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Tumore ai polmoni, perdita della voce e sintomi meno noti: la parola all’esperto

Dr. Gianfranco Buccheri

Ultimo aggiornamento – 18 Maggio, 2021

Tumore ai polmoni, sintomi

A cura di ALCASE ITALIA

Intervista al dr. Gianfranco Buccheri, Pneumologo – Oncologo, Direttore Medico di ALCASE Italia.


Parliamo di tumore ai polmoni e di sintomi meno noti, facendo riferimento a una patologia che in Italia colpisce circa 40.000 pazienti (casi diagnosticati), rappresentando così l'11% di tutte le diagnosi di tumore, secondo i dati dell’Istituto Superiore di Sanità. 

Lo facciamo assieme al dr. Gianfranco Buccheri, specialista in oncologia e pneumologia. 

Tumore ai polmoni e calo della voce: qual è il legame?

Il calo della voce in caso di tumore ai polmoni è legato alla paralisi di un nervo, che si chiama nervo laringeo ricorrente, o nervo laringeo di sinistra, che ha il compito di innervare la corda vocale omolaterale; in caso di lesione del nervo, la corda vocale è paralizzata e non si muove più, impedendo la normale fonazione.

Anche a destra può verificarsi la stessa problematica, ma si verifica solo in caso di tumori dell’apice di destra, passando il nervo più in alto. A sinistra, il nervo ricorrente si danneggia e viene compresso quando sono interessati dal tumore i linfonodi del mediastino dello stesso lato.  

Quando il calo della voce deve insospettire?

Naturalmente, anche un banale raffreddore può determinare un abbassamento di voce, però un abbassamento più importante e un’alterazione della fonazione, per un periodo prolungato di tempo, sono sintomi che devono insospettire. 

Ci sono sintomi meno noti da considerare, quando si ha un cancro polmonare?  

Ce n’è uno famoso, non sempre considerato dai pazienti, che è l’ippocratismo digitale. Si tratta di una malformazione delle estremità distali delle dita, con rigonfiamento dell’ultima falange. Questo rigonfiamento fa sì che il dito sembri una “bacchetta di tamburo”. Si chiama anche dita a bacchette di tamburo

Questo non è un sintomo specifico, perché patologie sia polmonari sia cardiache possono dare la malformazione, ma, se compare, è bene insospettirsi. Non è chiara la causa della manifestazione, seppur descritta da millenni a cominciare dallo stesso Ippocrate, primo medico della storia. La patogenesi esatta non è quindi chiarita. 

Altre volte, è bene indagare quando si manifestano bronco-polmoniti ricorrenti, due o tre volte in un tempo ravvicinato. Potrebbe infatti esserci qualche ostruzione bronchiale determinata dal tumore e il catarro, non riuscendo a uscire e ristagnando nei bronchi, può più facilmente andare incontro a infezione.  

Che esami fare per una diagnosi precoce di tumore ai polmoni?

Quello che fanno i medici di base a volte è la lastra del torace, ma è un esame poco sensibile, non in grado di riconoscere tumori piccoli e nascosti (da vasi o dal cuore). Se c’è un sospetto, in primis nei fumatori, bisogna andare a fondo con una TAC del torace, a bassa dose di radiazioni e senza mezzo di contrasto, per una valutazione chiara dello stato polmonare. 

Se le lesioni individuate sono piccole e minime (3-4 mm), viene consigliato un controllo a distanza, 6 mesi e un anno, per poter riconoscere eventuali evoluzioni sospette. 

Un fumatore dovrebbe controllarsi periodicamente?

La risposta è sì. Un fumatore che abbia più di 50 anni e che abbia fumato negli ultimi 15 anni un pacchetto di sigarette al giorno, per una durata complessiva di vent’anni o più, dovrebbe sottoporsi ogni anno a una  TAC del torace , come screening del  cancro al polmone


Vedi anche: Tumori ai polmoni: i sintomi precoci, gli esami da fare e le nuove cure.

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Dr. Gianfranco Buccheri
Scritto da Dr. Gianfranco Buccheri

Dr. Gianfranco Buccheri, Pneumologo – Oncologo, Direttore Medico di ALCASE Italia.

a cura di Redazione Pazienti
Le informazioni proposte in questo sito non sono un consulto medico. In nessun caso, queste informazioni sostituiscono un consulto, una visita o una diagnosi formulata dal medico. Non si devono considerare le informazioni disponibili come suggerimenti per la formulazione di una diagnosi, la determinazione di un trattamento o l’assunzione o sospensione di un farmaco senza prima consultare un medico di medicina generale o uno specialista.
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