In generale, le ulcere sono delle lesioni della pelle (ulcere cutanee), delle mucose (ulcere mucose) o dei vasi sanguigni (ulcere venose e arteriose), la cui caratteristica principale è il difficile processo di rimarginazione.
Alla base delle ulcere vi sono fattori:
Il processo di guarigione delle ulcere cutanee può richiedere molto tempo e talvolta, purtroppo, può non essere possibile. In entrambi i casi, medicare le ulcere cutanee in modo idoneo è l’unico modo per evitare complicazioni e per migliorare la qualità di vita di chi ne è affetto.
L’approccio terapeutico delle ulcere si avvale di un principio che consente di inquadrare la lesione e di mettere in atto la migliore strategia per trattarla con successo. Il principio è noto come TIME ed è l’acronimo, in inglese, di:
In presenza di un’ulcera cutanea, va innanzitutto valutata la lesione tenendo conto di:
Nel caso vi sia tessuto necrotico, questo va asportato dai professionisti competenti (medici e infermieri) con le modalità idonee rispetto alla quantità di tessuto morto.
Il processo di rimozione del tessuto necrotico è detto debridement e può essere effettuato con varie modalità:
Dopo aver rimosso il materiale necrotico, la valutazione dell’ulcera risulta più agevole e si può stabilire se si ha davanti una ferita infetta. L’infezione contribuisce a cronicizzare la lesione poiché il sistema immunitario è continuamente stimolato. I segni di infezione sono:
In presenza di infezione, la lesione deve essere detersa accuratamente tramite irrigazione a pressione con soluzione fisiologica. Inoltre, va iniziata la terapia antibiotica sistemica (è sconsigliata quella locale).
Per quanto riguarda l’equilibrio dei fluidi, anche questo influenza la riepitelizzazione. Nella regione dell’ulcera può esserci:
L’essudato può avere diverse caratteristiche, indicative anche della causa dell’infezione:
La presenza di essudato causa la macerazione dei margini dell’ulcera, e per evitarlo si attuano:
Gli idrocolloidi si trovano in particolari cerotti, e possono essere utilizzati in diverse circostanze. Esistono anche cerotti idrocolloidali per piaghe da decubito.
Inoltre, per le ulcere da decubito, le ulcere diabetiche, ma anche quelle venose e arteriose, la medicazione con idrofibra di carbossimetilcellulosa è particolarmente indicata perché sono medicazioni soffici che mantengono la ferita umida sfruttando lo stesso essudato oppure, in caso di disidratazione, possono essere bagnate con soluzione fisiologica. Se è presente infezione o vi è il rischio di infezione, si usano queste stesse medicazioni contenenti argento.
La terapia a pressione negativa consiste nell’utilizzo di una schiuma di poliuretano introdotta nella lesione e nella sistemazione di un tubo di drenaggio, tramite il quale viene aspirato l’essudato grazie all’applicazione di una pressione negativa tramite uno strumento elettrico.
Il tipo di intervento, ad esempio nel caso di lesioni da decubito, dipende ovviamente dalla gravità della condizione, e solo un professionista esperto può valutare quale sia la modalità di trattamento migliore.
In ultimo, durante il trattamento occorre un monitoraggio continuo per valutare l’efficacia. Nel monitoraggio si valuta: