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Medicazioni ulcere cutanee

Dermatologia
Medicazioni ulcere cutanee

Cosa sono le ulcere cutanee?

In generale, le ulcere sono delle lesioni della pelle (ulcere cutanee), delle mucose (ulcere mucose) o dei vasi sanguigni (ulcere venose e arteriose), la cui caratteristica principale è il difficile processo di rimarginazione.

Alla base delle ulcere vi sono fattori:

  1. meccanici, un esempio è offerto dalle piaghe da decubito sacrali che si sviluppano nelle lunghe degenze allettati in posizione supina;
  2. patologici, un esempio è offerto dall’ulcera diabetica, causata dalle complicazioni del diabete, appunto, e che spesso si manifesta in negli arti inferiori ed in particolare nel piede (piede diabetico).

In cosa consistono le medicazioni alle ulcere cutanee?

Il processo di guarigione delle ulcere cutanee può richiedere molto tempo e talvolta, purtroppo, può non essere possibile. In entrambi i casi, medicare le ulcere cutanee in modo idoneo è l’unico modo per evitare complicazioni e per migliorare la qualità di vita di chi ne è affetto.

L’approccio terapeutico delle ulcere si avvale di un principio che consente di inquadrare la lesione e di mettere in atto la migliore strategia per trattarla con successo. Il principio è noto come TIME ed è l’acronimo, in inglese, di:

  • Tissue, si deve valutare se vi è tessuto necrotico;
  • Infection/inflammation, si deve valutare la presenza di infezione o infiammazione;
  • Moisture imbalance, si deve valutare la presenza di essudato (liquido infiammatorio che si raccoglie nei tessuti fuori dai vasi);
  • Epidermal margin, si devono valutare i bordi della lesione per rendersi conto se avviene la riepitilizzazione con il trattamento.

In presenza di un’ulcera cutanea, va innanzitutto valutata la lesione tenendo conto di:

  • presenza di tessuto necrotico, che va eliminato e che rende impossibile valutare con esattezza lo stato della lesione;
  • dimensione della lesione;
  • profondità della lesione;
  • quali strutture sono interessate dalla lesione.

Nel caso vi sia tessuto necrotico, questo va asportato dai professionisti competenti (medici e infermieri) con le modalità idonee rispetto alla quantità di tessuto morto.

Il processo di rimozione del tessuto necrotico è detto debridement e può essere effettuato con varie modalità:

  • debridement enzimatico, che si avvale dell’utilizzo di un enzima detto collagenasi, grazie al quale viene rimosso selettivamente in tessuto necrotico;
  • debridement autolitico, nel quale viene creato un ambiente umido tramite idrocolloidi e idrogel, che stimola l’attività delle cellule deputate all’eliminazione di tessuto morto, unitamente ad altri processi fisiologici che consentono di iniziare la riparazione della ferita;
  • debridement chirurgico, che consiste nella rimozione chirurgica del tessuto morto.

Dopo aver rimosso il materiale necrotico, la valutazione dell’ulcera risulta più agevole e si può stabilire se si ha davanti una ferita infetta. L’infezione contribuisce a cronicizzare la lesione poiché il sistema immunitario è continuamente stimolato. I segni di infezione sono:

  • variazione della colorazione del letto della ferita;
  • eritema esteso;
  • edema;
  • calore della cute;
  • essudato sieroso e purulento;
  • cattivo odore;
  • tessuto di granulazione rosso vivo;
  • febbre.

In presenza di infezione, la lesione deve essere detersa accuratamente tramite irrigazione a pressione con soluzione fisiologica. Inoltre, va iniziata la terapia antibiotica sistemica (è sconsigliata quella locale).
Per quanto riguarda l’equilibrio dei fluidi, anche questo influenza la riepitelizzazione. Nella regione dell’ulcera può esserci:

  • disidratazione;
  • iperessudazione.

L’essudato può avere diverse caratteristiche, indicative anche della causa dell’infezione:

  • trasparente di colore giallo ambra, è considerato normale ma può essere associato ad alcuni batteri;
  • torbido lattescente o cremoso, con presenza di fibrina nelle ulcere o purulento con batteri in caso di infezione;
  • rosa/rosso, in caso di danno a carico dei capillari;
  • verde, in caso di infezione da pseudomonas aeruginosa;
  • giallo/marrone, in presenza di tessuto necrotico;
  • grigio/bluastro, che va medicato con medicazioni all’argento.

La presenza di essudato causa la macerazione dei margini dell’ulcera, e per evitarlo si attuano:

  • medicazioni avanzate (schiume in poliuretano, arginati di calcio, idrocolloidi, idrogel, film di poliuretano, idrofibra di carbossimetilcellulosa);
  • bendaggio compressivo (per le ulcere venose);
  • terapia a pressione negativa;
  • monitoraggio.

Gli idrocolloidi si trovano in particolari cerotti, e possono essere utilizzati in diverse circostanze. Esistono anche cerotti idrocolloidali per piaghe da decubito.

Inoltre, per le ulcere da decubito, le ulcere diabetiche, ma anche quelle venose e arteriose, la medicazione con idrofibra di carbossimetilcellulosa è particolarmente indicata perché sono medicazioni soffici che mantengono la ferita umida sfruttando lo stesso essudato oppure, in caso di disidratazione, possono essere bagnate con soluzione fisiologica. Se è presente infezione o vi è il rischio di infezione, si usano queste stesse medicazioni contenenti argento.

La terapia a pressione negativa consiste nell’utilizzo di una schiuma di poliuretano introdotta nella lesione e nella sistemazione di un tubo di drenaggio, tramite il quale viene aspirato l’essudato grazie all’applicazione di una pressione negativa tramite uno strumento elettrico.

Il tipo di intervento, ad esempio nel caso di lesioni da decubito, dipende ovviamente dalla gravità della condizione, e solo un professionista esperto può valutare quale sia la modalità di trattamento migliore.

In ultimo, durante il trattamento occorre un monitoraggio continuo per valutare l’efficacia. Nel monitoraggio si valuta:

  • se l’essudato è stato drenato;
  • se l’infezione è stata ridotta;
  • se il dolore è diminuito;
  • se l’odore è migliorato;
  • se il tessuto di granulazione è aumentato;
  • se la riepitelizzazione sta avvenendo;
  • se le dimensioni della lesione stanno diminuendo.
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Dr. Virgilio De Bono Medico Chirurgo
Dr. Virgilio De Bono
medico generale

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