Sabril 500 mg compresse rivestite con film 50 compresse

Ultimo aggiornamento: 10 Febbraio, 2021
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1. Indicazioni terapeutiche
Trattamento in associazione con altri medicinali antiepilettici per pazienti con epilessia parziale resistente con o senza generalizzazione secondaria e cioè in quei pazienti in cui tutte le altre associazioni siano risultate inadeguate o non siano state tollerate. Monoterapia nel trattamento di spasmi infantili (Sindrome di West).
2. Posologia
Il trattamento con SABRIL può essere iniziato solo da uno specialista in epilettologia, neurologia o neurologia infantile. Il follow–up deve essere organizzato sotto il controllo di uno specialista in epilettologia, neurologia o neurologia infantile. Posologia Il SABRIL è destinato alla somministrazione orale una o due volte al giorno e può essere assunto prima o dopo i pasti. Se il controllo dell’epilessia non è migliorato in maniera clinicamente significativa dopo un periodo di trattamento adeguato, la somministrazione di vigabatrin non deve essere continuata. Vigabatrin deve essere gradualmente sospeso sotto rigoroso controllo medico. Adulti L’efficacia massima si manifesta generalmente in un intervallo di 2–3 g/die. Una dose iniziale di 1 g/die deve essere aggiunta al regime terapeutico attuale dei pazienti con medicinali antiepilettici. La dose giornaliera deve essere poi titolata con incrementi di O,5 g ad intervalli settimanali, a seconda della risposta clinica e della tollerabilità del farmaco. La dose massima raccomandata è di 3 g/die. Non esiste alcuna correlazione diretta fra la concentrazione plasmatica e l’efficacia del farmaco. La durata dell’effetto del medicinale dipende dal tasso di resintesi della GABA–transaminasi anziché dalla concentrazione plasmatica del farmaco (vedere anche i paragrafi 5.1 e 5.2). Popolazione pediatrica Epilessia parziale resistente La dose iniziale raccomandata nei neonati, bambini e adolescenti è di 40 mg/kg/die. Le dosi di mantenimento raccomandate in rapporto al peso corporeo sono le seguenti:
Peso corporeo: 10–15 kg 0,5–1 g/die
15–30 kg 1–1,5 g/die
30–50 kg 1,5–3 g/die
> 50 kg 2–3 g/die
Non deve essere superata la dose massima raccomandata in ciascuna delle categorie. Monoterapia per gli spasmi infantili (Sindrome di West) La dose iniziale raccomandata è di 50 mg/kg/die che può essere titolata nel corso di una settimana, se necessario. Sono state usate con una buona tollerabilità dosi fino a 150 mg/kg/die. Anziani e pazienti con compromissione renale Dato che vigabatrin viene eliminato attraverso il rene, si deve usare cautela quando si somministra il farmaco a persone anziane e, più in particolare, a pazienti con clearance della creatinina inferiore a 60 ml/min. Si deve prendere in considerazione un aggiustamento della dose o della frequenza di somministrazione. Questi pazienti possono rispondere ad una dose di mantenimento inferiore. I pazienti devono essere tenuti sotto controllo per accertare eventuali effetti indesiderati, come sedazione o confusione (vedere i paragrafi 4.4 e 4.8).
3. Controindicazioni
Ipersensibilità al vigabatrin o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1.
4. Avvertenze
Tranne che per il trattamento degli spasmi infantili, il SABRIL non deve essere iniziato come monoterapia. Sono stati segnalati difetti del campo visivo (DCV) con elevata prevalenza (circa 1/3 dei pazienti) in pazienti trattati con vigabatrin. Le frequenze riscontrate, in uno studio clinico aperto, sono state inserite nel paragrafo 5.1. L’insorgenza generalmente si verifica dopo un periodo che varia da mesi ad anni di terapia con il vigabatrin. Il grado di restrizione del campo visivo può essere grave, il che può avere conseguenze pratiche per il paziente. La maggior parte dei pazienti con difetti confermati dalla misurazione del campo visivo (perimetria) era priva di sintomi. Quindi questo effetto indesiderato può essere riconosciuto in maniera attendibile solo mediante perimetria sistematica che di solito è possibile solo in pazienti con età dello sviluppo di oltre 9 anni. Il produttore fornisce su richiesta un metodo messo a punto appositamente, basato sui "Potenziali Evocati Visivi" (Visual Evoked Potentials = VEP), per controllare la presenza della visione periferica in bambini di 3 anni e più. Attualmente questo metodo non è stato validato nel riconoscimento di difetti visivi attribuiti al vigabatrin. L’elettroretinografia può essere utile, ma deve essere impiegata solo in adulti che non siano in grado di collaborare con la perimetria o in soggetti molto giovani (vedere "Difetti del campo visivo DCV"). I dati attualmente disponibili fanno ritenere che i difetti del campo visivo siano irreversibili anche dopo la sospensione di vigabatrin. Non può essere escluso un peggioramento dei DCV dopo la sospensione del trattamento Pertanto, il vigabatrin deve essere impiegato solo dopo un’accurata valutazione del rapporto rischio/beneficio rispetto alle alternative terapeutiche disponibili. Non è raccomandato l’uso del vigabatrin in pazienti con difetti del campo visivo preesistenti clinicamente significativi. I pazienti devono essere sottoposti ad un esame di screening sistematico quando si inizia la terapia con vigabatrin e a intervalli regolari per diagnosticare difetti del campo visivo. Gli esami del campo visivo devono continuare a intervalli di 6 mesi per l’intera durata del trattamento. (Vedere "Difetti del campo visivo"). Difetti del campo visivo (DCV) In base ai dati disponibili, l’andamento abituale è costituito da una restrizione concentrica del campo visivo di entrambi gli occhi, che generalmente è più marcata a livello nasale che a livello temporale. Nel campo visivo centrale (entro 30° di eccentricità), si osserva spesso un difetto nasale anulare. Tuttavia i DCV segnalati in pazienti trattati con vigabatrin andavano da lievi a gravi. I casi gravi sono potenzialmente invalidanti. La maggior parte dei pazienti con difetti del campo visivo confermati mediante perimetria non aveva notato in precedenza spontaneamente alcun sintomo, neppure in casi in cui si osservava un grave difetto alla perimetria. I dati disponibili fanno ritenere che il DCV sia irreversibile anche dopo sospensione di vigabatrin. Non può essere escluso un peggioramento dei DCV dopo la sospensione del trattamento. I dati riuniti in pool di studi di prevalenza fanno ritenere che non meno di un terzo dei pazienti trattati con vigabatrin presenti DCV. I pazienti di sesso maschile possono essere esposti a un rischio maggiore dei pazienti di sesso femminile. Le frequenze riscontrate, in uno studio clinico aperto, sono state inserite nel paragrafo 5.1. In questo studio è stata evidenziata una possibile relazione tra il rischio di difetti del campo visivo e l’esposizione prolungata al vigabatrin, sia in termini di dose giornaliera (da 1 g a più di 3 g), sia in termini di durata del trattamento (il massimo è durante i primi tre anni). Tutti i pazienti devono essere sottoposti a consulto oftalmologico con l’esame del campo visivo prima di iniziare il trattamento con vigabatrin. Prima di iniziare il trattamento e a intervalli di sei mesi per l’intera durata dello stesso devono essere eseguiti esami del campo visivo appropriati (perimetria) usando una perimetria statica standardizzata (Humphrey oppure Octopus) o una perimetria cinetica (Goldmann). La perimetria statica è il metodo preferito per riconoscere i difetti del campo visivo associati al vigabatrin. L’elettroretinografia può essere utile, ma deve essere usata solo in pazienti adulti che non siano in grado di collaborare durante la perimetria. In base ai dati disponibili, il primo potenziale oscillatorio e le risposte di flicker a 30 Hz dell’elettroretinogramma sembrano correlate a un DCV associato a vigabatrin. Queste risposte sono ritardate e ridotte al di là dei limiti normali. Queste modificazioni non sono state osservate in pazienti trattati con vigabatrin senza DCV. Il paziente e/o coloro che se ne prendono cura devono ricevere una descrizione approfondita della frequenza e delle implicazioni dello sviluppo di DCV durante il trattamento con vigabatrin. I pazienti devono essere istruiti a segnalare eventuali nuovi problemi e sintomi visivi che possano essere associati a una limitazione del campo visivo. Se si sviluppano dei sintomi visivi, il paziente deve essere inviato a consulto da un oculista. Se si osserva una restrizione del campo visivo durante il follow–up, occorre prendere in considerazione una sospensione graduale del vigabatrin. Se si decide di continuare il trattamento, occorre prendere in considerazione un follow–up più frequente (perimetria) per riconoscere la progressione del difetto o difetti che mettano in pericolo la vista del paziente. Il vigabatrin non deve essere impiegato in concomitanza con altri farmaci retinotossici. Popolazione pediatrica La perimetria è raramente possibile in bambini di età inferiore a 9 anni nell’età dello sviluppo. I rischi del trattamento devono essere ponderati accuratamente in confronto a un possibile vantaggio nei bambini. Attualmente non esiste alcun metodo affermato per diagnosticare o escludere difetti del campo visivo in bambini in cui non si possa eseguire una perimetria standardizzata. Un metodo messo a punto appositamente, basato su Potenziali Evocati Visivi (PEV) specifici è messo a disposizione dal produttore su richiesta per controllare la presenza della visione periferica di bambini di 3 anni e più. Attualmente questo metodo non è stato validato nel riconoscimento dei difetti del campo visivo attribuiti al vigabatrin. Se il metodo rivela una risposta normale del campo visivo centrale, ma una risposta periferica assente, il rapporto rischio/beneficio del vigabatrin deve essere passato in rassegna e bisogna prendere in considerazione una sospensione graduale del farmaco. La presenza della visione periferica non esclude la possibilità che si sviluppi un DCV. L’elettroretinografia può essere utile, ma deve essere impiegata solo in bambini di età inferiore ai 3 anni. Condizioni neurologiche e psichiatriche Tenendo conto dei risultati degli studi sulla sicurezza del farmaco nell’animale (vedere paragrafo 5.3), si consiglia di tenere sotto stretta osservazione i pazienti trattati con il vigabatrin per accertare eventuali effetti avversi sulla funzione neurologica. Poco dopo l’inizio del trattamento con il vigabatrin sono stati descritti rari rapporti di sintomi encefalopatici, come marcata sedazione, stupore e confusione in associazione con un’attività aspecifica a onde lente nell’elettroencefalogramma. I fattori di rischio di sviluppo di queste reazioni comprendono una dose iniziale più elevata di quella raccomandata, un aumento della dose più rapida di quella raccomandata e insufficienza renale. Questi eventi erano reversibili dopo una riduzione della dose o dopo la sospensione di vigabatrin. (vedere il paragrafo 4.8). Sono stati segnalati casi di risonanza magnetica cerebrale anormale, in particolare nei bambini piccoli, trattati per spasmi infantili con alte dosi di vigabatrin. Allo stato attuale il significato clinico di questi risultati non è noto. In pazienti trattati per spasmi infantili sono stati segnalati disordini del movimento che comprendono distonia, discinesia e ipertonia. Il rischio/beneficio del vigabatrin deve essere valutato su base individuale. Se durante il trattamento con il vigabatrin si presentano nuovi disordini del movimento, si deve prendere in considerazione la riduzione della dose o una graduale interruzione del trattamento. Come avviene con altri medicinali antiepilettici, in alcuni pazienti si possono verificare un aumento della frequenza delle convulsioni o la comparsa di nuovi tipi di convulsioni con il vigabatrin (vedere paragrafo 4.8). Questi fenomeni possono essere anche la conseguenza di un sovradosaggio, di una diminuzione delle concentrazioni plasmatiche di un trattamento antiepilettico concomitante o di un effetto paradosso. Come avviene con altri medicinali antiepilettici, un’improvvisa sospensione può determinare convulsioni di rimbalzo. Nel caso di sospensione del trattamento con il vigabatrin, si consiglia una graduale riduzione della dose nel corso di un periodo di 2–4 settimane. Il vigabatrin deve essere usato con cautela in pazienti con anamnesi di psicosi, depressione o problemi comportamentali. Eventi psichiatrici (ad es. agitazione, depressione, pensieri anormali, reazioni paranoidi) sono stati riferiti durante il trattamento con il vigabatrin. Questi eventi si sono verificati in pazienti con e senza un’anamnesi psichiatrica e, di solito, erano reversibili quando le dosi di vigabatrin venivano ridotte o gradualmente sospese. Idea/comportamento suicida Sono stati segnalati casi di idea e comportamento suicida nei pazienti in trattamento con farmaci antiepilettici nelle loro diverse indicazioni. Una meta–analisi di trials clinici con medicinali antiepilettici, randomizzati controllati con placebo ha, inoltre, evidenziato un modesto incremento del rischio di idea e comportamento suicida. Il meccanismo di tale effetto non è noto e i dati disponibili non escludono la possibilità di un incremento di rischio con il vigabatrin. Pertanto, i pazienti devono essere monitorati per eventuali segni di idea e comportamento suicida e in tal caso deve essere preso in considerazione un appropriato trattamento. I pazienti (e chi ne ha cura) devono essere istruiti ad avvertire il medico qualora emergano segni di idea o comportamento suicida. Anziani o pazienti con compromissione renale Dato che il vigabatrin viene eliminato per via renale, si deve usare cautela in pazienti con clearance della creatinina inferiore a 60 ml/min e in pazienti anziani. Questi pazienti devono essere tenuti sotto stretta sorveglianza per accertare eventuali effetti indesiderati, come sedazione e confusione. (vedere paragrafo 4.2).
5. Interazioni
Dato che vigabatrin non viene metabolizzato né si lega alle proteine e non è un induttore di enzimi del citocromo P450 che metabolizzano i farmaci, sono improbabili interazioni con altri medicinali. Tuttavia, durante studi clinici controllati, è stata osservata una graduale riduzione del 16–33% delle concentrazioni plasmatiche di fenitoina. La natura esatta di questa interazione non è attualmente chiara, ma, nella maggior parte dei casi, è improbabile che abbia un significato terapeutico. Le concentrazioni plasmatiche di carbamazepina, fenobarbital e valproato di sodio sono state anch’esse monitorate durante studi clinici controllati e non è stata riconosciuta alcuna interazione clinicamente significativa. Vigabatrin può determinare una diminuzione dell’attività plasmatica misurata dell’alanin–aminotransferasi (ALT) e, in misura minore, dell’aspartato–aminotransferasi (AST). È stato riferito che l’entità della soppressione dell’ALT variava fra il 30 ed il 100%. Pertanto questi test epatici possono essere inaffidabili dal punto di vista quantitativo in pazienti che assumevano vigabatrin. (Vedere il paragrafo 4.8). Vigabatrin può aumentare la quantità di aminoacidi nell’urina probabilmente determinando un test falso–positivo per certi disturbi metabolici genetici rari (ad es. la presenza nell’urina di acido alfa–amino–adipico).
6. Effetti indesiderati
Riassunto del profilo di sicurezza Sono stati segnalati frequentemente difetti del campo visivo da lievi a gravi in pazienti trattati con il vigabatrin. I casi gravi sono potenzialmente invalidanti. La comparsa avviene di solito dopo mesi o anni di terapia con il vigabatrin. I dati riuniti in pool di studi di prevalenza fanno ritenere che non meno di un terzo dei pazienti trattati con il vigabatrin sviluppi difetti del campo visivo (vedere anche paragrafo 4.4). Circa il 50% dei pazienti in studi clinici controllati ha avuto effetti indesiderati durante il trattamento con vigabatrin. Negli adulti, essi erano per la maggior parte a carico del sistema nervoso centrale, ad esempio: sedazione, stordimento, stanchezza e diminuita capacità di concentrazione. Tuttavia, nei bambini è frequente l’eccitazione o l’agitazione. L’incidenza di questi effetti indesiderati è generalmente più elevata all’inizio del trattamento e diminuisce con l’andar del tempo. Come avviene con altri antiepilettici, alcuni pazienti possono avere un aumento della frequenza di convulsioni, compreso lo "status epilepticus" (stato epilettico), con vigabatrin. I pazienti con convulsioni miocloniche possono essere particolarmente soggetti a questo effetto. In casi rari possono verificarsi mioclono di nuova insorgenza ed esacerbazione del mioclono esistente. Elenco tabulato delle reazioni avverse Di seguito vengono elencati gli effetti indesiderati classificati secondo la loro frequenza, usando la seguente convenzione: molto comune: (≥1/10); comune (da ≥1/100 a <1/10); non comune (da ≥1/1000 a <1/100); raro (da ≥1/10.000 a <1/1000); molto raro (<1/10.000); non nota (la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili).
  Molto comune Comune Non comune Raro Molto raro Non nota
Patologie del sistema emolinfopoietico   anemia        
Disturbi psichiatrici*   agitazione, aggressività, nervosismo, depressione, reazioni paranoidi ipomania, mania, disturbi psicotici tentato suicidio allucinazioni  
Patologie del sistema nervoso sonnolenza disordini del linguaggio, cefalea, capogiri, parestesia, disturbi dell’attenzione e compromissione della memoria, compromissione mentale (disturbi del pensiero) tremori coordinazione anormale (atassia) encefalopatia** neurite ottica sono stati segnalati casi di risonanza magnetica cerebrale anormale (vedere paragrafo 4.4). Sono stati segnalati disturbi del movimento che comprendono distonia, discinesia e ipertonia, sia da soli che associati a risonanza magnetica anormale (vedere paragrafo 4.4)
Patologie dell’occhio difetti del campo visivo visione offuscata, diplopia, nistagmo   patologie retiniche (come atrofia periferica della retina) atrofia ottica  
Patologie gastrointestinali   nausea, vomito, dolore addominale        
Patologie epatobiliari         epatite  
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo     rash angioedema, orticaria    
Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo artralgia          
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione fatica edema, irritabilità        
Esami diagnostici***   aumento di peso        
* Sono state segnalate reazioni psichiatriche durante la terapia con il vigabatrin. Queste reazioni si sono manifestate in pazienti con o senza anamnesi psichiatrica e sono risultate, di solito, reversibili con la riduzione o la sospensione graduale del vigabatrin (vedere paragrafo 4.4). La depressione è risultata una reazione psichiatrica comune negli studi clinici ma raramente ha richiesto l’interruzione del vigabatrin. ** Nelle prime fasi del trattamento con il vigabatrin, sono stati descritti rari casi di sintomi encefalopatici come sedazione marcata, stupore e confusione associati a un’attività aspecifica a onde lente nell’elettroencefalogramma. Tali reazioni si sono dimostrate completamente reversibili dopo la riduzione della dose o la sospensione del vigabatrin (vedere paragrafo 4.4). *** Dati di laboratorio indicano che il trattamento con il vigabatrin non conduce a tossicità renale. Sono state osservate diminuzioni nei valori di ALT e AST, tali diminuzioni sono considerate essere il risultato dell’inibizione di queste aminotransferasi da parte del vigabatrin. Popolazione pediatrica Disturbi psichiatrici Molto comune: eccitazione, agitazione. Segnalazione delle reazioni avverse sospette La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione all’indirizzo www.agenziafarmaco.gov.it/it/responsabili.
7. Gravidanza e allattamento
Gravidanza Rischio correlato all’epilessia e ai medicinali antiepilettici in generale Nella prole di donne trattate con antiepilettici la prevalenza di malformazioni è due o tre volte maggiore rispetto alla popolazione generale. Quelle riportate più frequentemente sono labioschisi, malformazioni cardiovascolari e difetti del tubo neurale. La politerapia può essere associata ad un maggiore rischio di malformazioni congenite rispetto alla monoterapia, pertanto è importante praticare la monoterapia ogni volta che sia possibile. Deve essere fornito un consiglio specialistico a tutte le pazienti che potrebbero iniziare una gravidanza o che sono in età fertile. Deve essere rivalutata la necessità di un trattamento antiepilettico quando una paziente pianifica una gravidanza. Non si deve interrompere improvvisamente una terapia antiepilettica efficace quando una paziente entra in gravidanza, poiché il peggioramento della malattia può essere dannoso sia per la madre che per il feto. Rischio correlato al vigabatrin Sulla base dei dati ottenuti da gravidanze esposte al vigabatrin, disponibili da segnalazioni spontanee, sono stati segnalati risultati anormali (anomalie congenite o aborto spontaneo) nella prole delle madri che hanno assunto il vigabatrin. Non si può trarre alcuna conclusione definitiva per stabilire se vigabatrin determini un maggior rischio di malformazioni se assunto durante la gravidanza a causa dei dati limitati e della presenza di concomitanti medicinali antiepilettici. Studi negli animali hanno mostrato tossicità riproduttiva (vedere paragrafo 5.3). Sabril non deve essere usato durante la gravidanza a meno che le condizioni cliniche della donna richiedano un trattamento con vigabatrin. Esiste una quantità limitata di informazioni sulla possibile comparsa di difetti del campo visivo in bambini che siano stati esposti a vigabatrin in utero. Allattamento Vigabatrin viene escreto nel latte materno umano. Non ci sono informazioni sufficienti sugli effetti di vigabatrin nei neonati/infanti. Si deve decidere se interrompere l’allattamento o interrompere/astenersi dalla terapia con Sabril considerando il beneficio dell’allattamento per il bambino e il beneficio della terapia per la donna. Fertilità Studi sulla fertilità nei ratti non hanno mostrato nessun effetto sulla fertilità maschile e femminile (vedere paragrafo 5.3).
8. Conservazione
Questo medicinale non richiede alcuna speciale condizione di conservazione.
9. Principio attivo
Ogni compressa contiene: 500 mg di vigabatrin. Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.
10. Eccipienti
Compresse rivestite con film Nuc|eo: povidone K30 (E1201) cellulosa microcristallina (E460) magnesio stearato; carbossimetilamido sodico (Tipo IA) Rivestimento: ipromellosa 15 mPa.s (E464) titanio biossido (E171) macrogol 8000
11. Sovradosaggio
Sintomi Sono stati riferiti casi di sovradosaggio di vigabatrin in cui le dosi, se riferite, comunemente erano comprese fra 7,5 e 30 g; tuttavia sono stati segnalati casi di ingestione fino a 90 g. Quasi metà dei casi implicava l’ingestione di numerosi farmaci. I sintomi più comuni, se erano riferiti, comprendevano stordimento o coma. Altri sintomi riferiti meno di frequente comprendevano: vertigini, cefalea, psicosi, depressione respiratoria od apnea, bradicardia, ipotensione, agitazione, irritabilità, confusione, comportamento anormale e disturbi della parola. Nessuno dei casi di sovradosaggio si è concluso con la morte del soggetto. Trattamento Non esiste alcun antidoto specifico. Si devono impiegare le misure di sostegno consuete. Si devono prendere in considerazione alcune misure per eliminare il farmaco non assorbito. In uno studio in vitro è stato dimostrato che il carbone attivo non assorbe significativamente vigabatrin. L’efficacia dell’emodialisi nel trattamento del sovradosaggio di vigabatrin è sconosciuto. In casi isolati in pazienti con insufficienza renale trattati con dosi terapeutiche di vigabatrin, l’emodialisi ha ridotto del 40–60% le concentrazioni plasmatiche di vigabatrin.
Le informazioni pubblicate in questa pagina riportano informazioni farmaceutiche (Foglietto Illustrativo e Caratteristiche principali del Farmaco), sono da intendersi a solo scopo illustrativo; non intendono e non devono sostituirsi alle opinioni del medico. Per informazioni complete e sempre aggiornate su questo farmaco si consiglia di consultare il portale dell'AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco).
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