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Un altro esempio di quanto è importante il sostegno psicologico nelle scuole e nelle università

Mattia Zamboni | Seo Content Specialist

Ultimo aggiornamento – 02 Febbraio, 2023

Dopo il caso della studentessa che si è suicidata a Milano, scopriamo quanto è importante l'aiuto psicologico

Dopo la notizia del suicidio della studentessa universitaria a Milano, è diventato lecito chiedersi quanto sia importante il supporto psicologico, soprattutto all'interno di scuole e atenei.

La vita degli studenti è caratterizzata da grandi cambiamenti a livello di esperienza e identità: si tratta, infatti, di una fase ricca di opportunità ma anche di numerose sfide.

Cerchiamo, quindi, di capire che cosa ci ha lasciato questo tragico episodio.

Suicidio e malessere tra i giovani: i dati

Purtroppo, il caso del suicidio riscontrato negli ultimi giorni in un’università di Milano è solo l'ultimo di una lunga serie di avvenimenti analoghi: secondo i più recenti dati dell’Istat, in Italia sono circa 4000 i giovani, che ogni anno, si tolgono la vita, di cui 13% fra gli under 34.

Di questi, circa 200 soggetti hanno meno di 24 – e, in altissima percentuale, risultano essere studenti universitari.

Più in generale, in tutto il mondo, sono quasi 46.000 i bambini e gli adolescenti tra i 10 e i 19 anni che si tolgono la vita, ovvero circa uno ogni undici minuti.

Il suicidio è la quinta causa di morte più comune tra gli adolescenti della fascia 10/19 anni e la quarta tra i ragazzi che vanno dai 15 ai 19 anni – parliamo, addirittura, della terza se si considerano solo le ragazze.

In aggiunta a tutto questo preoccupante quadro, vi è anche la situazione legata alla pandemia e all’isolamento sociale dovuto alle restrizioni: il peggioramento dello stato generale di benessere psicologico è sottolineato dal fatto che, nel 2021, 220mila ragazzi tra i 14 e i 19 anni hanno dichiarato di essere insoddisfatti della propria vita e in una condizione di scarso benessere psicologico.

Risulta, quindi, chiaro che i giovani più colpiti da tale ondata di malessere si collocano nella fascia di età generalmente avviata in percorsi universitari.

Il modello imperfetto della ricerca dell’eccellenza

La causa di tutta questa insoddisfazione, ancora una volta, sembra essere la spasmodica e continua ricerca di eccellenza che si riassume nella figura del “laureato prodigio”, un modello che ha il merito di bruciare le tappe in tutto.

La società odierna pare non tollerare il fallimento e si basa sulla competizione estrema e una perenne ricerca del successo.

Tutti questi messaggi tossici, se ripetuti, possono influenzare le persone più fragili, che continuano a sentirsi inadeguate alle aspettative che impone la società; purtroppo, a volte, capita che qualcuno non riesca a reggere questa continua pressione psicologica, affermando di aver fallito (quando, in realtà, a vent’anni il fallimento non esiste).

Appare, quindi, necessario che scuole e università forniscano spazi di ascolto agli studenti in difficoltà e che avviino progetti a sostegno della salute mentale, diversificati a seconda delle esigenze e accessibili a tutti.

I segnali da non sottovalutare e come comportarsi

I segnali del desiderio di suicidio

Per cercare di intervenire tempestivamente e prestare aiuto ai ragazzi in difficoltà, è importante fare attenzione ad alcuni segnali.

L’individuo, in questi casi, può:

  • avere difficoltà a seguire le attività scolastiche o sportive;
  • isolarsi dagli amici e dai familiari;
  • avere problematiche somatiche non ben identificabili;
  • fare uso di sostanze e di alcool in maniera importante;
  • utilizzare frasi come “a che serve vivere” o “non ce la faccio più”;
  • presentare sonno disturbato, insonnia o ipersonnia.

Per poter affrontare al meglio una situazione di questo tipo, è consigliabile:

  • non giudicare mai i pensieri dell’altro e non sminuirli;
  • prendersi del tempo per poter dialogare;
  • durante una conversazione, concentrarsi sui sentimenti e non sui fatti cercando a tutti i costi di trovare una soluzione;
  • dopo essere entrati in empatica con l’interlocutore, sarà possibile provare a trovare insieme una strada da percorrere, coinvolgendo un operatore della salute mentale.

È utile ricordare, infine, che in caso di necessità è possibile contattare gratuitamente l’associazione Telefono Amico Italia attraverso il numero 02 2327 2327 dalle 10.00 alle 24.00 (servizio accessibile anche via chat attraverso il numero WhatsApp 324 011 7252).

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Mattia Zamboni | Seo Content Specialist
Scritto da Mattia Zamboni | Seo Content Specialist

Ho conseguito la laurea in Scienze della Comunicazione con un particolare focus sullo storytelling. Con quasi un decennio di esperienza nel campo del giornalismo, oggi mi occupo della creazione di contenuti editoriali che abbracciano diverse tematiche, tra cui salute, benessere, sessualità, mondo pet, alimentazione, psicologia, cura della persona e genitorialità.

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