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Cancro alla cervice: la diagnosi parte dal DNA

Redazione

Ultimo aggiornamento – 14 Aprile, 2020

Tumore alle ovaie: i test del DNA per la prevenzione

Una delle patologie tumorali più frequenti nelle donne è il tumore alla cervice uterina, o anche chiamato tumore al collo dell’utero. Non ci sono limiti di età, ma colpisce in particolar modo donne più esposte a possibili fattori lesivi locali, a causa di promiscuità sessuale, e le donne che fumano o sono affette da virus HPV.

Grazie al pap test, molte donne sono riuscite a farsi diagnosticare questo tipo di tumore in tempo per procedere a una estirpazione radicale senza conseguenze. Questo test di screening ha la capacità di scoprire anche altre lesioni, che all’inizio risultano benigne, come H-SIL, CIN, L-SIL, ma che possono trasformarsi in tumori maligni.

Chi non è portatore del virus HPV ha pochissime probabilità di sviluppare questo tipo di lesioni.

Regolarità dei test di controllo per la prevenzione del cancro alla cervice

La frequenza di esecuzione di questo test deve avvenire almeno ogni due/tre anni. Oltre a questo tipo di indagine, ora è possibile effettuare anche il test per il virus HPV, o HPV-DNA test. È disponibile dai 30 anni in su.

Se il pap Test e il test per il virus HPV dovessero risultare entrambi negativi, la paziente può stare tranquilla e spostare il prossimo controllo a 3 anni. Se il Pap Test risulta negativo mentre il test per il virus HPV risulta positivo, diviene opportuno ripetere gli esami l’anno successivo.

È bene ricordare comunque che, anche se utilissimi, questi test non sostituiscono una visita ginecologica, attraverso la quale viene controllato anche lo stato delle ovaie e del corpo dell’utero.

Se il pap test dovesse risultare positivo, nella maggior parte dei casi si tratta di una lesione precancerosa che può venir eliminata tramite un piccolo intervento in ambulatorio. Alle volte, il pap test può causare anche un falso positivo: in questo caso si tratta semplicemente di alterazioni cellulari squamose di significato indeterminato, che sul referto sono indicate sotto la dicitura ASC-US, oppure lesioni intraepiteliali squamose di basso grado, indicata come SIL.

In questi casi, diviene determinante il test per il DNA dell’HPV che, se dovesse risultare positivo, richiederà l’esecuzione di altri esami per capire l’entità della lesione.

Sempre nell’ipotesi in cui il pap test dovesse risultare positivo, si procederà con una visita ginecologica e la colposcopia, grazie alla quale il medico sarà in grado di osservare il collo dell’utero utilizzando un ingranditore. Se da questo esame dovesse emergere una lesione, il ginecologo preleverà una parte del tessuto per poi mandarlo ad analizzare.

Il pap test non è affidabile al 100%. Pertanto, è opportuno ripeterlo a intervalli regolari, associandolo se è il caso all’HPV DNA: se tutti e due i test risultano negativi, allora si può stare tranquille.

L’esecuzione degli esami: cosa prevedono?

Il test viene fatto in ambulatorio dall’ostetrica, la quale inserirà un divaricatore vaginale, preleverà una parte della mucose della superficie esterna del collo dell’utero con una spatolina apposita, e manderà il tutto ad analizzare in laboratorio. La mucosa viene inserita in un liquido per non alterare le sue proprietà.

L’HPV: che cosa è?

L’HPV o Human Papilloma Virus, è un virus che può portare alla proliferazione delle cellule che infetta. Si trasmette per via sessuale ed è molto subdolo, perché non provoca disturbi. La maggior parte delle persone che ne è affetta non lo sa e diventa portatrice sana del virus. Nell’arco di alcuni mesi, il virus abbandona la persona spontaneamente. Non sempre però questo succede; se il virus persiste nel corpo, si espande e può provocare il tumore della cervice.

Per evitare che questo virus possa avere il sopravvento, per le donne con un’età inferiore ai 26 anni è prevista la vaccinazione contro il papilloma virus.

I test genetici per la prevenzione del tumore al collo dell’utero

I test genetici hanno un’importanza fondamentale nella prevenzione dei tumori, se si pensa che in Italia ogni anno almeno 3500 donne sono colpite da questo tipo di patologia.

In un futuro molto vicino, il primo esame che sarà effettuato sarà proprio quello del test del DNA dell’HPV, il quale permette di evidenziare immediatamente la presenza del virus e pertanto la probabilità che vi siano di cellule tumorali nel collo dell’utero.

Se questo tipo di esame dovesse risultare positivo, allora si ricorrerebbe al Pap test.

Come funziona il test del DNA dell’HPV?

Come nel caso del pap test, viene prelevata una parte di mucosa la quale viene poi analizzata per scoprire delle eventuali tracce del DNA del Papillomavirus.

La presenza del DNA viene riconosciuta attraverso tecniche genetico molecolari in laboratorio.

È consigliabile eseguirlo dai 30 anni di età della donna, con un intervallo di 3 anni se risulta negativo. Questo test costituisce una ulteriore altra arma a disposizione per combattere i tumori alla cervice, che colpiscono tante donne ogni anno.

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a cura di Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
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