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Demenza: l’apparecchio acustico potrebbe ritardarla del 50%

Elena Fazio | Web Content Editor

Ultimo aggiornamento – 25 Luglio, 2023

scopri come l'apparecchio acustico può ritardare la demenza
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Il primo studio clinico su The Lancet dimostra come l’utilizzo dell’apparecchio acustico da parte di chi soffre di demenza ridurrebbe significativamente il declino cognitivo del paziente.

Lo studio

La ricerca è stata presentata alla conferenza sull’Alzheimer ed è stata diretta da Frank Lin, Professore della Johns Hopkins University di Baltimora, ed ha coinvolto due gruppi di volontari diversi:

  1. il primo con un maggior rischio di declino cognitivo;
  2. il secondo di persone sane

Una parte dei gruppi, di età compresa tra i 70 e gli 84 anni, ha ricevuto l’apparecchio acustico per costruire l’ambito dello studio. Il campione di individui preso in esame è stato monitorato per 3 anni per confrontare il decadimento cognitivo tra chi aveva fatto uso di apparecchi per l’udito e chi non li aveva mai ricevuti.

I risultati 

Dopo il periodo di monitoraggio, è stato dimostrato che nei gruppi di persone con elevato rischio di declino cognitivo, il peggioramento delle funzioni mentali era minore del 48% nelle persone con apparecchio acustico, rispetto agli individui che non lo avevano mai portato.

Gli esiti della ricerca suggeriscono di porre molta attenzione alla correlazione tra demenza negli anziani e problemi all’udito perché questi ultimi possono determinare un peggioramento significativo delle condizioni neurologiche dell’organismo. Inoltre, secondo i ricercatori, all’interno della ricerca, si è notato come i partecipanti dotati di apparecchi acustici abbiano riscontrato una miglior capacità di adattamento sociale e comunicativo.

Una riduzione del 48% del declino cognitivo è considerevole, e siamo stati entusiasti di vedere che il beneficio è stato così grande” conferma il Professor della Johns Hopkins University School e Bloomberg School of Public Health e co-principale ricercatore dello studio ACHIEVE.

Problemi dell’udito e demenza

Le problematiche uditive connesse al degrado cognitivo da demenza non sembrano quindi da sottovalutare, piuttosto da monitorare attivamente nel corso del tempo.

Ci sono prove crescenti, incluso questo documento, che quando trattiamo in modo aggressivo la perdita dell’udito – sia con apparecchi acustici che con impianti cocleari, a seconda della gravità della perdita dell’udito – possiamo effettivamente migliorare la cognizione”, affermano i ricercatori.

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Elena Fazio | Web Content Editor
Scritto da Elena Fazio | Web Content Editor

Laureata in Comunicazione, Media e Pubblicità, con specializzazione in Scienza e Salute. Dopo aver collaborato con associazioni no profit in ambito sanitario e psico-oncologico, al momento sono Junior Web Content Editor presso pazienti.it e mi occupo della redazione e scrittura di articoli in chiave SEO. Profondamente affascinata da temi inerenti il benessere e la salute che mirano a fornire informazioni autorevoli ai lettori, guidandoli nelle scelte per raggiungere uno stato di benessere psico-fisico quotidiano.

Le informazioni proposte in questo sito non sono un consulto medico. In nessun caso, queste informazioni sostituiscono un consulto, una visita o una diagnosi formulata dal medico. Non si devono considerare le informazioni disponibili come suggerimenti per la formulazione di una diagnosi, la determinazione di un trattamento o l’assunzione o sospensione di un farmaco senza prima consultare un medico di medicina generale o uno specialista.
Elena Fazio | Web Content Editor
Elena Fazio | Web Content Editor
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