Quetiapina Acc 150 mg compresse a rilascio prolungato, 60 compresse in blister pvc/pvcd/al

Ultimo aggiornamento: 10 Febbraio, 2021
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1. Indicazioni terapeutiche
Quetiapina Accord 150 mg compresse a rilascio prolungato è indicata per: • trattamento della schizophrenia; • trattamento del disturbo bipolare: o Per il trattamento degli episodi maniacali da moderati a gravi associati al disturbo bipolare; o Per il trattamento degli episodi depressivi maggiori associati al disturbo bipolare; o Per la prevenzione di recidive di episodi maniacali o depressivi nei pazienti affetti da disturbo bipolare che hanno risposto in precedenza al trattamento con quetiapina; • trattamento aggiuntivo di episodi depressivi maggiori nei pazienti con Disturbo Depressivo Maggiore (DDM) che hanno avuto una risposta sub-ottimale alla monoterapia con antidepressivi (vedere paragrafo 5.1). Prima di iniziare il trattamento, il medico deve prendere in considerazione il profilo di sicurezza di Quetiapina Accord compresse a rilascio prolungato (vedere paragrafo 4.4).
2. Posologia
Posologia. Esistono diversi schemi di dosaggio per ciascuna indicazione. Bisogna pertanto assicurarsi che i pazienti ricevano informazioni chiare sulla dose più appropriata per la loro patologia. Adulti. Per il trattamento della schizofrenia e degli episodi maniacali da moderati a gravi associati al disturbo bipolare. Quetiapina Accord 150 mg compresse a rilascio prolungato deve essere somministrata almeno un’ora prima di un pasto. La dose giornaliera all’inizio della terapia è di 300 mg al Giorno 1 e 600 mg al Giorno 2. La dose giornaliera raccomandata è 600 mg, tuttavia, se clinicamente giustificato, la dose può essere aumentata a 800 mg al giorno. La dose deve essere aggiustata in un intervallo di dosaggio efficace che varia tra 400 mg e 800 mg al giorno, in funzione della risposta clinica e della tollerabilità del paziente. Per la terapia di mantenimento della schizofrenia non è necessario alcun aggiustamento della dose. Per il trattamento degli episodi depressivi maggiori associati al disturbo bipolare. Quetiapina Accord 150 mg compresse a rilascio prolungato deve essere somministrata la sera, prima di coricarsi. La dose totale giornaliera per i primi quattro giorni di terapia è di 50 mg (Giorno 1), 100 mg (Giorno 2), 200 mg (Giorno 3) e 300 mg (Giorno 4). La dose giornaliera raccomandata è di 300 mg. In studi clinici non è stato osservato alcun beneficio aggiuntivo nel gruppo di pazienti trattato con la dose da 600 mg rispetto ai pazienti trattati con 300 mg (vedere paragrafo 5.1). Singoli pazienti possono beneficiare del trattamento con la dose da 600 mg. Le dosi superiori a 300 mg devono essere somministrate da medici con esperienza nel trattamento del disturbo bipolare. In singoli pazienti, nel caso di problemi di tolleranza, gli studi clinici hanno evidenziato che potrebbe essere considerata la riduzione della dose fino ad un minimo di 200 mg. Per la prevenzione delle recidive nel disturbo bipolare. Per prevenire la recidiva di episodi maniacali, depressivi o misti nel disturbo bipolare, i pazienti che rispondono a Quetiapina Accord 150 mg compresse a rilascio prolungato per il trattamento acuto del disturbo bipolare devono proseguire la terapia con Quetiapina Accord 150 mg compresse a rilascio prolungato alla stessa dose somministrata la sera, prima di coricarsi. La dose può essere aggiustata in base alla risposta clinica e alla tollerabilità del singolo paziente, in un intervallo compreso tra 300 mg e 800 mg/die. È importante utilizzare la dose minima efficace per la terapia di mantenimento. Per il trattamento aggiuntivo di episodi depressivi maggiori associati al DDM. Quetiapina Accord 150 mg compresse a rilascio prolungato deve essere somministrata la sera, prima di coricarsi. La dose giornaliera all’inizio della terapia è di 50 mg nei Giorni 1 e 2, e 150 mg nei Giorni 3 e 4. L’effetto antidepressivo è stato osservato alle dosi di 150 e 300 mg/die in studi clinici a breve termine, come terapia aggiuntiva (con amitriptilina, bupropione, citalopram, duloxetina, escitalopram, fluoxetina, paroxetina, sertralina e venlafaxina - vedere paragrafo 5.1) e di 50 mg/die in studi clinici a breve termine in monoterapia. A dosi superiori aumenta il rischio di eventi avversi. I medici devono pertanto accertarsi che venga utilizzata la dose minima efficace per il trattamento iniziando con 50 mg/die. La necessità di incrementare la dose da 150 a 300 mg/die deve essere basata sulla valutazione del singolo paziente. Passaggio dalla terapia con compresse a rilascio immediato di quetiapina. Per un dosaggio più comodo, i pazienti attualmente trattati con dosi suddivise di compresse a rilascio immediato di quetiapina possono passare al trattamento con Quetiapina Accord 150 mg compresse a rilascio prolungato alla dose totale giornaliera equivalente somministrata una volta al giorno. Possono essere necessari aggiustamenti individuali della dose. Anziani. Come per altri antipsicotici e antidepressivi, Quetiapina Accord 150 mg compresse a rilascio prolungato deve essere utilizzata con cautela nei pazienti anziani, specie durante le prime fasi del trattamento. Può essere necessario che l’incremento progressivo della dose di Quetiapina Accord 150 mg compresse a rilascio prolungato avvenga più lentamente e che la dose terapeutica giornaliera venga ridotta rispetto ai pazienti più giovani. La clearance plasmatica media della quetiapina è risultata ridotta del 30-50% nei pazienti anziani rispetto ai pazienti più giovani. La dose iniziale per i pazienti anziani è pari a 50 mg/die. La dose può essere aumentata con incrementi di 50 mg/die fino a una dose efficace, in funzione della risposta clinica e della tollerabilità del singolo paziente. Nei pazienti anziani con episodi depressivi maggiori associati a DDM, la dose iniziale deve essere di 50 mg/die ai Giorni 1-3, aumentando a 100 mg/die al Giorno 4 e a 150 mg/die al Giorno 8. Deve essere utilizzata la dose minima efficace, cominciando da 50 mg/die. Qualora fosse richiesto un aumento della dose a 300 mg/die, sulla base della valutazione del singolo paziente, questo deve effettuarsi non prima del Giorno 22 di trattamento. L’efficacia e la sicurezza non sono state valutate in pazienti di età superiore a 65 anni con episodi depressivi associati al disturbo bipolare. Popolazione pediatrica. Quetiapina Accord 150 mg compresse a rilascio prolungato non deve essere utilizzata in bambini e adolescenti di età inferiore a 18 anni, a causa della mancanza di dati che supportano l’uso in questa fascia di età. I dati al momento disponibili provenienti da studi clinici controllati con placebo sono riportati nei paragrafi 4.4, 4.8, 5.1 e 5.2. Compromissione della funzione renale. Non è necessario un aggiustamento della dose in pazienti con funzione renale compromessa. Compromissione della funzione epatica. Quetiapina viene ampiamente metabolizzata dal fegato. Pertanto Quetiapina Accord 150 mg compresse a rilascio prolungato deve essere usata con cautela in pazienti con nota compromissione della funzione epatica, particolarmente durante le fasi iniziali del trattamento. La dose iniziale per i pazienti con funzione epatica compromessa deve essere di 50 mg/die. L’aggiustamento della dose può avvenire con incrementi pari a 50 mg/die fino a raggiungere la dose efficace, in funzione della risposta clinica e della tollerabilità del singolo paziente. Modo di somministrazione. Quetiapina Accord 150 mg compresse a rilascio prolungato deve essere somministrata una volta al giorno, lontano dai pasti. Le compresse devono essere deglutite intere, senza dividerle, masticarle, o frantumarle.
3. Controindicazioni
Ipersensibilità al principio attivo o a uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1. La somministrazione concomitante degli inibitori del citocromo P450 3A4, come gli inibitori dell’HIV-proteasi, gli antifungini azolici, eritromicina, claritromicina e nefazodone, è controindicata (vedere paragrafo 4.5).
4. Avvertenze
Poiché Quetiapina Accord 150 mg compresse a rilascio prolungato ha diverse indicazioni, si deve tener conto del profilo di sicurezza del farmaco rispetto alla diagnosi del singolo paziente e alla dose da somministrare. L’efficacia e la sicurezza a lungo termine in pazienti con DDM non sono state valutate nella terapia aggiuntiva, tuttavia l’efficacia e la sicurezza a lungo termine sono state valutate nei pazienti adulti in monoterapia (vedere paragrafo 5.1). Popolazione pediatrica. Quetiapina non deve essere utilizzata in bambini e adolescenti di età inferiore a 18 anni, a causa della mancanza di dati che ne supportino l’uso in questa fascia di età. Studi clinici condotti con quetiapina hanno evidenziato che in aggiunta al noto profilo di sicurezza osservato negli adulti (vedere paragrafo 4.8), alcuni eventi avversi si verificano con una frequenza superiore nei bambini e negli adolescenti rispetto agli adulti (aumento dell’appetito, innalzamento della prolattina sierica e vomito, rinite, sincope) o possono avere differenti implicazioni per i bambini e gli adolescenti (sintomi extrapiramidali e irritabilità) mentre uno di questi non era mai stato segnalato precedentemente negli studi sugli adulti (aumenti della pressione sanguigna). In bambini e adolescenti sono state anche osservate alterazioni dei test di funzionalità tiroidea. Inoltre, le implicazioni di sicurezza nel lungo termine del trattamento con la quetiapina sulla crescita e la maturazione non sono state analizzate oltre le 26 settimane. Analogamente, le implicazioni nel lungo termine relative allo sviluppo cognitivo e comportamentale non sono note. In studi clinici controllati con placebo condotti su pazienti bambini e adolescenti, la quetiapina è stata associata ad un’aumentata incidenza di sintomi extrapiramidali (EPS) rispetto al placebo nei pazienti trattati per schizofrenia, mania bipolare e depressione bipolare (vedere paragrafo 4.8). Suicidio/propensione al suicidio o peggioramento clinico.La depressione è associata ad un aumentato rischio di propensione al suicidio, autolesionismo e suicidio (eventi correlati al suicidio). Questo rischio persiste fino a una remissione significativa. Poiché tale miglioramento potrebbe non verificarsi nel corso delle prime settimane o più di trattamento, i pazienti devono essere strettamente monitorati fino al raggiungimento di tale miglioramento. Dall’esperienza clinica generale si è osservato che il rischio di suicidio può aumentare nelle fasi precoci di miglioramento. Inoltre i medici devono considerare il rischio potenziale di eventi correlati al suicidio dopo la brusca interruzione del trattamento con quetiapina, dovuto ai noti fattori di rischio per la patologia in questione. Anche altri disturbi psichiatrici per i quali viene prescritta quetiapina possono essere associati a un aumento del rischio di eventi correlati al suicidio. Oltre a ciò, queste patologie possono esistere in comorbilità con episodi depressivi maggiori. Le stesse precauzioni osservate nel trattamento di pazienti con episodi depressivi maggiori devono essere pertanto adottate durante il trattamento di pazienti con altri disturbi psichiatrici. I pazienti con anamnesi positiva per eventi correlati al suicidio, o coloro che mostrano un grado significativo di propensione al suicidio prima dell’inizio del trattamento, sono noti essere esposti a un rischio maggiore di propensione al suicidio o tentativo di suicidio, e devono pertanto essere sottoposti a stretta sorveglianza durante il trattamento. Una meta-analisi condotta su studi clinici controllati con placebo con farmaci antidepressivi in pazienti adulti con disturbi psichiatrici ha mostrato un aumentato rischio di comportamento suicida con l’uso di antidepressivi rispetto al placebo nei pazienti di età inferiore a 25 anni. Durante la terapia deve essere effettuato un attento monitoraggio dei pazienti, in particolare di quelli ad alto rischio, specie nelle fasi iniziali di trattamento e in seguito alle variazioni della dose. I pazienti (e chi si prende cura di loro) devono essere avvertiti della necessità di controllare qualsiasi eventuale peggioramento clinico, comportamento o propensione al suicidio e variazioni inusuali del comportamento e di richiedere immediatamente un intervento medico se tali sintomi si presentano. In studi clinici controllati con placebo a più breve termine condotti su pazienti con episodi depressivi maggiori associati al disturbo bipolare è stato osservato un rischio maggiore di eventi correlati al suicidio nei pazienti adulti giovani (di età inferiore a 25 anni) trattati con quetiapina, rispetto ai pazienti trattati con placebo (3,0% vs 0%, rispettivamente). In studi clinici su pazienti con DDM l’incidenza di eventi correlati al suicidio osservata nei pazienti adulti giovani (di età inferiore a 25 anni) è risultata pari a 2,1% (3/144) per quetiapina e 1,3% (1/75) per il placebo. Uno studio retrospettivo con quetiapina per il trattamento di pazienti con disturbi depressivi maggiori sulla popolazione ha mostrato un aumento del rischio di autolesionismo e suicidio nei pazienti di età da 25 a 64 anni senza una storia di autolesionismo durante l’assunzione di quetiapina insieme ad altri antidepressivi. Rischio metabolico. A causa del rischio osservato di peggioramento del profilo metabolico, incluse le variazioni di peso corporeo, di glucosio ematico (vedere iperglicemia) e di lipidi osservate negli studi clinici, i parametri metabolici dei pazienti devono essere valutati al momento dell'inizio del trattamento e le variazioni di tali parametri devono essere controllate regolarmente durante il corso del trattamento. Il peggioramento di questi parametri deve essere trattato in modo clinicamente appropriato (vedere anche paragrafo 4.8). Sintomi extrapiramidali. In studi clinici controllati con placebo in pazienti adulti trattati per episodi depressivi maggiori correlati a disturbo bipolare e disturbo depressivo maggiore, la quetiapina è stata associata ad un aumento dell’incidenza di sintomi extrapiramidali (EPS) rispetto al placebo (vedere paragrafi 4.8 e 5.1). L’uso di quetiapina è stato associato allo sviluppo di acatisia, caratterizzata da irrequietezza soggettivamente spiacevole o disturbante e dalla necessità di muoversi, spesso accompagnata dall’incapacità di rimanere seduti o fermi. Ciò è più probabile che si verifichi entro le prime settimane di trattamento. Nei pazienti che manifestano questi sintomi, l’incremento della dose potrebbe rivelarsi dannoso. Discinesia tardiva. Qualora si manifestassero segni e sintomi di discinesia tardiva, è necessario considerare la riduzione della dose o l’interruzione della terapia con quetiapina. I sintomi di discinesia tardiva possono peggiorare o persino insorgere dopo l’interruzione del trattamento (vedere paragrafo 4.8). Sonnolenza e vertigini. Il trattamento con la quetiapina è stato associato a sonnolenza e sintomi correlati, come sedazione (vedere paragrafo 4.8). In studi clinici per il trattamento di pazienti con depressione bipolare e disturbo depressivo maggiore, l’insorgenza di tale evento si verifica generalmente entro i primi 3 giorni di terapia ed è prevalentemente d’intensità da lieve a moderata. I pazienti che sperimentano sonnolenza di grave intensità possono richiedere controlli più frequenti per un minimo di 2 settimane dall’insorgenza della sonnolenza o fino al miglioramento dei sintomi, e deve essere presa in considerazione la sospensione del trattamento. Ipotensione ortostatica. Il trattamento con la quetiapina è stato associato a ipotensione ortostatica e capogiri correlati (vedere paragrafo 4.8) i quali, analogamente alla sonnolenza, insorgono solitamente durante la fase iniziale di titolazione della dose. Ciò può aumentare il verificarsi di lesioni accidentali (cadute), particolarmente nella popolazione anziana. Pertanto, i pazienti devono essere avvertiti di prestare cautela fino a quando non saranno a conoscenza della loro sensibilità individuale al farmaco. Quetiapina deve essere usata con cautela nei pazienti con patologie cardiovascolari note, patologie cerebrovascolari o con altre condizioni predisponenti all’ipotensione. Se si verifica ipotensione ortostatica, deve essere considerata una riduzione della dose o un regime di titolazione più graduale, soprattutto in pazienti con patologia cardiovascolare sottostante. Sindrome da apnea del sonno. È stata segnalata sindrome da apnea del sonno in pazienti che utilizzavano quetiapina. La quetiapina deve essere usata con cautela nei pazienti che ricevono depressivi del sistema nervoso centrale concomitanti e che hanno una storia o sono a rischio di apnea del sonno, così come in quelli in sovrappeso/obesi o di sesso maschile. Crisi epilettiche. Studi clinici controllati non hanno evidenziato differenze nell’incidenza di crisi epilettiche nei pazienti trattati con quetiapina o con placebo. Non sono disponibili dati relativi all’incidenza delle crisi epilettiche nei pazienti con storia di disturbi epilettici. Come per gli altri antipsicotici, si raccomanda cautela nel trattamento di pazienti con anamnesi di crisi epilettiche (vedere paragrafo 4.8). Sindrome neurolettica maligna. La sindrome neurolettica maligna è stata associata al trattamento con farmaci antipsicotici, compresa la quetiapina (vedere paragrafo 4.8). Le manifestazioni cliniche comprendono ipertermia, alterazione dello stato mentale, rigidità muscolare, instabilità del sistema nervoso autonomo e aumento della creatinfosfochinasi. In tali circostanze, la terapia con quetiapina deve essere interrotta e deve essere istituita una terapia medica appropriata. Neutropenia grave e agranulocitosi. In studi clinici con quetiapina sono stati osservati casi gravi di neutropenia (conta di neutrofili <0,5 X 109/l). La maggior parte degli episodi di neutropenia grave si sono verificati entro un paio di mesi dall’inizio della terapia con quetiapina. Non è stata osservata un’apparente correlazione con la dose. Nel corso dell’esperienza post-marketing, alcuni casi si sono rivelati fatali. I possibili fattori di rischio per neutropenia comprendono una preesistente riduzione del numero di leucociti (WBC) ed un’anamnesi di neutropenia indotta da farmaci. Tuttavia, alcuni casi si sono verificati in pazienti senza fattori di rischio pre-esistenti. Il trattamento con quetiapina deve essere interrotto in pazienti con una conta dei neutrofili <1,0 X 109/l. I pazienti devono essere tenuti in osservazione per possibili segni e i sintomi di infezione e la conta dei neutrofili deve essere regolarmente monitorata (fino a quando si superino valori di 1,5 X 109/l). (vedere paragrafo 5.1) La neutropenia deve essere valutata in pazienti con infezione o febbre, soprattutto in assenza di evidenti fattori predisponenti e deve essere gestita in modo clinicamente appropriato. I pazienti devono essere avvisati di riferire immediatamente la comparsa di segni/sintomi compatibili con agranulocitosi o infezione (ad esempio, febbre, debolezza, letargia o mal di gola) in qualsiasi momento durante la terapia con Quetiapina Accord. Tali pazienti devono effettuare prontamente una conta dei globuli bianchi e una conta assoluta dei neutrofili (ANC), specialmente in assenza di fattori predisponenti. Effetti degli anticolinergici (muscarinici). La norquetiapina, un metabolita attivo della quetiapina, ha un’affinità da moderata a forte per diversi sottotipi di recettori muscarinici. Ciò contribuisce alle reazioni avverse che riflettono gli effetti anti-colinergici quando la quetiapina viene utilizzata alle dosi raccomandate, se utilizzata in concomitanza ad altri medicinali che hanno effetti anti-colinergici e in caso di sovradosaggio. La quetiapina deve essere usata con cautela nei pazienti in trattamento con medicinali che hanno effetti anticolinergici (muscarinici). La quetiapina deve essere usata con cautela in pazienti con una diagnosi attuale o con una precedente storia di ritenzione urinaria, ipertrofia prostatica clinicamente significativa, ostruzione intestinale o patologie correlate, aumento della pressione intraoculare o glaucoma ad angolo chiuso. (Vedere paragrafi 4.5, 4.8, 5.1 e 4.9.) Interazioni. Vedere anche il paragrafo 4.5. L’uso concomitante di quetiapina con potenti induttori enzimatici epatici, come la carbamazepina o la fenitoina, riduce sostanzialmente le concentrazioni plasmatiche di quetiapina, con possibili ripercussioni sull’efficacia della terapia. Nei pazienti trattati con induttori enzimatici epatici, la terapia con quetiapina può essere iniziata soltanto se il medico ritiene che i benefici di quetiapina superino i rischi della sospensione degli induttori enzimatici epatici. È importante che ogni variazione riguardante gli induttori sia graduale, e se necessario, sostituita da un farmaco non-induttore (ad es. sodio valproato). Peso corporeo. Nei pazienti trattati con quetiapina è stato riportato aumento del peso corporeo; i pazienti devono essere monitorati e trattati in maniera clinicamente appropriata in conformità alle linee guida dell’antipsicotico utilizzato (vedere paragrafi 4.8 e 5.1). Iperglicemia Raramente sono stati segnalati casi di iperglicemia e/o lo sviluppo o esacerbazione di diabete occasionalmente associato a chetoacidosi o coma, compresi alcuni casi con esito fatale (vedere paragrafo 4.8). In alcuni casi, un precedente aumento del peso corporeo poteva rappresentare un fattore predisponente. È consigliabile un monitoraggio clinico appropriato in conformità alle linee guida dell’antipsicotico utilizzato. I pazienti trattati con qualsiasi farmaco antipsicotico, quetiapina inclusa, devono essere tenuti in osservazione per possibili segni e sintomi di iperglicemia, (come polidipsia, poliuria, polifagia e debolezza), mentre i pazienti con diabete mellito o con fattori di rischio per diabete mellito devono essere monitorati regolarmente per un possibile peggioramento del controllo del glucosio. Il peso corporeo deve essere sottoposto a controlli regolari. Lipidi. In studi clinici con la quetiapina sono stati osservati aumenti dei trigliceridi, del colesterolo LDL e totale, e una riduzione del colesterolo HDL (vedere paragrafo 4.8). Le variazioni dei lipidi devono essere gestite in modo clinicamente appropriato. Prolungamento dell’intervallo QT. La quetiapina, negli studi clinici e durante l’uso secondo le istruzioni riportate nel Riassunto delle Caratteristiche del Prodotto, non è stata associata a incrementi persistenti dell’intervallo QT assoluto. Durante l’esperienza post-marketing il prolungamento dell’intervallo QT è stato osservato con la quetiapina a dosi terapeutiche (vedere paragrafo 4.8) e nel sovradosaggio (vedere paragrafo 4.9). Come con altri antipsicotici, è necessario porre cautela nella prescrizione di quetiapina a pazienti con patologie cardiovascolari o con storia familiare di prolungamento dell’intervallo QT. È necessario porre cautela anche nella prescrizione di quetiapina con farmaci noti per prolungare l’intervallo QT o con neurolettici concomitanti, particolarmente negli anziani, nei pazienti con sindrome del QT lungo congenita, insufficienza cardiaca congestizia, ipertrofia cardiaca, ipokaliemia o ipomagnesemia (vedere paragrafo 4.5). Cardiomiopatia e miocardite. Cardiomiopatia e miocardite sono state segnalate negli studi clinici e durante l'esperienza post-marketing, tuttavia, non è stata stabilita una relazione causale con quetiapina. Il trattamento con quetiapina deve essere rivalutato in pazienti con sospetta cardiomiopatia o miocardite. Sospensione. Dopo improvvisa cessazione della terapia con quetiapina sono stati segnalati sintomi da sospensione acuta come insonnia, nausea, cefalea, diarrea, vomito, capogiri e irritabilità. È consigliabile un’interruzione graduale nell’arco di un periodo di almeno 1-2 settimane (vedere paragrafo 4.8). Pazienti anziani con psicosi correlata alla demenza. L’uso di quetiapina non è autorizzato per il trattamento di psicosi correlata alla demenza. In studi clinici randomizzati controllati con placebo condotti in una popolazione di pazienti con demenza trattati con alcuni antipsicotici atipici, è stato osservato un aumento di circa 3 volte del rischio di eventi cerebrovascolari. Il meccanismo di tale aumento del rischio non è noto. Non può essere escluso un aumento del rischio per altri antipsicotici o in altre popolazioni di pazienti. La quetiapina deve essere utilizzata con cautela in pazienti con fattori di rischio per l’ictus. In una meta-analisi eseguita su antipsicotici atipici, è stato segnalato un incremento del rischio di morte rispetto al placebo nei pazienti anziani con psicosi correlata alla demenza. In due studi clinici con quetiapina controllati con placebo della durata di 10 settimane nella stessa popolazione di pazienti (n=710; età media: 83 anni; range: 56-99 anni) l’incidenza di mortalità nei pazienti trattati con quetiapina è stata del 5,5% vs 3,2% nel gruppo trattato con placebo. I pazienti di questi studi clinici sono deceduti per varie cause in linea con quanto atteso per questa popolazione. Pazienti anziani con sindrome di Parkinson (SP)/parkinsonismo. Uno studio retrospettivo con quetiapina sulla popolazione per il trattamento di pazienti con MDD (disturbi depressivi maggiori), ha mostrato un aumento del rischio di morte durante l’uso di quetiapina nei pazienti di età >65 anni. Questa associazione non era presente quando i pazienti con sindrome di Parkinson (SP) sono stati rimossi dall’analisi. Si raccomanda cautela in caso la quetiapina sia prescritta ai pazienti anziani con sindrome di Parkinson (SP). Disfagia. Con quetiapina è stata segnalata disfagia (vedere paragrafo 4.8). La quetiapina deve essere utilizzata con cautela in pazienti a rischio di polmonite. Stitichezza e ostruzione intestinale. La stitichezza rappresenta un fattore di rischio per l’ostruzione intestinale. Stitichezza e ostruzione intestinale sono stati segnalati con quetiapina (vedere paragrafo 4.8 Effetti indesiderati). Ciò include segnalazioni fatali in pazienti che sono a più alto rischio di ostruzione intestinale, compresi quelli che ricevono contemporaneamente più farmaci che riducono la motilità intestinale e/o che possono non segnalare sintomi di costipazione. I pazienti con occlusione/ileo intestinale devono essere gestiti con un attento monitoraggio e urgenti cure. Tromboembolismo venoso (TEV). Con l’uso di farmaci antipsicotici sono stati segnalati casi di tromboembolismo venoso (TEV). Poiché i pazienti trattati con antipsicotici presentano spesso fattori di rischio acquisiti per TEV, è necessario identificare tutti i possibili fattori di rischio per TEV prima e durante il trattamento con quetiapina ed adottare appropriate misure preventive. Pancreatite. Sia in studi clinici che durante l’esperienza post-marketing è stata riferita pancreatite. Tra le segnalazioni post-marketing, mentre non tutti i casi sono stati confusi dai fattori di rischio, molti pazienti presentavano fattori che sono riconosciuti come associati alla pancreatite come anche all’aumento dei trigliceridi (vedere paragrafo 4.4), calcoli biliari e consumo di alcol. Informazioni aggiuntive. I dati relativi all’uso di quetiapina in associazione con divalproex o litio negli episodi maniacali da moderati a gravi sono limitati; tuttavia la terapia combinata è risultata ben tollerata (vedere paragrafi 4.8 e 5.1). I dati hanno evidenziato un effetto additivo alla settimana 3. Lattosio. Quetiapina Accord contiene lattosio. I pazienti affetti da rari problemi ereditari di intolleranza al galattosio, da deficit di lattasi o malassorbimento di glucosio-galattosio non devono assumere questo medicinale. Misuso ed abuso. Sono stati segnalati casi di misuso ed abuso. È necessario prestare cautela se si prescrive quetiapina a pazienti con una storia di abuso di alcol o di droga.
5. Interazioni
Poiché la quetiapina esplica la sua attività primariamente sul sistema nervoso centrale, deve essere usata con cautela in associazione con altri farmaci ad attività centrale e con alcool. È necessario usare cautela nel trattamento di pazienti che stanno ricevendo altri medicinali con effetti anticolinergici (muscarinici) (vedere paragrafo 4.4). Il citocromo P450 (CYP) 3A4 è il principale enzima del sistema del citocromo P450 responsabile del metabolismo della quetiapina. In uno studio d’interazione in volontari sani, la somministrazione concomitante di quetiapina (dosaggio di 25 mg) con ketoconazolo, un inibitore del CYP3A4, ha causato un aumento dell’AUC di quetiapina di 5-8 volte. Per questo motivo, l’uso concomitante di quetiapina ed inibitori del CYP3A4 è controindicato. Si raccomanda inoltre di non assumere succo di pompelmo durante la terapia con quetiapina. In uno studio clinico in pazienti trattati con dosi multiple per la valutazione della farmacocinetica di quetiapina somministrata prima e durante il trattamento con carbamazepina (un noto induttore degli enzimi epatici), la somministrazione concomitante di carbamazepina ha aumentato in modo significativo la clearance di quetiapina. Questo incremento della clearance ha ridotto l’esposizione sistemica di quetiapina (misurata dall’AUC) in media del 13% rispetto alla somministrazione di sola quetiapina, sebbene in alcuni pazienti sia stato osservato un effetto più marcato. Come conseguenza di tale interazione, possono prodursi concentrazioni plasmatiche ridotte, che possono interferire con l’efficacia della terapia con quetiapina. La somministrazione concomitante di quetiapina e fenitoina (un altro induttore enzimatico microsomiale) ha indotto un marcato aumento della clearance di quetiapina, pari a circa il 450%. Nei pazienti in trattamento con induttori enzimatici epatici, il trattamento con quetiapina può essere iniziato solo se il medico ritiene che i benefici di quetiapina superino il rischio della sospensione degli induttori enzimatici epatici. È importante che ogni variazione di tali induttori sia graduale e, se necessario, che venga sostituita da farmaco non-induttore (ad es. sodio valproato) (vedere paragrafo 4.4). La co-somministrazione di antidepressivi a base di imipramina (un noto inibitore del CYP 2D6) o fluoxetina (un noto inibitore del CYP 3A4 e del CYP 2D6) non altera in modo significativo la farmacocinetica di quetiapina. La contemporanea somministrazione degli antipsicotici risperidone o aloperidolo non altera significativamente la farmacocinetica della quetiapina. L’uso concomitante di quetiapina e tioridazina causa un incremento della clearance della quetiapina di circa il 70%. La somministrazione concomitante con cimetidina non altera il profilo farmacocinetico della quetiapina. La farmacocinetica del litio non viene alterata dalla contemporanea somministrazione della quetiapina. In uno studio randomizzato di 6 settimane con litio e quetiapina compresse a rilascio prolungato contro placebo e quetiapina compresse a rilascio prolungato in pazienti adulti con mania acuta, è stata osservata maggiore incidenza di eventi extrapiramidali correlati (in particolare tremore), sonnolenza e aumento di peso nel gruppo litio add-on rispetto al gruppo placebo add-on (vedere paragrafo 5.1). La somministrazione contemporanea di sodio valproato e quetiapina non influenza in misura clinicamente rilevante la farmacocinetica dei due prodotti. Uno studio retrospettivo su bambini e adolescenti che hanno ricevuto valproato, quetiapina o entrambi, ha rivelato una maggiore incidenza di leucopenia e neutropenia nel gruppo dell’associazione verso i gruppi in monoterapia. Non sono stati condotti studi formali di interazione con i farmaci cardiovascolari più comunemente utilizzati. È necessario esercitare cautela quando quetiapina viene somministrata in concomitanza con prodotti medicinali noti per determinare squilibri elettrolitici o allungamenti dell’intervallo del QT. In pazienti trattati con la quetiapina sono stati segnalati casi di risultati falsi-positivi negli immunodosaggi enzimatici per il metadone e gli antidepressivi triciclici. Si raccomanda conferma dei risultati dubbi di screening immunoenzimatico attraverso appropriate tecniche cromatografiche.
6. Effetti indesiderati
Le Reazioni Avverse al Farmaco (ADR) più comunemente segnalate con la quetiapina (≥ 10%) sono sonnolenza, capogiri, mal di testa, secchezza delle fauci, sintomi da astinenza (sospensione), aumento dei livelli sierici dei trigliceridi, aumento del colesterolo totale (soprattutto colesterolo LDL), diminuzione del colesterolo HDL, aumento di peso, diminuzione dell’emoglobina e sintomi extrapiramidali. L’incidenza di ADR associate alla terapia con la quetiapina è riportata nella tabella seguente (Tabella 1), secondo il formato raccomandato dal Council for International Organizations of Medical Sciences (CIOMS III Working Group; 1995).Tabella 1 Reazioni avverse associate alla terapia con quetiapina. Le frequenze degli eventi avversi sono classificate secondo la seguente convezione: Molto comune (≥1/10), comune (≥1/100, <1/10), non comune (≥1/1.000, <1/100), raro (≥1/10.000, <1/1.000) e molto raro (<1/10.000), non nota (la frequenza non può essere stabilita sulla base dei dati disponibili)
Classificazione Organo Sistemica Molto comune Comune Non comune Raro Molto raro Non nota
Patologie del sistema emolinfopoietico Diminuzione di emoglobina22 Leucopenia1,28, ridotta conta dei neutrofili, aumento di eosinofili Neutropenia¹, Trombocitopenia, Anemia, conta piastrinica ridotta13 Agranulocitosi26    
Patologie del sistema immunitario     Ipersensibilità (incluse reazioni allergiche della pelle)   Reazione anafilattica5  
Patologie endocrine   Iperprolattinemia15, diminuzione del T4 totale24, diminuzione del T4 libero24, diminuzione del T3 totale24, aumento di TSH24 Diminuzione del T3 libero24, ipotiroidismo21   Secrezione inappropriata dell’ormone antidiuretico  
Disturbi del metabolismo e della nutrizione Aumento dei livelli sierici di trigliceridi,10,30 aumento del colesterolo totale (soprattutto di colesterolo LDL),11,30diminuzione del colesterolo HDL,17,30aumento di peso,8,30 Aumento di appetito, aumento di glucosio nel sangue a livelli di iperglicemia6, 30 Iponatremia19, Diabete mellito1,5, Esacerbazione del diabete pre-esistente Sindrome metabolica29    
Disturbi psichiatrici   Sogni anormali e incubi Propensione al suicidio e comportamenti suicidi20   Sonnambulismo e reazioni correlate come parlare nel sonno e disturbi alimentari correlati al sonno    
Patologie del sistema nervoso Capogiro4,16, sonnolenza2,16 cefalea, sintomi extrapiramidali 1,21 Disartria Crisi epilettiche¹, sindrome delle gambe senza riposo, discinesia tardiva1,6, Sincope4,16      
Patologie cardiache   Tachicardia4, Palpitazione23 Prolungamento del QT1,12,18 Bradicardia32      
Patologie dell’occhio   Vista offuscata        
Patologie vascolari   Ipotensione ortostatica4, 16   Tromboembolismo venoso¹   Ictus34
Patologie dell’apparato respiratorio, toracico e mediastinico   Dispnea23 Rinite      
Patologie gastrointestinali Secchezza delle fauci Costipazione, dispepsia, vomito25 Disfagia7 Pancreatite¹, Occlusione/Ileo intestinale    
Patologie epatobiliari   Aumento di alanina aminotransferasi sierica (ALT, AST)³, aumento dei livelli di gamma-GT³ Aumento di aspartato aminotransferasi sierica (AST)³ Ittero5, epatite    
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo         Angioedema5, Sindrome di Stevens-Johnson5 Necrolisi epidermica tossica, Eritema multiforme, Eruzione da farmaco con Eosinofilia e Sintomi Sistemici (DRESS) 33
Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo         Rabdomiolisi  
Patologie renali e urinarie     Ritenzione urinaria      
Gravidanza, puerperio e periodo perinatale           Sintomi di astinenza da farmaci nei neonati31
Patologie dell'apparato riproduttivo e della mammella     Disfunzione sessuale Priapismo, Galattorrea, Rigonfiamento del seno, Disturbi mestruali    
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione Sintomi da astinenza (sospensione)1, 9 Lieve astenia, edema periferico, irritabilità, piressia   Sindrome neurolettica maligna¹, ipotermia    
Esami diagnostici       Aumenti della creatinfosfochinasi15    
1 Vedere paragrafo 4.4. ² Può verificarsi sonnolenza, generalmente durante le prime due settimane di trattamento, che si risolve solitamente proseguendo la somministrazione di quetiapina. ³ In alcuni pazienti trattati con quetiapina sono stati osservati aumenti asintomatici (spostamento da normale a > 3X ULN in qualunque momento) delle transaminasi sieriche (ALT, AST) o dei livelli di gamma-GT. Tali aumenti sono stati in genere reversibili proseguendo il trattamento con quetiapina. 4 Come altri antipsicotici con attività alfa-1 bloccante adrenergica, quetiapina può comunemente indurre ipotensione ortostatica, associata a vertigini, tachicardia e, in alcuni pazienti, sincope, soprattutto durante la fase iniziale di titolazione della dose (vedere paragrafo 4.4). 5 Il calcolo della frequenza di queste ADR deriva esclusivamente dai dati post-marketing di quetiapina nella formulazione a rilascio immediato. 6 Glucosio a digiuno ≥7,0 mmol/l (≥ 126 mg/dl) o glucosio non a digiuno ≥ 11,1 mmol/l (≥ 200 mg/dL) in almeno un’occasione. 7 Un aumento del tasso di disfagia con quetiapina rispetto al placebo è stato osservato solo negli studi clinici sulla depressione bipolare. 8 Basato su un aumento ponderale >7% rispetto al peso iniziale. Si verifica prevalentemente durante le prime settimane di trattamento negli adulti. 9 I seguenti sintomi di astinenza sono stati osservati più frequentemente in studi clinici in acuto, in monoterapia controllati verso placebo, che hanno valutato i sintomi da sospensione: insonnia, nausea, cefalea, diarrea, vomito, capogiri e irritabilità. L’incidenza di queste reazioni è diminuita in modo significativo dopo 1 settimana dall’interruzione della terapia. 10 Trigliceridi ≥2,258 mmol/l (≥200 mg/dl) (pazienti ≥18 anni di età) o ≥ 1,694 mmol/l (≥150 mg/dl) (pazienti <18 anni di età) in almeno un’occasione. 11 Colesterolo ≥6,2064 mmol/l (≥240 mg/dl) (pazienti ≥18 anni di età) o ≥5,172 mmol/l (≥200 mg/dl) (pazienti <18 anni di età) in almeno un’occasione. È stato osservato con frequenza molto comune un aumento del colesterolo LDL di ≥0,769 mmol/l (≥30 mg/dl). La variazione media tra i pazienti che hanno riportato questo aumento era ≥1,07 mmol/l (41,7 mg/dl). 12 Vedere il testo sotto. 13 Piastrine ≤100 x 109/l in almeno un’occasione. 14 Basati su segnalazioni da studi clinici di eventi avversi relativi ad aumento della creatinfosfochinasi non associato a sindrome neurolettica maligna. 15 Livelli di prolattina (pazienti >18 anni di età): >20 mcg/l (>869,56 pmol/l) nei maschi; >30 mcg/l (>1.304,34 pmol/l) nelle femmine in qualsiasi momento. 16 Possono provocare cadute. 17 Colesterolo HDL: ≤1,025 mmol/l (<40 mg/dl) nei maschi; ≤ 1,282 mmol/l (<50 mg/dl) nelle femmine in qualsiasi momento di osservazione. 18 Incidenza di pazienti che hanno uno spostamento del QTc da <450 msec a ≥ 450 msec, con un aumento in ≥30 msec. Negli studi clinici con quetiapina controllati con placebo, la variazione media e l’incidenza di pazienti che hanno manifestato uno spostamento verso livelli clinicamente significativi sono simili nei gruppi trattati con quetiapina e placebo. 19 Passaggio da > 132 mmol/l a ≤ 132 mmol/l in almeno un’occasione. 20 Durante la terapia con quetiapina o subito dopo la sospensione del trattamento sono stati riportati casi di propensione al suicidio e comportamenti suicidi (vedere paragrafi 4.4 e 5.1). 21 Vedere il Paragrafo 5.1. 22 Si è verificata diminuzione di emoglobina a 8,07 mmol/l (≤13 g/dl) nei maschi, 7,45 mmol/l, (≤12 g/dl) nelle femmine in almeno un’occasione nell’11% dei pazienti trattati con la quetiapina in tutti gli studi clinici, inclusi gli studi di estensione in aperto. Per questi pazienti, la diminuzione massima media di emoglobina in qualsiasi momento è stata pari a 1,50 g/l 23 Queste segnalazioni si sono spesso verificate in ambito di tachicardia, capogiri, ipotensione ortostatica e/o durante malattia cardiaca/respiratoria. 24 Basato sullo spostamento dai valori normali al basale a valori di potenziale importanza clinica in ogni momento dopo il basale in tutti gli studi le variazioni nel T4 totale, T4 libero, T3 totale, T3 libero, sono definiti come < 0,8 x LLN (pmol/l) e lo spostamento nel TSH è > 5 mIU/l in ogni momento. 25 Basato sull’aumento della velocità del vomito nei pazienti anziani (≥ 65 anni d’età).26 Variazioni dei neutrofili da >=1,5 X 109/l al basale a <0,5 X 109/l in ogni momento durante il trattamento. 27 Basato sulla variazione dai valori normali al basale a valori di potenziale importanza clinica in ogni momento dopo il basale in tutti gli studi. Le variazioni negli eosinofili sono definite come >1 X 109 cell/l in ogni momento.28 Basato sulla variazione dai valori normali al basale a valori di potenziale importanza clinica in ogni momento dopo il basale in tutti gli studi. Le variazioni negli eosinofili sono definiti come ≤3 X 109 cell/l in ogni momento.29 Basato su segnalazioni di eventi avversi di sindrome metabolica da tutti gli studi clinici con quetiapina. 30 In alcuni pazienti, è stato osservato negli studi clinici (vedere il paragrafo 4.4) un peggioramento di più di un fattore metabolico, peso, glucosio nel sangue e lipidi. 31 Vedere il paragrafo 4.6. 32 Può verificarsi all’inizio o vicino all’inizio del trattamento e può essere associata con ipotensione e/o sincope. La frequenza è basata sulle segnalazioni di eventi avversi di bradicardia ed eventi correlati in tutti gli studi clinici con quetiapina. 33 Reazioni cutanee avverse severe (SCARs), che includono la sindrome di Stevens Johnson (SSJ), necrolisi epidermica tossica (NET), eruzione da farmaco con eosinofilia e sintomi sistemici (DRESS) sono state riportate in associazione al trattamento con quetiapina. 34 Basato su uno studio epidemiologico retrospettivo non randomizzato In seguito all’uso di neurolettici sono stati segnalati casi di prolungamento dell’intervallo QT, aritmia ventricolare, morte improvvisa inspiegabile, arresto cardiaco e torsioni di punta, che vengono considerati effetti di questa classe di farmaci. Popolazione pediatrica. Le stesse ADR sopra descritte per i pazienti adulti devono essere considerate per i bambini e gli adolescenti. La seguente tabella riassume le ADR che si verificano con frequenza maggiore nei bambini e negli adolescenti (di età compresa tra 10 e 17 anni) rispetto alla popolazione adulta oppure ADR che non sono state identificate nella popolazione adulta. Tabella 2 ADR nei bambini e negli adolescenti associate alla terapia con quetiapina che si verificano con maggiore frequenza rispetto agli adulti o che non sono state identificate nella popolazione adulta. Le frequenze degli eventi avversi sono classificate come segue: Molto comune (≥1/10), comune (≥1/100, <1/10), non comune (≥1/1000, <1/100), raro (≥1/10.000, <1/1000) e molto raro (<1/10.000).
Classificazione Organo Sistemica Molto comune Comune
Potologie endocrine Innalzamenti dei livelli di prolattina¹  
Disturbi del metabolismo e della nutrizione Aumento dell’appetito  
Patologie del sistema nervoso Sintomi extrapiramidali3, 4 Sincope
Patologie vascolari Aumenti della pressione sanguigna²  
Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche   Rinite
Patologie gastrointestinali Vomito  
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione   Irritabilità³
(1) Livelli di prolattina (pazienti di età <18 anni): >20 mcg/l (>869,56 pmol/l) nei maschi; >26 mcg/l (>1130,428 pmol/l) nelle femmine in qualsiasi momento di osservazione. Meno dell’1% dei pazienti ha riportato un aumento del livello di prolattina >100 mcg/l. (2) Basati sul superamento delle soglie clinicamente significative (adattate dai criteri del National Institutes of Health) o aumenti >20 mmHg per la pressione arteriosa sistolica o >10 mmHg per la pressione arteriosa diastolica in qualsiasi momento di osservazione in due studi clinici in acuto (3-6 settimane) controllati con placebo, condotti in bambini e adolescenti. (3) Nota: La frequenza ricalca quella osservata nei pazienti adulti, ma l’irritabilità potrebbe essere associata a diverse implicazioni cliniche in bambini e adolescenti rispetto agli adulti. (4) Vedere paragrafo 5.1 Segnalazione delle reazioni avverse sospette. La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione all’indirizzo www.aifa.gov.it/content/segnalazioni-reazioni-avverse.
7. Gravidanza e allattamento
Gravidanza. Primo trimestre : La moderata quantità di dati pubblicati provenienti da gravidanze esposte (cioè 300-1.000 esiti di gravidanza), incluse singole segnalazioni e alcuni studi osservazionali, non suggeriscono un aumento del rischio di malformazioni dovuto al trattamento. Tuttavia, sulla base di tutti i dati disponibili, non può essere data una conclusione definitiva. Gli studi sugli animali hanno mostrato tossicità riproduttiva (vedere paragrafo 5.3). Pertanto, la quetiapina deve essere utilizzata durante la gravidanza soltanto se i benefici giustificano i potenziali rischi. Terzo trimestre : I neonati esposti agli antipsicotici (compresa la quetiapina) durante il terzo trimestre di gravidanza sono a rischio di reazioni avverse, compresi sintomi extrapiramidali e/o sintomi di astinenza che possono variare in gravità e durata dopo il parto. Ci sono state segnalazioni di agitazione, ipertonia, ipotonia, tremore, sonnolenza, difficoltà respiratoria, o disturbi di alimentazione. Di conseguenza, i neonati devono essere monitorati attentamente. Allattamento: In base ai dati molto limitati da segnalazioni pubblicate sull’escrezione di quetiapina nel latte umano materno, questa sembra essere inconsistente a dosi terapeutiche. A causa della mancanza di dati certi, si deve prendere una decisone se interrompere o meno l'allattamento o interrompere la terapia con Quetiapina Accord, considerando il beneficio dell'allattamento al seno per il bambino e il beneficio della terapia per la donna. Fertilità: Gli effetti di quetiapina sulla fertilità umana non sono stati valutati. Effetti legati a livelli elevati di prolattina sono stati osservati nei ratti, anche se non sono direttamente attinenti agli esseri umani (vedere paragrafo 5.3 dati preclinici).
8. Conservazione
Questo medicinale non richiede alcuna condizione particolare di conservazione.
9. Principio attivo
Ogni compressa a rilascio prolungato contiene 150 mg di quetiapina (come quetiapina fumarato). Eccipiente(i) con effetti noti: 76 mg di lattosio monoidrato per compressa Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.
10. Eccipienti
Nucleo della compressa: Lattosio monoidrato, Ipromellosa 3550, Sodio cloruro, Povidone K-30, Cellulosa microcristallina, Talco, Magnesio stearato. Rivestimento: Opadry bianco contiene: Poli-vinil alcol, Titanio diossido (E171), Macrogol 3350, Talco.
11. Sovradosaggio
Sintomi In generale, i segni e i sintomi riferiti sono riconducibili ad un potenziamento degli effetti farmacologici noti del principio attivo, come ad es. sonnolenza e sedazione, tachicardia ed ipotensione. Il sovradosaggio può causare prolungamento dell’intervallo QT, crisi epilettiche, stato epilettico, rabdomiolisi, depressione respiratoria, ritenzione urinaria, confusione, delirio e/o agitazione, coma e morte. I pazienti con grave patologia cardiovascolare preesistente possono essere più a rischio di sviluppare effetti da sovradosaggio (vedere paragrafo 4.4, Ipotensione ortostatica). In caso di sovradosaggio con quetiapina a rilascio prolungato c’è un picco di sedazione ritardato, un impulso di picco e un recupero ritardato rispetto al sovradosaggio di quetiapina a rilascio immediato IR Nel caso di sovradosaggio di quetiapina a rilascio-prolungato è stata riportata la formazione di un bezoario gastrico e perciò è raccomandata un’appropriata diagnostica per immagini al fine di guidare ulteriormente la gestione del paziente. In alcuni casi è stata eseguita con successo la rimozione endoscopica del bezoario farmaco indotto. Gestione del sovradosaggio Non esiste un antidoto specifico per la quetiapina. Nei casi con manifestazioni più gravi, deve essere considerata la possibilità di un coinvolgimento di più farmaci e si raccomanda il ricorso a procedure di terapia intensiva, comprese l’instaurazione e il mantenimento della pervietà delle vie aeree a supporto di un’adeguata ossigenazione e ventilazione, e monitoraggio e supporto della funzionalità cardiovascolare. In base alla letteratura, i pazienti con delirio e agitazione e una evidente sindrome anticolinergica possono essere trattati con fisostigmina, 1-2 mg (sotto ECG di monitoraggio continuo). Ciò non è raccomandato come trattamento standard a causa del potenziale effetto negativo della fisostigmina sulla conduttanza cardiaca. La fisostigmina può essere utilizzata se non ci sono aberrazioni dell’ECG. Non utilizzare fisostigmina in caso di aritmie, qualsiasi grado di blocco cardiaco o allargamento del QRS. Sebbene non sia stata valutata la prevenzione dell’assorbimento nei casi di sovradosaggio, si può tenere in considerazione la lavanda gastrica nei casi di grave intossicazione, da eseguire, se possibile, entro un’ora dall’ingestione. Si deve considerare la somministrazione di carbone attivo. In caso di sovradosaggio di quetiapina, l’ipotensione refrattaria deve essere trattata con appropriate misure come fluidi endovena e/o agenti simpaticomimetici. Epinefrina e dopamina devono essere evitate, poiché la stimolazione beta potrebbe peggiorare l’ipotensione durante il bloccaggio alfa indotto dalla quetiapina. Un’accurata supervisione medica e un appropriato monitoraggio devono essere garantiti fino alla guarigione del paziente.
Le informazioni pubblicate in questa pagina riportano informazioni farmaceutiche (Foglietto Illustrativo e Caratteristiche principali del Farmaco), sono da intendersi a solo scopo illustrativo; non intendono e non devono sostituirsi alle opinioni del medico. Per informazioni complete e sempre aggiornate su questo farmaco si consiglia di consultare il portale dell'AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco).
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