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Segregazione scolastica: un fenomeno in ascesa

Mattia Zamboni | Seo Content Specialist

Ultimo aggiornamento – 23 Gennaio, 2023

Scopriamo in cosa consiste il fenomeno della segregazione scolastica

Il diritto all'educazione, stabilito dall’articolo 26 della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, è qualcosa di fondamentale per lo sviluppo e la lotta contro povertà, emarginazione e sfruttamento.

Tale norma, infatti, afferma che tutti hanno diritto all’educazione e che essa deve essere indirizzata al pieno sviluppo della personalità e al rafforzamento del rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali.

Grazie, appunto, a questo diritto, la multiculturalità fa ora parte del sistema scolastico italiano – il quale, però, sta subendo un cambiamento epocale.

In occasione della Giornata Internazionale dell’Educazione, cerchiamo di capire che cosa sta succedendo.

La multiculturalità in numeri

Partiamo da alcuni dati: il Ministero dell’Istruzione fa sapere che, nell’anno scolastico 2020/2021, gli studenti con cittadinanza non italiana che hanno frequentato le scuole del Paese – da quella dell’infanzia alla secondaria di secondo grado – sono stati 865.388 (ovvero il 10,3% del totale degli alunni).

Solo nella regione Lombardia, gli iscritti non italiani alle scuole pubbliche hanno toccato quota 220.771, ovvero più di un quarto del totale presente in Italia (25,5%).

Il 44,95% è di origine europea, una percentuale stabile, seppure in lieve diminuzione. Seguono bambini e ragazzi di provenienza africana (26,9%) e asiatica (20,2%).

È interessante notare, poi, come la percentuale dei nati in Italia sul totale delle studentesse e degli studenti di origine migratoria è arrivata al 66,7%: si tratta, quindi, della seconda generazione, bambini e ragazzi nati in Italia da genitori stranieri.

Il 65,3% delle studentesse e degli studenti con cittadinanza non italiana risulta concentrato al Nord, seguono il Centro, con il 22,2%, e il sud con il 12,5%. La Regione con la presenza maggiore è la Lombardia, che nello scorso anno scolastico ha ospitato 220.771 studenti con cittadinanza non italiana.

Parte della segregazione scolastica si concretizza nell’iscrizione alle scuole private. Sul territorio milanese, per esempio, quasi un quarto dei bambini italiani frequenta una scuola privata e ci sono quartieri dove più di un bambino su 2 è iscritto in un istituto non pubblico, dove la presenza degli stranieri è quasi azzerata.

Per la prima volta dal 1983/1984, poi, si registra una flessione nel numero di studenti con cittadinanza non italiana: sono 865.388, 11.000 in meno rispetto all’anno precedente (-1,3%).

La diminuzione più consistente si registra nella scuola nell’infanzia (-12.742 bambine e bambini), seguono primaria (-8.000) e secondaria di I grado (-3.550). Considerando solo queste tre aree educative, la flessione sarebbe pari a 24.500 persone.

Il fenomeno della segregazione scolastica

Segregazione scolastica

Come anticipato, la multiculturalità domina il mondo – e così anche il nostro paese.

Proprio per questo motivo, risulta ancora più importante analizzare i dati, poiché si tratta di indici delle tante facce della società che si sta costruendo.

Sul territorio milanese, ma anche in altre parti d’Italia, pare si stia verificando un fenomeno di segregazione scolastica e white flight; si tratta, nello specifico, di “fugadelle famiglie di origine italiana verso scuole private – a forte predominanza di altri studenti italiani.

Il tutto porterebbe ad una netta separazione tra alunni italiani di classe sociale elevata e studenti stranieri o svantaggiati socialmente.

Se così fosse, questo fenomeno trasformerebbe il sistema scolastico pubblico del capoluogo lombardo, portando cambiamenti sociali, culturali, educativi e sociologici.

La segregazione scolastica ha determinate caratteristiche: spesso, infatti, si osserva una concentrazione di alunni stranieri in alcuni istituti (o viceversa, un’elevata presenza di alunni italiani) che, però, non riflette la distribuzione effettiva dei bambini in quel territorio.

In questo caso, è importante la scelta dell’istituto; alcune scuole (considerate “pericolose”) vengono evitate più di altre dalle famiglie italiane, per preferire scuole dove vi sono più italiani.

Si tratterebbe, quindi, di una “autosegregazionedegli italiani con conseguente segregazione scolastica.

Alla base di questa preferenza, sembrerebbe non esserci semplicemente un atteggiamento razzista, ma vi sarebbe la volontà di voler offrire la migliore istruzione possibile ai propri ai figli.

In questo modo, però, si crea un paradosso: esistono istituti scolastici con programmi didattici nei quali si parla di globalizzazione, ma gli studenti non hanno modo di interfacciarsi con tali dinamiche.

Se il problema della segregazione scolastica dovesse diventare cronico e preponderante, significherebbe che si sta costruendo un sistema in cui il concetto di scuola pubblica uguale per tutti perde significato, rischiando di avere istituti di serie A e di serie B – creando, dunque, quelle disuguaglianze che la scuola si prefigge di abbattere.

L’integrazione, all’interno dell’ambito scolastica, passa attraverso la possibilità di contare su ambienti scolastici eterogenei, che hanno il compito di integrare.

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Mattia Zamboni | Seo Content Specialist
Scritto da Mattia Zamboni | Seo Content Specialist

Ho conseguito la laurea in Scienze della Comunicazione con un particolare focus sullo storytelling. Con quasi un decennio di esperienza nel campo del giornalismo, oggi mi occupo della creazione di contenuti editoriali che abbracciano diverse tematiche, tra cui salute, benessere, sessualità, mondo pet, alimentazione, psicologia, cura della persona e genitorialità.

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