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Alzheimer, in una RSA arriva la barbie-terapia

Elena Fazio | Web Content Editor

Ultimo aggiornamento – 02 Agosto, 2023

scopri la barbie terapia per alzheimer in una RSA salentina

E’ di pochi giorni fa la notizia della RSA S. Raffaele di Campi Salentina, in provincia di Lecce. Un gruppo di pazienti con Alzheimer ha ricevuto dagli operatori sanitari le iconiche barbie, con l’obiettivo, da una magia rosa shocking, di stimolare la memoria e i ricordi. 

I benefici della “Doll Therapy” nei pazienti con demenze

La "Doll therapy", o terapia della bambola, rientra nei cosiddetti interventi non farmacologici utilizzati nel trattamento delle demenze. 

“Il contatto visivo e corporeo, la manipolazione tattile e il dialogo con la bambola possono stimolare i processi cognitivi e la memoria, facilitare il dialogo, la capacità relazionale, il rilassamento e i processi emozionali, diminuire i disturbi comportamentali e del sonno, l'irritabilità e il senso di depressione". Queste le parole di Maria Giovanna Pezzuto, psicologa della Rsa salentina per spiegare gli effetti positivi della bambola sul paziente.

Il primo approccio con le barbie è stato naturale per le pazienti, che durante l’infanzia, come del resto la maggioranza delle bambine, si divertivano a cambiare i vestiti, pettinarle e curarne il look.

“Giocare con le barbie non era e non sarà mai uguale a giocare con le altre bambole.” commenta l’educatrice professionale della residenza Irene Patruno.

Infatti, chi passava l’infanzia con la “doll” targata Mattel non guardava affatto altre bamboline. Era subito "effetto barbie".

Se a livello fisiologico il contatto con barbie ha apportato qualità benefiche alle pazienti, è riuscita anche ad eliminare il grigiore delle terapie standard, contribuendo a rinnovare le cure, emanando la sua scia rosa e potente nelle corsie della residenza ospedaliera.

La malattia di Alzheimer 

Il World Alzheimer Report parla di 46 milioni di persone colpite nel mondo nel 2015 che diventeranno oltre 131,5 milioni nel 2050. In Italia, il numero dei pazienti con demenza da Alzheimer ammonta a 600.000.

Sono i numeri di una patologia neurodegenerativa molto delicata e altrettanto da non sottovalutare, soprattutto ai primi segnali. 

Sembra non sia possibile dimenticare tutto della propria vita, e sempre di più. Questo è proprio quello che succede a chi soffre di Alzheimer. 

Insomma, forse l’avvento del nuovissimo film Barbie nelle sale cinematografiche mondiali, ha reso possibile sognare che qualcosa in più si possa fare per aiutare quelle persone con tanta voglia di vivere, strappata inevitabilmente dalla malattia.

E’ quello che è successo nella Rsa di Lecce, quando, secondo i media, una delle pazienti all’affermazione di un’ operatrice: “ma quanto sei bella” ha risposto: “ma certo, lo so”, ricordando una delle battute più chiacchierate del movie americano più in voga del momento.

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Elena Fazio | Web Content Editor
Scritto da Elena Fazio | Web Content Editor

Laureata in Comunicazione, Media e Pubblicità, con specializzazione in Scienza e Salute. Dopo aver collaborato con associazioni no profit in ambito sanitario e psico-oncologico, al momento sono Junior Web Content Editor presso pazienti.it e mi occupo della redazione e scrittura di articoli in chiave SEO. Profondamente affascinata da temi inerenti il benessere e la salute che mirano a fornire informazioni autorevoli ai lettori, guidandoli nelle scelte per raggiungere uno stato di benessere psico-fisico quotidiano.

Le informazioni proposte in questo sito non sono un consulto medico. In nessun caso, queste informazioni sostituiscono un consulto, una visita o una diagnosi formulata dal medico. Non si devono considerare le informazioni disponibili come suggerimenti per la formulazione di una diagnosi, la determinazione di un trattamento o l’assunzione o sospensione di un farmaco senza prima consultare un medico di medicina generale o uno specialista.
Elena Fazio | Web Content Editor
Elena Fazio | Web Content Editor
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