Ne sentiamo parlare da settimane, ormai: Coronavirus e picco. Eppure, giorno dopo giorno (di quarantena!), sembra che al peggio non si ponga facilmente un limite. I numeri salgono in alcune zone d'Italia, destando non poche preoccupazioni e rafforzando l'unica certezza: stare a casa è necessario per limitare l'espandersi della pandemia nel Paese.
Ma, esattamente, cosa si intende con il termine "picco"?
Iniziamo subito col fare un po' di chiarezza: il picco corrisponde a un calcolo ben preciso, ovvero si valuta il tasso di contagiosità che, per il Covid19, corrisponde a circa 2,5 - 3.
Ciò significa che, ogni soggetto può passare il virus mediamente a 2, 3 persone, definendo la curva epidemica attraverso dei modelli matematici. Ovviamente, si considera anche la densità di popolazione in un paese ed è per questa ragione che si sottolinea l'importanza del distanziamento sociale.
Necessario, in queste settimane, è stato il tentativo di spostare il raggiungimento del picco il più in là possibile. Perché? Per consentire al Sistema Sanitario Nazionale di garantire sempre posti negli ospedali, con un flusso di ricoveri pari o inferiore a quello dei dimessi.
Il picco è stato raggiunto?
Dopo quasi un mese e mezzo dal lancio dell'allarme sanitario, il 20 febbraio 2020, giorno della prima diagnosi a Codogno, gli esperti si stanno sbilanciando: il picco si sta raggiungendo.
Il raggiungimento di questo "apice" non segna, certamente, nulla di positivo. Ce ne vorrà di tempo prima di vedere la discesa e in questo momento, più che mai, è indispensabile mantenere alto il livello di allerta, almeno sino a Pasqua, sebbene con il virus dovremo conviverci per molto.
Gli ultimi numeri del Coronavirus
Parliamo, udite bene, di quasi 35 vittime l'ora sino a ieri. Questi i numeri della Protezione Civile. I decessi, in totale, salgono a oltre 12.400. I positivi diagnosticati sono oltre 77 mila e i pazienti guariti, fortunatamente, oltre 15 mila.
I primi dati positivi si iniziano a intravedere, a dimostrazione che gli sforzi compiuti da tutti sono in parte ripagati; sono scesi, infatti, i ricoveri anche nelle Regioni maggiormente colpite. Questi numeri sono confermati dalle ultime percentuali condivise: "l'incremento totale dei contagiati passa dal 4,15% di lunedì al 3,98% di martedì e quello delle terapie intensive dall'1,92% all'1,06%".
Cosa aspettarsi dopo il picco?
Una lenta e graduale discesa. Ma attenzione: secondo il presidente dell'Istituto Superiore di Sanità, Silvio Brusaferro, "La discesa sarà difficile, lenta e non priva di rischi. Perché dal 'pianoro' del picco l'epidemia può ripartire".
E l'indice di contagiosità è diminuito? Gli esperti parlando di un indice passato da 3 all'uno (un positivo può infettare una persona), ma va portato allo 0,5.
Il Coronavirus diventerà endemico?
Non si può ancora rispondere a questa domanda. Il futuro ci mostrerà se, al di là del picco, la malattia continuerà ad esserci, colpendo meno persone e trasformandosi in un virus meno aggressivo.