Duloxetina Teva 30 mg capsule rigide gastro resistenti 28 capsule in blister opa/al/pvc-al

Ultimo aggiornamento: 10 Febbraio, 2021
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1. Indicazioni terapeutiche
Trattamento del disturbo depressivo maggiore. Trattamento del dolore neuropatico diabetico periferico. Trattamento del disturbo d'ansia generalizzato. Duloxetina Teva è indicato negli adulti. Per ulteriori informazioni vedere il paragrafo 5.1.
2. Posologia
Posologia. Disturbo depressivo maggiore: La dose iniziale e di mantenimento raccomandata è di 60 mg/die assunta con o senza cibo. I dosaggi al di sopra dei 60 mg/die, fino a una dose massima di 120 mg/die, sono stati valutati dal punto di vista della sicurezza nell'ambito di studi clinici. Tuttavia, non vi è alcuna evidenza clinica che suggerisca che i pazienti che non rispondono alla dose iniziale raccomandata possano beneficiare di ulteriori innalzamenti della dose. La risposta terapeutica si osserva abitualmente dopo 2-4 settimane di trattamento. Dopo il consolidamento della risposta antidepressiva, si raccomanda di continuare il trattamento per diversi mesi, al fine di evitare ricadute. Nei pazienti con una storia di episodi ripetuti di depressione maggiore e che rispondono alla duloxetina può essere preso in considerazione un ulteriore trattamento a lungo termine con una dose da 60 a 120 mg/die. Disturbo d'ansia generalizzato: La dose iniziale consigliata nei pazienti con disturbo d'ansia generalizzato è di 30 mg una volta al giorno indipendendemente dall'assunzione di cibo. Nei pazienti che presentano una risposta insufficiente la dose va aumentata a 60 mg, che è la dose abituale di mantenimento nella maggior parte dei pazienti. Nei pazienti che presentano co-morbilità per il disturbo depressivo maggiore, la dose iniziale e di mantenimento è di 60 mg una volta al giorno (vedere anche le raccomandazioni sul dosaggio sopra riportate). Negli studi clinici,le dosi fino a 120 mg al giorno si sono rivelate efficaci e sono state valutate dal punto di vista della sicurezza. Pertanto, nei pazienti con risposta insufficiente ai 60 mg, può essere preso in considerazione un aumento fino a 90 o a 120 mg. L'aumento della dose deve essere effettuato sulla risposta clinica e la tollerabilità. Dopo il consolidamento della risposta, si raccomanda di continuare il trattamento per diversi mesi, al fine di evitare ricadute.Dolore neuropatico diabetico periferico: La dose iniziale e di mantenimento raccomandata è di 60 mg al giorno indipendentemente dall'assunzione di cibo. I dosaggi al di sopra dei 60 mg al giorno, fino a una dose massima di 120 mg al giorno, somministrati in dosi frazionate in parti uguali, sono stati valutati in studi clinici dal punto di vista della sicurezza. La concentrazione plasmatica di duloxetina mostra un'ampia variabilità inter-individuale (vedere paragrafo 5.2). Pertanto, pazienti che non rispondono sufficientemente a 60 mg possono trarre beneficio da una dose più elevata. La risposta al trattamento deve essere valutata dopo 2 mesi. Dopo questo periodo di tempo, nei pazienti con risposta iniziale inadeguata è improbabile una risposta tardiva. Il beneficio terapeutico deve essere rivalutato regolarmente (almeno ogni tre mesi) (vedere paragrafo 5.1). Popolazioni speciali. Anziani: Nei pazienti anziani non è raccomandato un aggiustamento del dosaggio esclusivamente in base all’età. Tuttavia, deve essere osservata cautela nel trattamento dei pazienti anziani, specialmente nel disturbo depressivo maggiore o nel disturbo d’ansia generalizzato con duloxetina 120 mg al giorno per il quale i dati sono limitati (vedere paragrafi 4.4 e 5.2).Compromissione epatica: Duloxetina Teva non deve essere utilizzato in pazienti con epatopatia con compromissione epatica (vedere paragrafi 4.3 e 5.2) Compromissione renale: Nei pazienti con disfunzione renale lieve o moderata (clearance della creatinina da 30 a 80 ml/min) non è necessario alcun aggiustamento della dose. Duloxetina Teva non deve essere utilizzato in pazienti con compromissione renale grave (clearance della creatinina <30 ml/min; vedere paragrafo 4.3). Popolazione pediatrica: Duloxetina non deve essere impiegata nei bambini e negli adolescenti di età inferiore ai 18 anni per il trattamento del disturbo depressivo maggiore a causa di problemi di sicurezza ed efficacia (vedere paragrafi 4.4, 4.8 e 5.1). La sicurezza e l’efficacia di duloxetina per il trattamento del disturbo d’ansia generalizzato nei pazienti pediatrici di età compresa tra 7 e 17 anni non sono state stabilite. I dati attualmente disponibili sono descritti ai paragrafi 4.8, 5.1 e 5.2. La sicurezza e l’efficacia di duloxetina per il trattamento del dolore neuropatico diabetico periferico nei bambini e negli adolescenti non sono state studiate. Non ci sono dati disponibili. Interruzione del trattamento: Si deve evitare un’interruzione brusca del trattamento. Quando si interrompe il trattamento con Duloxetina Teva la dose deve essere ridotta gradualmente nell'arco di almeno 1-2 settimane per ridurre il rischio di reazioni da astinenza (vedere paragrafi 4.4 e 4.8). Se a seguito della riduzione della dose o al momento della interruzione del trattamento si dovessero manifestare, sintomi intollerabili, si può prendere in considerazione il ripristino della dose prescritta in precedenza. Successivamente, il medico può decidere di continuare a ridurre la dose in maniera più graduale. Modo di somministrazione: Per uso orale. Le capsule devono essere deglutite intere.
3. Controindicazioni
Ipersensibilità al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1. L’uso concomitante di Duloxetina Teva con gli inibitori della monoamino ossidasi (IMAO) non selettivi ed irreversibili è controindicato (vedere paragrafo 4.5). Epatopatia con compromissione epatica (vedere paragrafo 5.2). Duloxetina Teva non deve essere usato in associazione con fluvoxamina, ciprofloxacina o enoxacina (potenti inibitori del CYP1A2) poiché tale associazione determina concentrazioni plasmatiche elevate di duloxetina (vedere paragrafo 4.5). Compromissione renale grave (clearance della creatinina < 30 ml/min) (vedere paragrafo 4.4) L'inizio del trattamento con Duloxetina Teva è controindicato nei pazienti con ipertensione non controllata, in quanto può esporre i pazienti a un potenziale rischio di crisi ipertensiva (vedere paragrafo 4.4 e 4.8).
4. Avvertenze
Mania e convulsioni: Duloxetina Teva deve essere usato con cautela nei pazienti con una storia di mania o una diagnosi di disturbo bipolare e/o convulsioni. Midriasi: In associazione a duloxetina è stata riferita midriasi, perciò deve essere usata cautela quando Duloxetina Teva viene prescritto a pazienti con aumentata pressione intraoculare, o a rischio di glaucoma acuto ad angolo chiuso. Pressione arteriosa e frequenza cardiaca: In alcuni pazienti duloxetina è stata associata a un aumento della pressione arteriosa e a ipertensione clinicamente significativa. Questo può essere dovuto all’effetto di duloxetina sul sistema noradrenergico. Con duloxetina sono stati riportati casi di crisi ipertensive, soprattutto nei pazienti con ipertensione pre-esistente. Pertanto, nei pazienti con diagnosi di ipertensione e/o altra patologia cardiaca, si raccomanda un monitoraggio della pressione arteriosa, soprattutto durante il primo mese di trattamento. Duloxetina deve essere usata con cautela nei pazienti le cui condizioni cliniche possono risultare compromesse da un aumento della frequenza cardiaca o della pressione arteriosa. Deve inoltre essere usata cautela quando duloxetina viene somministrata in concomitanza a medicinali che possono alterarne il metabolismo (vedere paragrafo 4.5). In pazienti che durante la terapia con duloxetina presentano un aumento persistente della pressione arteriosa nel tempo, deve essere considerata una riduzione della dose o una graduale sospensione del trattamento (vedere paragrafo 4.8). In pazienti con ipertensione non controllata il trattamento con duloxetina non deve essere iniziato. Compromissione renale: Nei pazienti con compromissione renale grave in emodialisi (clearance della creatinina < 30 ml/min) le concentrazioni plasmatiche di duloxetina risultano aumentate. Per pazienti con compromissione renale grave vedere paragrafo 4.3. Per informazioni relative a pazienti con disfunzione renale lieve o moderata, vedere paragrafo 4.2. Sindrome serotoninergica: La sindrome serotoninergica, una condizione potenzialmente letale, può verificarsi durante il trattamento con duloxetina, in particolare con l'uso concomitante di altri medicinali serotoninergici (inclusi gli SSRI, gli antidepressivi triciclici SNRI o i triptani), con medicinali che compromettono il metabolismo della serotonina come gli IMAO, o con antipsicotici o altri antagonisti della dopamina che possono influenzare i sistemi neurotrasmettitoriali serotoninergici (vedere paragrafi 4.3 e 4.5). I sintomi della sindrome serotoninergica possono includere alterazioni dello stato mentale (ad es. agitazione, allucinazioni, coma), instabilità del sistema nervoso autonomo (ad es. tachicardia, pressione arteriosa alterata, ipertermia), anomalie neuromuscolari (ad es, iperreflessia, incoordinazione), e/o sintomi gastrointestinali (ad es. nausea, vomito, diarrea). Se un trattamento concomitante con duloxetina e altri medicinali serotoninergici che possono influenzare i sistemi neurotrasmettitoriali serotoninergici e/o dopaminergici è clinicamente giustificato, si consiglia un’attenta osservazione del paziente, in particolare all’inizio del trattamento e durante gli aumenti della dose. Erba di San Giovanni: Le reazioni avverse possono essere più comuni durante l’uso concomitante di Duloxetina Teva e preparati a base di piante medicinali contenenti erba di San Giovanni (Hypericum perforatum). Suicidio. Disturbo depressivo maggiore e disturbo d’ansia generalizzato: La depressione è associata ad un aumentato rischio di ideazione suicidaria, autolesionismo e suicidio (eventi correlati al suicidio). Questo rischio persiste fino a quando non si ottiene una remissione significativa. Poiché il miglioramento dei sintomi può non verificarsi durante le prime settimane o più di trattamento, in tale periodo i pazienti devono essere monitorati attentamente. Si osserva generalmente nell’esperienza clinica che il rischio di suicidio può aumentare nelle prime fasi della guarigione. Anche altre condizioni psichiatriche per le quali viene prescritto Duloxetina Teva possono essere associate a un aumento del rischio di eventi correlati al suicidio. Inoltre, queste condizioni possono coesistere con il disturbo depressivo maggiore. Pertanto, quando si trattano i pazienti con altri disturbi psichiatrici, devono essere osservate le stesse precauzioni adottate per i pazienti con disturbo depressivo maggiore. Pazienti con anamnesi positiva per eventi correlati al suicidio o che manifestano un grado significativo di ideazione suicidaria prima dell’inizio del trattamento, sono a rischio maggiore di ideazione o comportamenti suicidari e devono essere attentamente controllati durante il trattamento. Una metanalisi degli studi clinici controllati con placebo, condotti con medicinali antidepressivi nel trattamento di disturbi psichiatrici, ha mostrato un aumento del rischio di comportamento suicidario nei pazienti di età inferiore ai 25 anni trattati con antidepressivi rispetto al placebo. Durante la terapia con duloxetina o poco dopo l’interruzione del trattamento sono stati osservati casi di ideazione e comportamento suicidiario (vedere paragrafo 4.8) La terapia farmacologica con antidepressivi deve essere sempre associata ad una stretta sorveglianza dei pazienti, in particolare di quelli ad alto rischio, nelle fasi iniziali del trattamento e dopo cambiamenti di dose. I pazienti (o chi si prende cura di loro) devono essere avvertiti della necessità di monitorare e di riportare immediatamente al proprio medico curante qualsiasi peggioramento del quadro clinico, l’insorgenza di comportamento o ideazione suicidaria o di cambiamenti comportamentali. Dolore neuropatico diabetico periferico: Come con altri medicinali con simile azione farmacologica (antidepressivi), sono stati osservati casi isolati di ideazione e comportamenti suicidi ari durante la terapia con duloxetina o poco dopo l’interruzione del trattamento.Per quanto riguarda i fattori di rischio per il suicidio nella depressione, si rimanda a quanto indicato in precedenza. I medici devono incoraggiare i pazienti a riferire in qualsiasi momento qualsiasi pensiero o sensazione di angoscia. Uso nei bambini e negli adolescenti di età inferiore ai 18 anni: Duloxetina Teva non deve essere usato nel trattamento di bambini e adolescenti di età inferiore agli 18 anni. Comportamenti suicidari (tentativi di suicidio e ideazione suicidaria) ed atteggiamento ostile (essenzialmente aggressività, comportamento di opposizione e ira) sono stati osservati con maggiore frequenza negli studi clinici effettuati su bambini e adolescenti trattati con antidepressivi rispetto a quelli trattati con placebo. Qualora, in base ad esigenze cliniche, si decida di effettuare comunque il trattamento, il paziente deve essere sorvegliato attentamente relativamente alla comparsa di sintomi suicidari (vedere paragrafo 5.1). Inoltre, nei bambini e negli adolescenti non sono disponibili dati di sicurezza a lungo termine relativi alla crescita, la maturità ed allo sviluppo cognitivo e comportamentale (vedere paragrafo 4.8). Emorragia: Con gli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRI) e gli inibitori della ricaptazione della serotonina/noradrenalina (SNRI), duloxetina inclusa sono state riferite manifestazioni emorragiche come ecchimosi, porpora ed emorragia gastrointestinale. Si consiglia cautela nei pazienti che stanno assumendo anticoagulanti e/o farmaci noti per avere effetti sulla funzionalità piastrinica [ad es. farmaci anti-infiammatori non steroidei (FANS) o acido acetilsalicilico (ASA)], e nei pazienti con accertate tendenze al sanguinamento. Iponatremia: Durante la somministrazione di duloxetina è stata riferita iponatremia, inclusi casi con sodiemia inferiore a 110 mml/l. L’iponatremia può essere dovuta a una sindrome da inappropriata secrezione dell’ormone antidiuretico (SIADH). La maggior parte dei casi di iponatremia sono stati riferiti negli anziani, in modo particolare quando collegati a una storia recente di, o a una condizione predisponente ad alterazioni dell’equilibrio elettrolitico. Si richiede cautela nei pazienti ad aumentato rischio di iponatremia, come pazienti anziani, cirrotici o disidratati o pazienti trattati con farmaci diuretici. Interruzione del trattamento: I sintomi da astinenza quando si interrompe il trattamento sono comuni, soprattutto in caso di interruzione improvvisa (vedere paragrafo 4.8). Negli studi clinici, eventi avversi osservati alla sospensione brusca del trattamento si sono verificati in circa il 45% dei pazienti trattati con duloxetina e nel 23% dei pazienti trattati con placebo. Il rischio di sintomi da astinenza osservati con gli SSRI e gli SNRI può dipendere da molteplici fattori, inclusi la durata e la dose della terapia e la velocità di riduzione della dose. Le reazioni riferite più comunemente sono elencate al paragrafo 4.8. Generalmente, questi sintomi sono di intensità da lieve a moderata, tuttavia in alcuni pazienti possono essere di grave intensità. Si verificano abitualmente entro i primi giorni dall’interruzione del trattamento, ma sono stati segnalati rari casi di insorgenza di questi sintomi in pazienti che avevano involontariamente saltato una dose. I sintomi sono generalmente autolimitanti e si risolvono entro 2 settimane, sebbene in alcuni individui possano persistere più a lungo (2-3 mesi o più). Si consiglia pertanto di ridurre gradualmente la dose di duloxetina, quando si interrompe il trattamento, in un periodo non inferiore alle 2 settimane, secondo le esigenze del paziente (vedere paragrafo 4.2). Pazienti Anziani: Ci sono dati limitati sull’uso di duloxetina 120 mg nei pazienti anziani con disturbo depressivo maggiore e con disturbo d’ansia generalizzato. Pertanto, si raccomanda cautela nel trattamento dei pazienti anziani con il massimo dosaggio (vedere paragrafi 4.2 e 5.2). Acatisia/irrequietezza psicomotoria: L’uso di duloxetina è stato associato allo sviluppo di acatisia, caratterizzata da un’irrequietezza soggettivamente spiacevole o penosa e dal bisogno di muoversi spesso accompagnato da un’incapacità a stare seduto o immobile. Ciò è più probabile che accada entro le prime settimane di trattamento. In pazienti che sviluppino questi sintomi, l’aumento della dose può essere dannoso. Medicinali contenenti duloxetina: Duloxetina viene usata con diversi nomi commerciali per differenti indicazioni (trattamento del dolore neuropatico diabetico, disturbo depressivo maggiore, disturbo d’ansia generalizzato e incontinenza urinaria da stress). L’uso concomitante di più di uno di questi prodotti deve essere evitato. Epatite/aumento degli enzimi epatici: Con duloxetina (vedere paragrafo 4.8) sono stati riportati casi di danno epatico, inclusi marcati aumenti dei valori degli enzimi epatici (>10 volte il limite normale superiore), epatite e ittero. La maggior parte dei casi si è verificata durante i primi mesi di trattamento. Il tipo di danno epatico è stato essenzialmente epatocellulare. Duloxetina deve essere usata con cautela nei pazienti in trattamento con altri farmaci che possono provocare un danno epatico. Disfunzione sessuale: Gli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRI) e della serotonina-noradrenalina (SNRI) possono causare sintomi di disfunzione sessuale (vedere paragrafo 4.8). Sono stati segnalati casi di disfunzione sessuale a lungo termine con persistenza dei sintomi dopo l’interruzione dell’uso di SSRI/SNRI. Saccarosio: Duloxetina Teva capsule rigide gastroresistenti contiene saccarosio. I pazienti con rari problemi ereditari di intolleranza al fruttosio, di malassorbimento di glucosio-galattosio o di insufficienza di saccarosio-isomaltasi non devono assumere questo medicinale.
5. Interazioni
Inibitori delle monoamino ossidasi (IMAO): a causa del rischio di comparsa della sindrome serotoninergica, duloxetina non deve essere impiegata in associazione agli inibitori della monoamino ossidasi (IMAO) non selettivi e irreversibili o entro i 14 giorni immediatamente successivi alla sospensione del trattamento con un IMAO. In base all’emivita di duloxetina, si devono attendere almeno 5 giorni dopo la sospensione di Duloxetina Teva prima di iniziare il trattamento con un IMAO (vedere paragrafo 4.3). L’uso concomitante di Duloxetina Teva con un IMAO selettivo e reversibile, come moclobemide non è raccomandato (vedere paragrafo 4.4). L’antibiotico linezolid è un IMAO reversibile non selettivo e non deve essere somministrato a pazienti in trattamento con Duloxetina Teva (vedere paragrafo 4.4). Inibitori del CYP1A2: poiché il CYP1A2 è coinvolto nel metabolismo di duloxetina, è probabile che l’uso di duloxetina in concomitanza a potenti inibitori del CYP1A2 determini concentrazioni più alte di duloxetina. La fluvoxamina (100 mg una volta/die), un potente inibitore del CYP1A2, ha diminuito la clearance plasmatica apparente di duloxetina di circa il 77% e ha aumentato di 6 volte l’AUCo-t. Pertanto Duloxetina Teva non deve essere somministrato in concomitanza a potenti inibitori del CYP1A2 come la fluvoxamina (vedere paragrafo 4.3). Medicinali per il SNC: il rischio di assunzione di duloxetina in associazione ad altri medicinali attivi sul SNC non è stato valutato in maniera sistematica, ad eccezione dei casi descritti in questo paragrafo. Pertanto, si consiglia cautela quando Duloxetina Teva viene assunto in associazione ad altri farmaci o altre sostanze che agiscono a livello del sistema nervoso centrale, inclusi alcool e farmaci sedativi (ad esempio benzodiazepine, morfinomimetici, antipsicotici, fenobarbitale, antistaminici sedativi). Medicinali serotoninergici: in rari casi, nei pazienti che assumono SSRI/SNRI in associazione con medicinali serotoninergici è stata riferita sindrome serotoninergica. Si consiglia cautela se Duloxetina Teva viene utilizzato in concomitanza ad agenti serotoninergici come SSRI, SNRI, antidepressivi triciclici come clomipramina o amitriptilina, IMAO come moclobemide o linezolid, Erba di S. Giovanni (Hypericum perforatum) o triptani, tramadolo, petidina e triptofano (vedere paragrafo 4.4). Effetti di duloxetina su altri medicinali. Medicinali metabolizzati dal CYP1A2: la farmacocinetica della teofillina, un substrato del CYP1A2, non è risultata significativamente alterata dalla somministrazione contemporanea con duloxetina (60 mg due volte al giorno). Medicinali metabolizzati dal CYP2D6: la duloxetina è un inibitore moderato del CYP2D6. Quando duloxetina è stata somministrata a una dose di 60 mg due volte al giorno con una dose singola di desipramina, un substrato del CYP2D6, l'AUC di desipramina è aumentata di 3 volte. La somministrazione contemporanea di duloxetina (40 mg due volte al giorno) aumenta l’AUC allo steady-state di tolterodina (2 mg due volte al giorno) del 71% ma non influenza la farmacocinetica del suo metabolita attivo 5-idrossile, e un adeguamento del dosaggio non è raccomandato. Si consiglia cautela se Duloxetina Teva è somministrato in associazione a medicinali che sono prevalentemente metabolizzati dal CYP2D6 (risperidone, antidepressivi triciclici [TCA] come nortriptilina, amitriptilina ed imipramina) in particolare se questi hanno un basso indice terapeutico (come flecainide, propafenone e metoprololo). Contraccettivi orali e altri medicinali steroidei: i risultati di studi in vitro dimostrano che duloxetina non induce l’attività catalitica del CYP3A. Non sono stati effettuati studi specifici sull’interazione del farmaco in vivo. Anticoagulanti e medicinali antipiastrinici: si deve usare cautela quando duloxetina viene utilizzata in associazione ad anticoagulanti orali o farmaci antipiastrinici a causa di un potenziale aumento del rischio di sanguinamento imputabile a una interazione farmacodinamica. Inoltre, quando duloxetina è stata somministrata a pazienti in trattamento con warfarina sono stati riferiti aumenti dei valori INR. Tuttavia, la somministrazione di duloxetina in associazione a warfarina in condizioni stabili, in volontari sani, come parte di uno studio di farmacologia clinica, non ha dato luogo a una variazione clinicamente significativa del valore INR rispetto al basale o della farmacocinetica di R- o S-warfarina. Effetti di altri medicinali sulla duloxetina. Antiacidi e antagonisti dei recettori H2: la somministrazione di duloxetina in associazione ad antiacidi contenenti alluminio e magnesio o di duloxetina con famotidina non ha avuto un effetto significativo sulla velocità o entità dell’assorbimento di duloxetina dopo somministrazione di una dose orale di 40 mg. Induttori del CYP1A2: studi di analisi della farmacocinetica di popolazione hanno evidenziato che i fumatori presentano concentrazioni plasmatiche di duloxetina quasi del 50% più basse rispetto ai non fumatori.
6. Effetti indesiderati
a. Riassunto del profilo di sicurezza: Le reazioni avverse più comunemente riferite nei pazienti trattati con duloxetina sono state nausea, cefalea, bocca secca, sonnolenza e capogiro. Tuttavia, la maggioranza delle reazioni avverse comuni si è presentata in forma da lieve a moderata, generalmente è iniziata precocemente durante la terapia e la maggior parte ha teso a ridursi con il proseguimento della terapia. b. Tabella riepilogativa delle reazioni avverse: La Tabella 1 mostra le reazioni avverse osservate in segnalazioni spontanee e in studi clinici controllati con placebo. Tabella 1: Reazioni avverse: La frequenza è definita come: molto comune (≥ 1/10); comune (≥ 1/100 e < 1/10); non comune (≥ 1/1000 e < 1/100); rara (≥ 1/10.000 e < 1/1000) e molto rara (< 1/10.000). All’interno di ciascuna classe di frequenza, gli effetti indesiderati sono riportati in ordine decrescente di gravità.
Molto comune Comune Non comune Rara Molto rara
Infezioni ed infestazioni
    Laringite    
Disturbi del sistema immunitario
      Reazione anafilattica Disturbo di ipersensibilità  
Patologie endocrine
      Ipotiroidismo  
Disturbi del metabolismo e della nutrizione
  Appetito ridotto Iperglicemia (riferita specialmente nei pazienti diabetici) Disidratazione Iponatremia Sindrome da inappropriata secrezione di ormone antidiuretico6  
Disturbi psichiatrici
  Insonnia Agitazione Riduzione della libido Ansia Alterazioni dell’orgasmo Sogni anormali Ideazione suicidaria5,7 Disturbo del sonno Bruxismo Disorientamento Apatia Comportamento suicidario5,7 Mania Allucinazioni Aggressività e collera4  
Patologie del sistema nervoso
Cefalea Sonnolenza Capogiro Letargia Tremore Parestesia Mioclono Acatisia7 Nervosismo Alterazione dell’attenzione Disgeusia Discinesia Sindrome delle gambe senza riposo Sonno di cattiva qualità Sindrome serotoninergica6 Convulsione¹ Irrequietezza psicomotoria6 Sintomi extra-piramidali6  
Patologie dell’occhio
  Vista offuscata Midriasi Compromissione della vista Glaucoma  
Patologie dell’orecchio e del labirinto
  Tinnito¹ Vertigine Otalgia    
Patologie cardiache
  Palpitazioni Tachicardia Aritmia sopraventricolare, principalmente fibrillazione atriale    
Patologie vascolari
  Innalzamento della pressione arteriosa ³ Rossore Sincope² Ipertensione3,7 Ipotensione ortostatica² Sensazione di freddo alle estremità Crisi ipertensiva3,6  
Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche
  Sbadiglio Tensione della gola Epistassi Malattia polmonare interstiziale10, polmonite eosinofila6  
Patologie gastrointestinali
Nausea Secchezza delle fauci Stipsi Diarrea Dolore addominale Vomito Dispepsia Flatulenza Emorragia gastrointestinale7 Gastroenterite Eruttazione Gastrite Disfagia Stomatite Ematochezia Alitosi Colite microscopica9  
Patologie epatobiliari
    Epatite³ Enzimi epatici elevati (ALT, AST, fosfatasi alcalina) Lesione epatica acuta Insufficienza epatica6 Ittero6  
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo
  Sudorazione aumentata Eruzione cutanea Sudorazione notturna Orticaria Dermatite da contatto Sudore freddo Reazione di fotosensibilità Tendenza all’ecchimosi aumentata Sindrome di Stevens-Johnson6 Edema angioneurotico6 Vasculite cutanea
Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo
  Dolore muscolo-scheletrico Spasmo muscolare Tensione muscolare Contrazione muscolare Trisma  
Patologie renali e urinarie
  Disuria Pollachiuria Ritenzione urinaria Difficoltà iniziale alla minzione Nicturia Poliuria Flusso urinario diminuito Odore urinario anormale  
Patologie dell’apparato riproduttivo e della mammella
  Disfunzione erettile Disturbi dell'eiaculazione Eiaculazione ritardata Emorragia a carico dell'apparato riproduttivo femminile Disturbi mestruali Disfunzione sessuale Dolore testicolare Sintomi di menopausa Galattorea Iperprolattinemia  
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione
  Cadute8 Affaticamento Dolore toracico7 Sensazioni anomale Sensazione di freddo Sete Brividi Malessere Sensazione di caldo Alterazioni dell’andatura    
Esami diagnostici
  Riduzione del peso corporeo Aumento del peso corporeo Innalzamento della creatinfosfochinasi ematica Innalzamento dei livelli ematici di potassio Innalzamento dei livelli ematici di colesterolo  
¹ Dopo la sospensione del trattamento sono stati riferiti inoltre casi di convulsione e casi di tinnito. ² Sono stati riferiti casi di ipotensione ortostatica e sincope, soprattutto all’inizio del trattamento. ³ Vedere il paragrafo 4.4. 4 Sono stati riferiti casi di aggressione e collera, specialmente nelle fasi precoci del trattamento o dopo la sua sospensione. 5 Sono stati riferiti casi di ideazione suicidaria e comportamento suicidario durante la terapia con duloxetina o poco dopo l’interruzione del trattamento (vedere paragrafo 4.4) 6 Frequenza stimata delle reazioni avverse riportate durante il periodo di farmacovigilanza successivo alla commercializzazione; non osservate negli studi clinici controllati con placebo. 7 Differenza non statisticamente significativa dal placebo. 8 Le cadute sono state più comuni negli anziani (65 anni). 9 Frequenza stimata in base a tutti i dati degli studi clinici. 10 Frequenza stimata in base a studi clinici controllati con placebo. c. Descrizione di reazioni avverse selezionate: L’interruzione del trattamento con duloxetina (in particolare se improvvisa) porta comunemente all’insorgenza di sintomi da astinenza. Le reazioni più comunemente riferite sono capogiro, disturbi sensoriali (incluse parestesie o sensazioni tipo scossa elettrica, particolarmente con localizzazione cranica), disturbi del sonno (inclusi insonnia e sogni vividi), affaticamento, sonnolenza, agitazione o ansia, nausea e/o vomito, tremore, cefalea, mialgia, irritabilità, diarrea, iperidrosi e vertigini. Generalmente tali sintomi, per gli SSRI e gli SNRI, sono di intensità da lieve a moderata ed auto-limitanti, sebbene in alcuni individui possono essere gravi e/o durare nel tempo. Pertanto, quando il trattamento con duloxetina non è più necessario, si consiglia di effettuare una sospensione graduale della terapia mediante una progressiva riduzione della dose (vedere paragrafi 4.2 e 4.4). In tre studi clinici di fase acuta della durata di 12 settimane con duloxetina, in pazienti con dolore neuropatico diabetico è stato osservato un aumento della glicemia a digiuno di lieve entità ma statisticamente significativo nei pazienti trattati con duloxetina. Il valore dell'HbA1c è risultato stabile sia nei pazienti trattati con duloxetina sia nei pazienti trattati con placebo. Nella fase di estensione di questi studi, durata fino a 52 settimane, si è presentato un aumento del valore dell'HbA1c in entrambi i gruppi di pazienti trattati con duloxetina e con trattamento di routine, ma l’aumento medio è stato maggiore dello 0,3% nel gruppo trattato con duloxetina. È stato riferito inoltre un lieve incremento della glicemia a digiuno e del colesterolo totale nei pazienti trattati con duloxetina mentre i test di laboratorio hanno mostrato una lieve diminuzione nel gruppo sottoposto a trattamento di routine. Nei pazienti trattati con duloxetina, l’intervallo QT corretto per la frequenza cardiaca non è risultato diverso da quello osservato nei pazienti trattati con placebo. Nei pazienti trattati con duloxetina e in quelli trattati con placebo non sono state osservate differenze clinicamente significative per le misurazioni di QT, PR, QRS o QTcB tra i pazienti. d. Popolazione pediatrica: In diversi studi clinici sono stati trattati con duloxetina 509 pazienti pediatrici di età compresa tra 7 e 17 anni con disturbo depressivo maggiore e 241 pazienti pediatrici di età compresa tra 7 e 17 anni con disturbo d’ansia generalizzato. In generale, il profilo delle reazioni avverse di duloxetina nei bambini e negli adolescenti è stato simile a quello osservato negli adulti. Un totale di 467 pazienti pediatrici inizialmente randomizzati a duloxetina negli studi clinici ha presentato una diminuzione media di peso di 0,1 kg alla settimana 10 rispetto a un aumento medio di 0,9 kg nei 353 pazienti trattati con placebo. Nella fase successiva, durante il periodo di 4-6 mesi di estensione dello studio, i pazienti hanno presentato mediamente la tendenza al recupero del percentile atteso per il loro peso basale previsto sulla base dei dati di popolazione di soggetti sani di pari età e sesso. In studi della durata fino a 9 mesi, nei pazienti pediatrici trattati con duloxetina (vedere paragrafo 4.4) è stata osservata una diminuzione media complessiva dell’1% del percentile altezza (una diminuzione del 2% nei ragazzi (di età compresa tra 7 e 11 anni) e un aumento dello 0,3% negli adolescenti (di età compresa tra 12 e 17 anni). Segnalazione delle reazioni avverse sospette. La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione all’indirizzo www.aifa.gov.it/web/guest/content/segnalazioni-reazioni-avverse.
7. Gravidanza e allattamento
Gravidanza: Non vi sono dati sufficienti sull’uso di duloxetina nelle donne in gravidanza. Studi sugli animali hanno rivelato una tossicità riproduttiva a concentrazioni sistemiche (AUC) di duloxetina più basse rispetto all’esposizione clinica massima (vedere paragrafo 5.3). Il rischio potenziale per gli esseri umani non è noto. I dati epidemiologici hanno suggerito che l’uso di SSRI in gravidanza, specialmente nelle ultime fasi, può aumentare il rischio di ipertensione polmonare persistente nel neonato (PPHN). Sebbene nessuno studio abbia investigato l’associazione di PPHN al trattamento con SNRI, questo rischio potenziale non può essere escluso con duloxetina, considerando il meccanismo d’azione (inibizione della ricaptazione della serotonina). Come con altri farmaci serotoninergici, dopo un uso materno di duloxetina in prossimità del parto nel neonato possono verificarsi sintomi da sospensione. I sintomi da sospensione osservati con duloxetina possono includere ipotonia, tremore, nervosismo, difficoltà nell’allattamento, difficoltà respiratoria e convulsioni. La maggior parte dei casi si sono verificati sia alla nascita sia entro pochi giorni dalla nascita.Duloxetina Teva deve essere utilizzato durante la gravidanza solo se il beneficio potenziale giustifica il potenziale rischio per il feto. Le donne devono essere informate di riferire al loro medico dell’inizio di una gravidanza o dell’intenzione di intraprendere una gravidanza durante la terapia. Allattamento: Sulla base di uno studio effettuato su 6 donne in periodo di allattamento, che non allattavano al seno i loro bambini, è emerso che duloxetina viene scarsamente secreta nel latte materno. Calcolata in mg/kg, la dose infantile giornaliera stimata corrisponde circa allo 0,14% della dose materna (vedere paragrafo 5.2). Poiché la sicurezza di duloxetina nei neonati non è nota, si sconsiglia l’uso di Duloxetina Teva durante l’allattamento al seno. Fertilità: Negli studi animali, duloxetina non ha avuto effetti sulla fertilità maschile, e gli effetti nelle femmine sono stati evidenti solo a dosi che hanno causato una tossicità materna.
8. Conservazione
Non conservare a temperatura superiore ai 25 °C.
9. Principio attivo
Ogni capsula contiene duloxetina cloridrato equivalente a 30 mg di duloxetina. Ogni capsula contiene duloxetina cloridrato equivalente a 60 mg di duloxetina. Eccipienti con effetti noti: Ogni capsula da 30 mg contiene 101 mg di saccarosio. Ogni capsula da Teva 60 mg contiene 201 mg di saccarosio.
10. Eccipienti
Contenuto della capsula: Sfere di zucchero (saccarosio, amido di mais), Ipromellosa ftalato, Ipromellosa, Trietilcitrato, Idrossipropilcellulosa, Talco. Involucro della capsula. 30 mg: Ipromellosa (E464), Titanio diossido (E171), Blu Brillante FCF (E133), Ossido di ferro nero (E172), Inchiostro di stampa. 60 mg: Ipromellosa (E464), Titanio diossido (E171), Ossido di ferro nero (E172), Inchiostro di stampa. L’inchiostro di stampa contiene: Gommalacca, Glicole propilenico, Soluzione forte di ammoniaca, Ossido di ferro nero (E172), Idrossido di potassio.
11. Sovradosaggio
Sono stati riportati casi di sovradosaggio a dosi di duloxetina pari a 5400 mg, in monoterapia o in associazione ad altri medicinali. Si sono verificati alcuni decessi, principalmente in associazione al sovradosaggio di vari medicinali, ma anche con duloxetina in monoterapia ad una dose di circa 1000 mg. Segni e sintomi di sovradosaggio (con duloxetina in monoterapia o in associazione ad altri farmaci) comprendevano sonnolenza, coma, sindrome serotoninergica, convulsioni, vomito e tachicardia. Non è conosciuto un antidoto specifico per duloxetina; tuttavia, qualora insorga la sindrome serotoninergica, può essere preso in considerazione un trattamento specifico (ad esempio con ciproeptadina e/o controllo della temperatura). In tal caso è necessario stabilire la pervietà delle vie respiratorie. Si raccomanda un monitoraggio dei segni cardiaci e vitali, unitamente alle misure sintomatiche e di supporto appropriate. La lavanda gastrica può essere indicata se effettuata immediatamente dopo l'ingestione o in pazienti sintomatici. Il carbone attivo può essere utile nella riduzione dell'assorbimento. Duloxetina ha un volume di distribuzione ampio ed è improbabile che la diuresi forzata, l’emoperfusione e la perfusione a scambio diano beneficio.
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