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C'è possibilità di reflusso in caso di ernia diaframmatica?

Mia figlia che ha 19 anni e sta assolutamente bene, ha sofferto di ernia diaframmatica congenita ed è stata operata appena nata; fortunatamente è andato tutto benissimo e la ragazza non ha avuto mai problemi di alcun tipo. Ieri sono stata contattata dall'ente ospedaliero e mi è stato vivamente consigliato di fare una gastroscopia visto che hanno riscontrato dei casi in cui in seguito all'ernia diaframmmatica ci fossero stati problemi di reflusso. Anni fa mi è stato detto da un professore chirurgo che la malattia esiste quando c'è il sintomo e visto che si tratta di un esame invasivo non sono d'accordo su quanto consigliatomi. Voi come la pensate in proposito?

Risposta

Condivido pienamente il parere del collega chirurgo. La gastroscopia (più precisamente esofago-gastro-duodenoscopia) è un esame invasivo, che, seppure in una minoranza di casi, può comportare delle lesioni a carico dei visceri attraversati dallo strumento (endoscopio) anche pericolose per la vita e tali da richiedere l'intervento chirurgico urgente. Quindi è un esame che deve essere motivato da un sintomo o dalla presenza di reperti dubbi ottenuti con esami non invasivi. Nel caso di tua figlia (giovane donna sana, con un pregresso intervento di plastica diaframmatica, in pieno benessere), non è giustificato un esame invasivo. Se, nonostante l'assenza di sintomi, vogliamo comunque sapere se, ad anni di distanza dall'intervento, la riparazione del diaframma è rimasta stabile, senza la benché minima ernia recidiva, e se vogliamo nel contempo essere certi che non si verifichi reflusso gastroesofageo (sappi che i reflussi asintomatici sono comunque normali), l'esame più appropriato è l'Rx prime vie digerenti con mezzo di contrasto per os (bario): ci consente di sapere se ci sono ernie diaframmatiche e/o reflussi, eseguendo una lastra, mentre il paziente beve un mezzo di contrasto visibile ai raggi X nel suo passaggio attraverso cavità orale-esofago-stomaco-duodeno, etc. Cordialità
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