Amikacina Teva 0,5 g/2 ml soluzione iniettabile 5 fiale

Ultimo aggiornamento: 10 Febbraio, 2021
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1. Indicazioni terapeutiche
Si devono tenere in considerazione le linee guida ufficiali relative all’uso appropriato dei farmaci antibatterici. Trattamento a breve termine di infezioni gravi sostenute da germi Gram–negativi sensibili all’antibiotico compresi ceppi di pseudomonas e stafilococchi resistenti ad altri antibiotici. In particolare l’amikacina risulta indicata nelle seguenti forme: • batteriemie e setticemie (inclusa la sepsi neonatale) • infezioni complicate e ricorrenti delle vie genito–urinarie • infezioni dell’apparato respiratorio, dell’apparato osteo–articolare, del sistema nervoso centrale (compresa la meningite) e del tessuto cutaneo e sottocutaneo • infezioni endo–addominali (compresa la peritonite) • ustioni ed infezioni post–operatorie.
2. Posologia
Adulti e bambini al di sopra dei 12 anni La dose intramuscolare o endovenosa consigliata per gli adulti e gli adolescenti con funzione renale normale (clearance della creatinina ≥ 50 ml/min.) è di 15 mg/kg/die e può essere somministrata come monodose giornaliera o suddivisa in 2 dosi equivalenti, ossia una dose da 7,5 mg/kg ogni 12 ore. La dose giornaliera totale non deve superare 1,5 g. Nell’endocardite e nei pazienti neutropenici febbrili, la posologia deve prevedere due dosi al giorno in quanto non sono disponibili dati sufficienti ad avvalorare la monodose giornaliera. Bambini di età compresa tra 4 settimane e 12 anni La dose intramuscolare o endovenosa (infusione endovenosa lenta) consigliata nei bambini con funzione renale normale è di 15–20 mg/kg/die e può essere somministrata mediante una dose da 15–20 mg/kg una volta al giorno o una dose da 7,5 mg/kg ogni 12 ore. Nell’endocardite e nei pazienti neutropenici febbrili, la posologia deve prevedere due dosi al giorno in quanto non sono disponibili dati sufficienti ad avvalorare la monodose giornaliera. Neonati: una dose iniziale di carico di 10 mg/kg seguita da 7,5 mg/kg ogni 12 ore (vedere paragrafi 4.4 e 5.2). Prematuri La dose consigliata nei prematuri è di 7,5 mg/kg ogni 12 ore (vedere paragrafi 4.4 e 5.2). Non si deve superare la dose totale di 15 g. La durata del trattamento è, in genere, di 3–7 giorni per la somministrazione endovenosa, e 7–10 giorni per la somministrazione intramuscolare. Alle dosi consigliate, le infezioni meno gravi causate da organismi sensibili rispondono alla terapia entro 24–48 ore. Nei pazienti affetti da disfunzione renale, la dose giornaliera dovrebbe essere ridotta e/o aumentati gli intervalli tra una somministrazione e l’altra onde evitare un accumulo del farmaco. Un metodo consigliato per stabilire le dosi da somministrare a pazienti con una diminuita funzionalità renale, sospetta o accertata, è quello di moltiplicare per 9 le concentrazioni sieriche di creatinina: il risultato ottenuto rappresenta l’intervallo, espresso in ore, tra una dose e l’altra. Ad esempio, se il tasso sierico della creatinina è di 2 mg, la dose consigliabile dovrà essere somministrata dopo 18 ore. Poiché le funzioni renali possono alterarsi notevolmente nel corso della terapia, il tasso sierico della creatinina dovrebbe essere controllato frequentemente e, se necessario, le somministrazioni dovranno essere modificate. Qualora sia ritenuta utile o necessaria la somministrazione endovenosa, questa deve essere eseguita diluendo la quantità di farmaco calcolata in modo da far durare la somministrazione almeno un’ora o anche più. Come solvente sono indicate in questo caso la soluzione fisiologica o la soluzione isotonica di glucosio. Raccomandazioni specifiche per la somministrazione endovenosa Nei pazienti pediatrici, la quantità di diluenti utilizzata dipenderà dalla quantità di amikacina tollerata dal paziente. Normalmente, la soluzione deve essere infusa nell’arco di un periodo di 30–60 minuti. I bambini piccoli devono ricevere un’infusione di 1–2 ore.
3. Controindicazioni
AMIKACINA TEVA è controindicato in pazienti con allergia nota all’amikacina o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1. Una storia di ipersensibilità o di gravi reazioni tossiche agli aminoglicosidi può controindicare l’uso di qualsiasi aminoglicoside a causa della sensibilità crociata del paziente verso questa classe di farmaci.
4. Avvertenze
Il paziente deve consultare il proprio medico per essere istruito sulla più corretta modalità di somministrazione del farmaco. Si deve prestare cautela nei pazienti con preesistente disfunzione renale o preesistenti danni uditivi o vestibolari. I pazienti in trattamento con aminoglicosidi per via parenterale devono essere sotto stretto controllo clinico a causa della potenziale ototossicità e nefrotossicità associate con il loro utilizzo. La sicurezza per un trattamento superiore a 14 giorni non è stabilita. Neuro/Ototossicità: Neurotossicità, manifestata come ototossicità di tipo vestibolare e/o uditivo bilaterale, può verificarsi in pazienti in trattamento con aminoglicosidi. Il rischio di ototossicità indotta dagli aminoglicosidi è maggiore nei pazienti con disfunzione renale, o in quelli il cui periodo di trattamento viene prolungato oltre 5–7 giorni, anche se in buona salute. È necessario praticare un audiogramma prima di iniziare la terapia, audiogramma che deve essere ripetuto nel corso del trattamento. In genere la sordità inizia nei confronti delle onde acustiche ad alta frequenza e può essere determinata solo mediante test audiometrici. Possono comparire anche vertigini che possono essere indice di danno vestibolare. Altre manifestazioni di neurotossicità possono includere intorpidimento, formicolio della pelle, spasmo muscolare e convulsioni. I pazienti che sviluppano danno cocleare o vestibolare possono non avere sintomi durante la terapia che li avvisino dello sviluppo di un danno all’VIII paio di nervi cranici, e una sordità bilaterale irreversibile parziale o totale o vertigine inabilitante possono manifestarsi anche dopo la sospensione del farmaco. L’ototossicità indotta dagli aminoglicosidi è generalmente irreversibile. La somministrazione del farmaco deve essere sospesa se insorgono tinnito auricolare o diminuzione dell’udito, oppure se gli audiogrammi successivi registrano una diminuzione della percezione ad alta frequenza. Nei pazienti più anziani ed in quelli a cui vengono somministrate dosi superiori ai 15 g di amikacina dovrebbe essere attentamente controllata l’insorgenza di eventuali effetti ototossici. Tossicità renale: Gli aminoglicosidi sono potenzialmente nefrotossici. La tossicità renale è indipendente dal picco di concentrazione plasmatica (Cmax). Il rischio di nefrotossicità è maggiore nei pazienti con funzionalità renale compromessa e in quelli che ricevono dosi elevate o la cui terapia viene prolungata. Considerate le elevate concentrazioni di AMIKACINA TEVA nel sistema escretorio urinario, i pazienti debbono essere opportunamente idratati per prevenire irritazione chimica dei tubuli renali. La funzionalità renale deve essere valutata con i comuni metodi prima di iniziare la terapia e controllata giornalmente durante il trattamento. All’apparire dei segni di disfunzione renale, come la presenza nelle urine di cilindri, globuli bianchi o rossi, albuminuria, riduzione della clearance della creatinina, riduzione del peso specifico dell’urina, aumento dell’azoto ureico, della creatinina sierica, o oliguria è necessaria una riduzione del dosaggio. Se l’azotemia aumenta o se si verifica oliguria progressiva, il trattamento deve essere sospeso. I pazienti anziani possono avere una riduzione della funzione renale che può non essere visibile mediante i comuni test di laboratorio come l’azotemia o la creatininemia. La determinazione della clearance della creatinina può essere più utile. Il monitoraggio della funzione renale nei pazienti anziani è particolarmente importante. Specialmente nei pazienti con nota o sospetta compromissione della funzione renale all’inizio del trattamento ed anche nei pazienti con funzionalità inizialmente normale, ma nei quali questa si è alterata nel corso del trattamento, si deve controllare attentamente la funzionalità renale e quella dell’VIII paio di nervi cranici. Quando possibile, devono essere monitorate le concentrazioni sieriche di amikacina al fine di assicurare livelli adeguati e evitare livelli potenzialmente tossici. L’urina deve essere esaminata per l’eventuale riduzione del peso specifico, l’aumento dell’escrezione proteica, e per la presenza di cellule o di cilindri. Devono essere misurate periodicamente azotemia, creatinina sierica o la clearance della creatinina. Se possibile, si devono effettuare una serie di audiogrammi, in pazienti abbastanza anziani da dover essere esaminati, in particolare in pazienti ad alto rischio. L’evidenza di ototossicità (capogiro, vertigine, tinnito, rumori nell’orecchio e perdita dell’udito) o di nefrotossicità impone la sospensione della terapia o un aggiustamento del dosaggio. Occorre evitare la contemporanea e/o sequenziale somministrazione sistemica, orale o topica, di altri farmaci neurotossici o nefrotossici onde evitare un effetto di somma. L’età avanzata e la disidratazione sono altri fattori che possono aumentare il rischio di tossicità. L’inattivazione dell’aminoglicoside è clinicamente significativa solo in pazienti con grave compromissione della funzionalità renale. L’inattivazione può continuare nei campioni di liquidi biologici prelevati per l’analisi determinando risultati di analisi degli aminoglicosidi non accurati. Tali campioni devono essere adeguatamente manipolati (prontamente analizzati, congelati o trattati con beta–lattamasi) Tossicità neuromuscolare: Blocco neuromuscolare e paralisi respiratoria sono stati segnalati a seguito di iniezione parenterale, instillazione topica (come in irrigazioni ortopediche o addominali o per il trattamento locale dell’empiema) e a seguito di somministrazione orale di aminoglicosidi. Si deve tener presente la possibilità di paralisi respiratoria quando gli aminoglicosidi sono somministrati per qualsiasi via, specialmente in quei pazienti a cui si somministrano anestetici, bloccanti neuromuscolari (vedere paragrafo 4.5). Se si verifica il blocco neuromuscolare, i sali di calcio sono in grado di neutralizzare la paralisi respiratoria, ma può essere necessaria l’assistenza ventilatoria meccanica. Blocco neuromuscolare e paralisi respiratoria sono stati evidenziati in studi su animali trattati con amikacina ad alte dosi. Gli aminoglicosidi devono essere usati con cautela in pazienti con disturbi muscolari come miastenia grave o parkinsonismo, per il potenziale effetto curaro–simile sulla giunzione muscolare che può aggravare la debolezza muscolare. Reazioni allergiche: Le iniezioni di amikacina solfato contengono sodio metabisolfito, un solfito che, in alcuni soggetti sensibili, può causare reazioni di tipo allergico, inclusi sintomi anafilattici ed episodi asmatici che mettono in pericolo di vita il paziente o episodi asmatici meno gravi. Nella popolazione generale la prevalenza totale della sensibilità ai solfiti non è comune ed è probabilmente bassa. La sensibilità ai solfiti è osservata più frequentemente nei soggetti asmatici rispetto ai non asmatici. Altro: Gli aminoglicosidi sono rapidamente e totalmente assorbiti se applicati localmente, in associazione con procedure chirurgiche con l’eccezione della vescica urinaria. In seguito a irrigazioni sia di piccole che di grandi aree con una preparazione contenente l’aminoglicoside sono stati segnalati sordità irreversibile, insufficienza renale, e morte per blocco neuromuscolare. Come con gli altri antibiotici la terapia con amikacina può indurre la comparsa di superinfezione da germi resistenti; in tale evenienza occorre adottare un’opportuna terapia. È stato segnalato infarto della macula talvolta associato a perdita permanente della vista in seguito a somministrazione intravitreale (iniezione nell’occhio) di amikacina. Popolazione pediatrica: Gli aminoglicosidi vanno utilizzati con cautela nei neonati e nei prematuri a causa dell’immaturità renale di questi pazienti e del conseguente prolungamento dell’emivita sierica di questi farmaci. Eccipienti con effetto noto Sodio metabisolfito (vedere sopra "Reazioni allergiche"). AMIKACINA TEVA 0,5g/2ml soluzione iniettabile: Questo medicinale contiene meno di 1 mmol (23 mg) di sodio per fiala, cioè è praticamente "senza sodio". AMIKACINA TEVA 1g/4ml soluzione iniettabile: Questo medicinale contiene 1,42 mmol (32,7 mg) di sodio per fiala. Da tenere in considerazione in persone con ridotta funzionalità renale o che seguono una dieta a basso contenuto di sodio.
5. Interazioni
Vi è il rischio di paralisi respiratoria in pazienti che ricevono amikacina unitamente ad anestetici, bloccanti neuromuscolari, come tubocurarina, succinilcolina, decametonio, atracurio, rocuronio, vecuronio o in pazienti che ricevono trasfusioni massive di sangue contenente citrato come anticoagulante. Deve essere evitato l’uso sia sistemico che topico, concomitante o sequenziale, di agenti ototossici o nefrotossici, in particolare bacitracina, cisplatino, amfotericina B, ciclosporine, tacrolimus, cefaloridina, paromomicina, viomicina, polimixina B, colistina, vancomicina o altri aminoglicosidi, a causa del potenziale effetto di additivo. Un aumento della nefrotossicità è stata riportata a seguito della somministrazione parenterale contemporanea di antibiotici aminoglicosidici e cefalosporine. L’uso concomitante di cefalosporine può falsare la determinazione dei livelli sierici di creatinina, aumentandola.La somministrazione di AMIKACINA TEVA e di diuretici potenti, per es. acido etacrinico, furosemide, sodio meralluride, sodio mercaptomerin e mannitolo (in particolare se il diuretico è somministrato per via endovenosa) può causare sordità irreversibile. Occorre evitare l’uso concomitante di questi farmaci poiché questi diuretici già di per sé possono causare ototossicità. Inoltre i diuretici, se somministrati per via endovenosa, possono aumentare la tossicità degli aminoglicosidi, alterandone la concentrazione nel siero e nei tessuti. A volte AMIKACINA TEVA può essere indicato come terapia concomitante ad altri agenti antibatterici in infezioni miste o superinfezioni; in tali casi AMIKACINA TEVA non deve essere mescolato insieme ad altri agenti antibatterici nelle stesse siringhe o negli stessi flaconi per perfusioni. Può verificarsi una riduzione dei livelli sierici dell’aminoglicoside, anche quando questo ed un farmaco penicillino-simile sono somministrati in vivo per vie diverse. Vi è un aumento del rischio di ipocalcemia quando gli aminoglicosidi sono somministrati con bifosfonati. Vi è un aumento del rischio di nefrotossicità e probabilmente di ototossicità quando gli aminoglicosidi sono somministrati con composti contenenti platino. Il componente reattivo sodio metabisolfito, contenuto nella formulazione di amikacina solfato, può distruggere la tiamina (vitamina B1) quando somministrata contemporaneamente. L’indometacina potrebbe aumentare la concentrazione plasmatica dell’amikacina nei neonati.
6. Effetti indesiderati
Tutti gli aminoglicosidi sono potenzialmente ototossici, nefrotossici e possono indurre blocco neuromuscolare. Questa tossicità si manifesta più frequentemente in pazienti con compromissione renale, in quelli trattati con altri farmaci ototossici e nefrotossici e in quelli trattati per periodi di tempo più lunghi o con dosi più elevate di quelli raccomandati (vedere paragrafo 4.4). L’elenco è presentato secondo la classificazione per sistemi e organi, termine preferenziale e frequenza MedDRA, usando le seguenti categorie di frequenza: molto comune (≥1/10), comune (≥1/100, <1/10), non comune (≥1/1.000, <1/100), raro (≥1/10.000, <1/1.000), molto raro (<1/10.000), non nota (la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili).
Classificazione per sistemi e organi Frequenza Terminologia MedDRA
Infezioni ed infestazioni Non comune Superinfezioni o colonizzazione con batteri resistenti o lievitia
Patologie del sistema emolinfopoietico Raro Anemia, eosinofilia
Disturbi del sistema immunitario Non nota Risposte anafilattiche (reazioni anafilattiche, shock anafilattico e reazioni anafilattoidi), ipersensibilità
Disturbi del metabolismo e della nutrizione Raro Ipomagnesiemia
Patologie del sistema nervoso Non nota Paralisia
Raro Tremorea, parestesiaa, cefalea, disturbo dell’equilibrioa
Patologie dell’occhio Raro Cecitàb, infarto della retinab
Patologie dell’orecchio e del labirinto Raro Tinnitoa, ipoacusiaa
Non nota Sorditàa, sordità neurosensorialea
Patologie vascolari Raro Ipotensione
Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche Non nota Apnea, broncospasmo
Patologie gastrointestinali Non comune Nausea, vomito
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo Non comune Eruzione cutanea
Raro Prurito, orticaria
Patologie del sistema muscoloscheletrico, del tessuto connettivo e delle ossa Raro Artralgia, contrazione muscolarea
Patologie renali e urinarie Non nota Compromissione renale acuta, nefropatia tossica, cellule nelle urinea
Raro Oliguriaa, aumento della creatininemiaa, albuminuriaa, azotemiaa, globuli rossi nelle urinea, globuli bianchi nelle urinea
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione Raro Piressia
aVedere paragrafo 4.4 bAmikacina non è formulata per l’uso intravitreale. Sono stati segnalati cecità e infarto della retina in seguito a somministrazione intravitreale (iniezione nell’occhio) di amikacina. Le alterazioni della funzionalità renale sono generalmente reversibili quando il farmaco viene sospeso. Gli effetti tossici a livello dell’VIII paio di nervi cranici possono portare a perdita dell’udito, perdita dell’equilibrio o entrambi. Amikacina colpisce primariamente le funzioni uditive. Il danno cocleare include sordità ad alta frequenza e di solito si manifesta prima che la perdita clinica dell’udito possa essere determinata mediante test audiometrici (vedere paragrafo 4.4). Segnalazione delle reazioni avverse sospette La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione all’indirizzo: http://www.agenziafarmaco.gov.it/it/responsabili
7. Gravidanza e allattamento
Gravidanza L’amikacina deve essere somministrata nelle donne in stato di gravidanza e nei neonati soltanto in presenza di chiara necessità e sotto supervisione medica (vedere paragrafo 4.4).Sono disponibili dati limitati sull’uso degli aminoglicosidi in gravidanza. Gli aminoglicosidi possono causare danni fetali. Gli aminoglicosidi attraversano la placenta e vi sono state segnalazioni di sordità congenita bilaterale, irreversibile, totale in bambini le cui madri avevano assunto streptomicina durante la gravidanza. Sebbene non siano stati segnalati effetti avversi sul feto o sui neonati in donne in gravidanza trattate con altri aminoglicosidi, esiste un potenziale rischio di danni. In caso di assunzione di amikacina durante la gravidanza o se la paziente inizia una gravidanza durante la terapia con questo farmaco, la paziente deve essere informata del potenziale rischio per il feto. Allattamento Non è noto se l’amikacina sia escreta nel latte materno. Occorre decidere se interrompere l’allattamento al seno o la terapia. Fertilità Negli studi sulla tossicità riproduttiva nei topi e nei ratti, non sono stati registrati effetti sulla fertilità, né sulla tossicità fetale.
8. Conservazione
Le soluzioni contenenti 2,5 mg/ml di principio attivo possono essere utilizzate entro 24 ore se conservate in frigorifero o comunque non al di sopra dei 25° C.
9. Principio attivo
AMIKACINA TEVA 0,5 g/2 ml Una fiala contiene: Principio attivo: Amikacina solfato mg 667,5 (pari ad amikacina mg 500) Eccipienti: Sodio citrato mg 50,2 Sodio metabisolfito mg 12,05 Acido solforico al 35% q.b. a pH 4,5 Acqua p.p.i. q.b. a ml 2 AMIKACINA TEVA 1 g/4 ml Una fiala contiene: Principio attivo: Amikacina solfato g 1,335 (pari ad amikacina base g 1) Eccipienti: Sodio citrato mg 100,4 Sodio metabisolfito mg 24,1 Acido solforico al 35% q.b. a pH 4,5 Acqua p.p.i. q.b. a ml 4
10. Eccipienti
Sodio citrato, sodio metabisolfito, acido solforico al 35%, acqua p.p.i.
11. Sovradosaggio
In caso di sovradosaggio c’è un rischio generale di reazioni nefrotossiche, ototossiche e neurotossiche (blocco neuromuscolare).Il blocco neuromuscolare con arresto respiratorio necessita di un trattamento appropriato che prevede la somministrazione di calcio ionico (per esempio come soluzione di calcio gluconato o lattobionato al 10–20%) (vedere paragrafo 4.4). In caso di sovradosaggio o di reazioni tossiche, per accelerare l’eliminazione di Amikacina dal sangue, ricorrere ad emodialisi o a dialisi peritoneale. I livelli di amikacina vengono ridotti anche durante l’emofiltrazione continua artero–venosa. Nei neonati, si può anche considerare la trasfusione di scambio.
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