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BES: cosa sono i Bisogni Educativi Speciali?

Anna Nascimben | Editor

Ultimo aggiornamento – 12 Aprile, 2024

Classe di studenti con insegnante che si confronta con alcuni

Con la sigla BES si intendono i cosiddetti Bisogni Educativi Speciali, ma cosa sono esattamente e qual è il loro significato in ambito scolastico

Ecco tutto quello che c'è da sapere su questo argomento.

BES o Bisogni Educativi Speciali: cosa sono?

Con il termine di BES si fa riferimento ai Bisogni Educativi Speciali, i quali prevedono un percorso di apprendimento scolastico mirato a fornire maggior supporto e attenzione da parte degli insegnanti. 

Introdotti ufficialmente nel 2012 all'interno della Direttiva Ministeriale intitolata "Strumenti di intervento per alunni con Bisogni Educativi Speciali e Organizzazione Territoriale per l'Inclusione Scolastica", i BES possono includere sia alunni in possesso di una certificazione medica che ne attesti la situazione di bisogno, sia no.

Prima dell'introduzione della norma del 2012, l'accesso a programmi educativi specificatamente strutturati era riservato esclusivamente a studenti con disabilità riconosciute o con diagnosi di Disturbi Specifici di Apprendimento (DSA). 

Con l'introduzione della normativa relativa ai Bisogni Educativi Speciali (BES), tali risorse didattiche sono state rese disponibili per un'ampia gamma di alunni che presentano diverse esigenze formative.

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Per comprendere il concetto dei BES può essere utile fare riferimento ad essi come a una condizione (provvisoria o permanente) che rende più difficile l'apprendimento scolastico da parte dell'alunno. 

Al fine di consentire a ogni alunno di seguire il programma di studi stabilito, l’istituzione scolastica è chiamata a riconoscere le singole peculiarità e a sviluppare un percorso didattico individualizzato e ben calibrato.

Quali sono i BES?

Una volta compreso cosa significa BES secondo la definizione generale, quali sono nello specifico questi Bisogni Speciali

Secondo quanto previsto dalla Direttiva Ministeriale del 2012 vi sono tre grandi categorie che riguardano i Bisogni Educativi Speciali, le quali includono:

  • disabilità motorie e cognitive, certificate dal Sistema Sanitario Nazionale. In questo caso gli alunni BES necessitano della presenza di un insegnante di sostegno e di un Piano Educativo Individualizzato (PEI);
  • disturbi evolutivi specifici: rientrano in quest'area le problematiche quali la dislessia, la discalculia, la disortografia, la disgrafia, etc. Vi è poi l'ADHD, il quale va certificato dal Sistema Sanitario Nazionale o privatamente, l'autismo e il Funzionamento Intellettivo Limite. Per gli alunni con BES di questo tipo non è prevista la presenza dell'insegnante di sostegno, bensì un Piano Didattico Personalizzato (PDP) che tenga conto delle loro difficoltà;
  • disturbi dell'apprendimento legati a svantaggi di tipo economico, sociale, culturale e linguistico: un alunno BES che non conosce la lingua o che ha altre problematiche di tipo relazionale o comportamentale può ricevere un Piano Didattico Personalizzato. Tuttavia non è prevista la presenza dell'insegnante di sostegno. In questa categoria rientrano anche alunni con bisogni educativi speciali determinati dal loro alto potenziale cognitivo; si tratta di bambini con capacità cognitiva molto sviluppate che, per esprimere al meglio le loro doti e per soddisfare la loro grande curiosità, necessitano di un percorso didattico personalizzato.

Differenza tra i BES e i DSA

Al fine di comprendere meglio cosa siano i Bisogni Educativi Speciali, è importante fare riferimento anche ad un’altra grande categoria che frequentemente viene nominata nello stesso ambito, ovvero i Disturbi Specifici dell'Apprendimento (DSA)

Esiste tuttavia una sostanziale differenza tra BES e DSA: gli alunni che soffrono di DSA rientrano sempre nella categoria dei BES, lo stesso non vale al contrario.

Ciò significa che un alunno BES potrebbe anche non presentare alcun Disturbo Specifico dell'Apprendimento, ma semplicemente una difficoltà in una determinata area della didattica (come ad esempio la lettura, l'ortografia o le abilità matematiche).


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Un'altra sostanziale differenza tra le due situazioni è che l’inclusione nella categoria BES non richiede una diagnosi, requisito che invece è imprescindibile nei DSA. 

Nel primo caso, inoltre, il Piano Didattico Personalizzato ha la durata provvisoria di un anno scolastico, mentre per gli alunni DSA esso è pluriennale.

Cosa prevedono i Bisogni Educativi Speciali

L'introduzione del concetto di BES nel sistema scolastico rappresenta un passo cruciale per il progresso personalizzato di ogni singolo studente. 

L'attenzione ai bisogni specifici, unita a una didattica personalizzata, sono infatti elementi decisivi in grado di favorire l'apprendimento in modo naturale e rispettoso delle potenzialità e capacità del singolo.

L'adozione del PDP, ovvero del Piano Didattico Personalizzato, permette di raggiungere ugualmente importanti obiettivi individuali, focalizzandosi sul potenziamento delle capacità individuali piuttosto che sulle restrizioni imposte da un approccio educativo uniforme. 

Il PDP ha come obiettivo quello di facilitare l’assimilazione delle competenze didattiche adottando strategie di volta in volta calibrate sulle esigenze del singolo studente.

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In quest'ottica la didattica che si rivolge a uno studente BES può comprendere:

  • strategie dispensative: si procede esentando lo studente da richieste e compiti che non rientrano nel loro PDP e che per loro risulterebbero troppo difficili (se non impossibili) da raggiungere;
  • strategie compensative: tali misure vengono adottate per integrare e modificare l'approccio didattico convenzionale. Ad esempio si può concedere l'utilizzo di strumenti come la calcolatrice agli studenti con specifiche difficoltà in matematica o di un sintetizzatore vocale per coloro che incontrano ostacoli nella lettura. Tali strumenti vanno in supporto agli studenti consentendo loro di raggiungere gli obiettivi previsti dal loro PDP senza favorirne l'esclusione sociale;
  • l'introduzione del dibattito, al fine di migliorare la capacità logica ed espositiva; 
  • la messa a punto di piccoli gruppi di studio all'interno del quali gli studenti BES vengono aiutati dai loro compagni;
  • laboratori didattici: si configurano come ambienti di apprendimento vivaci e interattivi, che rappresentano un'alternativa stimolante rispetto alla tradizionale lezione frontale;
  • le lezioni all'aperto, per stimolare l'apprendimento.

Perché l'introduzione dei BES a scuola è così importante

Per molto tempo la scuola non ha riconosciuto adeguatamente la presenza di alunni con Bisogni Educativi Speciali, forzandone l'apprendimento in maniera rigida che spesso conducevano a situazioni di umiliazione e stigmatizzazione da parte degli insegnanti e dei compagni.

Grazie all'introduzione della nuova normativa nel 2012, invece, la scuola italiana ha compiuto un importante passo in avanti verso l'uguaglianza, equità ed inclusività, ponendo lo studente al centro e rispettandone esigenze e inclinazioni. 

L'unicità del singolo viene favorita attraverso percorsi didattici personalizzati, così che l'alunno possa trovare la fiducia nelle sue capacità e non sentirsi diverso dagli altri.

Un ruolo fondamentale è assegnato ai docenti, i quali hanno il compito di riconoscere e individuare possibili alunni con bisogni speciali anche senza l'intervento di uno specialista, e di avviare un dialogo costruttivo con le famiglie per promuovere un apprendimento più coinvolgente e partecipativo.

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Anna Nascimben | Editor
Scritto da Anna Nascimben | Editor

Con una formazione in Storia dell'Arte e un successivo approfondimento nello studio del Digital Marketing, mi occupo da anni di creare contenuti web. In passato ho collaborato con diversi magazine online scrivendo soprattutto di sport, vita outdoor e alimentazione, tuttavia nel corso del tempo ho sviluppato sempre più attenzione nei confronti di temi come il benessere mentale e la crescita interiore.

a cura di Dr.ssa Maria del Carmen Rostagno
Le informazioni proposte in questo sito non sono un consulto medico. In nessun caso, queste informazioni sostituiscono un consulto, una visita o una diagnosi formulata dal medico. Non si devono considerare le informazioni disponibili come suggerimenti per la formulazione di una diagnosi, la determinazione di un trattamento o l’assunzione o sospensione di un farmaco senza prima consultare un medico di medicina generale o uno specialista.
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