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In futuro anche gli uomini potrebbero procreare

Paolo Pate | Blogger

Ultimo aggiornamento – 16 Marzo, 2015

Fino ad oggi quando due uomini vogliono crescere insieme un bambino possono o adottarlo (senza fornire alcun contributo biologico) o utilizzare una donatrice di ovuli (in questo caso, solo uno dei due machi fornisce un contributo biologico). In futuro, potrebbe non essere soltanto così.

Un nuovo studio, pubblicato su Cell, rivela il ruolo dei regolatori genetici nell’influenzare il processo che porta una cellula germinale immatura a differenziarsi in una cellula maschile o femminile, descrivendo come questo processo possa essere manipolato dall’uomo. In futuro, quindi, potrebbe essere possibile utilizzare le cellule staminali di un uomo per produrre un ovulo, permettendo così ad un neonato di avere due padri biologici.

La ricerca

Le cellule germinali primordiali (PGC) sono cellule staminali in grado di dare origine a spermatozoi e cellule uovo. L’organismo utilizza in genere segnali ormonali e specifici fattori di trascrizione per decidere se rendere le cellule germinali maschio o femmina. Mentre SRY è il gene più conosciuto per la funzione di determinazione del sesso del feto, lo studio descrive l’importanza di un altro gene-famiglia, il SOX17, come ulteriore regolatore di cellule PGC. Alterando questo gene, infatti, è possibile alterare il destino di molte cellule. Questa scoperta non avrebbe effetti solo sulla comprensione di alcuni processi cellulari, ma potrebbe avere sconcertanti implicazioni per un certo numero di famiglie.

Uno sguardo al futuro

Nei prossimi anni, i ricercatori potrebbero essere in grado di manipolare questo processo cellulare e permettere a due uomini di procreare senza la necessità di ricorrere a una donatrice di ovuli. Tutto ciò sarebbe possibile prendendo cellule PGC da un padre, manipolando le cellule SOX17 e inducendo così le cellule a diventare ovociti. Poiché l’uomo ha già tutte le informazioni femminili pertinenti all’interno della sua unica copia di cromosoma X, la cellula uovo risultante sarebbe teoricamente del tutto funzionale. Il “secondo” padre dovrebbe fornire un campione di sperma per fecondare l’uovo, mentre sarebbe necessario un surrogato per portare il bambino durante la gestazione.

Una questione etica

Naturalmente c’è un lungo elenco di problemi pratici ed etici da affrontare prima che tutto questo possa diventare realtà. In primo luogo, la modificazione genetica umana spinta fino a questo livello è ancora un’enorme zona grigia, con molti studiosi che sono contrari all’idea di “bambini su misura”.

Inoltre, visto che questa tecnica non verrebbe impiegata per evitare malattie tra genitori, sarebbe più difficile giustificare un processo di manipolazione cellulare soltanto per la procreazione. La discussione che riguarda le coppie omosessuali con figli, poi, è ancora aperta e lontana dal trovare un punto d’intesa fra le diverse fazioni, anche se il numero di bambini cresciuti da coppie dello stesso sesso è quasi raddoppiato dal 2000 ad oggi.

Infine, la ricerca non è per nulla conclusa ed il cammino che conduce al momento in cui si deciderà come e se vale la pena attuare questa tecnica, è ancora piuttosto lungo.

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Scritto da Paolo Pate | Blogger

Scrittura, volontariato, lettura, sport, viaggi… sono davvero tante le passioni che possono descrivermi. In ognuna di queste cerco di mettere tutto me stesso per non smettere mai di crescere, cercare la mia strada ed essere felice.

a cura di Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
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