«Sono ricerche serie, molto interessanti e i risultati, anche se si tratta di studi preclinici, sono incoraggianti», commenta l’epidemiologo Franco Berrino valutando gli studi recenti che evidenziano l’utilità del digiuno per potenziare l’efficacia di una chemioterapia.
«Sappiamo che agendo sulla glicemia si toglie al tumore il carburante, la capacità di reagire».
Ma il digiuno non rischia di debilitare un organismo già provato dalla malattia?
«Con un digiuno di due giorni, continuando a consumare liquidi, non si corrono rischi. Il grande vantaggio del digiuno consiste nel tenere bassa la glicemia, l’infiammazione e i fattori di crescita che influiscono sullo sviluppo del tumore. Per questo, l’indicazione per i malati è quella di evitare il latte e ridurre le proteine. Oggi, alcuni studi indicano la necessità di ridurre altri composti necessari per la proliferazione cellulare: le poliammide presenti in certi tipi di frutta, come arance, banane e frutti tropicali, e negli ortaggi a frutto, come melanzane e pomodori. Per questo sconsiglio il consumo di questi prodotti quando c’è un tumore in atto».
Si conferma comunque l’importanza dell’alimentazione per i pazienti oncologici. Come nel progetto Diana, riservato però a donne operate al seno.
«Valgono per tutti le raccomandazioni del World Cancer Research Fund: basare la propria alimentazione prevalentemente su cibi di provenienza vegetale, con cereali non industrialmente raffinati e legumi in ogni pasto, oltre a un’ampia varietà di verdure non amidacee e di frutta. Poi vanno evitati i cibi ad alta densità calorica, quelli cioè ricchi di grassi e di zuccheri, che più di ogni altro favoriscono l’obesità; in primo luogo, quelli proposti nei fast food e le bevande zuccherate, quelle alcoliche e le carni rosse, specie se conservate. Le raccomandazioni per la prevenzione valgono anche per chi ha già avuto un tumore, per prevenire le recidive. E per quanto riguarda il progetto Diana, credo sia ragionevole ipotizzare che le conclusioni cui siamo arrivati valgano anche per altri tipi di tumori».
E sull’uso di integratori di vitamine o minerali?
«Credo siano comunque da evitare; anzi, esiste una certa preoccupazione sui possibili effetti negativi di alcuni antiossidanti».
Qual è la sua opinione su altri trattamenti complementari come l’impiego di meditazione o tecniche di rilassamento?
«In generale contribuiscono a creare un certo benessere. E c’è qualche studio non conclusivo che suggerisce che possano fare rallentare la crescita tumorale».
A cura di Paola Emilia Cicerone per Vita e Salute, Maggio 2012