Eritromicina Lattobion 500 mg/10 ml polvere e solvente per soluzione iniettabile 1 flaconcino polvere + 1 fiala solvente

Ultimo aggiornamento: 10 Febbraio, 2021
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1. Indicazioni terapeutiche
- Infezioni delle vie respiratorie superiori ed inferiori, della cute e dei tessuti molli sostenute da Streptococcus pyogenes (streptococco beta-emolitico di gruppo A). - Profilassi a breve termine dell’endocardite batterica da Streptococco alfa-emolitico (gruppo viridans) prima di interventi odontoiatrici od altri atti operatori in pazienti con anamnesi di febbre reumatica o malattia cardiaca congenita. - Infezioni acute della pelle e dei tessuti molli sostenute da Staphylococcus aureus. - Infezioni delle vie respiratorie superiori ed infezioni delle vie respiratorie inferiori sostenute da Diplococcus pneumoniae. - Polmonite primaria atipica sostenuta da Mycoplasma pneumoniae (agente di Eaton, organismi pleuropneumonio simili). - Sifilide primaria da Treponema pallidum in pazienti allergici alle penicilline. - Trattamento di eritrasma da Corynebacterium minutissimum. - Coadiuvante nel trattamento con antitossina nelle infezioni da Corynebacterium diphteriae e Corynebacterium minutissimum, al fine di prevenire la creazione di portatori e per la eradicazione del microrganismo nei portatori stessi. - Infezioni sostenute da Listeria monocytogenes. - Eradicamento di Bordetella Pertussis dal distretto naso-faringeo. - Profilassi della pertosse nelle persone esposte al contatto con Bordetella Pertussis. - Infezioni sostenute da ceppi di Legionella, in particolare da L. pneumophila. - Congiuntiviti nei neonati, polmoniti nell'infanzia, infezioni uro-genitali ed endocervicali negli adulti sostenute da Chlamydia trachomatis.
2. Posologia
Uso endovenoso ed intramuscolare. Adulti e adolescenti: 1-2 g al giorno fino ad un massimo di 4 g/die per le infezioni più gravi. Bambini (fino a 12 anni di età): 15 - 50 mg per kg di peso corporeo suddivisi in più somministrazioni al giorno. Il trattamento deve essere continuato per oltre 48 ore dopo la scomparsa dei sintomi e dopo che la temperatura corporea sia rientrata nella norma. Nelle infezioni da streptococco, il trattamento deve proseguire per almeno 10 giorni.
3. Controindicazioni
Ipersensibilità al principio attivo, ad antibiotici macrolidi, o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1. Gravidanza e allattamento. L’ eritromicina è controindicata nei pazienti in trattamento con astemizolo, terfenadina, domperidone, cisapride o pimozide, poiché ciò può comportare prolungamento dell’intervallo QT e aritmie cardiache che includono tachicardia ventricolare, fibrillazione ventricolare e torsioni di punta (vedere paragrafo 4.5). La somministrazione concomitante con ticagrelor, ranolazina, ergotamina e diidroergotamina è controindicata. L’ eritromicina non deve essere somministrata a pazienti con anamnesi di prolungamento dell’intervallo QT (prolungamento dell’intervallo QT congenito o acquisito documentato) o di aritmia cardiaca ventricolare, comprese torsioni di punta (vedere paragrafi 4.4 e 4.5). L’ eritromicina non deve essere somministrata in concomitanza a inibitori della HMG-CoA riduttasi (statine) che sono largamente metabolizzati dal CYP3A4 (lovastatina o simvastatina), a causa dell’aumento del rischio di miopatia, inclusa la rabdomiolisi (vedere paragrafo 4.5). Come altri potenti inibitori del CYP3A4, l’eritromicina non deve essere usata in pazienti che stanno assumendo colchicina.L’ eritromicina non deve essere usata nei pazienti che soffrono di grave insufficienza epatica in associazione con compromissione renale. L’ eritromicina non deve essere somministrata a pazienti con alterazioni elettrolitiche (ipomagnesiemia, ipokaliemia a causa del rischio di prolungamento dell’intervallo QT, vedere il paragrafo 4.4).
4. Avvertenze
L’eritromicina è escreta principalmente per via biliare. Di conseguenza dovrebbe essere prestata particolare attenzione nei pazienti con ridotta funzionalità epatica. In seguito alla somministrazione di Eritromicina, è stata segnalata in rari casi l'insorgenza di disfunzioni epatiche, dell'aumento degli enzimi epatici e dell'epatite epatocellulare e/o colostatica, con o senza ittero. La somministrazione di Eritromicina, a dosi elevate e per periodi di tempo superiori a due settimane, può determinare disturbi della funzionalità epatica, che va pertanto sorvegliata. Sospendere il trattamento in caso di reazioni anormali. Se compaiono segni di ipersensibilità come orticaria o altre reazioni di tipo allergico si deve interrompere la somministrazione ed usare adrenalina o steroidi. Sono state riportate coliti pseudomembranose in associazione con quasi tutti gli agenti antibatterici, inclusi i macrolidi, che possono manifestarsi con entità da lieve a pericolosa per la vita. È stata riportata diarrea associata a Clostridium difficile (CDAD) con l’uso di quasi tutti gli agenti antibatterici, inclusa l’eritromicina, che può manifestarsi con entità da diarrea lieve a colite fatale. La terapia con agenti antibatterici altera la normale flora del colon e questo può provocare una crescita eccessiva di C. difficile. La CDAD deve essere presa in considerazione in tutti quei pazienti che presentano diarrea a seguito dell’uso di antibiotici. È necessario eseguire un’approfondita anamnesi medica poiché la CDAD può manifestarsi più di due mesi dopo la somministrazione dell’agente antibatterico. Di conseguenza, indipendentemente dall’indicazione, deve essere presa in considerazione la sospensione della terapia con eritromicina. Deve essere eseguito un antibiogramma e iniziata una terapia adeguata. Deve essere evitata la somministrazione di medicinali che inibiscono la peristalsi. Sono stati segnalati casi di rabdomiolisi con o senza compromissione renale in pazienti gravemente malati sottoposti a terapia con Eritromicina somministrata in concomitanza con lovastatina (vedere paragrafo 4.5). È richiesta cautela quando si prescrive eritromicina con altre statine. I pazienti devono essere monitorati per i segni e sintomi di miopatia. Nelle situazioni in cui l’uso concomitante di claritromicina e statine non può essere evitato, si raccomanda di prescrivere la più bassa dose disponibile di statina. L’uso prolungato o ripetuto di eritromicina può condurre ad una crescita eccessiva di batteri o funghi non suscettibili. Nel caso in cui si verifichi una superinfezione, la somministrazione di Eritromicina dovrebbe essere immediatamente interrotta e dovrebbe essere istituita una terapia adeguata. Sono stati segnalati casi in cui l’assunzione di Eritromicina potrebbe aggravare lo stato di indebolimento dei pazienti che presentano miastenia grave. Nella primissima infanzia, il prodotto va somministrato nei casi di effettiva necessità, sotto il diretto controllo del medico. Sono stati segnalati casi di stenosi ipertrofica (IHPS) del piloro infantile nei bambini a seguito di trattamento con eritromicina. Gli studi epidemiologici, inclusi i dati da meta-analisi, suggeriscono un aumento di 2-3 volte del rischio di stenosi pilorica infantile in seguito all’esposizione all’eritromicina durante l’infanzia. Il rischio è maggiore in seguito all’esposizione all’eritromicina durante i primi 14 giorni di vita. I dati disponibili riferiscono un rischio del 2,6% (IC al 95%: 1,5-4,2%) a seguito dell’esposizione all’eritromicina durante questo periodo di tempo. Il rischio di stenosi ipertrofica del piloro infantile nella popolazione generale è dello 0,1-0,2%. Considerato che l’eritromicina viene impiegata nei bambini per il trattamento di affezioni associate ad una significativa mortalità o morbilità quali la pertosse o le infezioni neonatali da Chlamydia trachomatis, bisogna attentamente valutare il beneficio della terapia con eritromicina rispetto al potenziale rischio di insorgenza di stenosi ipertrofica del piloro (IHPS). I genitori devono essere informati affinchè segnalino al medico eventuali episodi di vomito o difficoltà all’allattamento del neonato. Alcune segnalazioni suggeriscono che l’eritromicina non sia in grado di raggiungere il feto a concentrazioni adeguate, tali da prevenire la sifilide congenita. I neonati di madri trattate durante la gravidanza con eritromicina somministrata per il trattamento della sifilide precoce dovrebbero essere trattati ricorrendo ad un adeguato schema terapeutico a base di penicillina. Il prolungamento dell'intervallo QT, che riflette effetti sulla ripolarizzazione cardiaca che comporta il rischio di sviluppare aritmia cardiaca e torsioni di punta, è stato osservato in pazienti trattati con macrolidi, tra cui l’eritromicina (vedere paragrafi 4.3, 4.5 e 4.8). Sono stati segnalati decessi.L’ eritromicina deve essere usata con cautela nei seguenti casi. • Pazienti con malattia coronarica, grave insufficienza cardiaca, disturbi di conduzione o bradicardia clinicamente significativa. • Pazienti che assumono in concomitanza altri medicinali associati al prolungamento dell’intervallo QT (vedere paragrafo 4.3 e 4.5). I pazienti anziani possono essere più sensibili agli effetti sull’intervallo QT associati al farmaco (vedere paragrafo 4.8). • La somministrazione concomitante di eritromicina con astemizolo, cisapride, pimozide e terfenadina è controindicata (vedere paragrafo 4.3). Studi epidemiologici che indagano sul rischio di eventi cardiovascolari avversi associati a macrolidi hanno rivelato risultati variabili. Alcuni studi osservazionali hanno identificato un raro rischio a breve termine di aritmia, infarto miocardico e mortalità cardiovascolare associato ai macrolidi, tra cui l’eritromicina. Durante la prescrizione dell’eritromicina si devono bilanciare questi risultati con i benefici del trattamento. In previsione della diffusione della resistenza dello Streptococcus pneumoniae ai macrolidi, è importante che vengano effettuati test di sensibilità quando si prescrive eritromicina per polmoniti acquisite in comunità. Nelle polmoniti nosocomiali, la claritromicina deve essere usata in combinazione con adeguati antibiotici addizionali. Come con altri macrolidi, sono state riportate rare reazioni allergiche gravi, tra cui la pustolosi esantematica acuta generalizzata (AGEP). Se si verifica una reazione allergica, la somministrazione del medicinale deve essere interrotta e deve essere iniziata una terapia adeguata. I medici devono essere consapevoli del fatto che quando la terapia sintomatica viene sospesa può verificarsi la comparsa di sintomi allergici.
5. Interazioni
Associazioni controindicate (vedere paragrafo 4.3). Alcaloidi vasocostrittori : si sono osservati fenomeni di ischemia dopo somministrazione simultanea di eritromicina ed alcaloidi vasocostrittori del tipo ergotamina e diidroergotamina. Casi post-marketing indicano che la somministrazione concomitante di eritromicina con ergotamina o diidroergotamina è stata associata con tossicità acuta da ergotamina caratterizzata da vasospasmo e ischemia delle estremità e altri tessuti incluso il sistema nervoso centrale. Terfenadina e astemizolo : l’eritromicina altera in maniera significativa il metabolismo della terfenadina e dell’astemizolo. Raramente sono stati osservati casi di gravi episodi cardiovascolari tra i quali morte, arresto cardiaco, torsioni di punta e altre aritmie ventricolari. Cisapride, pimozide, claritromicina: sono stati segnalati livelli elevati di cisapride, pimozide e claritromicina, un altro antibiotico macrolide, in pazienti che assumono contemporaneamente eritromicina. Ciò può condurre ad un prolungamento dell’intervallo QT e ad aritmie cardiache come la tachicardia ventricolare, la fibrillazione ventricolare e le torsioni di punta. Associazioni sconsigliate (vedere paragrafo 4.4). Inibitori della HMG-CoA riduttasi : è stato segnalato che l’eritromicina aumenta le concentrazioni degli inibitori della HMG-CoA riduttasi (ad es. lovastatina e simvastatina). Si sono verificati casi di rabdomiolisi nei pazienti che assumono simultaneamente tali farmaci. È richiesta cautela quando si prescrive eritromicina con le statine. Nelle situazioni in cui l’uso concomitante di claritromicina e statine non può essere evitato, si raccomanda di prescrivere la più bassa dose disponibile di statina. Deve essere preso in considerazione l’utilizzo di una statina (es. fluvastatina) il cui metabolismo non sia dipendente dal CYP3A. I pazienti devono essere monitorati per i segni e sintomi di miopatia. Associazioni da monitorare. Benzodiazepine: è stato segnalato che l’eritromicina diminuisce la clearance del triazolam, alprazolam, midazolam e delle benzodiazepine correlate e di conseguenza può causare l’aumento dell’effetto farmacologico di questi farmaci. Digossina: l’eritromicina potenzia l’effetto della digossina quando somministrata contemporaneamente. Anticoagulanti orali: sono stati segnalati aumenti degli effetti anticoagulanti quando l’eritromicina è somministrata in concomitanza con anticoagulanti orali (ad es. warfarin, rivaroxaban). Nel corso della terapia concomitante a base di eritromicina e di anticoagulanti orali, i tempi di protrombina dovrebbero essere monitorati attentamente. Farmaci metabolizzati dal citocromo P450: l’uso di eritromicina in pazienti che assumono in concomitanza farmaci metabolizzati dal citocromo P450 può essere associato ad aumento dei livelli sierici di questi farmaci. Sono state riportate interazioni di Eritromicina con Carbamazepina, Ciclosporina, Esobarbital, Fenitoina, Alfentanil, Disopiramide, Bromocriptina, Valproato, Tacrolimus, Chinidina, Metilprednisolone, Cilostazolo, Vinblastina, Sildenafil. Le concentrazioni sieriche di tali farmaci devono essere monitorate. Colchicina: La colchicina è un substrato sia del CYP3A che dell’efflux transporter, P-glicoproteina (Pgp). È noto che l’eritromicina e altri macrolidi inibiscono il CYP3A e il Pgp. Quando eritromicina e colchicina sono somministrate contemporaneamente, l’inibizione del CYP3A e/o del Pgp da parte della claritromicina può portare ad aumentata esposizione alla colchicina (vedere paragrafo 4.3 e 4.4). Zopiclone: è stato osservato come l’eritromicina diminuisca la clearance dello zopiclone e di conseguenza possa causare un aumento dell’effetto farmacologico di tale farmaco. Teofillina: in caso di somministrazione di eritromicina associata alla teofillina si possono avere aumenti sierici di quest’ultima con un conseguente aumento di effetti tossici. In tal caso occorre ridurre la quantità di teofillina somministrata. L’Eritromicina interferisce con le determinazioni fluorometriche delle catecolamine urinarie. Verapamil: è consigliata attenzione nella somministrazione concomitante di claritromicina e bloccanti del canale del calcio metabolizzati dal CYP3A4 (es. verapamil, amlodipina, diltiazem) a causa del rischio di ipotensione. Le concentrazioni plasmatiche di claritromicina così come quelle dei bloccanti del canale del calcio possono aumentare a causa dell’interazione. Sono stati osservati ipotensione, bradiaritmia e acidosi lattica nei pazienti che assumono eritromicina e verapamil contemporaneamente. Sildenafil, tadalafil e vardenafil: ognuno di questi inibitori della fosfodiesterasi viene metabolizzata, almeno parzialmente, dal CYP3A ed il CYP3A potrebbe essere inibito da eritromicina somministrata in concomitanza. È molto probabile che la somministrazione concomitante di eritromicina e sildenafil, tadalafil o vardenafil determini un aumento dell’esposizione dell’inibitore della fosfodiesterasi. Dovrebbe pertanto essere presa in considerazione una riduzione del dosaggio di sildenafil, tadalafil e vardenafil quando tali farmaci vengono somministrati in concomitanza ad eritromicina. Altre interazioni farmacologiche: La cimetidina può inibire il metabolismo di eritromicina aumentando i livelli plasmatici. Durante il trattamento concomitante con eritromicina e farmaci inibitori delle proteasi, è stato osservato inibizione del metabolismo dell’eritromicina. Fexofenadina: in caso di somministrazione concomitante di eritromicina e fexofenadina, la concentrazione plasmatica di fexofenadina aumenta di 2-3 volte, probabilmente a causa di aumentato assorbimento.
6. Effetti indesiderati
Di seguito sono riportati gli effetti indesiderati dell’eritromicina, organizzati secondo la classificazione per sistemi ed organi e alla frequenza MedDRA. Frequenza Non nota (la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili). Infezioni ed infestazioni: Colite pseudo-membranosa, superinfezioni causate da batteri o funghi resistenti ad esempio candidosi orale e vaginale. Patologie gastrointestinali: Anoressia, crampi e dolori addominali, nausea, vomito, diarrea, disfunzione epatica, pancreatite, stenosi ipertrofica del piloro nei neonati. Disturbi del sistema immunitario: Reazioni allergiche, edema, angioedema, reazioni anafilattiche incluso lo shock anafilattico, orticaria, eruzioni cutanee, anafilassi. Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo: Eruzioni cutanee, eritema multiforme, sindrome di Stevens-Johnson, necrolisi epidermica tossica, prurito, pustolosi esantematica acuta generalizzata (AGEP). Patologie dell’orecchio e del labirinto: Sordità reversibile, tinnito. Patologie dell’occhio: Disturbi della visione compreso diplopia e visione offuscata. Patologie del sistema emolinfopoietico: Eosinofilia. Patologie cardiache: Aritmie cardiache, tachicardia ventricolare, prolungamento dell’intervallo QT, torsioni di punta, arresto cardiaco, fibrillazione ventricolare. Patologie del sistema nervoso: Convulsioni, allucinazioni, attacchi epilettici, vertigini, cefalea, insonnia. Disturbi psichiatrici: Stati confusionali. Patologie renali ed urinarie: Nefrite interstiziale. Patologie vascolari: Tromboflebite, ipotensione. Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche: Dispnea (incluse condizioni asmatiche). Patologie epatobiliari: Colestasi e ittero colestatico, sintomi simil-epatite, epatomegalia, insufficienza epatica, disfunzione epatica. Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo: Articolazioni tumefatte. Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione: Dolore e/o irritazione al sito di iniezione, febbre da farmaco, dolore al petto, febbre, malessere. Esami diagnostici: Interferenza con le determinazioni fluorometriche delle catecolamine urinarie, aumento di ALT, AST, LDH, fosfatasi alcalina, Y-GT e bilirubina. Segnalazione delle reazioni avverse sospette. La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione all’indirizzo http://www.agenziafarmaco.gov.it/content/come-segnalare-una-sospetta-reazione-avversa.
7. Gravidanza e allattamento
Non esistono studi adeguati e ben controllati condotti sulle donne in gravidanza e durante l’allattamento. L’eritromicina attraversa la barriera placentare ed è nota anche la sua presenza nel latte materno. Studi osservazionali svolti sull’uomo hanno riportato la comparsa di malformazioni cardiovascolari dopo un’esposizione a prodotti medicinali contenenti eritromicina nel corso dei primi mesi di gravidanza (vedere il paragrafo 5.3). Pertanto, la sicurezza dell’eritromicina durante la gravidanza o l’allattamento non è stata stabilita. L’eritromicina deve essere assunta dalle donne in gravidanza e durante l’allattamento solo in caso di assoluta necessità.
8. Conservazione
Non conservare a temperatura superiore ai 30°C.
9. Principio attivo
Eritromicina lattobionato Fisiopharma 500 mg/10 ml polvere e solvente per soluzione iniettabile. Un flaconcino di polvere contiene: Principio attivo: Eritromicina lattobionato 744.1 mg (equivalente a 500 mg di eritromicina). Eritromicina lattobionato Fisiopharma 1 g/20 ml polvere e solvente per soluzione iniettabile. Un flaconcino di polvere contiene: Principio attivo: Eritromicina lattobionato 1488.2 mg (equivalente a 1000 mg di eritromicina). Per l'elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.
10. Eccipienti
Fiala solvente: acqua per preparazioni iniettabili fiala da 10 ml - 20 ml.
11. Sovradosaggio
Sintomi In caso di assunzione di dosi elevate di eritromicina si sono manifestati effetti indesiderati come ototossicità, perdita dell’udito, colestasi, aritmia ventricolare, dolori epigastrici, nausea, vomito e diarrea. Questi disturbi diventano frequenti quando si impiegano posologie da 8 a 12 grammi per più giorni. Tali dolori scompaiono con la cessazione della somministrazione dell’antibiotico. Trattamento In caso di sovradosaggio la somministrazione di eritromicina dovrebbe essere interrotta. Il sovradosaggio dovrebbe essere gestito attraverso la pronta eliminazione del farmaco non assorbito e altre misure appropriate. L’eritromicina non è eliminata con dialisi peritoneale o emodialisi.
Le informazioni pubblicate in questa pagina riportano informazioni farmaceutiche (Foglietto Illustrativo e Caratteristiche principali del Farmaco), sono da intendersi a solo scopo illustrativo; non intendono e non devono sostituirsi alle opinioni del medico. Per informazioni complete e sempre aggiornate su questo farmaco si consiglia di consultare il portale dell'AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco).
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