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Bambini che dicono parolacce: come reagire?

Anna Nascimben | Editor

Ultimo aggiornamento – 18 Aprile, 2024

bimbo parla con la mamma, sdraiato sul tappeto

Come reagire di fronte ai bambini che dicono parolacce? Quale comportamento è opportuno osservare e quali soluzioni si possono mettere in atto al fine di ridurre la frequenza e la portata di questo (tipico) atteggiamento provocatorio durante l'età infantile? Scopriamolo insieme.

Cosa fare con i bambini che dicono parolacce

L'utilizzo delle parolacce e di espressioni volgari da parte dei bambini, anche molto piccoli, è un comportamento molto comune. Il fascino nei confronti di questi termini considerati offensivi ed inappropriati si manifesta in concomitanza con lo sviluppo ed evoluzione delle capacità linguistiche, generalmente intorno ai tre anni

Al momento in cui il piccolo esprime un’imprecazione, il piccolo, nota immediatamente la reazione dell’adulto che può essere talvolta contrariata ed arrabbiata, talvolta vagamente divertita.

Così il bambino, prende rapidamente coscienza del fatto che le parole da lui espresse possiedono una risonanza particolare, capace di suscitare specifiche reazioni nell'interlocutore

Via via egli può, quindi, essere tentato di ripetere l'esperimento al fine di scoprire quale espressione determinerà, in chi lo ascolta, il suono della parolaccia, e vi attribuirà un significato più o meno speciale.

Cosa fare, quindi, con i bambini che dicono parolacce? Molto dipende dall'età del piccolo. Intorno ai tre anni, infatti, non si rendono conto della portata offensiva di alcuni termini e tendono a ripeterle inconsapevolmente imitando ciò che hanno sentito, magari, dagli stessi adulti di riferimento.

In questo caso la soluzione più adeguata è quella di non attribuire importanza eccessiva all’atteggiamento del bambino e di fare finta di nulla. Quest'ultimo, percependo di non provocare alcuna reazione particolare nell'adulto, perderà gradualmente interesse nei confronti di certi vocaboli e non li ripeterà

Può rivelarsi molto utile ridicolizzare le parolacce, costruendo giochi di parole o filastrocche al fine togliere loro quell'aura misteriosa che tanto affascina i bambini.

È essenziale, però, porre molta attenzione al proprio linguaggio e mantenere un comportamento adeguato e corretto: qualora il bambino senta le parolacce come parte del gergo quotidiano degli adulti tenderà a considerare accettabile il loro utilizzo, trascurando totalmente ed irrimediabilmente le regole di condotta che si intendono trasmettere.

Si rivela differente il caso in cui le parolacce siano usate con l’intento di offendere l'altro (che può essere un compagno o un adulto). Quest'atteggiamento, che si manifesta solitamente a partire dai 4-5 anni di età esprime una chiaro desiderio di offendere e, quindi, nuocere all’altro e richiede un intervento immediato al fine di fermarlo.  

E’ cruciale guidare ed aiutare il bambino a trovare strumenti e modalità alternative per gestire la sua rabbia e frustrazione. 

10 consigli per gestire i bambini che dicono parolacce

Con il passare del tempo, il bambino acquisisce una maggiore comprensione del tono inappropriato di certi vocaboli, diventando sempre più consapevole del significato volgare di alcuni termini, che può scegliere di continuare ad utilizzare sia per attirare l'attenzione dell'adulto, che per provocare una sua reazione. 

Di fronte a questa sfida, quali strategie si possono adottare al fine di  insegnare ai propri figli a non dire le parolacce?

Ecco 10 strategie da mettere in pratica:

  • nei bambini di età compresa tra 4 e 6 anni può risultare molto utile proporre un'alternativa alla parolaccia. Si può, ad esempio, suggerire una parola buffa o dal suono molto particolare con la quale sostituire un termine offensivo, preservando quindi la spinta all'ilarità e alla provocazione ma senza che questo si traduca in scortesia e maleducazione;
  • quando il bambino raggiunge l'età della scuola elementare, dovrebbe essere in grado di comprendere che esistono norme comportamentali da osservare, e tra queste rientra l'importanza di evitare un linguaggio scurrile. Se persiste è necessario interrompere questo comportamento con fermezza, senza trascurare l’importanza del momento educativo;
  • se la parolaccia viene utilizzata per deridere o per offendere un compagno, occorre fermare immediatamente tale comportamento e porre in atto delle misure correttive commisurate all'età (ad esempio la restrizione di alcuni privilegi come il guardare la televisione); Qualora, invece, la parolaccia venisse utilizzata come mezzo per suscitare divertimento e risate, si rivela importante domandarsi perché il bambino senta la necessità di attirare l'attenzione su di sé in questo modo inappropriato;
  • aiutare il bambino a sviluppare l'empatia e la sintonizzazione emotiva nei confronti delle altre persone chiedendogli, successivamente, di immedesiamarsi nel suo interlocutore: scoprirà ed imparerà che a nessuno piace essere oggetto di offese e parole sprezzanti;
  • se la parolaccia è utilizzata per esprimere rabbia o frustrazione, proporre degli sfoghi alternativi, come ad esempio poter urlare, uscire a correre, accarezzare un animale domestico, cantare o fare una passeggiata;
  • insegnare al bimbo a chiedere scusa. È naturale che occasionalmente possa sfuggire un'espressione scurrile; l'importante è saper prendere atto del proprio comportamento e chiedere scusa;
  • ricordarsi che dare il buon esempio è indispensabile: se i genitori utilizzano frequentemente un linguaggio scurrile in presenza del bambino, sarà complicato per lui assimilare che si tratta di un atteggiamento inopportuno;
  • fare attenzione ai programmi televisivi inappropriati e volgari o ai video in cui vengono usati termini scurrili e offensivi;
  • un'idea molto efficace al fine di limitare l'uso delle parole scurrili nei bambini più grandi è quello di istituire il "barattolo delle parolacce". Esso consiste in un contenitore dove ogni componente della famiglia (genitori compresi) sarà tenuto a versare una moneta per ogni parolaccia pronunciata. Si tratta di una sorta di multa che tutti sono obbligati a pagare e il contenuto finale servirà per finanziare un'attività caritatevole verso i meno fortunati o che possa essere utile da un punto di vista sociale;
  • evitare di ridere di fronte alle parolacce dei bambini.

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Perché un bambino dice parolacce?

Il rapporto tra bambini e parolacce è una questione complessa e si instaura fin dalla più tenera età. 

Essi amano la reazione che provocano negli adulti non appena pronunciano determinati vocaboli, tuttavia, anche se tale comportamento può essere transitoriamente tollerato, è essenziale che, superati i quattro o cinque anni, il bambino apprenda che esistono situazioni nelle quali l'utilizzo di certe parole è inadeguato, e altri termini che è preferibile non utilizzare affatto. 

È compito dei genitori, quindi, educare il figlio a comprendere che l'uso di parolacce è da evitare, poiché può urtare la sensibilità altrui o risultare inappropriato e indecoroso. Nonostante la loro indiscutibile attrattiva, è essenziale resistere al loro fascino.

Nella fase adolescenziale avvalersi di un linguaggio infarcito di termini volgari rappresenta una sorta di sfida nei confronti dell'autorità genitoriale e si rivela un modo per affermare il distacco dai valori della famiglia e quindi la propria indipendenza

In alcuni frangenti, però, il linguaggio scurrile può essere utilizzato al fine di placare un forte sentimento di ansia o di aggressività che non trova sfogo in altro modo. È importante riconoscere i segnali di stress e malessere nell'adolescente e, talvolta, l'utilizzo troppo frequente e sconsiderato delle parolacce può essere un campanello d'allarme da non sottovalutare.

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Anna Nascimben | Editor
Scritto da Anna Nascimben | Editor

Con una formazione in Storia dell'Arte e un successivo approfondimento nello studio del Digital Marketing, mi occupo da anni di creare contenuti web. In passato ho collaborato con diversi magazine online scrivendo soprattutto di sport, vita outdoor e alimentazione, tuttavia nel corso del tempo ho sviluppato sempre più attenzione nei confronti di temi come il benessere mentale e la crescita interiore.

a cura di Dr.ssa Maria del Carmen Rostagno
Le informazioni proposte in questo sito non sono un consulto medico. In nessun caso, queste informazioni sostituiscono un consulto, una visita o una diagnosi formulata dal medico. Non si devono considerare le informazioni disponibili come suggerimenti per la formulazione di una diagnosi, la determinazione di un trattamento o l’assunzione o sospensione di un farmaco senza prima consultare un medico di medicina generale o uno specialista.
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