Lentokalium 600 mg capsule rigide 40 capsule

Ultimo aggiornamento: 10 Febbraio, 2021
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1. Indicazioni terapeutiche
Trattamento della deplezione potassica e dell’intossicazione digitalica in pazienti con ipopotassiemia. Alcalosi metabolica ipocloremica ed ipopotassiemica. Lento–Kalium può essere utilmente somministrato nelle deficienze di potassio da: – uso prolungato o eccessivo di diuretici ipokaliemizzanti (tiazidici, ac. etacrinico, furosemide), specie in soggetti ipertesi, con insufficienza cardiaca congestizia, cirrosi epatica, sindrome nefrosica. – diarree croniche, abuso di lassativi, vomiti prolungati, stati di iperaldosteronismo con funzione renale normale. – trattamenti con corticosteroidi e ACTH.
2. Posologia
Le dosi vanno stabilite individualmente. Di massima si consigliano 1–2 capsule da 600 mg due–tre volte al giorno o più a seconda del fabbisogno del paziente, da assumere preferibilmente a stomaco pieno.
3. Controindicazioni
La somministrazione di KCl trova controindicazione assoluta nelle iperpotassiemie di varia genesi ed inoltre nell’insufficienza renale grave con oliguria o iperazotemia, nel m. di Addison non trattato, nella deidratazione acuta grave, nell’adinamia periodica ereditaria, nell’insufficienza surrenalica e nell’acidosi diabetica. Un fattore di forte limitazione alla somministrazione di preparazioni solide di cloruro di potassio è inoltre rappresentato dalle condizioni di arresto o forte rallentamento del transito gastrointestinale.
4. Avvertenze
Il cloruro di potassio va somministrato con cautela in pazienti con insufficienza renale, negli uremici e nei soggetti anziani, in cui maggiori sono i rischi di iperpotassiemia e di arresto cardiaco per alterazione dei meccanismi di escrezione del potassio (ciò si verifica soprattutto dopo somministrazione endovenosa di dosi elevate). Il trattamento della deplezione potassica, specie in presenza di cardiopatie, nefropatie o acidosi grave, richiede un’attenta sorveglianza dell’equilibrio acido–base e frequenti controlli ecocardiografici e degli elettroliti plasmatici. Occorre infine tener presente che l’ipopotassiemia talvolta si accompagna ad ipocalcemia asintomatica, che può rendersi manifesta in seguito a correzione del deficit potassico. Nei rari casi di acidosi metabolica da ipopotassiemia è preferibile usare un sale potassico alcalinizzante (ad es. bicarbonato). Tenere fuori dalla portata dei bambini
5. Interazioni
È opportuno non somministrare contemporaneamente sali di potassio e diuretici ad azione potassio risparmiatrice (es. spironolattone, triamterene, amiloride). Nei cardiopatici va ricordato che gli effetti elettrofisiologici degli antiaritmici (chinidinici) possono essere esaltati dall’iperpotassiemia e antagonizzati dall’ipopotassiemia.
6. Effetti indesiderati
Gli effetti collaterali conseguenti al trattamento orale con sali di potassio sono: nausea, vomito, disturbi addominali, diarrea; gli effetti più gravi: iperpotassiemia, emorragie, ostruzione e perforazione gastrointestinale. Data la particolare formulazione, Lento–Kalium solo eccezionalmente ed in particolari condizioni può dar luogo a tale sintomatologia; ciononostante è consigliabile anche per questo preparato l’assunzione a stomaco pieno.
7. Gravidanza e allattamento
Nessuna controindicazione.
8. Conservazione
Nessuna speciale precauzione per la conservazione.
9. Principio attivo
1 capsula contiene: potassio cloruro mg 600. Per gli eccipienti, vedere 6.1.
10. Eccipienti
Etilcellulosa, talco
11. Sovradosaggio
Intossicazione potassica. Le due cause principali di intossicazione potassica sono una somministrazione troppo rapida, specie per via endovenosa, e l’insufficienza renale acuta o cronica. L’iperpotassiemia è in quest’ultimo caso dovuta ad incapacità del rene di eliminare il potassio. È importante ricordare che l’iperpotassiemia è in genere asintomatica e rilevata solo da un aumento della potassiemia e da caratteristiche modificazioni ECGragiche (onde T appuntite, scomparsa dell’onda P, sottoslivellamento di ST e allungamento dell’intervallo QT). Manifestazioni tardive sono la paralisi muscolare e il collasso cardiovascolare da arresto cardiaco.
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