La nostra storia comincia alla fine degli anni Novanta, nella calda California, quando un team di scienziati decide di studiare il comportamento di un gruppo di gatti davanti a un film trasmesso su di uno schermo. Reazione dei piccoli felini? Attraverso una serie di elettrodi attaccati alle aree visive dei cervelli degli animali, i ricercatori analizzano le loro percezioni del mondo esterno, registrando quello che le cellule celebrali comunicano. Con queste informazioni gli scienziati ricostruiscono le immagini del film viste dai gatti, ovvero rami di alberi e il viso di un uomo.
Ma qual è l’obiettivo che ha mosso i ricercatori in questo studio?
Semplice, l’obiettivo del team di ricercatori è stato quello di capire come il nostro cervello codifica le informazioni e come ci si potrebbe entrare per capirne il funzionamento e permetterci di rendere reale la telepatia, ovvero la comunicazione implicita, il collegamento sorprendente tra due menti diverse.
Sembra che per che la fiction scientifica la telepatia o la capacità di leggere la mente abbiano un nome: “COMUNICAZIONE DA CERVELLO A CERVELLO”.
Tecnicamente non è diretta da cervello a cervello tra umani, e tra umani e gatti si usa un’interfaccia computerizzata che decodifica i nostri pensieri e li comunica a un altro cervello.
Uno studio ha dimostrato che il pensiero umano è capace di controllare il movimento della coda di un ratto. Durante lo stesso studio, sia il cervello dell’uomo che quello del ratto erano connessi a un computer, e quando il partecipante all’esperimento pensava di far muovere la coda del topo, le sue intenzioni erano catturate dal computer e convertite in impulsi elettrici consegnati alla corteccia motoria del ratto che quindi muoveva la coda.
In che altro modo si è tentato di dimostrare l’esistenza della telepatia?
Uno studio recente è riuscito per la prima volta a ottenere una comunicazione da cervello a cervello tra esseri umani.
Come? Prima è stato codificato un messaggio mentre un EEG registrava l’attività cerebrale elettrica del mittente, poi è stato spedito via e-mail dall’India alla Francia e consegnato al cervello del destinatario, usando stimolazione magnetica e luce pulsata. Tutto ciò per un messaggio che in realtà era di una sola parola: HELLO!
Questo dimostra che la comunicazione da cervello a cervello per adesso è possibile solo se si usa una tecnologia avanzata e sofisticata e un linguaggio di trasmissione veramente lento. Tutto questo risulta goffo rispetto alla telepatia elegante di Luke Skywalker e Darth Vader.
Considerazioni?
Non ci resta che dire che la telepatia non esiste, almeno non esiste la telepatia di stampo Hollywoodiano. Quello che è certo è che la tecnologia la sta avvicinando sempre più alla realtà. Abbiamo ancora bisogno di un’interfaccia computerizzata, nella speranza che prima o poi il nostro cervello diventi figo come quello dei protagonisti della serie “Guerre Stellari”.
Interessante… vedremo in futuro. Intanto, vi lasciamo con un interrogativo. Se si potesse indossare la tecnologia e comunicare con il pensiero invece di usare messaggi di testo o emoticons lo fareste? Chissà cosa direste…