Anestesia epidurale: si tratta di una procedura rischiosa? Facciamo chiarezza

Arianna Bordi | Editor

Ultimo aggiornamento – 24 Aprile, 2025

anestesista somministra anestesia epidurale ad un paziente

L’epidurale è una tecnica anestesiologica largamente utilizzata per il controllo del dolore, specialmente durante il parto e in alcune procedure chirurgiche.

Molte persone, però, soprattutto le donne quando si tratta di parto, si chiedono se l’epidurale faccia male, quali siano i suoi rischi e gli effetti collaterali a breve e lungo termine.

Anestesia epidurale: in cosa consiste? È dolorosa?

L’anestesia epidurale consiste nell’iniezione di anestetico locale nello spazio epidurale della colonna vertebrale, bloccando temporaneamente la trasmissione del dolore.

Questo blocco nervoso selettivo riduce la sensibilità al dolore nella parte inferiore del corpo, senza compromettere completamente la capacità di movimento.

Viene utilizzata soprattutto in ambito ostetrico, ma anche per interventi ortopedici, urologici e in alcune terapie del dolore cronico.

Prima della somministrazione viene effettuata un’anestesia locale sulla pelle per ridurre il disagio; dato che la percezione del dolore durante la puntura epidurale varia da persona a persona, la procedura può comunque causare una leggera pressione o fastidio, ma generalmente non è dolorosa.

Peridurale: qual è il significato?

Il termine peridurale è sinonimo di epidurale, dunque si riferisce sempre alla tecnica anestesiologica che prevede l’iniezione di un anestetico locale nello spazio peridurale o spazio epidurale, situato tra la dura madre e il legamento giallo della colonna vertebrale.

Vediamo la differenza etimologica tra le due definizioni:

  • peridurale deriva dal latino peri- (“intorno”) e dura, riferito alla dura madre, ossia la meninge più esterna tra quelle che compongono il tessuto connettivo fibroso situato all'interno della scatola cranica e del canale spinale; 
  • epidurale ha un’etimologia simile: epi- significa “sopra” o “esterno”, quindi il termine si riferisce alla posizione dello spazio in cui viene somministrato l’anestetico.

Entrambi i termini sono quindi corretti e usati come sinonimi in ambito medico, ma il termine epidurale è più comune nella letteratura scientifica internazionale e nella pratica clinica.

Effetti collaterali dell’epidurale

Come ogni procedura medica, anche l’epidurale può comportare effetti collaterali, tra cui:

  • mal di testa post-puntura: può verificarsi se il liquido spinale viene accidentalmente perforato;
  • ipotensione: un calo della pressione sanguigna è uno degli effetti collaterali più comuni, che può causare vertigini o nausea;
  • nausea e vomito;
  • brividi;
  • prurito;
  • tremori;
  • febbre;
  • alterata percezione della sensibilità;
  • dolore nella zona di iniezione: fastidio temporaneo nella zona lombare.

In generale, la maggior parte degli effetti collaterali dell'epidurale sono temporanei e scompaiono entro poche ore o giorni.

Rischi e complicanze dell’epidurale

I rischi dell’epidurale sono rari, ma possono includere:

  • infezioni nel sito di iniezione;
  • danni ai nervi (rarissimi e spesso temporanei);
  • reazioni allergiche agli anestetici;
  • mal di testa: in rari casi la puntura accidentale della dura madre (la membrana che riveste il midollo spinale) può provocare un forte mal di testa;
  • dolore alla schiena: alcune donne possono sperimentare dolore lombare temporaneo dopo l'epidurale;
  • difficoltà nella minzione: l'epidurale può interferire con la capacità di urinare, richiedendo talvolta l'inserimento di un catetere;
  • debolezza muscolare: in alcuni casi si può verificare una temporanea debolezza muscolare nelle gambe;
  • difficoltà respiratorie, possibili solo se l’anestetico si diffonde in modo inappropriato; 
  • complicazioni rare: in casi estremamente rari possono verificarsi complicanze gravi come gli ematomi epidurali

L'epidurale è, inoltre, considerata sicura per il neonato; in rari casi, però, l'ipotensione materna può ridurre temporaneamente l'apporto di ossigeno al bambino.

Controindicazioni dell’anestesia epidurale

Non tutti possono sottoporsi a questa procedura. Le principali controindicazioni includono:

  • infezioni attive nella zona di iniezione prima della puntura;
  • allergia agli anestetici locali;
  • alterazioni neurologiche preesistenti;
  • disturbi della coagulazione del sangue;
  • infezioni sistemiche gravi.

Epidurale: il momento giusto per la somministrazione

L’anestesia epidurale è la tecnica più efficace per il controllo del dolore in diverse procedure mediche e chirurgiche, in particolare durante il travaglio e il parto.

Il momento ideale per la sua somministrazione dipende da diversi fattori, tra cui la fase del travaglio, la condizione clinica della paziente e le indicazioni dell’anestesista.

Momento ottimale nel travaglio

Le linee guida indicano che l’epidurale può essere somministrata quando il travaglio è attivo, ovvero:

  • dilatazione della cervice tra i 3 e i 5 cm (prima fase attiva del travaglio);
  • contrazioni regolari e dolorose;
  • assenza di controindicazioni mediche.

Perché non prima?

  • se somministrata troppo presto (prima che il travaglio sia attivo), l’epidurale potrebbe rallentare la progressione del parto;
  • se somministrata troppo tardi (dilatazione completa), potrebbe non esserci abbastanza tempo per ottenere un effetto adeguato prima della fase espulsiva.

Epidurale in chirurgia: quando è indicata?

L’anestesia epidurale viene utilizzata anche in diversi interventi chirurgici per ridurre il dolore intraoperatorio e migliorare il recupero postoperatorio.

Vediamo i due momenti chiave per la somministrazione:

  • prima dell’intervento: solitamente viene effettuata prima dell’inizio della procedura chirurgica, per garantire un’adeguata analgesia intraoperatoria;
  • dopo l’intervento: in alcuni casi il catetere epidurale viene lasciato in sede per un controllo prolungato del dolore postoperatorio (per esempio interventi ortopedici o addominali).

Epidurale per il trattamento del dolore cronico

L’epidurale può essere utilizzata anche per la gestione del dolore cronico, in particolare in pazienti con:

Il momento giusto per somministrarla dipende dall’intensità del dolore e dalla risposta ai trattamenti farmacologici standard.

Le linee guida scientifiche confermano che un’epidurale eseguita al momento giusto massimizza i benefici e riduce il rischio di complicanze.

Perché molte donne incinte hanno paura dell’epidurale?

Le paure più comuni tra le donne in gravidanza riguardano diversi aspetti dell’epidurale:

Paura del dolore della puntura epidurale

Molte donne temono che la puntura dell’ago possa essere dolorosa o traumatica. In realtà, prima della procedura viene somministrato un anestetico locale sulla pelle, riducendo significativamente il disagio.

La maggior parte delle pazienti riferisce solo una sensazione di pressione o lieve fastidio, non un dolore intenso.

Timore degli effetti collaterali e delle complicanze

Alcune donne temono che l’epidurale possa causare problemi neurologici permanenti o danni alla colonna vertebrale, ma i danni neurologici temporanei o permanenti sono molto rari, inferiori a 1 caso su 100.000.

Le linee guida scientifiche internazionali confermano che i benefici dell’epidurale superano di gran lunga i potenziali rischi, rendendola la scelta migliore per molte donne in travaglio.

Preoccupazioni sul parto e sulla salute del bambino

Alcune credenze suggeriscono che l’epidurale possa rallentare il travaglio o aumentare il rischio di taglio cesareo.

Nel 2002, infatti, l'ACOG (American College of Obstetricians and Gynecologists) pubblicò una valutazione sul taglio cesareo basata su diversi studi, che indicava un legame tra l'analgesia epidurale durante il travaglio e un aumento del rischio di parto cesareo.

Invece, ricerche più recenti hanno smentito questa correlazione, concludendo che l'epidurale non influisce sul rischio di dover ricorrere al taglio cesareo.

Gli studi hanno dimostrato anche che la frequenza dei parti cesarei non cambia tra le donne che ricevono l'epidurale e quelle che ricevono analgesici per via endovenosa.

In sintesi, sia il tipo di analgesia (epidurale o endovenosa) che le specifiche tecniche di anestesia epidurale non sembrano avere un impatto sul numero di parti cesarei.

Inoltre, la dose di farmaco che raggiunge il feto è minima e non causa danni neurologici e non influisce sulla capacità di allattare dopo il parto.

Dopo l’epidurale: smaltimento e conseguenze

Lo smaltimento dell'anestesia epidurale avviene gradualmente, con un ritorno completo della sensibilità entro poche ore, ma alcune donne possono avvertire debolezza temporanea alle gambe o affaticamento.

I farmaci utilizzati nell'epidurale, infatti, vengono smaltiti dall'organismo nel giro di poche ore e il recupero completo dalla procedura richiede solitamente poco tempo.

Dunque, si tratta di una tecnica sicura ed efficace per il controllo del dolore, ma come ogni procedura medica presenta rischi e complicanze.

La decisione di sottoporvisi deve essere presa in accordo con il medico, valutando attentamente i benefici e i rischi individuali.

Arianna Bordi | Editor
Scritto da Arianna Bordi | Editor

Dopo la laurea in Letteratura e Lingue straniere, durante il mio percorso di laurea magistrale mi sono specializzata in Editoria e Comunicazione visiva e digitale. Ho frequentato corsi relativi al giornalismo, alla traduzione, alla scrittura per il web, al copywriting e all'editing di testi.

a cura di Dr. Christian Raddato
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