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Laparoceli

Chirurgia generale
Persona parla con il medico

Cos’è e come è fatto il laparocele?

Il termine "laparocele" deriva dalla laparotomia, ovvero la tecnica chirurgica che prevede la pratica di grandi incisioni sull'addome per accedere ai tessuti interni.

I laparoceli si caratterizzano per la formazione di una protrusione in corrispondenza del sito della cicatrice chirurgica, e possono causare diverse complicanze, tra cui:

  • occlusione intestinale;
  • strozzatura dell'ernia.
I trattamenti dei laparoceli prevedono un intervento chirurgico per ricollocare il viscere fuoriuscito nella sua sede originaria e rinforzare la parete addominale, al fine di prevenire la comparsa di future ernie.

Un'ernia corrisponde alla fuoriuscita totale o parziale di un viscere dalla cavità corporea che normalmente lo contiene, e può coinvolgere anche i tessuti adiacenti. Il laparocele è, quindi, un particolare tipo di ernia che si forma in corrispondenza delle grandi cicatrici derivanti dagli interventi di chirurgia addominale chiamata "a cielo aperto".

Dunque, i laparoceli sono una complicanza chirurgica a lungo termine, che può insorgere anche diversi mesi o anni dopo l'intervento chirurgico. Secondo alcune indagini statistiche condotte nel Regno Unito, il 12-15% degli interventi di chirurgia addominale potrebbero portare alla formazione di un laparocele.

Cause del laparocele

Un laparocele si verifica quando l'incisione addominale non viene chiusa correttamente, lasciando la parete muscolare dell'addome priva di un supporto fondamentale per contenere i visceri. Alcuni fattori di rischio che aumentano la probabilità di sviluppare laparoceli includono:

  • Sovrappeso: le persone in sovrappeso hanno una maggiore pressione sull'addome, aumentando la probabilità di un indebolimento della parete muscolare.
  • Età avanzata: le persone anziane hanno una maggiore probabilità di avere un indebolimento dei muscoli addominali.
  • Tossi croniche: le persone che soffrono di tosse cronica, come la broncopneumopatia cronico ostruttiva, hanno una maggiore pressione sull'addome.
  • Costipazione, ostruzione urinaria e ascite: queste condizioni possono aumentare la pressione intra-addominale, favorendo la fuoriuscita dei visceri attraverso un'incisione non correttamente chiusa.
  • Uso di farmaci antinfiammatori steroidei: questi farmaci possono indebolire la parete muscolare dell'addome.
    Infezione a carico della ferita addominale: le infezioni possono compromettere la guarigione dell'incisione.
  • Più di un intervento di laparotomia: il rischio di laparocele aumenta dopo ogni intervento di laparotomia.

Tipi di incisione che causano il laparocele

Alcuni tipi di incisione laparotomica (tra i diversi esistenti) possono più probabilmente provocare laparoceli, ma è importante notare che la maggior parte dei casi clinici è caratterizzata da incisioni longitudinali: questo tipo di incisione si estende dal processo xifoideo dello sterno fino all'area pubica.

Ciononostante, la ragione per cui il laparocele sia più comune in corrispondenza di queste incisioni piuttosto che in quelle trasversali rimane poco chiara e tuttora oggetto di studio nella comunità scientifica.

È possibile che la maggiore esposizione dei muscoli addominali durante l'incisione longitudinale possa contribuire all'aumento del rischio di laparocele. Al contrario, nelle incisioni trasversali, i muscoli addominali sono tagliati trasversalmente e questo potrebbe ridurre la possibilità di sviluppare un laparocele.

In ogni caso, è importante sottolineare che ogni tipo di incisione laparotomica, sebbene possa presentare diversi gradi di rischio, può potenzialmente causare la formazione di un laparocele.

Sintomi del laparocele

Il laparocele è caratterizzato dalla formazione di una protrusione o rigonfiamento in corrispondenza di una cicatrice chirurgica. Questa protrusione è morbida al tatto e tende ad aumentare di dimensioni in caso di sforzi fisici.

Essa indica la fuoriuscita dei visceri dalla cavità addominale. La presenza di questa protrusione può o non può essere accompagnata da sintomi, ma tipicamente si manifesta come:

  • moderato malessere;
  • dolore addominale;
  • nausea;
  • vomito.
Il laparocele può essere di gravità lieve, intermedia o grave. Nel primo caso, la protrusione è avvolta da uno strato di pelle, il che significa che la parete muscolare addominale è sfaldata ma la pelle è ancora integra.

Nei casi di gravità maggiore, invece, la protrusione può mancare di un avvolgimento cutaneo, e ciò indica una rottura non solo della parete muscolare addominale ma anche della pelle.

Il laparocele può rappresentare una minaccia per la vita in due situazioni:

  1. quando il viscere fuoriuscito è una porzione di intestino e subisce un'occlusione intestinale, con sintomi come nausea, vomito e dolori addominali.
  2. quando il viscere erniato subisce una "strozzatura", ovvero una riduzione del flusso sanguigno. In questo caso, le cellule della porzione coinvolta nell'ernia possono morire per mancanza di ossigeno e nutrimento. La strozzatura di un'ernia crurale è un'emergenza medica che richiede un'azione tempestiva. 

I sintomi principali sono il forte e improvviso dolore che si estende dal basso addome all'area inguinale interessata dall'ernia.

Diagnosi di laparocele

Per diagnosticare correttamente un laparocele, il medico deve utilizzare diverse tecniche diagnostiche, tra cui:

  • l'esame obiettivo;
  • l'anamnesi;
  • l'ecografia addominale;
  • la TAC;
  • la risonanza magnetica nucleare.
L'ecografia, la TAC e la risonanza magnetica nucleare sono utilizzate principalmente per valutare le caratteristiche dell'ernia, dal o dai visceri coinvolti alla posizione precisa in cui la parete muscolare addominale si è rotta.

L'esame obiettivo è un insieme di manovre diagnostiche che il medico esegue per verificare la presenza di segni anomali. Nel caso di sospetto laparocele, una delle manovre diagnostiche più comuni consiste nell'indurre il paziente a tossire per valutare la presenza di una protuberanza o di un rigonfiamento dell'addome.

L'anamnesi, invece, consiste nella raccolta e nell'analisi dei sintomi e dei fatti medici riportati dal paziente o dai suoi familiari. Nel caso di sospetto laparocele, il medico presterà particolare attenzione a eventuali precedenti interventi di laparotomia del paziente o di familiari stretti, poiché possono rappresentare un fattore di rischio.

Trattamenti disponibili per il laparocele

Il laparocele necessita di un intervento chirurgico per essere trattato. L'obiettivo dell'operazione è quello di chiudere il punto della parete addominale da cui l'ernia è originata. Esistono tre diverse modalità di intervento chirurgico per raggiungere questo scopo:

  • l'applicazione di una maglia metallica contenitiva del laparocele;
  • l'intervento laparoscopico per il fissaggio dell'ernia;
  • l'intervento laparotomico (detto anche "a cielo aperto") per il fissaggio dell'ernia.
L'applicazione di una maglia metallica contenitiva dell'ernia prevede il posizionamento della maglia nel punto di fuoriuscita dell'ernia, rinforzando così la parete addominale muscolare e prevenendo la fuoriuscita del viscere dalla sua sede. È un'operazione sicura e affidabile.

L'operazione laparoscopica è una tecnica chirurgica minimamente invasiva, che permette ai chirurghi di accedere alla cavità addominale e pelvica con incisioni decisamente più piccole rispetto alla chirurgia tradizionale "a cielo aperto" (laparotomia). L'operazione prevede il ricollocamento del viscere fuoriuscito nella sua sede originaria e la sutura della falla presente nella parete muscolare addominale.

L'operazione laparoscopica per il fissaggio di un laparocele è una modalità operatoria poco invasiva e recentemente messa a punto.

Il trattamento chirurgico di un laparocele può essere effettuato mediante laparotomia, che consiste nell'aprire una grande incisione sull'addome, ricollocare il viscere fuoriuscito nella sua posizione originaria e suturare l'area dell'addome con la falla; questa procedura è molto invasiva rispetto all'intervento laparoscopico.

Occorre precisare che, negli ultimi anni, la sua popolarità è diminuita a causa della sua scarsa efficacia e delle possibili complicazioni post-operatorie.

Operazione in laparoscopia e laparotomia a confronto

Chi deve sottoporsi a un intervento chirurgico per risolvere un problema di salute, come ad esempio un laparocele, potrebbe avere la possibilità di scegliere tra due opzioni: l'operazione in laparoscopia e quella in laparotomia.

L'operazione in laparoscopia presenta numerosi vantaggi:

  • le incisioni sono piccole, il che significa che le possibilità di sviluppare infezioni sono ridotte;
  • il dolore post-operatorio è meno intenso rispetto all'intervento in laparotomia;
  • il ricovero ospedaliero è, generalmente, di un solo giorno;
  • le cicatrici sono quasi invisibili e la guarigione è più rapida, con tempi di recupero più brevi rispetto all'operazione in laparotomia.
D'altra parte, l'intervento in laparotomia ha alcuni svantaggi:

  • il ricovero ospedaliero può durare diversi giorni a causa dell'invasività dell'operazione;
  • il dolore post-operatorio è solitamente intenso e richiede l'assunzione di antidolorifici per qualche giorno;
  • le cicatrici sono grandi e ben visibili.
Negli ultimi anni, l'operazione in laparotomia è stata utilizzata sempre meno, poiché si è rivelata meno efficace rispetto all'intervento in laparoscopia.

Laparoceli: quando e perché intervenire

Il laparocele è un'ernia che può diventare sempre più grande nel corso del tempo e diventa sempre più difficile da curare. Questi sono i due motivi principali per cui i medici suggeriscono di intervenire tempestivamente, non appena viene diagnosticato il problema.

Più precoce è la diagnosi e il trattamento, maggiore è la probabilità di una prognosi positiva del laparocele. Qualsiasi ritardo nella cura può portare alla comparsa di complicanze e ridurre le possibilità di successo dell'intervento chirurgico. In linea di massima, dopo un intervento di laparocele, il paziente può riprendere le attività quotidiane normali già dopo poche settimane.
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Dr.ssa Emiliana Meleo Medico Chirurgo
Dr.ssa Emiliana Meleo
pneumologo

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