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Quando il Coronavirus colpisce i polmoni ecco cosa accade davvero

Redazione

Ultimo aggiornamento – 22 Ottobre, 2020

Coronavirus e Polmoni

I Coronavirus (CoV) rappresentano una famiglia di virus respiratori responsabili di malattie da lievi a moderate, dal comune raffreddore a sindromi respiratorie come la MERS (sindrome respiratoria mediorientale) e la SARS (sindrome respiratoria acuta grave). Questi virus sono così detti  per le punte a forma di corona presenti sulla loro superficie. Eppure, sino a prima della Pandemia, in pochi prestavano attenzione al modo - anche infimo - in cui questi virus si trasmettevano da persona a persona. 

Micro goccioline nell'aria, generate parlando o, più ovviamente, starnutendo e tossendo, rappresentano oggi la minaccia numero uno per milioni di persone in tutto il mondo. 

Abbiamo scoperto, in queste settimane così faticose (per spirito e corpo), che non tutti i Coronavirus devono essere sottovalutati. Il temuto e più che noto Covid19, infatti, può scatenare la pericolosa polmonite interstiziale. 

Ma concentriamoci, in particolare, su questo aspetto. Cosa accade, quando il nuovo Coronavirus finisce nei polmoni? 

Partiamo con ordine, per rispondere. 

La struttura del Covid19: il perché del suo aspetto "a corona" 

Potremmo riconoscerlo tra tanti. I bambini lo disegnano. Tutti fanno i conti con una immagine ben chiara: la corona del Covid. Ma perché questo aspetto? 

Scientificamente, le tante punte che contraddistinguono il virus sono "peplomeri", ovvero strutture proteiche indispensabili per attaccarsi, a mo' di ganci, alle cellule dell'organismo, infettandole. Una volta legate alle cellule-ospite, il virus libera il proprio codice genetico, alterando il comportamento della cellula. 

E quando finisce nei polmoni, cosa succede?

Lentamente e - ahimè - sin troppo spesso, il virus si moltiplica, infettando tantissime cellule vicine. Mal di gola, tosse secca, febbre fanno ben presto a comparire. Ma non solo. Il virus viaggia, sino ai bronchi, insinuandosi nei polmoni

Quando raggiunge i polmoni, dunque, si scatena una infiammazione delle mucose. Lo stato infiammatorio colpisce gli alveoli e le sacche polmonari, compromettendo il rifornimento di ossigeno al sangue, come pure la rimozione dell'anidride carbonica. 

Se l'alterazione del flusso di ossigeno è grave, nei polmoni si verificano degli accumuli di liquidi, pus e cellule morte. Da questo momento in poi si parla di polmonite e di necessità di ventilazione assistita per i pazienti.  

Ma ancora, al peggio non c'è fine. In alcuni casi (fortunatamente pochi) si manifestano i sintomi di distress respiratorio acuto: i polmoni si riempiono di fluidi e il paziente non respira più, sino a un collasso mortale

La vita del Coronavirus nei polmoni

A studiare attentamente la "strada" percorsa dal Coronavirus nei polmoni è stato il dr. Shu-Yuan Xiao, professore di patologia presso la School of Medicine dell’Università di Chicago e direttore del Center for Pathology and Molecular Diagnostics presso l’Università di Wuhan.

Seppur ancora in fase di ipotesi, il professore sostiene che il virus colpirebbe dapprima le zone periferiche e laterali dei polmoni, per poi allargarsi sino al tratto respiratorio superiore, la trachea e altre vie aeree centrali. Solo dopo comparirebbero i sintomi. Ciò spiegherebbe il perché di diagnosi "tardive", per la comparsa dei segni solo al raggiungimento delle vie aeree superiori. "Questo è uno dei motivi per cui c’è stata una diffusione così ampia", afferma Xiao.

Il professor Matthew B. Frieman, della University of Maryland School of Medicine, sostiene che, nei primi giorni del contagio, il Coronavirus invade le cellule polmonari, sia quelle che producono muco, sia quelle ciliate, uccidendole. Il muco ha l'importante funzione di espellere i virus e batteri, scosso dalle cellule ciliate. 

Come per la SARS, la morte delle cellule ciliate faciliterebbe il propagarsi dell'infiammazione

E il sistema immunitario in tutto questo?

Risponderebbe, sì, ma provocando anche danni. La risposta immunitaria può, infatti, in alcuni casi agire in maniera eccessiva - quando il virus è sconosciuto - aggredendo anche i tessuti sani. 

Coronavirus: ecco come appaiono i polmoni a una radiografia

Oggi, col passare delle settimane, sappiano anche questo. 

Uno studio, svolto da un team di ricercatori della Icahn School of Medicine Mount Sinai, ha scoperto che oltre la metà di 121 pazienti in Cina mostravano radiografie toraciche nella norma, ma solo nella fase iniziale della malattia. 

In seguito, le scansioni TC mostravano opacità, una specie di ombra in alcune aree del polmone, tipica di infezioni respiratorie virali. Quelle aree possono farsi più fitte quando l'infezione degenera, provocando la formazione di fori, detti "a nido d’ape". 

I fori sono proprio creati dalla risposta esagerata del sistema immunitario, come abbiamo spiegato, che genera cicatrici che irrigidiscono i polmoni.

I polmoni guariscono completamente dopo il Coronavirus?

Una domanda a cui è ancora difficile dare una risposta. 

Alcuni pazienti sembrano riprendersi completamente, mentre altri ricadono nell'infezione. Altri ancora mostrano danni ai tessuti, col rischio di una maggiore esposizione a batteri. 

Staremo a vedere, senza mai abbassare la guardia, ma convinti che nuovi risultati potranno portare a un quadro sempre più chiaro degli effetti del virus.

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a cura di Dr.ssa Elisabetta Ciccolella
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