L'eutanasia del gatto è un momento doloroso ma, talvolta, necessario. Come funziona e cosa occorre sapere? Quando è indicato procedere con la soppressione dell'animale e quanto costa l'operazione? Ecco tutto quello che c'è da sapere sull'argomento.
Cosa sapere sull'eutanasia del gatto
L'eutanasia, ovvero il procedimento di fine vita del gatto, è un argomento particolarmente sensibile e doloroso, che mette a dura prova la capacità di scelta dell'essere umano. Da una parte, infatti, si vorrebbe poter tenere il proprio pet sempre con sé e non infliggergli alcuna sofferenza, dall'altra, invece, alcune patologie invalidanti e croniche debilitano l'animale talmente tanto da suggerirci questa soluzione.
Ecco perché, per capire quando sopprimere un gatto e per valutare se quest'operazione sia necessaria, è opportuno fare affidamento sulle indicazioni del veterinario, il quale è l'unico in grado di giudicare lo stato di salute dell'animale e di fornire il consiglio giusto. In genere il fine vita viene proposto quando le condizioni del micio sono arrivate ad essere talmente gravi e senza speranza, che l'eutanasia diventa un modo per alleviare le sue sofferenze finali. A questo proposito, per capire se può essere giunto il momento di effettuare tale scelta, può essere utile riflettere su alcuni interrogativi in grado di indirizzarci, come ad esempio:
- se il gatto è cosciente oppure no;
- se riesce a mangiare e bere in modo autonomo;
- se soffre continuamente o alterna momenti di ripresa;
- se continua a svolgere una vita accettabile, pur con dei limite, oppure se si limita a sopportare il dolore;
- se la malattia da cui è afflitto consente o meno una terapia per migliorarne le condizioni invalidanti;
- se rimane paralizzato a qualche distretto anatomico importante per il suo benessere;
- se rimane continente per feci e urine;
- se è molto apatico, depresso o se, invece, riesce ancora a svolgere delle attività quotidiane.
Come funziona l'eutanasia nel gatto
L'eutanasia felina è un procedimento rapido e indolore che non provoca nell'animale alcuna sofferenza. La parola "eutanasia", infatti, deriva dall'unione dei termini greci "eu", cioè buono, e "thanatos", ovvero morte, quindi letteralmente significa "la buona morte". L'animale non sa che sta per morire, quindi non è né spaventato né stressato: l'operazione inizia infatti con la somministrazione di un mix di farmaci anestetici in modo che esso si addormenti e che, quindi, non avverta nulla. Poi, quando l'animale è completamente sedato si procede con un'iniezione di un farmaco, il Tanax (quello più usato), che in modo completamente indolore provoca velocemente la morte del micio.
Sebbene si possano notare, seppur raramente, delle contrazioni muscolari simili a spasmi e dei respiri più affannosi, l'animale durante l'eutanasia non soffre in alcun modo, è una possibile reazione ai farmaci. Per i padroni è possibile stare accanto ai loro pets fino all'ultimo, anzi molti veterinari incoraggiano questa scelta in quanto i gatti si sentirebbero sollevati dalla presenza della loro figura umana di riferimento. I medici che praticano visite a domicilio, ad esempio, devono spesso intervenire d'urgenza praticando l’eutanasia dell'animale qualora le sue condizioni di salute fossero inarrestabili e critiche, quindi l'intervento presso la propria casa è fortemente consigliato.
Avendo la possibilità di scegliere, è preferibile sopprimere il gatto tra le mura di casa in quanto il trasporto presso la clinica veterinaria e l'ambiente sconosciuto potrebbero infliggere un'ulteriore sofferenza emotiva all'animale, inoltre l'atmosfera domestica consente di poter salutare il proprio animale con più calma e serenità. È opportuno ricordare che per legge il medico è tenuto a procurare meno sofferenze possibili al gatto e, a meno che l'intervento non sia improvviso e urgente, esso deve sempre preceduto da una sedazione, così che l'animale non soffra inutilmente.
Per quanto riguarda il costo della soppressione del gatto, essa varia in base alla prestazione erogata dal veterinario e alla possibilità o meno di usufruire dei servizi cimiteriali. In linea generale, il farmaco utilizzato per praticare l'eutanasia del gatto ha un costo che si aggira tra i 50 e gli 80 euro, a cui bisogna aggiungere quello della prestazione veterinaria, fino a una cifra totale che mediamente si attesta intorno ai 100 euro.
Cosa succede dopo la soppressione del gatto?
Dopo aver praticato l'eutanasia all'animale, il veterinario può effettuare un'autopsia sul corpo dell'animale per verificare le cause del suo decesso, soprattutto se la morte è stata improvvisa e apparentemente inspiegabile. Poi, il padrone dovrà decidere cosa fare con il corpo del suo micio, anche a seconda del luogo dove è avvenuta la soppressione. Se la procedura è stata effettuata all'interno dell’ambulatorio veterinario, è possibile lasciare qui il micio, se invece si vuole cremare l'animale, bisognerà contattare azienda privata specializzata in servizi cimiteriali di questo tipo che provvederà a collocarlo in un luogo appositamente prestabilito (come i cimiteri per gatti).
Chi dispone di una casa con giardino, oppure di un campo, e volesse seppellire lì il proprio micio, ha bisogno di un documento rilasciato dal veterinario, il quale attesta l'assenza di patologie infettive nell'animale; il luogo della sepoltura, inoltre, non dovrà trovarsi in prossimità di una riserva idrica o di un terreno demaniale, la fossa dovrà essere profonda almeno un metro e l'animale dovrà essere avvolto in un materiale biodegradabile, per la differenza tra legislazioni comunali è sempre meglio sentire il proprio comune. Attenzione, invece, a tumulare il gatto sul suolo pubblico e senza autorizzazioni, in quanto è vietato dalla legge.