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Spondiloartrosi: come riconoscerla e curarla

Roberta Nazaro

Ultimo aggiornamento – 01 Giugno, 2022

spondiloartrosi: come riconoscerla e curarla

La spondiloartrosi è una malattia reumatica cronica e dolorosa che colpisce maggiormente la spina dorsale

Tuttavia, può intaccare anche altre articolazioni del corpo, tra cui tendini, legamenti e organi come gli occhi ed il cuore. 

Vediamo in cosa consiste, quali sono i sintomi, come si cura e come fare a convivere con la malattia, conducendo una vita normale.

Cos’è la spondiloartrosi

La spondiloartrosi, nota anche come spondiloartropatia, è il nome con cui si indica la famiglia delle malattie reumatiche infiammatorie che causano l’artrite.

Questa tipologia differisce da altri tipi di artrite perché coinvolge le aree dette entesi, cioè in cui legamenti e tendini si attaccano alle ossa. 

I sintomi della spondiloartrosi si presentano in due modi principali:

  •  infiammazione, che causa dolore e rigidità, spesso a spina dorsale, ma anche mani, piedi, braccia e gambe;
  • distruzione delle ossa, che causa deformità alla spina dorsale e la riduzione della funzionalità di spalle e anche.

La forma più comune di spondiloartrite consiste nella spondilite anchilosante, che interessa la spina dorsale. 

Altre forme sono:

  • Spondiloartrite assiale, in spina dorsale e articolazioni pelviche
  • Spondiloartrite periferica, in braccia e gambe
  • Artrite reattiva, meglio nota come sindrome di Reiter
  • Artrite psoriasica
  • Artrite enteropatica o spondilite enteropatica associata a malattie infiammatorie intestinali, come rettocolite ulcerosa e morbo di Crohn

Spondiloartrite: cause

La spondilite anchilosante è ereditaria e può essere causata da più di 30 geni. Il principale responsabile della malattia nelle persone caucasiche è il gene HLA-B27.

L’artrite enteropatica è una forma di artrite infiammatoria e cronica e le principali malattie croniche intestinali a cui si associa questa patologia sono il morbo di Crohn e la retto-colite ulcerosa. 

La causa di tale artrite non è nota, ma si ipotizza possa essere provocata da una infezione batterica intestinale a seguito di alcune lesioni causate da una infiammazione. Le persone con il gene HLA-B27 sono più inclini ad avere questa forma di artrite.

Soggetti più a rischio per la spondilite anchilosante

La spondilite anchilosante tende a insorgere negli adolescenti e colpisce gli uomini dalle due alle tre volte in più rispetto alle donne. I familiari dei soggetti affetti dalla malattia hanno un rischio più alto di soffrirne, in base all’ereditarietà del gene HLA-B27.

Una corretta diagnosi di spondilite anchilosante richiede l’intervento di un medico per valutare l’anamnesi del paziente e per effettuare l’esame obiettivo. Inoltre, possono essere eseguiti esami per immagini e analisi del sangue. Il soggetto potrebbe avere bisogno di una radiografia dell’articolazione sacroiliaca ed eventualmente di una risonanza magnetica per approfondimenti.

Le analisi del sangue sono necessarie per valutare la presenza del gene HLA-B27, nonostante tale presenza non determini in modo definitivo lo sviluppo della malattia. Infatti, molte persone presentano questo gene pur senza mai sviluppare l’artrite.

Spondiloartrosi: le terapie

Tutti i pazienti dovrebbero essere sottoposti a una terapia fisica e ad esercizi specifici per le articolazioni, per favorire la mobilità e la distensione della spina dorsale.

Esistono inoltre molti trattamenti farmacologici. I primi trattamenti sono a base di FANS, come naprossene, ibuprofene, meloxicam e indometacina, in base alla necessità del paziente.

Per il gonfiore articolare localizzato e non diffuso, sono consigliate iniezioni di farmaci corticosteroidi, a rapida azione.

Per i pazienti che non rispondono ai trattamenti sopra elencati, sono indicati i farmaci antireumatici modificatori della malattia (DMARDs), come la salazosulfapiridina. 

Tali farmaci alleviano i sintomi e possono prevenire danni alle articolazioni. Inoltre, questa classe di farmaci è particolarmente utile in coloro che soffrono di artrite alle articolazioni di braccia e gambe.

Nonostante possano essere particolarmente efficaci, i corticosteroidi assunti per via orale devono essere presi solo quando le altre terapie non hanno nessun effetto, perché alti dosaggi possono causare numerosi effetti collaterali.

Gli antibiotici sono da considerarsi solo per i pazienti affetti da artrite reattiva.

I bloccanti TNF-alfa sono efficaci nel trattamento dei sintomi alla spina dorsale e alle articolazioni periferiche della spondiloartrite, e sono:

  • Infliximab;
  • Etanercept;
  • Adalimumab;
  • Golimumab.

Tuttavia, questa nuova classe di farmaci è molto costosa e non priva di effetti collaterali, compreso il rischio di gravi infezioni.

Occorre considerare la terapia con i DMARD prima dei bloccanti TNF-alfa quando i pazienti sono affetti da artrite a:

  • ginocchia;
  • caviglie;
  • gomiti;
  • polsi;
  • mani;
  • piedi.

L’intervento chirurgico è consigliabile nei pazienti che necessitano una totale sostituzione dell’anca e per coloro che presentano forti dolori e disabilità, causati dalla distruzione delle articolazioni, dovuta alla mancanza di cartilagine. La chirurgia spinale è necessaria solo in rari casi, ad eccezione di fratture traumatiche o per la correzione delle deformità al collo.

Altri problemi che possono insorgere nei pazienti affetti da spondiloartrite sono:

Vivere con la spondiloartrite

Dolore, stanchezza e rigidità sono sintomi che possono andare e venire. Nonostante ciò, la maggior parte dei pazienti con la spondiloartrite conduce una vita serena e ha un’aspettativa di vita normale, specialmente grazie ai nuovi trattamenti disponibili.

È possibile tuttavia migliorare la propria salute con alcune attenzioni. Per esempio, l’esercizio fisico frequente è essenziale per mantenere cuore e articolazioni sani. Infine, è altamente sconsigliato fumare, perché il fumo aggrava i sintomi della spondiloartrite e accelera il tasso di fusione spinale.

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Roberta Nazaro
Scritto da Roberta Nazaro

Sono insegnante di inglese e traduttrice, con laurea triennale in Scienza e Tecnica della Mediazione Linguistica e specialistica in Dinamiche Interculturali della Mediazione Linguistica presso l'Università del Salento. L'interesse per l'ambito medico mi ha portata al conseguimento del Master in Traduzione Specialistica in Medicina e Farmacologia conseguito presso il CTI di Milano.

a cura di Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
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Roberta Nazaro
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