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10 cibi che fanno male alla tiroide

Redazione

Ultimo aggiornamento – 14 Aprile, 2020

test tiroide

Curiosi di scoprire quali sono i cibi che fanno male alla tiroide? Partiamo con ordine, cercando di capire prima qual è il ruolo della tiroide.

A cosa serve la tiroide?

La tiroide è un’importante ghiandola, molto piccola ma con un grande ruolo. Essa, infatti, regola alcuni dei principali processi metabolici dell’organismo e il consumo di energia, grazie all’azione di due ormoni, noti come tiroxina (T4) e triiodotironina (T3).

Necessario per la sintesi di questi ormoni è lo iodio. La T4 e la T3 circolano nel sangue e, parallelamente, una parte di esse resta libera (FT3 e FT4), svolgendo un’attività ormonale.

Un altro ormone, il TSH, secreto però dalla ipofisi (una ghiandola posta alla base del cranio), favorisce la funzionalità e l’accrescimento della tiroide. Uno squilibrio del TSH ne condiziona lo stato; quando è elevato, la tiroide funziona meno – ipotiroidismo -; quando i livelli del TSH si abbassano, la funzione tiroidea è eccessiva – ipertiroidismo.

I sintomi di uno squilibrio si fanno subito evidenti; per questo, è bene eseguire periodicamente degli esami per controllare i valori di TSH, FT4 e FT3.

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Quali sono i principali disturbi della tiroide?

Diverse sono le condizioni che possono interessare la tiroide.

Quando funziona meno – a causa d’infiammazioni, traumi o anomalie congenite – ci troviamo di fronte alla tiroidite di Hashimoto.

La conseguenza è l’ipotiroidismo, che si manifesta nel corso degli anni con:

  • stanchezza eccessiva;
  • mancanza di concentrazione;
  • aumento di peso e gonfiore;
  • intolleranza al freddo.

In questi casi, può essere necessario seguire una terapia farmacologica.

Altre volte, la tiroidite può essere “subacuta” e generata da infezioni virali (adenovirus, coxsackie, echovirus, morbillo, parotite). L’infiammazione della ghiandola provoca:

  • dolore al collo;
  • febbre;
  • difficoltà a deglutire;
  • malessere generalizzato.

Anche in questo caso, lo specialista può consigliare un trattamento con antinfiammatori o cortisonici.

Un’altra condizione, molto comune, è l’ipertiroidismo causato semplicemente da una eccessiva produzione dell’ormone tiroideo. Compaiono, allora:

  • tachicardia e tremori;
  • nervosismo eccessivo;
  • insonnia;
  • dimagrimento;
  • eccessiva sudorazione.

Diverse sono le cause alla base di questa condizione, ovvero: morbo di Basedow, noduli tiroidei – gozzo.

Il nodulo tiroideo, in particolare, è un ingrossamento della tiroide in un’area delimitata. Si avvertono anche con la palpazione del collo o con una ecografia della tiroide. Il disturbo è nella maggior parte dei casi di natura benigna; a volte (circa 5% del totale), può nascondere dei tumori maligni.

Spesso si tende ad aspirarlo attraverso un agoaspirato tiroideo con ago sottile.

Esistono dei cibi che fanno male alla tiroide?

La risposta è sì. Quando compaiono dei disturbi è bene capire quali alimenti evitare, per mantenere la salute della tiroide. Tra questi:

  • Grano e cereali: alcuni studi, infatti, hanno evidenziato una possibile correlazione tra glutine e disfunzione tiroidea.
  • Miglio: questo cereale contiene goitrogeni, ovvero delle sostanze che causano un ingrossamento della tiroide e influenzano il metabolismo dello iodio.
  • Latte e derivati: perché ricchi di calcio, minerale che rallenta l’attività della ghiandola tiroidea.
  • Verdure crocifere: i broccoli, i cavoli, le rape, i cavolini di Bruxelles e la senape, in particolare, contengono goitrogeni, appunto gli antinutrienti che inibiscono la funzione della tiroide.
  • Soia: anch’essa interferisce con il metabolismo dello iodio.
  • Caffè: la caffeina sovrastimola la tiroide.

In ogni caso, prima di limitarci nel mangiare, è bene effettuare sempre un esame per valutare tutti i valori necessari per la diagnosi di eventuali disturbi.

I test della tiroide da fare a casa

Esistono dei semplici test, da fare anche a casa, che, grazie a un dispositivo immunocromatografico e a specifici anticorpi, rilevano la concentrazione di TSH nel campione di sangue prelevato, evidenziandone un livello inferiore, o superiore, a 5 µIU/mL, in accordo con le linee guida internazionali. Basterà eseguire una auto-puntura per il campionamento di sangue.

Insomma, perché aspettare? Iniziate da subito a prendervi cura della vostra tiroide?

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a cura di Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
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