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Quattro abitudini (nascoste) che causano pressione alta

Tania Catalano | Biologa

Ultimo aggiornamento – 27 Marzo, 2019

Abitudini pressione sanguigna

La pressione sanguigna può subire sbalzi notevoli e improvvisi dovuti a condizioni di salute, cambiamenti climatici o stati d’ansia.

Tuttavia, solitamente, ognuno di noi conosce i propri livelli pressori fisiologici che, oltre che dalla genetica, dipendono anche dallo stile di vita, dalla dieta, dalla routine di allenamento e dalle abitudini del sonno.

I fattori di rischio di ipertensione, però, possono essere modificabili e non modificabili. Se si tratta di abitudini e stili di vita si parla di fattori modificabili. Al contrario, la presenza di patologie non rientra tra i fattori scatenanti modificabili.

Una dieta ricca di grassi, sale e zuccheri e uno stile di vita sedentario possono influenzare i tassi di pressione sanguigna. Ma ci sono anche altre abitudini che possono avere un impatto sui valori pressori. Per questo motivo, l’American Heart Association ha pubblicato una lista di abitudini nascoste che possono influenzare la pressione sanguigna di una persona.

Attenzione a questi fattori di rischio della pressione alta

Alcuni fattori di rischio della pressione alta, come abbiamo visto, sono modificali – e, a volte, sottovalutati. Tra questi, come indicato dall’American Heart Association abbiamo:

  1. Farmaci – Diversi farmaci da banco utilizzati come antidolorifici possono determinare ipertensione, FANS inclusi. Il paracetamolo, invece, sempre salvarsi. Attenzione, invece, a decongestionanti, anticoncezionali, immunosoppressori, chemioterapici e corticosteroidi.
  2. Alcool e caffè – Sia l’alcool sia la caffeina possono contribuire all’aumento della pressione sanguigna. Si raccomanda di limitare la caffeina e di non superare le 2-3 tazze al giorno, al fine di evitare che l’ipertensione raggiunga livelli critici. L’alcol dovrebbe essere limitato a non più di un bicchiere al giorno per le donne e due per gli uomini. Inoltre, limitate l’estratto di di tè verde e altri prodotti correlati alla caffeina, come il matcha, responsabili di un aumento di adrenalina in un paziente.
  3. Supplementi e integratori alimentari – I supplementi e alcune combinazioni di alimenti possono anche portare a valori di pressione sanguigna elevati. Non tutti i supplementi etichettati come “naturali” sono considerati sicuri sotto questo punto di vista: supplementi di erbe e rimedi casalinghi che utilizzano ingredienti come la liquirizia possono influire negativamente sui valori, per esempio. Inoltre, gli alimenti con formaggi con muffe o stagionati, salumi e persino prodotti a base di soia possono contenere alti livelli di tiramina. Questa sostanza può interagire con antidepressivi come gli inibitori delle monoaminossidasi (IMAO), con conseguenti episodi ipertensivi.
  4. Ansia – Alcune persone presentano la cosiddetta “ipertensione da camice bianco”, che può verificarsi durante una visita medica fonte di ansia. Le misurazioni eseguite in quel momento di particolare stress possono erroneamente dare l’immagine di uno stato ipertensivo nell’ambulatorio del medico. Non è strano, dunque, che per evitare questa evenienza, spesso è consigliato di monitorare la pressione sanguigna a casa per poi poter fare un confronto delle letture con le misurazioni presso lo studio medico.

Ricordate, poi: almeno trenta minuti prima di misurare la pressione sarebbe bene evitare di fumare e di prendere caffè. Non solo. Svuotate la vescica, prendetevi qualche minuto di tranquillità e date il voi alla misurazione… senza ansia!

Non tutto è modificabile

Detto ciò, esistono altri fattori di rischio che influenzano l’incremento della pressione sanguigna:

  • Sesso
  • Diabete mellito
  • Familiarità per malattie cardiovascolari
  • Aumento della massa cardiaca
  • Malattie renali
  • Placche aterosclerotiche alle principali arterie
  • Obesità
  • Dieta non equilibrata

Purtroppo, quando un soggetto, oltre ad essere iperteso, è anche portatore di uno o più dei fattori di rischio sopra elencati, il rischio di incorrere in una malattia invalidante aumenta.

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Tania Catalano | Biologa
Scritto da Tania Catalano | Biologa

Sono laureata in Scienze Biologiche e sto per conseguire la laurea Magistrale in Biologia Sanitaria e Cellulare Molecolare. Nei lavori di stage presso diversi laboratori di analisi biochimico cliniche ho approfondito la diagnostica clinica e immunologica. Mi occupo di giornalismo medico scientifico e approfondisco spesso la relazione tra nutrizione e patologie cronico-degenerative.

a cura di Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
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Tania Catalano | Biologa
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