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I tumori più diffusi (a cui dovremmo fare più attenzione)

Angelica Sandrini | Studentessa di Biotecnologie

Ultimo aggiornamento – 04 Febbraio, 2019

Tumori più diffusi nel 2019

Si celebra oggi, 4 febbraio, la Giornata Mondiale contro il Cancro, indetta nel 2000 dall’Union for International Cancer Control (UICC). Lo slogan di quest’anno è “I Am And I Will” perché, si legge nel lancio della giornata: “Chiunque tu sia, hai il potere di ridurre l’impatto del cancro per te, le persone che ami e per il mondo. È tempo di prendere un impegno personale”.

L’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro stima che un uomo su cinque e una donna su sei in tutto il mondo svilupperà il cancro nel corso della propria vita, con una mortalità di un caso su otto per gli uomini e di una caso su 11 nelle donne. Ciò equivale a circa 9,6 milioni di persone morte di cancro nel 2019.

La chiave è una, e una sola. Gli esperti non smetteranno mai di ripeterlo: la prevenzione è fondamentale, soprattutto quando si parla di cancro. In più, una diagnosi tempestiva può salvare la vita a chi si trova ad affrontare questa terribile malattia. Ecco quindi quattro tipi di tumore da tenere sotto controllo.

Tumore al seno, dall’autopalpazione alla mammografia

Le donne che iniziano a superare i 40 anni dovrebbero sottoporsi ogni anno a una mammografia, poiché aumentano i rischi di sviluppare il cancro al seno.

Dopo i 55 anni bisognerebbe prestare ancora più attenzione, soprattutto se si ha una storia di tumore al seno in famiglia. Anche se, in verità, solo il 10% dei casi il tumore si sviluppa in donne che hanno familiarità genetica.

In ogni caso, tenere monitorata la situazione è fondamentale. Non solo con autoesami, come l’autopalpazione, ma anche con risonanze magnetiche e mammografie, in grado di individuare tumori delle dimensioni di un ciglio.

Tumore del collo dell’utero, la prevenzione inizia a 20 anni

A differenza del cancro al seno che può svilupparsi durante tutto il corso della vita di una donna, ma che comunque ha un’incidenza maggiore dopo i quarant’anni, il tumore al collo dell’utero è da monitorare già a partire dai 20 anni.Tra i 21 e i 29 anni, l’ideale è sottoporsi al Pap test ogni tre anni.

A partire dai 30 anni fino ai 65, la frequenza dovrebbe ridursi (ogni cinque anni), per far posto al test HPV.

Dopo i 65 anni, lo screening per il cancro cervicale può essere interrotto se gli ultimi due Pap test negli ultimi 10 anni risultano normali.

Tumore ai polmoni, colpa del fumo (ma non solo)

Il tumore ai polmoni uccide più persone rispetto al tumore al colon, alla mammella e della prostata combinati.
Lo screening per questo tipo di tumore prevede una TAC a basso dosaggio del torace e viene raccomandato alle persone a rischio: uomini e donne di età comprese tra i 55 e i 74 anni che fumano o che hanno fumato in passato, ma smesso solo negli ultimi 5 anni.

Fortunatamente, dopo la pubblicazione delle relazioni del Surgeon General nel 1964, il numero di fumatori è in costante calo, probabilmente anche grazie alla sensibilizzazione sui danni provocati dal fumo e alle numerose ricerche pubblicate a riguardo. Tutto ciò ha comportato anche una diminuzione dei casi di tumore al polmone.

Tumore al colon, in aumento tra i giovani

Lo screening per il tumore al colon non solo rileva precocemente il cancro, ma lo può anche prevenire identificando i polipi che potrebbero originare un tumore. Questo è l’unico tipo screening ad avere un’azione sia di diagnosi sia di prevenzione.

Le linee guida ufficiali consigliano a chiunque abbia più di 45 anni di eseguire l’esame che si basa su una colonscopia o su un esame delle feci. Inoltre, negli ultimi anni c’è stato un aumento del tasso i tumori del colon tra i più giovani, di cui ancora non si conoscono le cause. Per questo le raccomandazioni degli esperti si rivolgono a tutte le fasce di età, fino ai 75 anni.

Tra i 76 e gli 85 anni, sarebbe meglio parlare col proprio medico per valutare se sia il caso di continuare con lo screening, che può cessare del tutto dopo gli 86 anni. Il medico deciderà anche la frequenza di screening, che generalmente viene eseguito ogni 10 anni con una colonscopia. Se non vengono trovati polipi, la proiezione può continuare a intervalli di 3 o 5 anni.

La prevenzione resta la nostra migliore arma

Che i test di screening siano importantissimi è una verità ormai assodata. Ciò non toglie che la preoccupazione per l’over-screening sia più che legittima. Infatti, tra le conseguenze negative di questi test ci sono i costi che, in alcuni casi, possono essere non indifferenti. Non solo. Vi sono anche effetti non trascurabili sulla salute, come l’esposizione alle radiazioni.

Tuttavia, questi non sono validi motivi per evitare gli screening, poiché i benefici della prevenzione o di una diagnosi precoce superano di gran lunga i rischi. Non dimentichiamo che, per quanto la ricerca sia continuamente al lavoro e stia facendo passi da gigante, il cancro resta una delle patologie più diffuse e mortali.

Nella battaglia contro questa terribile malattia, la prevenzione resta la nostra migliore arma.

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Angelica Sandrini | Studentessa di Biotecnologie
Scritto da Angelica Sandrini | Studentessa di Biotecnologie

Sono una studentessa di Biotecnologie e, negli anni, ho sviluppato una vera e propria passione per tutto ciò che riguarda la medicina e la scienza in generale. Amo da sempre leggere e scrivere.

a cura di Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
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