizzata) per verificare la presenza del tumore.

Prolattina alta: può causare infertilità?

La prolattina svolge una ben nota funzione fisiologica, cioè la stimolazione della lattazione, ma non sembra avere altri effetti sull’apparato riproduttivo.

Questo è vero finché la produzione dell’ormone rimane all’interno dei valori normali, mentre è ben noto che la sua presenza in circolo in concentrazioni importanti provoca ipogonadismo. Elevate concentrazioni di prolattina, cioè, interferiscono con la funzione delle gonadi e provocano anovulazione e oligomenorrea nella donna; riduzione della spermatogenesi, impotenza e diminuzione della libido nell’uomo. Di conseguenza, l’iperprolattinemia incide negativamente sulla fertilità. Fortunatamente, questo quadro clinico è reversibile riportando la prolattina a livelli normali con l’adeguata terapia.

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Chiara Tuccilli | Biologa e Dottore di Ricerca in Scienze Endocrinologiche
Scritto da Chiara Tuccilli | Biologa e Dottore di Ricerca in Scienze Endocrinologiche

Da sempre interessata alla divulgazione scientifica e con un'implacabile sete di conoscenza che vorrei condividere, sono Biologa, laureata in Biotecnologie Mediche e Dottore di Ricerca in Scienze Endocrinologiche. Svolgo sia attività libero professionale di Biologo Nutrizionista sia attività di ricerca, presso l’Università "La Sapienza" di Roma.

a cura di Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
Le informazioni proposte in questo sito non sono un consulto medico. In nessun caso, queste informazioni sostituiscono un consulto, una visita o una diagnosi formulata dal medico. Non si devono considerare le informazioni disponibili come suggerimenti per la formulazione di una diagnosi, la determinazione di un trattamento o l’assunzione o sospensione di un farmaco senza prima consultare un medico di medicina generale o uno specialista.
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