Tardyfer 80 mg compresse a rilascio prolungato, 30 compresse in blister pvc/pvdc/pe/al

Ultimo aggiornamento: 10 Febbraio, 2021
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Prezzo:

Tardyfer (Solfato ferroso) è un integratore di ferro disponibile in un'unica formulazione (Tardyfer 80 mg compresse a rilascio prolungato).


A cosa serve

Tardyfer viene impiegato per il trattamento della carenza di ferro, ed è un medicinale riservato agli adulti e ai bambini con età superiore ai 10 anni.


Posologia

Al di sopra dei 10 anni la dose raccomandata di Tardyfer è di 1 compressa al giorno; in caso di carenza severa di ferro, assumere 2 compresse al giorno, una al mattino e una alla sera.


Effetti collaterali

Tra gli effetti indesiderati legati all'uso di Tardyfer vi sono: difficoltà nel passaggio delle feci, diarrea, gonfiore addominale, dolore addominale, feci scure e nausea.


Quanto costa

Il prezzo di una confezione di Tardyfer da 30 compresse da 80 mg è di circa 14,50 euro.


Mutuabile

Tardyfer è un farmaco mutuabile che necessita di ricetta medica obbligatoria.


Per ogni altra informazione si fa riferimento al bugiardino di Tardyfer.

1. Indicazioni terapeutiche
Carenza di ferro Tardyfer 80 mg è indicato nei bambini di età superiore a 10 anni e negli adulti.
2. Posologia
Indicato in adulti e bambini esclusivamente di età superiore a 10 anni. Uso orale. Posologia - in adulti e bambini di età superiore a 10 anni: 1 compressa al giorno. - in caso di marcata anemia da carenza di ferro, adulti e bambini di età superiore a 10 anni possono aumentare il dosaggio a 2 compresse al giorno (mattino e sera). Modo di somministrazione Le compresse non devono essere succhiate, masticate o tenute in bocca, ma devono essere deglutite intere con acqua. Le compresse devono essere assunte prima dei pasti o durante i pasti (eccetto con gli alimenti descritti nel paragrafo 4.5), a seconda della tollerabilità gastrointestinale. Nel caso si dimenticasse la somministrazione di 1 o più dosi, il trattamento deve essere continuato con la stessa posologia. Durata del trattamento Il trattamento deve continuare fino alla normalizzazione dei livelli dei parametri ematologici. Il trattamento può essere prolungato per il tempo necessario alla correzione della carenza di ferro. Il periodo di trattamento varia in funzione della gravità della carenza di ferro. Generalmente sono richiesti circa 3-6 mesi di terapia, o di più in caso di persistenza della patologia. Il controllo dell’efficacia è utile solo dopo 3 mesi di trattamento: deve includere la correzione dell’anemia (emoglobina, volume globulare medio) e il ripristino delle riserve di ferro (ferritina sierica, recettore sierico della transferrina e coefficiente di saturazione della transferrina).
3. Controindicazioni
- Ipersensibilità alprincipio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1, - emosiderosi, - emocromatosi, - anemia emolitica, - pazienti che ricevono ripetutamente trasfusioni di sangue, - in caso di concomitante terapia parenterale a base di ferro, - in presenza di diverticoli intestinali o di qualsiasi altra ostruzione intestinale.
4. Avvertenze
Avvertenze Preparazioni a base di ferro ad alto dosaggio (10-20 volte superiori alla posologia usuale) possono causare avvelenamento specialmente nei bambini. Particolare cautela deve essere presa nel caso vengano utilizzati altri integratori alimentari e/o a base di sali di ferro. Tardyfer deve essere somministrato con cautela in pazienti con anemia emolitica, emoglobinopatia, mielodisplasia e altre patologie che colpiscono le riserve o l’assorbimento del ferro. Terapie a base di ferro, per quanto possibile, devono essere combinate con il trattamento della causa. L’iposideremia associata a sindromi infiammatorie non risponde al trattamento con ferro. I pazienti, specialmente quelli anziani e quelli con disturbi di deglutizione, in caso di via di somministrazione errata (vedere par. 4.8), potrebbero essere a rischio di ulcerazione dell’esofago, granuloma bronchiale e/o necrosi che potrebbe portare a broncostenosi. Sulla base dei dati di letteratura, in pazienti anziani con malattie renali croniche, diabete e/o ipertensione, che hanno assunto molti medicinali per trattare queste malattie e che hanno trattato l’anemia associata con integratori a base di ferro, è stata riscontrata melanosi gastrointestinale (vedere par. 4.8). Precauzioni di impiego A causa del rischio di ulcerazioni della bocca e di alterazione del colore dei denti, le compresse non devono essere succhiate, masticate o tenute in bocca, ma devono essere deglutite intere con acqua.
5. Interazioni
Combinazioni sconsigliate: + Sali di ferro (per via iniettiva) Senso di svenimento o anche shock attribuibile al rapido rilascio di ferro dalla sua forma complessa e alla saturazione della transferrina. + Cloramfenicolo Il cloramfenicolo può ritardare la risposta alla terapia a base di ferro. Combinazioni che richiedono speciali precauzioni d’uso: + Bifosfonati Riduzione dell’assorbimento gastrointestinale dei bifosfonati per la formazione di complessi di scarso assorbimento. Se entrambi i medicinali sono assunti contemporaneamente, separare le somministrazioni di ognuno dei medicinali di almeno 2 ore. + Cicline (via orale): Tetracicline e derivati delle tetracicline Riduzione dell’assorbimento gastrointestinale sia delle cicline per la formazione di complessi di scarso assorbimento. che del ferro. Se entrambi i medicinali sono assunti contemporaneamente, separare le somministrazioni di ognuno dei medicinali di almeno 2 ore. + Fluorochinoloni: ciprofloxacina e altri Riduzione dell’assorbimento gastrointestinale dei fluorochinoloni per la formazione di complessi di scarso assorbimento. Se entrambi i medicinali sono assunti contemporaneamente, separare le somministrazioni di ognuno dei medicinali di almeno 2 ore. + Antiacidi: prodotti contenenti calcio, alluminio e magnesio (magnesio trisilicato) Riduzione dell’assorbimento gastrointestinale dei sali di ferro. Se entrambi i medicinali sono assunti contemporaneamente, separare le somministrazioni di ognuno dei medicinali di almeno 2 ore.+ Penicillamina Riduzione dell’assorbimento gastrointestinale di penicillamina per la formazione di complessi di scarso assorbimento. Aumento del rischio di tossicità della D-penicillamina al termine della terapia con ferro solfato. Se entrambi i medicinali sono assunti contemporaneamente, separare le somministrazioni di ognuno dei medicinali di almeno 2 ore.+ Ormoni tiroidei/tiroxina: Riduzione dell’assorbimento gastrointestinale della tiroxina per la formazione di complessi di scarso assorbimento, che porta a ipotiroxinemia. Se entrambi i medicinali sono assunti contemporaneamente, separare le somministrazioni di ognuno dei medicinali di almeno 2 ore.+ Farmaci antinfiammatori non steroidei: In caso di somministrazione contemporanea di sali di ferro e farmaci antinfiammatori non steroidei, essi devono essere presi con il cibo per ridurre l’effetto irritante a livello gastrointestinale e il rischio di sanguinamento associato agli antinfiammatori. + Colestiramina Riduzione dell’assorbimento di ferro a livello gastrointestinale. Il ferro deve essere somministrato 1 o 2 ore prima o 4 ore dopo la assunzione di colestiramina. + Calcio, Zinco Riduzione dell’assorbimento di ferro a livello gastrointestinale da calcio e zinco. Riduzione dell’assorbimento di zinco a livello gastrointestinale da sali di ferro. Se entrambi i medicinali sono assunti contemporaneamente, separare le somministrazioni di ognuno dei medicinali di almeno 2 ore.+ Metildopa, Levodopa, Carbidopa Riduzione dell’assorbimento gastrointestinale dei derivati della dopa, per la formazione di complessi di scarso assorbimento, Se entrambi i medicinali sono assunti contemporaneamente, separare le somministrazioni di ognuno dei medicinali di almeno 2 ore.+Altre forme di interazione: Acidi fitici (cereali di grano integrale), polifenoli (tè, caffè, vino rosso), calcio (latte e latticini) e alcune proteine (uova) inibiscono significativamente l’assorbimento di ferro. Lasciare un intervallo fra la somministrazione di sali di ferro e di questi alimenti (almeno 2 ore).
6. Effetti indesiderati
La tabella seguente riporta le reazioni avverse osservate in sette studi clinici, per un totale di 1.051 pazienti: per 649 pazienti trattati con Tardyfer la valutazione di causalità era "non esclusa", durante l’esperienza post-marketing o in letteratura. Le reazioni avverse sono elencate di seguito in base alla classificazione MedDRA per sistemi e organi e definite come: molto comune (≥1/10); comune (≥1/100, <1/10); non comune (≥1/1.000, <1/100); rara (≥ 1/10.000, < 1/1.000); molto rara (<1/10.000); non nota (la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili).
CLASSIFICAZIONE PER SISTEMI E ORGANI (MedDRA) COMUNE (≥ l/100, < 1/10) NON COMUNE (≥ l/1.000, < 1/100) NON NOTA (la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili)
Disturbi del sistema immunitario     Reazioni di ipersensibilità, orticaria
Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche   Edema laringeo *necrosi polmonare *granuloma polmonare *broncostenosi
Patologie gastrointestinali Stipsi, diarrea, distensione addominale, dolore addominale, scoloramento delle feci, nausea Feci anomale, dispepsia, vomito, gastrite **alterazione del colore dei denti, ** ulcerazione della bocca * lesioni esofagee Melanosi gastrointestinale
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo   Prurito, rash eritematoso  
*I pazienti, specialmente pazienti anziani e pazienti con disturbi di deglutizione, in caso di via di somministrazione errata (vedere par. 4.4), potrebbero essere a rischio di ulcerazione dell’esofago, granuloma bronchiale e/o necrosi che può causare broncostenosi. ** Alterazione del colore dei denti e ulcerazioni della bocca in caso di somministrazione non corretta, quando le compresse vengono masticate, succhiate o tenute in bocca. Altre popolazioni speciali: In letteratura sono stati riportati casi di melanosi gastrointestinale con frequenza non nota in pazienti anziani con malattie croniche renali, diabete e/o ipertensione, trattati con molti medicinali per queste malattie e trattati con integratori a base di ferro(vedere par. 4.4) per l’anemia associata. Segnalazione delle reazioni avverse sospette La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione all’indirizzo www.agenziafarmaco.gov.it/content/come-segnalare-una-sospetta-reazione-avversa.
7. Gravidanza e allattamento
Gravidanza Non esistono studi dedicati alle donne in gravidanza. Comunque, nel contesto di un medicinale, ben noto, è disponibile una ampia bibliografia sulle donne in gravidanza (più di 1000 risultati di donne esposte) che indica che non si rilevano malformazioni né tossicità feto/neonatale. Inoltre, studi nell’animale non mostrano tossicità dell’appartato riproduttivo (vedere paragrafo 5.3). In conclusione, Tardyfer può essere utilizzato durante la gravidanza se clinicamente necessario. Allattamento I Sali di ferro sono escreti nel latte materno ma, a dosi terapeutiche, non sono documentati effetti nel neonato/bambino. Pertanto l’utilizzo di Tardyfer può essere preso in considerazione durante l’allattamento Fertilità Studi sugli animali non indicano effetti sulla fertilità maschile e femminile.
8. Conservazione
Nessuna precauzione speciale per la conservazione.
9. Principio attivo
Una compressa a rilascio prolungato contiene 247,25 mg di solfato ferroso secco (equivalente a 80 mg Fe2+). Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.
10. Eccipienti
Nucleo della compressa Maltodestrina, Cellulosa microcristallina, Trietil citrato, Talco, Copolimero ammonio metacrilato dispersione Tipo B (EUDRAGIT RS 30D), Copolimero ammonio metacrilato dispersione Tipo A (EUDRAGIT RL 30D), Glicerolo dibeenato. Rivestimento della compressa Titanio diossido, Sepifilm LP010*,Ossido di ferro giallo, Ossido di ferro rosso, Trietil citrato * composizione del Sepifilm LP010: Ipromellosa, Cellulosa microcristallina, Acido stearico
11. Sovradosaggio
Nei bambini e negli adulti, il rischio di tossicità dovuta all’assunzione di ferro si verifica da 20 mg di ferro elementare per kg di peso in su, ma è maggiore da 60 mg di ferro elementare per kg di peso. Sintomi di intossicazione L’avvelenamento classico da ferro si verifica in cinque fasi: fase gastrointestinale (inclusi segni di irritazione gastrointestinale o necrosi della mucosa gastrointestinale accompagnati nella maggior parte dei casi da dolore addominale, nausea, vomito, diarrea), fase quiescente, fase di shock e acidosi metabolica seguita da insufficienza epatica e renale, fase di epatotossicità e fase di ostruzione intestinale. La diagnosi di avvelenamento da ferro si basa su sintomi clinici, elevati livelli di ferro sierico (circa 2-9 ore dopo l’esposizione) ed esame addominale ai raggi X (se sono state consumate compresse di ferro) Trattamento di tossicità acuta da ferro Trattamento sintomatico Controllo attento del paziente, mantenimento della respirazione e circolazione sanguigna (equilibrio di fluidi ed elettroliti). Decontaminazione gastrointestinale Una radiografia addominale può essere effettuata per confermare la presenza di compresse di ferro nel tratto gastrointestinale (stomaco o piccolo intestino). In caso di assunzione di un elevato numero di compresse (se il ferro è stato ingerito con dosaggio superiore a 20 mg/kg o se sintomatico) e solo se l’ingestione è avvenuta entro un’ora, è possibile rimuovere parte del ferro consumato con una decontaminazione gastrointestinale che deve essere effettuata in ospedale: • Induzione al vomito se il paziente è cosciente e co-operativo (per es. con acqua saponata o acqua tiepida salata) • Lassativi contenenti macrogol o irrigazione intestinale completa (per es. può essere somministrata soluzione lavante di polietilenglicole alla velocità di 15-40 ml/kg/hr per 4-8 ore) Dopo il lavaggio dovrebbe essere effettuata una radiografia addominale per verificare la presenza di compresse di ferro o frammenti. Attenzione: la decontaminazione gastrointestinale è possibile ma non deve essere effettuata di routine nella gestione degli avvelenamenti da ferro. Terapia con chelanti del ferro: In caso di intossicazione grave, la terapia di riferimento per l’avvelenamento da ferro è l’infusione di deferoxamina. Per maggiori informazioni, vedere il Riassunto delle Caratteristiche del Prodotto di deferoxamina. Il dimercaprolo è controindicato nei casi di intossicazione da ferro.
Le informazioni pubblicate in questa pagina riportano informazioni farmaceutiche (Foglietto Illustrativo e Caratteristiche principali del Farmaco), sono da intendersi a solo scopo illustrativo; non intendono e non devono sostituirsi alle opinioni del medico. Per informazioni complete e sempre aggiornate su questo farmaco si consiglia di consultare il portale dell'AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco).
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