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Tiroide? Regola (anche) il nostro umore

Redazione

Ultimo aggiornamento – 14 Aprile, 2020

Settimana mondiale della Tiroide: dal 20 al 26 maggio

Il 10% degli italiani soffre di problemi legati alla tiroide. L’incidenza nelle donne è di gran lunga maggiore.

Con la Settimana Mondiale della Tiroide, che si celebra dal 20 al 26 maggio, l’attenzione è puntata su tutta la popolazione, inclusi bambini e anziani.

Perché per tutti vale la stessa regola: solo la prevenzione può fare la differenza, anche per un organo così piccolo – ma oltremodo prezioso – com’è la tiroide.

Umore no? Anche la tiroide è implicata

Era stato uno studio italiano a quantificare nel 63,5% dei pazienti con ipotiroidismo la prevalenza di sintomi depressivi, osservando inoltre che la classifica terapia sostitutiva non è sempre sufficiente a ottenere una totale remissioni dei disturbi che colpiscono l’umore.

In particolare, sono ansia, irritabilità, labilità emotiva e compromissione della concentrazione i classici sintomi neuropsichiatrici che si verificano nell’ipertiroidismo o nella tireotossicosi.

Disturbi d’ansia sono stati riscontrati in circa il 60% dei pazienti ipertiroidei, mentre i disturbi depressivi si sono verificati nel 31-69%” – ha dichiarato il dr. Andrea Giustina, Presidente della Società Europea di Endocrinologia.

Attenzione, poi, quando i disturbi di questo si presentano negli anziani: confonderli con apatia, letargia o pseudodemenza è alquanto comune. Per questo il monitoraggio di determinati valori dovrebbe essere pressoché costante.

Anziani, sotto la lente di ingrandimento degli endocrinologi

Purtroppo, la disfunzione tiroidea è molto frequente negli anziani, dove vi è una tendenza fisiologica all’aumento dei valori di TSH, indipendentemente dalla presenza di una patologia tiroidea reale.

È questo il motivo per cui è sempre necessaria una valutazione tiroidea completa nei pazienti con incremento del TSH circolante. “Nell’anziano – ha affermato il dr. Fabio Monzani della Società Italiana di Gerontologia e Geriatria – I sintomi dell’ipertiroidismo possono essere facilmente confusi con altre patologie legate all’età. Pertanto, la diagnosi clinica di ipertiroidismo, può risultare difficoltosa per la presenza di un quadro sintomatologico spesso sfumato e la concomitante presenza di altre patologie che possono giocare un ruolo confondente”.

Attenzione soprattutto al fatto che l’ipertiroidismo potrebbe favorire lo sviluppo di patologie cardiache, quali fibrillazione atriale, oltre al rischio di cadute accidentali, sarcopenia e osteoporosi. Il trattamento, dunque, deve essere intrapreso in modo tempestivo.

Bambini: quando viene compromesso lo sviluppo

Controllate la tiroide dei vostri bambini, se notate problemi di sviluppo e stanchezza eccessiva. Sebbene molto diffusi, rallentamento nella crescita e sonnolenza persistente rappresentato infatti i segnali più comuni di malattie alla tiroide. È questo il motivo per cui i genitori dovrebbero fare sempre attenzioni a questi sintomi.

Garantire una ottimale funzionalità tiroidea è importante in tutte le età della vita, ma diventa di fondamentale importanza in età pediatrica per assicurare un adeguato sviluppo psico-fisico dall’epoca prenatale fino all’adolescenza” – ha spiegato la dr.ssa Alessandra Cassio, membro del Consiglio direttivo della Società Italiana di Endocrinologia e Diabetologia Pediatrica.

Anche una carenza iodica di grado moderato può portare al mancato raggiungimento del potenziale intellettivo del bambino con una riduzione di 10-15 punti di quoziente intellettivo”.

Donne: quando la tiroide ha un ruolo fondamentale nella fertilità

È vero, il ruolo della tiroide nella riproduzione non è ancora del tutto noto. Eppure, sappiamo con certezza come questa regoli il ciclo mestruale, influisca sull’ovulazione e sui livelli di progesterone che aumentano il rischio di interruzione spontanea della gravidanza. “Il ruolo della tiroide nella fertilità femminile è spesso sottovalutato” – ha fatto notare la dr.ssa Anna Maria Formenti, specialista in Endocrinologia e Malattie del Metabolismo, dell’Università Vita e Salute San Raffaele.

Questo porta talvolta ad un allungamento dei tempi della diagnosi di ipotiroidismo e a ricorrere a tecniche di fecondazione assistita che non sarebbero necessarie. I diversi disturbi tiroidei interessano una donna su 10 ma il 60% non è consapevole di avere un problema e quindi non riceve un trattamento adeguato”.

La causa più frequente di disturbi alla tiroide

La causa più frequente di disturbi alla tiroide? La carenza di iodio, che porta noduli, ipotiroidismo e gozzo.

Il fabbisogno quotidiano stimato di iodio è di 150 microgrammi per gli adulti, 90 per i bambini fino a 6 anni, 120 per i bambini in età scolare e 250 per le donne in gravidanza e durante l’allattamento” – ha spiegato il dr. Massimo Tonacchera, Segretario dell’Associazione Italiana della Tiroide.

Non è un caso che l’OMS, l’Organizzazione Mondiale della Sanità, ha raccomandato a più riprese l’utilizzo di sale iodato. Non solo, se necessario suggerisce l’utilizzo di una quantità supplementare di iodio con l’assunzione di integratori, soprattutto in fase di gravidanza e allattamento.

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a cura di Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
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