Spesso, le persone più creative combattono i propri demoni mentali. Anche nell’antica Grecia, era stato notato un collegamento tra il genio creativo e la malattia mentale. Ora, un nuovo studio pubblicato su Nature Neuroscience sostiene che il talento creativo e i disturbi psichiatrici possono avere comuni radici genetiche.
Lo studio
La ricerca, condotta al King College di Londra, suggerisce che i geni che aumentano il rischio individuale di sviluppare la schizofrenia e il disturbo bipolare possono essere usati anche per predire quanto sia creativa una persona. I critici, tuttavia, si sono affrettati a non sostenere lo studio. Anche se ci fosse un collegamento, sarebbe così piccolo da non avere una rilevanza.
Gli scienziati coinvolti hanno però esaminato i dati genetici di 86.000 islandesi. Hanno individuato alcune variazioni genetiche la cui combinazione potrebbe essere impiegata per prevedere le psicosi. Queste combinazioni possono raddoppiare il rischio medio di soffrire di schizofrenia e di disturbo bipolare. I ricercatori hanno poi notato come queste varianti genetiche fossero comuni agli “individui creativi”: artisti di fama nazionale, come ballerini, scrittori e attori.
Il team ha poi allargato lo studio ad altre 35.000 persone provenienti da Paesi Bassi e Svezia e ha scoperto grazie a un questionario che le persone ritenute “creative” avevano il 25% in più di probabilità di sviluppare le malattie.
“Sapere che i comportamenti sani, come la creatività, condividono la loro biologia con le malattie psichiatriche, permette di avere una migliore comprensione dei processi del pensiero che portano una persona ad ammalarsi“, ha detto Robert Power, uno dei ricercatori. “I nostri risultati suggeriscono che le persone creative possono avere una predisposizione genetica verso un modo di pensare diverso“.
Risultati sicuri?
No, a quanto pare i dati sono deboli. Le varianti genetiche analizzate hanno spiegato solo il 6% dei casi di schizofrenia e solo l’1% dei disturbi bipolari. David Cutler, genetista della Emory University, non coinvolto nello studio, afferma che la strada per spiegare le cause dei risultati emersi è ancora lunga e ricca di punti interrogativi.
Altri sottolineano che la definizione scientifica di creatività è terribilmente banale e incompleta. Esercitare una professione “creativa” non significa necessariamente essere creativi, o che coloro che non svolgono un lavoro creativo non lo siano. Si ignora anche il fatto che molti ospedali psichiatrici utilizzano l’arte come terapia per i pazienti.