Diabete: ecco gli strappi alla regola consentiti nella dieta

Redazione

Ultimo aggiornamento – 14 Aprile, 2020

Dr.ssa Francesca Spasaro

Specialista in endocrinologia


Chi soffre di diabete, ahimè, è costretto a seguire un’alimentazione controllata, non con poche rinunce. Quel che è certo, è che la salute è più importante di ogni golosità, seppur, in alcuni casi, si potrebbe pensare di fare degli strappi alla regola consentiti dallo specialista.

La dott.ssa Francesca Spasaro, specialista in endocrinologia, ci dà qualche consiglio per seguire un’alimentazione corretta ed equilibrata in caso di diabete, con qualche concessione che fa bene allo spirito.

Chi soffre di diabete è costretto a un’alimentazione specifica. Ma è possibile ogni tanto “lasciarsi andare”?

Per il paziente diabetico, parte integrante della terapia è il suo stile di vita: alimentazione equilibrata e attività fisica svolta regolarmente. È quindi intrinseco il valore, ai fini del controllo glicemico e soprattutto della gestione delle complicanze a lungo termine della patologia, che può avere un regime dietetico equilibrato.

Il primo atto di una visita diabetologica dovrebbe consistere nello sviluppare una dieta idonea alla situazione clinica del paziente e al proprio stile di vita. Detto questo, siamo esseri umani! Per cui qualche strappo alla regola, concesso o meno, è inevitabile che ci sia e, probabilmente, aiuta anche il paziente ad essere più motivato nel suo cammino di cura.

L’importante è che sia una tantum e che invece nella sua quotidianità si seguano le prescrizioni fornite.

Pizza: sì, ma come? Cosa scegliere e quali farine prediligere?

La pizza la possiamo far rientrare in uno di questi famosi “strappi alla regola”: oltre a contenere un quantitativo enorme di carboidrati (circa 180 gr di CHO per una pizza margherita, contro i 75 gr di CHO di un piatto di pasta, per dare il senso della misura!), è ricca di grassi (mozzarella, formaggio), che prolungano la durata dell’iperglicemia e quindi la permanenza del paziente su valori glicemici elevati e difficilmente gestibili.

Ovviamente, a seconda del tipo di terapia intrapresa, si posso attuare degli aggiustamenti ad hoc perché il paziente possa, ogni tanto, affrontare “l’evento pizza”.

Come per tutti i carboidrati consumati, è consigliabile l’uso di farine integrali, kamut, orzo perlato, grano saraceno, farine non raffinate. Questo discorso si estende a tutti i tipi di zuccheri consumati dal paziente: pizza, pasta, pane, biscotti. Non ritengo, invece, che ci sia alcun motivo per sconsigliare l’uso di carboidrati, ma anzi ne raccomando l’assunzione di una porzione in ogni pasto, con l’accortezza che siano integrali.

Frutta: cosa si può mangiare e con quale frequenza?

La frutta, in dosi ponderate per ogni paziente, viene fatta assumere agli spuntini e mai alla fine dei pasti.

I 5 alimenti a cui dire addio, ahimè.

Non amo le diete drastiche, né di eliminazione, per cui non ci sono alimenti che bandisco completamente: credo che l’importante sia insegnare al paziente ad avere consapevolezza di quello che mangia e di come l’alimentazione influenzi il suo stato di salute, insegnargli quali sono i cibi che contengono zuccheri e magari anche il counting dei carboidrati.

La regola base che gli chiedo sempre di rispettare non è di eliminare nulla, ma di evitare di assumere carboidrati di fonte diversa nello stesso pasto.


La dr.ssa Francesca Spasaro ha una Laurea in Medicina e Chirurgia  presso Università degli Studi di Roma Tor Vergata (2001-2006) Specialista in Endocrinologia e Malattie del Ricambio presso Università degli Studi di Roma Tor Vergata.  Attualmente, esercita come libera professionista. 

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a cura di Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
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