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Quando la disfunzione erettile nasconde disturbi cardiaci

Roberto Pisani

Ultimo aggiornamento – 23 Febbraio, 2018

disfuzione erettile e disturbi cardiaci: il legame

Si sa, la disfunzione erettile è sempre vissuta come una condizione piuttosto fastidiosa, a tratti anche imbarazzante, che troppo spesso viene associata unicamente alla sfera sessuale. Tuttavia, diversi studi condotti negli anni sembrano essere giunti ad una conclusione diversa. Sembra infatti che ci sia un filo conduttore tra disfunzione erettile e disturbi cardiaci e che questa condizione possa in realtà essere un primo segnale di allarme di eventuali disturbi cardiaci. Ecco perché.

Disfunzione erettile e disturbi cardiaci: ecco come sono collegati

Non è una novità. Questa associazione era già stata fatta in passato. Si credeva infatti che l’arteriosclerosi che determinava una disfunzione erettile fosse anche un campanello d’allarme di una eventuale patologia cardiaca. La causa era però stata individuata nell’accumulo di placche che, riducendo la quantità di sangue verso il pene, rendeva impossibile l’erezione.

I nuovi studi hanno invece evidenziato che il motivo per cui la disfunzione erettile può essere un segnale di un disturbo al cuore sia da ricercare nella parete interna dei vasi sanguigni, formata da endotelio e da fibre muscolari lisce. La disfunzione endoteliale causa infatti una riduzione del flusso ematico diretto al pene e favorisce l’accumulo di placche aterosclerotiche.

I fattori di rischio comuni alle due condizioni

Certo è che la disfunzione erettile non sta sempre a indicare la presenza di un qualche disturbo cardiaco. Tuttavia, sono diversi i ricercatori a ritenere che gli uomini con disfunzione erettile non causata da traumi o incidenti, debbano sottoporsi, in via precauzionale, ad una serie di controlli per valutare la salute del cuore di procedere con qualsiasi trattamento.

La disfunzione erettile e i disturbi cardiaci presentano diversi fattori di rischio comuni, che avvalorano il legame tra queste due condizioni:

  1. Età – Con l’invecchiamento, risulta sempre più difficile riuscire ad avere un’erezione. Tuttavia, è soprattutto negli uomini di età inferiore ai 50 anni, che la disfunzione erettile rappresenta un segnale di disturbi cardiaci. Negli uomini con più di 70 anni, la disfunzione erettile solitamente non indica un disturbo cardiaco.
  2. Ipertensione – Con il tempo, la pressione alta danneggia la superficie interna dei vasi e ostacola il flusso sanguigno, creando problemi ad avere un’erezione.
  3. Colesterolo alto – Anche l’ipercolesterolemia può danneggiare le arterie, portando alla formazione di placche che riducono il flusso ematico. Tutto ciò contribuisce all’insorgenza della disfunzione erettile e dei disturbi cardiaci.
  4. Consumo di alcol e tabacco – Bere e fumare troppo danneggia le arterie e aumenta i rischi di arteriosclerosi e può dar luogo ad altri disturbi cardiaci, come l’ipercolesterolemia e l’ipertensione.
  5. Depressione – Anche la depressione risulta un fattore di rischio sia per la disfunzione erettile che per i disturbi cardiaci.

I disturbi cardiaci, nonostante i passi avanti nella prevenzione e nei trattamenti, rappresentano ancora la prima causa di morte nei paesi occidentali. È quindi importante riuscire a individuare i primi segnali di una malattia cardiaca, per agire tempestivamente.

Sono numerosi gli studi che stanno analizzando i legami tra la disfunzione erettile e i disturbi cardiaci, e tutti sembrano concordi sul fatto che gli uomini di età inferiore ai 50 anni con disfunzione erettile abbiano maggiori rischi di sviluppare malattie cardiovascolari. Insomma, tutte queste evidenze rendono necessario lo sviluppo di strategie preventive mirate per gli uomini con disfunzione erettile.

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Roberto Pisani
Scritto da Roberto Pisani

Sono uno studente di medicina, con la passione verso tutto quello che è legato alla scienza e alla tecnologia. Il mio background medico-scientifico mi ha portato a lavorare come copywriter e copyeditor di articoli scientifici e spero di contribuire alla crescita di questa comunità.

a cura di Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
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in Salute

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