Bisoprololo Eg 10 mg compresse rivestite con film 28 compresse

Ultimo aggiornamento: 10 Febbraio, 2021
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1. Indicazioni terapeutiche
• Ipertensione. • Angina pectoris stabile cronica.
2. Posologia
Le compresse Bisoprololo EG 10 mg sono per uso orale. Il trattamento con bisoprololo costituisce, solitamente, una terapia a lungo termine. Il dosaggio deve essere aggiustato individualmente. Si raccomanda di partire con la dose più bassa possibile. In alcuni pazienti, può essere adeguato un dosaggio pari a 5 mg/die. La dose abituale è 10 mg somministrati una volta al giorno con un dosaggio massimo raccomandato di 20 mg/die.Le compresse devono essere assunte al mattino. Devono essere deglutite con un liquido e non devono essere masticate. Pazienti con compromissione renale Nel caso di pazienti con grave compromissione renale (clearance della creatinina < 20 ml/min) il dosaggio non deve essere superiore a 10 mg/die. Questo dosaggio può eventualmente essere diviso a metà. Dati limitati suggeriscono che bisoprololo non è eliminato dalla dialisi, i pazienti sottoposti a dialisi non richiedono alcuna dose aggiuntiva. Pazienti con grave compromissione epatica Non è richiesto alcun aggiustamento posologico; tuttavia, si consiglia un attento monitoraggio. Pazienti anziani Normalmente non è richiesto alcun aggiustamento posologico. Si raccomanda di partire con la dose più bassa possibile. Bambini al di sotto di 12 anni e adolescenti Non c’è esperienza pediatrica su questo medicinale. Per questo motivo il suo uso non può essere raccomandato. Interruzione del trattamento: Il trattamento non deve essere interrotto bruscamente, specialmente in pazienti con ischemia cardiaca (vedere anche paragrafo 4.4 "Avvertenze speciali e precauzioni di impiego"). Diminuire il dosaggio gradualmente dimezzando la dose di settimana in settimana.
3. Controindicazioni
• Insufficienza cardiaca acuta o durante episodi di insufficienza cardiaca non compensata che richiede una terapia inotropa endovenosa. • Shock cardiogeno. • Blocco AV di secondo o terzo grado (senza un pacemaker). • Sindrome del seno malato. • Blocco senoatriale. • Bradicardia con meno di 50 battiti al minuto prima dell’inizio della terapia. • Ipotensione (pressione sanguigna sistolica inferiore a 100 mm Hg). • Asma bronchiale grave o patologia polmonare cronica ostruttiva grave. • Ultime fasi della patologia occlusiva arteriosa periferica e sindrome di Raynaud. • Acidosi metabolica. • Ipersensibilità a bisoprololo o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati. • Feocromocitoma non trattato (vedere anche paragrafo 4.4).• Combinazioni di floctafenina e sultopride (vedere anche paragrafo 4.5).
4. Avvertenze
Nel trattamento dell’insufficienza cardiaca cronica sono utilizzate altre formulazioni di medicinali contenenti bisoprololo. L’uso di agenti beta–bloccanti in questa indicazione necessita un approccio molto cauto e deve iniziare con una fase di titolazione molto rigorosa. In questa fase sono necessari incrementi non tutti possibili con il medicinale attuale. Questo prodotto, quindi, non deve essere utilizzato nel trattamento dell’insufficienza cardiaca cronica. Non è raccomandata l’assunzione concomitante di amiodarone in considerazione del rischio di automatismo della contrattilità e anomalie della conduzione (soppressione delle reazioni compensatorie del simpatico). Utilizzare bisoprololo con cautela in caso di: • Broncospasmo (asma bronchiale, patologia respiratoria ostruttiva): in caso di asma bronchiale o di altre patologie respiratorie ostruttive croniche, che possono indurre sintomi, deve essere somministrata contemporaneamente una terapia broncodilatatoria. Occasionalmente, in pazienti affetti da asma, può aumentare la resistenza delle vie respiratorie. In questo caso può essere necessario aumentare il dosaggio degli stimolanti beta2. Prima dell’inizio del trattamento si raccomanda di effettuare un test respiratorio funzionale. • Trattamento concomitante con anestetici per inalazione. • Diabete mellito con ampie fluttuazioni della glicemia; i sintomi di ipoglicemia possono essere mascherati. Durante il trattamento con bisoprololo i livelli di glicemia devono essere monitorati. • Tireotossicosi, i sintomi adrenergici possono essere mascherati. • Pazienti con patologia epatica. • Digiuno. • Terapia desensibilizzante in corso. • Come nel caso di altri agenti beta–bloccanti, il bisoprololo può aumentare sia la sensibilità verso allergeni che la gravità delle reazioni anafilattiche. Il trattamento con adrenalina non da sempre l’ effetto terapeutico atteso. • Blocco AV di primo grado. • Angina di Printzmetal; gli agenti beta–bloccanti possono aumentare il numero e la durata degli attacchi di angina in pazienti affetti da angina di Printzmetal. L’utilizzo degli agenti bloccanti selettivi dell’adrenorecettore beta1 è possibile in caso di forme lievi e solo in combinazione con un agente vasodilatatore. • Patologie circolatorie periferiche, quali fenomeni di Raynaud e claudicazione intermittente: può verificarsi una intensificazione dei disturbi, in modo particolare all’inizio della terapia. – Il bisoprololo deve essere utilizzato con cautela in pazienti con bradicardia con battiti al minuto da 50 a 60 prima dell’inizio della terapia. – Non deve essere somministrato il bisoprololo in pazienti affetti da feocromocitoma (vedere anche paragrafo 4.3), fino a dopo il blocco dei recettori alfa. – Psoriasi preesistente o esistente; si deve somministrare bisoprololo solo dopo un’attenta valutazione rischio/beneficio. L’inizio del trattamento con bisoprololo necessita di un monitoraggio regolare, in modo particolare nel caso di trattamento di pazienti anziani. Non si deve interrompere bruscamente la terapia con bisoprololo, a meno che questo non sia chiaramente indicato. In pazienti affetti da ischemia cardiaca, in caso di interruzione brusca del trattamento c’è il rischio di infarto del miocardio e morte improvvisa. Per maggiori informazioni consultare il paragrafo 4.2 "Posologia e modo di somministrazione". Questo medicinale contiene un principio attivo che determina positività ai test durante i controlli antidoping.
5. Interazioni
– Floctafenina: i beta–bloccanti possono impedire le reazioni compensatorie cardiovascolari associate all’ipotensione o allo shock che possono essere indotti dalla floctafenina. – Sultopride: non si deve somministrare il bisoprololo in associazione con sultopride in quanto ciò aumenta il rischio di aritmia ventricolare. Combinazioni non raccomandate – Calcio antagonisti(verapamil, diltiazem, bepridil): influenza negativa sulla contrattilità, sulla conduzione atrioventricolare e sulla pressione sanguigna. – Clonidina: aumentato rischio di "ipertensione di rimbalzo" e diminuzione eccessiva della frequenza cardiaca e della conduzione cardiaca. – Inibitori della monoamminaossidasi (eccetto gli inibitori MAO–B): aumentato effetto ipotensivo dei beta–bloccanti ma anche rischio di crisi ipertensive. Combinazioni da adottare con cautela – Farmaci antiaritmici appartenenti alla classe I (ad es. disopiramide, chinidina): l’effetto sul tempo di conduzione atriale può essere potenziato e l’effetto inotropo negativo può essere aumentato. (È richiesto uno stretto monitoraggio clinico ed ECG). – Farmaci antiaritmici appartenenti alla classe III (ad es. amiodarone): l’effetto sul tempo di conduzione atriale può essere potenziato. – Calcio–antagonisti (derivati della diidropiridina quali la nifedipina): aumentato rischio di ipotensione. In pazienti affetti da insufficienza cardiaca latente, l’uso concomitante di agenti beta–bloccanti può portare all’insufficienza cardiaca. – Farmaci parasimpaticomimetici (compreso tacrina e galantamina): il tempo di conduzione atrio ventricolare può aumentare. – Altri agenti beta–bloccanti, inclusi nei colliri, hanno effetti aggiuntivi. – L’insulina ed altri farmaci anti–diabetici orali: intensificazione dell’effetto di diminuzione della glicemia. Il blocco del beta–adrenorecettore può mascherare i sintomi dell’ipoglicemia. – Agenti anestetici: attenuazione della tachicardia riflessa ed aumento del rischio di ipotensione. – La continuazione del blocco beta riduce il rischio di aritmia durante l’induzione e l’intubazione. L’anestesista deve essere informato quando il paziente sta assumendo bisoprololo. – Glicosidi digitalici: riduzione della frequenza cardiaca, aumento del tempo di conduzione atrioventricolare. – Derivati dell’ergotamina: esacerbazione dei disturbi circolatori periferici. – Agenti simpaticomimetici: la combinazione con bisoprololo può ridurre gli effetti di entrambi gli agenti. Possono verificarsi crisi ipertensive o bradicardia eccessiva. – Per il trattamento di reazioni allergiche possono essere necessarie dosi più alte di epinefrina. – Antidepressivi triciclici, barbiturici, fenotiazine ed altri agenti antipertensivi: aumento dell’effetto di diminuzione della pressione sanguigna. – Baclofene: aumento dell’attività antipertensiva. • Prodotti di contrasto iodati: i beta–bloccanti possono impedire le reazioni compensatorie cardiovascolari associate all’ipotensione o allo shock indotto dai prodotti di contrasto iodati. Combinazioni da considerare • Meflochina: aumento del rischio di bradicardia. • Corticosteroidi: diminuzione dell’effetto antipertensivo dovuta alla ritenzione di acqua e sodio. • FANS: diminuzione dell’effetto antipertensivo (inibizione della prostaglandina ad effetto vasodilatante ad opera dei FANS e ritenzione di acqua e sodio con FANS a base di pirazolone). • Rifampicina: leggera riduzione dell’emivita di bisoprololo probabilmente dovuta all’induzione di enzimi epatici metabolizzanti del farmaco. Normalmente non è richiesto un aggiustamento posologico.
6. Effetti indesiderati
Gli effetti indesiderati segnalati sono generalmente attribuibili alle proprietà farmacologiche degli agenti beta–bloccanti. Comune (>1/100, <1/10) • Circolazione: sensazione di freddo o intorpidimento delle estremità, sindrome di Raynaud, incremento degli episodi di claudicazione intermittente già esistente. • Sistema nervoso centrale: stanchezza, esaurimento, capogiro, cefalea (principalmente all’inizio della terapia, generalmente sono lievi e spesso scompaiono in 1–2 settimane) e vertigini. • Gastrointestinale: nausea, vomito, diarrea, dolore addominale e costipazione. Non comune (>1/1000, <1/100) • Generale: debolezza muscolare e crampi, artropatia. • Circolazione: bradicardia, disturbi dello stimolo AV (conduzione AV rallentata o aumento del blocco AV già esistente), peggioramento dell’insufficienza cardiaca, ipotensione ortostatica. • Sistema nervoso centrale: disturbi del sonno, depressione • Vie aeree: broncospasmo in pazienti affetti da asma bronchiale o con un’anamnesi di patologia ostruttiva delle vie aeree. Raro (>1/10.000, <1/1000) • Sistema nervoso centrale: incubi, allucinazioni. • Cute: reazioni di ipersensibilità (prurito, arrossamento, eruzione cutanea). • Fegato: incremento dei livelli degli enzimi epatici (ALAT, ASAT), epatite. • Metabolismo: aumento dei trigliceridi, ipoglicemia. • Urogenitale: disturbi della potenza. • Orecchio–naso– gola: compromissione dell’udito, rinite allergica • Occhi: riduzione del flusso lacrimale (da considerare nel caso in cui il paziente faccia uso di lenti a contatto).• Disturbi biologici: la comparsa di anticorpi diretti contro il nucleo con sintomi clinici eccezionali come la sindrome del lupus, destinata a scomparire al termine del trattamento. Molto raro (<1/10.000), comprese segnalazioni isolate • Occhi: congiuntivite. • Cute: gli agenti beta–bloccanti possono provocare o peggiorare la psoriasi o indurre eruzione cutanea simile alla psoriasi, alopecia.
7. Gravidanza e allattamento
Gravidanza: Il bisoprololo ha effetti farmacologici che possono causare effetti dannosi sulla gravidanza e/o sul feto/neonato. In generale, gli agenti bloccanti del beta–adrenorecettore riducono la perfusione placentare, il che è stato associato a ritardo della crescita, morte intrauterina, aborto o travaglio precoce. Nel feto e nel neonato possono verificarsi reazioni avverse (ad es. ipoglicemia, bradicardia). Qualora fosse necessario il trattamento con agenti bloccanti del beta–adrenorecettore, è preferibile utilizzare gli agenti bloccanti del beta1–adrenorecettore. Non si deve utilizzare bisoprololo in gravidanza a meno che questo non sia strettamente necessario. Qualora il trattamento con bisoprololo fosse considerato necessario, il flusso sanguigno utero–placentare e la crescita fetale devono essere monitorati. In caso di effetti dannosi per la gravidanza o per il feto, si deve prendere in considerazione un trattamento alternativo. Il neonato deve essere strettamente monitorato. Generalmente, i sintomi di ipoglicemia e brachicardia si manifestano entro i primi 3 giorni. Allattamento: Non è noto se bisoprololo venga escreto nel latte umano. Per questo motivo l’allattamento al seno non è raccomandato durante la somministrazione di bisoprololo.
8. Conservazione
Contenitore in HDPE: Non conservare a temperature superiori a 25°C. Conservare nel contenitore originale. Tenere il contenitore ben chiuso. Blister in PVC/PE/PVDC/AL e blister in PVC/PE/PVDC/AL in bustine di alluminio: Non conservare a temperature superiori a 25°C. Conservare nella confezione originale.
9. Principio attivo
Ogni compressa contiene 10 mg di bisoprololo emifumarato. Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.
10. Eccipienti
Nucleo: Cellulosa microcristallina Calcio idrogeno fosfato Amido di mais pregelatinizzato Crospovidone Silice colloidale anidra Magnesio stearato Rivestimento: Ipromellosa Macrogol 400 Titanio diossido (E171) Ferro ossido giallo (E172) Ferro ossido rosso (E172)
11. Sovradosaggio
Sintomi e trattamento del sovradosaggio I sintomi attesi più comuni conseguenti ad un sovradosaggio di bisoprololo sono: bradicardia, ipotensione, broncospasmo, insufficienza cardiaca acuta, disturbi della conduzione e ipoglicemia. In caso di sovradosaggio, il trattamento con bisoprololo deve essere interrotto ed un trattamento sintomatico e di supporto deve essere effettuato. Si deve evitare il riassorbimento di bisoprololo nel tratto gastrointestinale; possono essere usati una lavanda gastrica o la somministrazione di sostanze adsorbenti (cioè il carbone attivo) ed un agente lassativo (cioè solfato di sodio). La respirazione deve essere monitorata e, se necessario, deve essere iniziata la respirazione artificiale. Il broncospasmo deve essere neutralizzato da una terapia broncodilatatoria come isoprenalina o farmaci beta2–simpaticomimetici. Le complicazioni cardiovascolari devono essere trattate sintomaticamente: il blocco AV (di secondo o terzo grado) richiede un attento monitoraggio e deve essere trattato con infusione di isoprenalina o l’inserimento di un pacemaker cardiaco transvenoso. La bradicardia deve essere trattata con atropina per via endovenosa (o M–metilatropina). La caduta della pressione sanguigna o lo shock devono essere trattati con agenti sostitutivi del plasma e vasopressori. L’ipoglicemia può essere trattata con glucosio per via endovenosa.
Le informazioni pubblicate in questa pagina riportano informazioni farmaceutiche (Foglietto Illustrativo e Caratteristiche principali del Farmaco), sono da intendersi a solo scopo illustrativo; non intendono e non devono sostituirsi alle opinioni del medico. Per informazioni complete e sempre aggiornate su questo farmaco si consiglia di consultare il portale dell'AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco).
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