Tecentriq 840 mg concentrato per soluzione per infusione uso endovenoso flaconcino (vetro) 14 ml (60 mg/ml) 1 flaconcino

Ultimo aggiornamento: 10 Febbraio, 2021
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1. Indicazioni terapeutiche
Tecentriq in monoterapia è indicato nel trattamento di pazienti adulti con carcinoma uroteliale (CU) localmente avanzato o metastatico: • dopo una precedente chemioterapia contenente platino o • che sono considerati non eleggibili al cisplatino ed il cui tumore presenta un’espressione di PD-L1 ≥ 5% (vedere paragrafo 5.1). Tecentriq in monoterapia è indicato per il trattamento di pazienti adulti affetti da NSCLC localmente avanzato o metastatico precedentemente sottoposti a chemioterapia. Prima di essere trattati con Tecentriq, i pazienti affetti da NSCLC con mutazioni di EGFR o ALK-positivo devono essere stati sottoposti anche a terapie a bersaglio molecolare (vedere paragrafo 5.1). Tecentriq in combinazione con nab-paclitaxel è indicato per il trattamento di pazienti adulti con carcinoma mammario triplo negativo (triple-negative breast cancer, TNBC) non resecabile localmente avanzato o metastatico i cui tumori presentano un’espressione di PD-L1 ≥ 1% e che non sono stati sottoposti a precedente chemioterapia per malattia metastatica.
2. Posologia
Il trattamento con Tecentriq deve essere avviato e seguito da un medico esperto nel trattamento del cancro. Test per PD-L1 per pazienti affetti da CU o TNBC I pazienti affetti da CU e TNBC non trattato precedentemente devono essere selezionati per il trattamento sulla base dell’espressione tumorale di PD-L1 confermata da un test validato (vedere paragrafo 5.1). Posologia Tecentriq in monoterapia La dose raccomandata di Tecentriq corrisponde a: • 840 mg somministrati per via endovenosa ogni due settimane oppure • 1.680 mg somministrati per via endovenosa ogni quattro settimane. Tecentriq in terapia di combinazione con nab-paclitaxel nel trattamento di prima linea del TNBC metastatico (mTNBC) La dose raccomandata di Tecentriq corrisponde a 840 mg somministrati mediante infusione endovenosa, seguiti da 100 mg/m² di nab-paclitaxel. Per ogni ciclo di 28 giorni, Tecentriq è somministrato i giorni 1 e 15, mentre nab-paclitaxel i giorni 1, 8 e 15. Consultare anche le informazioni prescrittive integrali dei prodotti di combinazione (vedere anche paragrafo 5.1). Durata del trattamento Si raccomanda di trattare i pazienti con Tecentriq fino alla perdita di beneficio clinico (vedere paragrafo 5.1) o all’insorgenza di tossicità inaccettabile. Per il TNBC, si raccomanda di trattare i pazienti con Tecentriq fino alla progressione della malattia o all’insorgenza di tossicità inaccettabile (vedere paragrafo 5.1). Dosi ritardate o saltate Se si salta una dose programmata di Tecentriq, questa deve essere somministrata con la massima tempestività. Il regime posologico deve essere corretto in modo da mantenere un intervallo appropriato tra le dosi. Modifiche della posologia durante il trattamento Non sono raccomandate riduzioni della dose di Tecentriq. Ritardo o interruzione della somministrazione (vedere anche paragrafi 4.4 e 4.8) Tabella 1: indicazioni sulla modifica della dose per Tecentriq
Reazione avversa immuno-correlata Severità Modifica del trattamento
Polmonite Grado 2 Sospendere il trattamento con Tecentriq Il trattamento può essere ripreso quando l’evento registra un miglioramento al grado 0 o 1 entro 12 settimane e la dose di corticosteroidi è stata ridotta a ≤ 10 mg/die di prednisone o equivalente.
Grado 3 o 4 Interrompere definitivamente il trattamento con Tecentriq
Epatite nei pazienti senza carcinoma epatocellulare (HCC) Grado 2: (ALT o AST > 3 fino a 5 volte il limite superiore della norma [ULN]) Sospendere il trattamento con Tecentriq
o  
bilirubina ematica > 1,5 fino a 3 volte l’ULN) Il trattamento può essere ripreso quando l’evento registra un miglioramento al grado 0 o 1 entro 12 settimane e la dose di corticosteroidi è stata ridotta a ≤ 10 mg/die di prednisone o equivalente.
Grado 3 o 4: (ALT o AST > 5 volte l’ULN Interrompere definitivamente il trattamento con Tecentriq
o
bilirubina ematica > 3 volte l’ULN)
Epatite nei pazienti con HCC Se i livelli di AST/ALT rientrano nella norma al basale e aumentano fino a valori compresi tra > 3 e ≤ 10 volte l’ULN Sospendere il trattamento con Tecentriq
o
se i livelli di AST/ALT sono compresi tra > 1 e ≤ 3 volte l’ULN al basale e aumentano fino a valori compresi tra > 5 e ≤ 10 volte l’ULN
o
se i livelli di AST/ALT sono compresi tra > 3 e ≤ 5 volte l’ULN al basale e aumentano fino a valori compresi tra > 8 e ≤ 10 volte l’ULN Il trattamento può essere ripreso quando l’evento registra un miglioramento al grado 0 o 1 entro 12 settimane e la dose di corticosteroidi è stata ridotta a â?¤ 10 mg/die di prednisone o equivalente.
Se i livelli di AST/ALT aumentano fino a > 10 volte l’ULN Interrompere definitivamente il trattamento con Tecentriq
o
i livelli di bilirubina totale aumentano fino a > 3 volte l’ULN
Colite Diarrea di grado 2 o 3 (aumento ≥ 4 evacuazioni/die rispetto al basale) Sospendere il trattamento con Tecentriq
o  
Colite sintomatica Il trattamento può essere ripreso quando l’evento registra un miglioramento al grado 0 o 1 entro 12 settimane e la dose di corticosteroidi è stata ridotta a ≤ 10 mg/die di prednisone o equivalente.
Diarrea o colite di grado 4 (potenzialmente letale; è indicato un intervento urgente) Interrompere definitivamente il trattamento con Tecentriq
Ipotiroidismo o ipertiroidismo Sintomatico Sospendere il trattamento con Tecentriq
Ipotiroidismo: Il trattamento può essere ripreso quando si ottiene il controllo dei sintomi mediante una terapia sostitutiva con ormoni tiroidei e i livelli di ormone tireostimolante (TSH) sono in diminuzione.
Ipertiroidismo: Il trattamento può essere ripreso quando si ottiene il controllo dei sintomi mediante medicinali anti-tiroidei e la funzionalità tiroidea è in miglioramento.
Insufficienza surrenalica Sintomatica Sospendere il trattamento con Tecentriq
Il trattamento può essere ripreso quando i sintomi registrano un miglioramento al grado 0 o 1 entro 12 settimane, la dose di corticosteroidi è stata ridotta a una dose ≤ 10 mg/die di prednisone o equivalente e il paziente è in condizioni stabili in terapia sostitutiva.
Ipofisite Grado 2 o 3 Sospendere il trattamento con Tecentriq
Il trattamento può essere ripreso quando i sintomi registrano un miglioramento a un grado 0 o a un grado 1 entro 12 settimane, la dose di corticosteroidi è stata ridotta a una dose ≤ 10 mg/die di prednisone o equivalente e il paziente è in condizioni stabili in terapia sostitutiva.
Grado 4 Interrompere definitivamente il trattamento con Tecentriq
Diabete mellito di tipo 1 Iperglicemia di grado 3 o 4 (glucosio a digiuno > 250 mg/dl o 13,9 mmol/l) Sospendere il trattamento con Tecentriq
Il trattamento può essere ripreso quando si ottiene il controllo metabolico mediante terapia insulinica sostitutiva.
Reazioni correlate all’infusione Grado 1 o 2 Ridurre la velocità di infusione o sospendere la somministrazione. Il trattamento può essere ripreso alla risoluzione dell’evento.
Grado 3 o 4 Interrompere definitivamente il trattamento con Tecentriq
Eruzione cutanea Grado 3 Sospendere il trattamento con Tecentriq
Il trattamento può essere ripreso alla risoluzione dell’eruzione cutanea e nel momento in cui la dose di corticosteroidi è stata ridotta a ≤ 10 mg/die di prednisone o equivalente.
Grado 4 Interrompere definitivamente il trattamento con Tecentriq
Sindrome miastenica/miastenia grave, sindrome di Guillain-Barré e meningoencefalite Tutti i gradi Interrompere definitivamente il trattamento con Tecentriq
Pancreatite Aumento dei livelli sierici di amilasi o lipasi di grado 3 o 4 (> 2 volte l’ULN) o pancreatite di grado 2 o 3 Sospendere il trattamento con Tecentriq
Il trattamento può essere ripreso nel momento in cui i livelli sierici di amilasi o lipasi migliorano fino al grado 0 o 1 entro 12 settimane, o alla risoluzione dei sintomi di pancreatite e la dose di corticosteroidi è stata ridotta a ≤ 10 mg/die di prednisone o equivalente.
Grado 4 o pancreatite recidivante di qualsiasi grado Interrompere definitivamente il trattamento con Tecentriq
Miocardite Grado 2 Sospendere il trattamento con Tecentriq
Il trattamento può essere ripreso quando i sintomi migliorano al grado 0 o 1 entro 12 settimane e i corticosteroidi sono stati ridotti a ≤ 10 mg/die di prednisone o equivalente.
Grado 3 o 4 Interrompere definitivamente il trattamento con Tecentriq
Nefrite Grado 2 (livello di creatinina >1,5 - 3,0x al basale o >1,5 - 3,0x ULN) Sospendere il trattamento con Tecentriq
Il trattamento può essere ripreso quando l’evento migliora al grado 0 o 1 entro 12 settimane e i corticosteroidi sono stati ridotti a ≤ 10 mg/die di prednisone o equivalente.
Grado 3 o 4: (livello di creatinina >3,0x al basale o >3,0x ULN) Interrompere definitivamente il trattamento con Tecentriq
Miosite Grado 2 o 3 Sospendere il trattamento con Tecentriq
Grado 4 o miosite recidivante di grado 3 Interrompere definitivamente il trattamento con Tecentriq
Altre reazioni avverse immuno-correlate Grado 2 o grado 3 Sospendere il trattamento finchè le reazioni avverse si ristabiliscono al grado 0 o 1 entro 12 settimane, e i corticosteroidi sono stati ridotti a ≤ 10 mg/die di prednisone o equivalente.
Grado 4 o grado 3 ricorrente Interrompere definitivamente il trattamento con Tecentriq (ad eccezione delle endocrinopatie controllate con terapia ormonale).
Nota bene: i gradi di tossicità sono conformi ai criteri comuni di terminologia per gli eventi avversi del National Cancer Institute (NCI-CTCAE) versione 4. Popolazioni particolari Popolazione pediatrica La sicurezza e l’efficacia di Tecentriq nei bambini e negli adolescenti di età inferiore ai 18 anni non sono state stabilite. I dati al momento disponibili sono riportati nei paragrafi 4.8, 5.1 e 5.2, ma non può essere fatta alcuna raccomandazione riguardante la posologia. Anziani In base a un’analisi farmacocinetica di popolazione, nei pazienti di età ≥ 65 anni non è necessario effettuare alcuna correzione della dose di Tecentriq (vedere paragrafi 4.8 e 5.1). Compromissione renale In base a un’analisi farmacocinetica di popolazione, nei pazienti con compromissione renale lieve o moderata non è necessario effettuare alcuna correzione della dose (vedere paragrafo 5.2). I dati relativi ai pazienti con compromissione renale severa sono troppo limitati per trarre conclusioni su questa popolazione. Compromissione epatica In base a un’analisi farmacocinetica di popolazione, nei pazienti con compromissione epatica lieve o moderata non è necessario effettuare alcuna correzione della dose. Tecentriq non è stato studiato nei pazienti con compromissione epatica severa (vedere paragrafo 5.2). Performance status secondo l’Eastern Cooperative Oncology Group (ECOG) ≥ 2 I pazienti con performance status ECOG ≥ 2 sono stati esclusi dalle sperimentazioni cliniche in NSCLC, TNBC, CU di 2a linea e HCC (vedere paragrafi 4.4 e 5.1; per l’HCC, vedere paragrafi 4.4 e 5.1 del RCP di Tecentriq 1.200 mg concentrato per soluzione per infusione). Modo di somministrazione Tecentriq è per uso endovenoso. Le infusioni non devono essere somministrate in bolo (push) endovenoso. La dose iniziale di Tecentriq deve essere somministrata nell’arco di 60 minuti. Se la prima infusione è ben tollerata, tutte le infusioni successive possono essere somministrate nell’arco di 30 minuti. Per le istruzioni sulla diluizione e la manipolazione del medicinale prima della somministrazione, vedere paragrafo 6.6.
3. Controindicazioni
Ipersensibilità ad atezolizumab o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1.
4. Avvertenze
Tracciabilità Al fine di migliorare la tracciabilità dei medicinali biologici, la denominazione commerciale e il numero di lotto del medicinale somministrato devono essere chiaramente registrati nella cartella clinica del paziente. Reazioni avverse immuno-correlate La maggior parte delle reazioni avverse immuno-correlate che si sono manifestate durante il trattamento con atezolizumab è risultata reversibile interrompendo atezolizumab e iniziando corticosteroidi e/o cure di supporto. Sono state osservate reazioni avverse immuno-correlate che hanno interessato più di un sistema/apparato dell’organismo. Le reazioni avverse immuno-correlate con atezolizumab possono manifestarsi dopo l’ultima dose di atezolizumab. In caso di sospette reazioni avverse immuno-correlate, deve essere effettuata una valutazione completa per confermarne l’eziologia o escludere altre cause. In funzione della severità della reazione avversa, atezolizumab deve essere sospeso e devono essere somministrati corticosteroidi. Quando si osserva un miglioramento a un grado ≤ 1, la dose di corticosteroidi deve essere ridotta progressivamente nell’arco di ≥ 1 mese. In base a dati limitati emersi negli studi clinici condotti in pazienti in cui non è stato possibile controllare le reazioni avverse ricorrendo a corticosteroidi sistemici, si può valutare la somministrazione di altri immunosoppressori sistemici. Atezolizumab deve essere interrotto definitivamente in presenza di una qualsiasi reazione avversa immuno-correlata di grado 3 recidivante e in presenza di reazioni avverse immuno-correlate di grado 4, eccetto per endocrinopatie controllate mediante terapia ormonale sostitutiva (vedere paragrafi 4.2 e 4.8). Polmonite immuno-correlata Nelle sperimentazioni cliniche con atezolizumab sono stati osservati casi di polmonite, anche fatali (vedere paragrafo 4.8). I pazienti devono essere monitorati per rilevare eventuali segni e sintomi di polmonite e devono essere escluse cause diverse dalla polmonite immuno-correlata. In caso di polmonite di grado 2, il trattamento con atezolizumab deve essere sospeso, iniziando a somministrare 1-2 mg/kg/die di prednisone o equivalente. Se i sintomi registrano un miglioramento a un grado ≤ 1, la dose di corticosteroidi deve essere ridotta gradualmente nell’arco ≥ 1 mese. Il trattamento con atezolizumab può essere ripreso se l’evento registra un miglioramento a un grado ≤ 1 entro 12 settimane e la dose di corticosteroidi è stata ridotta a ≤ 10 mg/die di prednisone o equivalente. In caso di polmonite di grado 3 o 4, il trattamento con atezolizumab deve essere interrotto definitivamente. Epatite immuno-correlata Nelle sperimentazioni cliniche con atezolizumab sono stati osservati casi di epatite, alcuni con esito fatale (vedere paragrafo 4.8). I pazienti devono essere monitorati per rilevare l’insorgenza di segni e sintomi di epatite. I livelli di aspartato aminotransferasi (AST), alanina aminotransferasi (ALT) e bilirubina devono essere monitorati prima di iniziare la terapia, periodicamente durante il trattamento con atezolizumab e secondo quanto indicato in base alla valutazione clinica. Per i pazienti senza HCC, se un evento di grado 2 (ALT o AST > 3 fino a 5 volte l’ULN o bilirubina ematica > 1,5 fino a 3 volte l’ULN) persiste per oltre 5-7 giorni, il trattamento con atezolizumab deve essere sospeso, iniziando a somministrare 1-2 mg/kg/die di prednisone o equivalente. Se l’evento registra un miglioramento a un grado ≤ 1, la dose di corticosteroidi deve essere ridotta gradualmente nell’arco di ≥ 1 mese. Il trattamento con atezolizumab può essere ripreso se l’evento registra un miglioramento a un grado ≤ 1 entro 12 settimane e la dose di corticosteroidi è stata ridotta a ≤ 10 mg/die di prednisone o equivalente. In caso di eventi di grado 3 o 4 (ALT o AST > 5,0 volte l’ULN o bilirubina ematica > 3 volte l’ULN), il trattamento con atezolizumab deve essere interrotto definitivamente. Per i pazienti con HCC, il trattamento con atezolizumab deve essere sospeso, iniziando a somministrare 1-2 mg/kg/die di prednisone o equivalente, se i livelli di ALT o AST aumentano da valori nella norma al basale fino a valori compresi tra > 3 e ≤ 10 volte l’ULN, se aumentano da valori compresi tra > 1 e ≤ 3 volte l’ULN al basale fino a valori compresi tra > 5 e ≤ 10 volte l’ULN o da valori compresi tra > 3 e ≤ 5 volte l’ULN al basale fino a valori compresi tra > 8 e ≤ 10 volte l’ULN e persistono per oltre 5-7 giorni. Se l’evento registra un miglioramento a un grado ≤ 1, la dose di corticosteroidi deve essere ridotta gradualmente nell’arco di ≥ 1 mese. Il trattamento con atezolizumab può essere ripreso se l’evento registra un miglioramento a un grado ≤ 1 entro 12 settimane e la dose di corticosteroidi viene ridotta a ≤ 10 mg/die di prednisone o equivalente. Il trattamento con atezolizumab deve essere interrotto definitivamente se i livelli di ALT o AST aumentano fino a > 10 volte l’ULN o i livelli di bilirubina totale aumentano fino a > 3 volte l’ULN. Colite immuno-correlata Nelle sperimentazioni cliniche con atezolizumab sono stati osservati casi di diarrea o colite (vedere paragrafo 4.8). I pazienti devono essere monitorati per rilevare l’insorgenza di segni e sintomi di colite. In caso di diarrea di grado 2 o 3 (aumento ≥ 4 evacuazioni/die rispetto al basale) o colite (sintomatica), il trattamento con atezolizumab deve essere sospeso. In presenza di diarrea di grado 2 o colite, se i sintomi persistono > 5 giorni o sono ricorrenti, occorre iniziare a somministrare 1-2 mg/kg/die di prednisone o equivalente. In presenza di diarrea di grado 3 o colite, è necessario istituire una terapia con corticosteroidi per via endovenosa (1-2 mg/kg/die di metilprednisolone o equivalente). Al miglioramento dei sintomi occorre iniziare a somministrare 1-2 mg/kg/die di prednisone o equivalente. Se i sintomi registrano un miglioramento a un grado ≤ 1, la dose di corticosteroidi deve essere ridotta gradualmente nell’arco di ≥ 1 mese. Il trattamento con atezolizumab può essere ripreso se l’evento registra un miglioramento a un grado ≤ 1 entro 12 settimane e la dose di corticosteroidi è stata ridotta a ≤ 10 mg/die di prednisone o equivalente. In caso di diarrea o colite di grado 4 (potenzialmente letale; indicato un intervento urgente), il trattamento con atezolizumab deve essere interrotto definitivamente. Endocrinopatie immuno-correlate Nelle sperimentazioni cliniche con atezolizumab sono stati osservati ipotiroidismo, ipertiroidismo, insufficienza surrenalica, ipofisite e diabete mellito di tipo 1, tra cui chetoacidosi diabetica (vedere paragrafo 4.8). I pazienti devono essere monitorati per rilevare l’insorgenza di segni e sintomi di endocrinopatie. La funzionalità tiroidea deve essere monitorata prima del trattamento con atezolizumab e periodicamente durante lo stesso. Per i pazienti che presentano anomalie negli esami della funzionalità tiroidea al basale occorre valutare la somministrazione di un trattamento adeguato. Ai pazienti asintomatici con anomalie negli esami della funzionalità tiroidea può essere somministrato atezolizumab. In caso di ipotiroidismo sintomatico, il trattamento con atezolizumab deve essere sospeso, iniziando, ove necessario, una terapia sostitutiva con ormoni tiroidei. L’ipotiroidismo isolato può essere trattato mediante terapia sostitutiva e senza corticosteroidi. In caso di ipertiroidismo sintomatico, il trattamento con atezolizumab deve essere sospeso, iniziando a somministrare, ove necessario, un medicinale anti-tiroideo. Il trattamento con atezolizumab può essere ripreso nel momento in cui si ottiene il controllo dei sintomi e la funzionalità tiroidea è in miglioramento. In caso di insufficienza surrenalica sintomatica, il trattamento con atezolizumab deve essere sospeso, istituendo una terapia con corticosteroidi per via endovenosa (1-2 mg/kg/die di metilprednisolone o equivalente). Al miglioramento dei sintomi occorre somministrare 1-2 mg/kg/die di prednisone o equivalente. Se i sintomi registrano un miglioramento a un grado ≤ 1, la dose di corticosteroidi deve essere ridotta gradualmente nell’arco di ≥ 1 mese. Il trattamento può essere ripreso se l’evento registra un miglioramento a un grado ≤ 1 entro 12 settimane, la dose di corticosteroidi è stata ridotta a una dose ≤ 10 mg/die di prednisone o equivalente e il paziente è in condizioni stabili in terapia sostitutiva (ove necessario). In caso di ipofisite di grado 2 o 3, atezolizumab deve essere sospeso e deve essere iniziato il trattamento con corticosteroidi per via endovenosa (1-2 mg/kg/die di metilprednisolone o equivalente), iniziando al bisogno anche una terapia ormonale sostitutiva. Al miglioramento dei sintomi, si deve passare al trattamento con 1-2 mg/kg/die di prednisone o equivalente. Se i sintomi registrano un miglioramento a un grado ≤ 1, la dose di corticosteroidi deve essere ridotta gradualmente nell’arco di ≥ 1 mese. Il trattamento può essere ripreso se l’evento registra un miglioramento a un grado≤ 1 entro 12 settimane, la dose di corticosteroidi è stata ridotta a una dose ≤ 10 mg/die di prednisone o equivalente e il paziente è in condizioni stabili in terapia sostitutiva (ove necessario). Il trattamento con atezolizumab deve essere interrotto definitivamente in caso di ipofisite di grado 4. In caso di diabete mellito di tipo 1, è necessario istituire una terapia insulinica. In presenza di iperglicemia ≥ grado 3 (glucosio a digiuno > 250 mg/dl o 13,9 mmol/l), il trattamento con atezolizumab deve essere sospeso. Il trattamento con atezolizumab può essere ripreso nel momento in cui si ottiene il controllo metabolico mediante terapia insulinica sostitutiva. Meningoencefalite immuno-correlata Nelle sperimentazioni cliniche su atezolizumab è stata osservata meningoencefalite (vedere paragrafo 4.8). I pazienti devono essere monitorati per rilevare l’insorgenza di segni e sintomi di meningite o encefalite. In caso di meningite o encefalite di qualsiasi grado, il trattamento con atezolizumab deve essere interrotto definitivamente. È necessario istituire una terapia con corticosteroidi per via endovenosa (1-2 mg/kg/die di metilprednisolone o equivalente). Al miglioramento dei sintomi occorre somministrare 1-2 mg/kg/die di prednisone o equivalente. Neuropatie immuno-correlate Nei pazienti trattati con atezolizumab sono state osservate sindrome miastenica/miastenia grave o sindrome di Guillain-Barré, che possono essere potenzialmente letali. I pazienti devono essere monitorati per rilevare l’insorgenza di sintomi di neuropatia motoria e sensoriale. In caso di sindrome miastenica/miastenia grave o sindrome di Guillain-Barré di qualsiasi grado, il trattamento con atezolizumab deve essere interrotto definitivamente e deve essere valutata la necessità di iniziare a somministrare corticosteroidi sistemici a una dose di 1-2 mg/kg/die di prednisone o equivalente. Pancreatite immuno-correlata Nelle sperimentazioni cliniche con atezolizumab è stata osservata pancreatite, ivi compresi aumenti dei livelli sierici di amilasi e lipasi (vedere paragrafo 4.8). I pazienti devono essere attentamente monitorati per rilevare l’insorgenza di segni e sintomi indicanti pancreatite acuta. In caso di aumento dei livelli sierici di amilasi e lipasi di grado ≥ 3 (> 2 volte l’ULN) o pancreatite di grado 2 o 3, il trattamento con atezolizumab deve essere sospeso, istituendo una terapia con corticosteroidi per via endovenosa (1-2 mg/kg/die di metilprednisolone o equivalente). Al miglioramento dei sintomi occorre somministrare 1-2 mg/kg/die di prednisone o equivalente. Il trattamento con atezolizumab può essere ripreso alla risoluzione dei sintomi di pancreatite o nel momento in cui i livelli sierici di amilasi o lipasi registrano un miglioramento a un grado ≤ 1 entro 12 settimane e la dose di corticosteroidi è stata ridotta a ≤ 10 mg/die di prednisone o equivalente. In caso di pancreatite di grado 4 o recidivante di qualsiasi grado, il trattamento con atezolizumab deve essere interrotto definitivamente. Miocardite immuno-correlata Nelle sperimentazioni cliniche con atezolizumab è stata osservata miocardite (vedere paragrafo 4.8). I pazienti devono essere attentamente monitorati per rilevare l’insorgenza di segni e sintomi di miocardite. In caso di miocardite di grado 2, il trattamento con atezolizumab deve essere sospeso e deve essere iniziato il trattamento con corticosteroidi sistemici ad una dose di 1 o 2 mg/kg/die di prednisone o equivalente. Il trattamento con atezolizumab può essere ripreso se l’evento migliora a ≤ grado 1 entro 12 settimane e i corticosteroidi sono stati ridotti a ≤ 10 mg/die di prednisone o equivalente In caso di miocardite di grado 3 o 4, il trattamento con atezolizumab deve essere interrotto definitivamente. Nefrite immuno-correlata Nelle sperimentazioni cliniche con atezolizumab è stata osservata nefrite (vedere paragrafo 4.8). I pazienti devono essere monitorati per rilevare modifiche nella funzionalità renale. In caso di nefrite di grado 2, il trattamento con atezolizumab deve essere sospeso e deve essere iniziato il trattamento con corticosteroidi sistemici ad una dose di 1 o 2 mg/kg/die di prednisone o equivalente. Il trattamento con atezolizumab può essere ripreso se l’evento migliora a ≤ grado 1 entro 12 settimane e i corticosteroidi sono stati ridotti a ≤ 10 mg/die di prednisone o equivalente. In caso di nefrite di grado 3 o 4, il trattamento con atezolizumab deve essere interrotto definitivamente. Miosite immuno-correlata Nelle sperimentazioni cliniche con atezolizumab sono stati osservati casi di miosite, anche fatali (vedere paragrafo 4.8). I pazienti devono essere monitorati per rilevare l’insorgenza di segni e sintomi di miosite. In caso di miosite di grado 2 o 3, il trattamento con atezolizumab deve essere sospeso, istituendo una terapia con corticosteroidi (1-2 mg/kg/die di prednisone o equivalente). Se i sintomi registrano un miglioramento a un grado ≤ 1, la dose di corticosteroidi deve essere ridotta gradualmente secondo quanto clinicamente indicato. Il trattamento con atezolizumab può essere ripreso se l’evento registra un miglioramento a un grado ≤ 1 entro 12 settimane e la dose di corticosteroidi è stata ridotta a una dose ≤ 10 mg/die di prednisone orale o equivalente. In caso di miosite di grado 4 o recidivante di grado 3 oppure laddove non sia possibile ridurre la dose di corticosteroidi a una dose equivalente a ≤ 10 mg/die di prednisone entro 12 settimane dall’insorgenza, il trattamento con atezolizumab deve essere interrotto definitivamente. Reazioni correlate all’infusione Con atezolizumab sono state osservate reazioni correlate all’infusione (vedere paragrafo 4.8). Nei pazienti con reazioni correlate all’infusione di grado 1 o 2, occorre ridurre la velocità di infusione o sospendere il trattamento. Nei pazienti con reazioni correlate all’infusione di grado 3 o 4, il trattamento con atezolizumab deve essere interrotto definitivamente. I pazienti con reazioni correlate all’infusione di grado 1 o 2 possono continuare a essere trattati con atezolizumab purché siano sottoposti ad attento monitoraggio; è possibile valutare la somministrazione di una premedicazione con antipiretici e antistaminici. Precauzioni specifiche della malattia Uso di atezolizumab in combinazione con bevacizumab, paclitaxel e carboplatino nel carcinoma polmonare non a piccole cellule non squamoso metastatico Prima di iniziare il trattamento, i medici devono valutare attentamente i rischi combinati del regime a base dei quattro farmaci atezolizumab, bevacizumab, paclitaxel e carboplatino (vedere paragrafo 4.8). Tecentriq in terapia di combinazione con nab-paclitaxel nel trattamento di prima linea del TNBC metastatico (mTNBC) Neutropenia e neuropatie periferiche che si verificano durante il trattamento con atezolizumab e nab-paclitaxel possono essere reversibili con l’interruzione di nab-paclitaxel. I medici devono consultare il riassunto delle caratteristiche del prodotto (RCP) di nab-paclitaxel per le precauzioni e controindicazioni specifiche per questo medicinale. Uso di atezolizumab nel carcinoma uroteliale in pazienti non precedentemente trattati ritenuti non idonei a ricevere cisplatino Le caratteristiche basali e prognostiche della malattia della popolazione inclusa nella Coorte 1 dello studio IMvigor210 sono state complessivamente sovrapponibili a quelle di pazienti afferenti all’ospedale che sarebbero ritenuti non idonei a ricevere cisplatino, ma che sarebbero ritenuti idonei a ricevere una chemioterapia di combinazione a base di carboplatino. Non vi sono dati sufficienti sul sottogruppo di pazienti che sarebbero ritenuti non idonei a ricevere una qualsiasi chemioterapia; pertanto atezolizumab deve essere usato con cautela in questi pazienti e dopo attenta valutazione del potenziale rapporto tra benefici e rischi nel singolo paziente. Uso di atezolizumab in combinazione con bevacizumab, paclitaxel e carboplatino I pazienti affetti da NSCLC con chiara infiltrazione tumorale nei grossi vasi toracici o chiara cavitazione delle lesioni polmonari all’indagine di imaging sono stati esclusi dallo studio clinico registrativo IMpower150 dopo aver osservato diversi casi di emorragia polmonare fatale, che è un fattore di rischio noto del trattamento con bevacizumab. In assenza di dati, atezolizumab deve essere usato con cautela in queste popolazioni di pazienti e dopo attenta valutazione del rapporto tra benefici e rischi per il paziente. Uso di atezolizumab in combinazione con bevacizumab, paclitaxel e carboplatino in pazienti con carcinoma polmonare non a piccole cellule EGFR+ che sono progrediti con erlotinib+bevacizumab. Nello studio IMpower150, non ci sono dati di efficacia di atezolizumab in combinazione con bevacizumab, paclitaxel e carboplatino in pazienti con carcinoma polmonare non a piccole cellule EGFR+ che sono progrediti ad un precedente trattamento con erlotinib+bevacizumab. Uso di atezolizumab in combinazione con bevacizumab nel carcinoma epatocellulare I dati nei pazienti con HCC affetti da epatopatia di classe Child-Pugh B trattati con atezolizumab in combinazione con bevacizumab sono molto limitati e attualmente non sono disponibili dati nei pazienti con HCC affetti da epatopatia di classe Child-Pugh C. I pazienti trattati con bevacizumab sono maggiormente esposti al rischio di emorragia e sono stati segnalati casi di emorragia gastrointestinale severa, compresi eventi fatali, nei pazienti con carcinoma epatocellulare (HCC) trattati con atezolizumab in combinazione con bevacizumab. Nei pazienti con HCC, prima di iniziare la terapia di combinazione con atezolizumab e bevacizumab, è necessario effettuare lo screening ed il successivo trattamento delle varici esofagee in base alla pratica clinica. Nei pazienti che manifestano sanguinamento di grado 3 o 4 con il trattamento di combinazione, la somministrazione di bevacizumab deve essere interrotta definitivamente. Vedere il Riassunto delle Caratteristiche del Prodotto di bevacizumab. Durante il trattamento con atezolizumab in combinazione con bevacizumab può manifestarsi diabete mellito. I medici devono monitorare la glicemia prima del trattamento con atezolizumab in combinazione con bevacizumab e periodicamente nel corso dello stesso, secondo quanto clinicamente indicato. Pazienti esclusi dalle sperimentazioni cliniche Sono stati esclusi dalle sperimentazioni cliniche i pazienti che presentavano le seguenti patologie: anamnesi positiva per malattia autoimmune, anamnesi positiva per polmonite, metastasi cerebrali attive, infezione da HIV, epatite B o epatite C, patologia cardiovascolare significativa e pazienti con funzione d’organo ed ematologica inadeguata. I pazienti che avevano ricevuto una vaccinazione con vaccini vivi attenuati nei 28 giorni precedenti l’arruolamento; agenti immunostimolanti sistemici nelle 4 settimane precedenti o immunosoppressori sistemici nelle 2 settimane precedenti l’ingresso nello studio, oppure antibiotici terapeutici orali o e.v. nelle 2 settimane precedenti l’inizio del trattamento in studio sono stati esclusi dalle sperimentazioni cliniche. Scheda per il paziente Il prescrittore deve confrontarsi con il paziente in merito ai rischi associati alla terapia con Tecentriq. Il paziente riceverà una scheda per il paziente, da portare sempre con sé.
5. Interazioni
Con atezolizumab non sono stati effettuati studi formali di interazione farmacocinetica tra medicinali. Poiché atezolizumab viene eliminato dalla circolazione sanguigna mediante catabolismo, non si prevedono interazioni farmacologiche di tipo metabolico. L’uso di corticosteroidi sistemici o immunosoppressori prima di iniziare il trattamento con atezolizumab deve essere evitato a causa della potenziale interferenza con l’attività farmacodinamica e l’efficacia di atezolizumab. I corticosteroidi sistemici o altri immunosoppressori possono essere tuttavia impiegati per trattare reazioni avverse immuno-correlate dopo aver iniziato il trattamento con atezolizumab (vedere paragrafo 4.4).
6. Effetti indesiderati
Riassunto del profilo di sicurezza La sicurezza di atezolizumab in monoterapia si basa su dati aggregati ricavati da 3.568 pazienti affetti da diversi tipi di tumore. Le reazioni avverse più comuni (> 10%) sono state stanchezza (34,5%), appetito ridotto (24,0%), nausea (22,4%), piressia (20,1%), diarrea (19,9%,), tosse (19,8%), eruzione cutanea (19,8%), dispnea (19,0%), dolore muscoloscheletrico (14,7%), dolore dorsale (14,4%), vomito (14,1%), prurito (14,0%), astenia (13,9%), artralgia (13,6%), infezione delle vie urinarie (13,1%) e cefalea (10,9%). La sicurezza di atezolizumab somministrato in combinazione con altri medicinali è stata valutata in 4.371 pazienti affetti da diversi tipi di tumore. Le reazioni avverse più comuni (≥ 20%) sono state anemia (36,8%), neutropenia (35,8%), nausea (34,4%), stanchezza (33,0%), trombocitopenia (27,7%), eruzione cutanea (27,2%), diarrea (27,1%), alopecia (26,4%), stipsi (25,7%), appetito ridotto (25,0%) e neuropatia periferica (23,0%). Per una descrizione delle sperimentazioni condotte su Tecentriq, consultare il paragrafo 5.1 del Riassunto delle caratteristiche del prodotto (RCP) relativo a Tecentriq 1.200 mg concentrato per soluzione per infusione. Ulteriori dettagli sulle reazioni avverse gravi sono riportati nel paragrafo 4.4. Avvertenze e precauzioni. Tabella delle reazioni avverse Le reazioni avverse al farmaco (ADR) associate ad atezolizumab in monoterapia o in terapia di combinazione sono riportate nella tabella 2 in base alla classificazione per sistemi e organi (SOC) secondo MedDRA e alle relative categorie di frequenza. Le reazioni avverse note che si presentano con atezolizumab o le chemioterapie dati da soli possono verificarsi con questi farmaci in combinazione, anche se queste reazioni non sono state riportate negli studi clinici con la terapia di combinazione. Sono state usate le seguenti categorie di frequenza: molto comune (≥ 1/10), comune (≥ 1/100, < 1/10), non comune (≥ 1/1.000, < 1/100), raro (≥ 1/10.000, < 1/1.000), molto raro (< 1/10.000). All’interno di ogni raggruppamento di frequenza, le reazioni avverse sono presentate in ordine di gravità decrescente. Tabella 2: sintesi delle reazioni avverse manifestatesi in pazienti trattati con atezolizumab
Atezolizumab in monoterapia Atezolizumab in terapia di combinazione
Infezioni e infestazioni
Molto comune infezione delle vie urinariea infezione ai polmonib
Comune   sepsiaj
Patologie del sistema emolinfopoietico
Molto comune   anemia, trombocitopeniad, neutropeniae, leucopeniaf
Comune trombocitopeniad linfopeniag
Disturbi del sistema immunitario
Comune reazioni correlate all’infusioneh reazioni correlate all’infusioneh
Patologie endocrine
Molto comune   ipotiroidismoi
Comune ipotiroidismoi ipertiroidismoj
Non comune ipertiroidismoj, diabete mellitok, insufficienza surrenalical  
Raro ipofisitem
Disturbi del metabolismo e della nutrizione
Molto comune appetito ridotto appetito ridotto
Comune ipokaliemiaae, iponatremiaaf, iperglicemia ipokaliemiaae, iponatremiaaf, ipomagnesemian
Patologie del sistema nervoso
Molto comune cefalea neuropatia periferica°, cefalea
Comune   sincope, capogiro
Non comune sindrome di Guillain-Barrép, meningoencefaliteq  
Raro sindrome miastenicar  
Patologie dell'occhio
Raro uveite  
Patologie cardiache
Raro miocardites  
Patologie vascolari
Molto comune   ipertensioneai
Comune ipotensione  
Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche
Molto comune tosse, dispnea dispnea, tosse
Comune polmonitet, ipossiaag, congestione nasale, rinofaringite disfonia
Patologie gastrointestinali
Molto comune nausea, vomito, diarreau nausea, diarreau, stipsi, vomito,
Comune dolore addominale, colitev, disfagia, dolore orofaringeow stomatite, disgeusia
Non comune pancreatitex  
Patologie epatobiliari
Comune AST aumentata, ALT aumentata, epatitey AST aumentata, ALT aumentata
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo
Molto comune eruzione cutaneaz, prurito eruzione cutaneaz, prurito, alopeciaah
Comune cute secca  
Non comune psoriasi psoriasi
Patologie del tessuto muscoloscheletrico e del tessuto connettivo
Molto comune artralgia, dolore dorsale, dolore muscoloscheletricoaa artralgia, dolore muscoloscheletricoaa, dolore dorsale
Non comune miositeab  
Patologie renali ed urinarie
Comune creatinina ematica aumentatac proteinuriaac, creatinina ematica aumentatac
Raro nefritead  
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione
Molto comune piressia, stanchezza, astenia piressia, stanchezza, astenia, edema periferico
Comune malattia simil-influenzale, brividi  
Esami diagnostici
Comune   fosfatasi alcalina ematica aumentata
a Include casi segnalati di infezione delle vie urinarie, cistite, pielonefrite, infezione delle vie urinarie da Escherichia, infezione batterica delle vie urinarie, infezione renale, pielonefrite acuta, infezione micotica delle vie urinarie e infezione delle vie urinarie da Pseudomonas. b Include casi segnalati di polmonite, bronchite, infezione polmonare, infezione delle basse vie aeree, esacerbazione infettiva della broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO), versamento pleurico infettivo, tracheobronchite, polmonite atipica, ascesso polmonare, polmonite paracancerosa, piopneumotorace, infezione pleurica. c Include casi segnalati di creatinina ematica aumentata, ipercreatininemia. d Include casi segnalati di trombocitopenia, conta delle piastrine diminuita. e Include casi segnalati di neutropenia, conta dei neutrofili diminuita, neutropenia febbrile, sepsi neutropenica, granulocitopenia. fInclude casi segnalati di conta dei leucociti diminuita, leucopenia. g Include casi segnalati di linfopenia, conta dei linfociti diminuita. hInclude casi segnalati di reazioni correlate all’infusione, sindrome da rilascio di citochine, ipersensibilità, anafilassi. iInclude casi segnalati di ipotiroidismo autoimmune, tiroidite autoimmune, ormone tireostimolante ematico anormale, ormone tireostimolante ematico diminuito, ormone tireostimolante ematico aumentato, sindrome del malato eutiroideo, gozzo, ipotiroidismo, coma da mixedema, disturbo della tiroide, test di funzionalità tiroidea anormale, tiroidite, tiroxina diminuita, tiroxina libera diminuita, tiroxina libera aumentata, tiroxina aumentata, triiodotironina diminuita, triiodotironina libera anormale, triiodotironina libera diminuita, triiodotironina libera aumentata, tiroidite silente, tiroidite cronica. jInclude casi segnalati di ipertiroidismo, sindrome di Basedow, oftalmopatia endocrina, esoftalmo. k Include casi segnalati di diabete mellito, diabete mellito di tipo 1, chetoacidosi diabetica, chetoacidosi. l Include casi segnalati di insufficienza surrenalica, insufficienza surrenalica primaria. m Include casi segnalati di ipofisite e disturbo della termoregolazione. n Include casi segnalati di ipomagnesemia, magnesio ematico diminuito. ° Include casi segnalati di neuropatia periferica, neuropatia autoimmune, neuropatia sensitiva periferica, polineuropatia, herpes zoster, neuropatia motoria periferica, amiotrofia nevralgica, neuropatia sensitivo-motoria periferica, neuropatia tossica, neuropatia assonale, plessopatia lombosacrale, artropatia neuropatica, infezione del nervo periferico. pInclude casi segnalati di sindrome di Guillain-Barré, polineuropatia demielinizzante. qInclude casi segnalati di encefalite, meningite, fotofobia. rInclude casi segnalati di miastenia gravis. s Segnalata in studi al di fuori del dataset aggregato. La frequenza si basa sull’esposizione dell’intero programma. tInclude casi segnalati di polmonite, infiltrazione polmonare, bronchiolite, pneumopatia interstiziale, polmonite da radiazioni. uInclude casi segnalati di diarrea, urgenza di evacuazione, defecazioni frequenti, diarrea emorragica. vInclude casi segnalati di colite, colite autoimmune, colite ischemica e colite microscopica, colite ulcerativa. wInclude casi segnalati di dolore orofaringeo, fastidio orofaringeo, irritazione della gola. xInclude casi segnalati di pancreatite autoimmune, pancreatite, pancreatite acuta, lipasi aumentata, amilasi aumentata. yTra cui casi segnalati di ascite, epatite autoimmune, danno epatocellulare, epatite, epatite acuta, epatotossicità, disturbi epatici, danno epatico da farmaci, insufficienza epatica, steatosi epatica, lesione epatica, emorragia di varici esofagee, varici esofagee. zInclude casi segnalati di acne, acne pustolosa, dermatite, dermatite acneiforme, dermatite allergica, dermatite bollosa, dermatite esfoliativa generalizzata, eruzione da farmaci, eczema, eczema infetto, eritema, eritema multiforme, eritema della palpebra, eruzione cutanea esfoliativa, follicolite, foruncolo, sindrome da eritrodisestesia palmo-plantare, eruzione cutanea, eruzione cutanea eritematosa, eruzione cutanea follicolare, eruzione cutanea generalizzata, eruzione cutanea maculare, eruzione cutanea maculo-papulare, eruzione cutanea papulare, eruzione cutanea pruriginosa, eruzione cutanea pustolosa, eruzione cutanea vescicolare, dermatite seborroica, esfoliazione cutanea, tossicità cutanea, ulcera cutanea, necrolisi epidermica tossica, eruzione cutanea tossica. aaInclude casi segnalati di dolore muscoloscheletrico, mialgia, dolore osseo. ab Include casi segnalati di miosite, rabdomiolisi, polimialgia reumatica, dermatomiosite, ascesso muscolare, mioglobina urinaria presente. ac Include casi segnalati di proteinuria, proteine urinarie presenti,emoglobinuria, alterazione dell’urina, sindrome nefrosica, albuminuria. ad Include un caso di nefrite, nefrite da porpora di Schonlein-Henoch. aeInclude casi segnalati di ipokaliemia, potassio ematico diminuito. afInclude casi segnalati di iponatremia, sodio ematico diminuito. agInclude casi segnalati di ipossia, saturazione di ossigeno diminuita. ahInclude casi segnalati di alopecia, madarosi, alopecia areata, alopecia totale, ipotricosi. aiInclude casi segnalati di ipertensione, pressione arteriosa aumentata, crisi ipertensiva, aumento della pressione sistolica del sangue, ipertensione diastolica, pressione arteriosa non adeguatamente controllata, retinopatia ipertensiva, neuropatia ipertensiva, ipertensione essenziale. aj Include casi segnalati di sepsi, shock settico, urosepsi, sepsi neutropenica, sepsi polmonare, sepsi batterica, sepsi da Klebsiella, sepsi addominale, sepsi da Candida, sepsi da Escherichia, sepsi da Pseudomonas, sepsi stafilococcica. Descrizione di reazioni avverse selezionate I dati riportati di seguito rispecchiano le informazioni relative alle reazioni avverse significative associate a atezolizumab in monoterapia osservate negli studi clinici (vedere paragrafo 5.1). I dettagli relativi alle reazioni avverse significative associate a atezolizumab somministrato in combinazione sono presentati soltanto se sono state notate differenze clinicamente rilevanti rispetto a atezolizumab in monoterapia. Le linee guida per la gestione di tali reazioni avverse sono illustrate nei paragrafi 4.2 e 4.4. Polmonite immuno-correlata Il 2,8% (99/3.568) dei pazienti trattati con atezolizumab in monoterapia ha manifestato polmonite. Uno dei 99 pazienti ha sviluppato un evento fatale. Il tempo mediano all’insorgenza è stato di 4,0 mesi (range compreso tra 3 giorni e 24,8 mesi). La durata mediana è stata di 1,6 mesi (range compreso tra 0 giorni e 21,7+ mesi; il simbolo “+” denota un valore censurato). La polmonite ha determinato l’interruzione del trattamento con atezolizumab in 15 (0,4%) pazienti. Nell’1,5% (53/3.568) dei pazienti trattati con atezolizumab in monoterapia si è manifestata polmonite che ha richiesto l’uso di corticosteroidi. Epatite immuno-correlata L’1,8% (66/3.568) dei pazienti trattati con atezolizumab in monoterapia ha manifestato epatite. Di tutti i 66 pazienti, due hanno avuto un evento fatale. Il tempo mediano all’insorgenza si è attestato a 1,5 mesi (range compreso tra 6 giorni e 18,8 mesi). La durata mediana è stata di 2,1 mesi (range compreso tra 0 giorni e 22,0+ mesi; il simbolo “+” denota un valore censurato). L’epatite ha determinato l’interruzione del trattamento con atezolizumab in 9 (0,3%) pazienti. Nello 0,5% (19/3.568) dei pazienti trattati con atezolizumab in monoterapia si è manifestata epatite che ha richiesto l’uso di corticosteroidi. Colite immuno-correlata L’1,2% (43/3.568) dei pazienti trattati con atezolizumab in monoterapia ha manifestato colite. Il tempo mediano all’insorgenza si è attestato a 5,0 mesi (range compreso tra 15 giorni e 17,2 mesi). La durata mediana è stata di 1,2 mesi (range compreso tra 3 giorni e 17,8+ mesi; il simbolo “+” denota un valore censurato). La colite ha determinato l’interruzione del trattamento con atezolizumab in 15 (0,4%) pazienti. Nello 0,5% (19/3.568) dei pazienti trattati con atezolizumab in monoterapia si è manifestata colite che ha richiesto l’uso di corticosteroidi. Endocrinopatie immuno-correlate Patologie della tiroide Il 6,0% (214/3.568) dei pazienti trattati con atezolizumab in monoterapia ha manifestato ipotiroidismo. Il tempo mediano all’insorgenza si è attestato a 4,4 mesi (range compreso tra 0 giorni e 31,3 mesi). L’1,3% (47/3.568) dei pazienti trattati con atezolizumab in monoterapia ha manifestato ipertiroidismo. Il tempo mediano all’insorgenza si è attestato a 2,1 mesi (range compreso tra 21 giorni e 15,7 mesi). Insufficienza surrenalica Lo 0,4% (13/3.568) dei pazienti trattati con atezolizumab in monoterapia ha manifestato insufficienza surrenalica. Il tempo mediano all’insorgenza si è attestato a 5,7 mesi (range compreso tra 3 giorni e 19 mesi). La durata mediana è stata di 16,8 mesi (range compreso tra 0 giorni e 20,9+ mesi; il simbolo “+” denota un valore censurato). L’insufficienza surrenalica ha determinato l’interruzione del trattamento con atezolizumab in 1 (< 0,1%) paziente. Nello 0,3% (10/3.568) dei pazienti trattati con atezolizumab in monoterapia si è manifestata insufficienza surrenalica che ha richiesto l’uso di corticosteroidi. Ipofisite L’ipofisite ha riguardato < 0,1% (3/3.568) dei pazienti trattati con atezolizumab in monoterapia. Il tempo mediano all’insorgenza si è attestato a 5,3 mesi (range compreso tra 24 giorni e 13,7 mesi). Due (< 0,1%) pazienti hanno richiesto l’uso di corticosteroidi e il trattamento con atezolizumab è stato interrotto in 1 (< 0,1%) paziente. L’ipofisite ha riguardato lo 0,8% (3/393) dei pazienti trattati con atezolizumab insieme a bevacizumab, paclitaxel e carboplatino. Il tempo mediano all’insorgenza si è attestato a 7,7 mesi (range compreso tra 5,0 e 8,8 mesi). Due pazienti hanno richiesto l’uso di corticosteroidi. L’ipofisite ha riguardato lo 0,4% (2/473) dei pazienti trattati con atezolizumab in combinazione con nab-paclitaxel e carboplatino. Il tempo mediano all’insorgenza è stato di 5,2 mesi (range compreso tra 5,1 e 5,3 mesi). Entrambi i pazienti hanno richiesto l’uso di corticosteroidi. Diabete mellito Lo 0,3% (11/3.568) dei pazienti trattati con atezolizumab in monoterapia ha manifestato diabete mellito. Il tempo mediano all’insorgenza si è attestato a 4,2 mesi (range compreso tra 3 giorni e 9,9 mesi). Il diabete mellito ha determinato l’interruzione del trattamento con atezolizumab in < 0,1% (3/3.568) pazienti. Il 2,0% (10/493) dei pazienti con HCC trattati con atezolizumab in combinazione con bevacizumab ha manifestato diabete mellito. Il tempo mediano all’insorgenza si è attestato a 4,4 mesi (range compreso tra 1,2 mesi e 8,3 mesi). Nessun evento di diabete mellito ha comportato l’interruzione del trattamento con atezolizumab. Meningoencefalite immuno-correlata Lo 0,4% (14/3.568) dei pazienti trattati con atezolizumab in monoterapia ha manifestato meningoencefalite. Il tempo mediano all’insorgenza si è attestato a 15 giorni (range compreso tra 0 giorni e 12,5 mesi). La durata mediana è stata di 21 giorni (range compreso tra 6 giorni e 14,5+ mesi; il simbolo “+” denota un valore censurato). Nello 0,2% (6/3.568) dei pazienti trattati con atezolizumab si è manifestata meningoencefalite che ha richiesto l’uso di corticosteroidi. Quattro pazienti hanno interrotto il trattamento con atezolizumab. Neuropatie immuno-correlate Lo 0,1% (5/3.568) dei pazienti trattati con atezolizumab in monoterapia ha manifestato sindrome di Guillain-Barré e polineuropatia demielinizzante. Il tempo mediano all’insorgenza si è attestato a 7 mesi (range compreso tra 18 giorni e 8,1 mesi). La durata mediana è stata di 8,0 mesi (range compreso tra 18 giorni e 8,3+ mesi; il simbolo “+” denota un valore censurato). La sindrome di Guillain-Barré ha determinato l’interruzione del trattamento con atezolizumab in 1 paziente (< 0,1%). In < 0,1% (2/3.568) dei pazienti trattati con atezolizumab in monoterapia si è manifestata sindrome di Guillain-Barré che ha richiesto l’uso di corticosteroidi. Sindrome miastenica La miastenia gravis ha riguardato < 0,1% (1/3.568) dei pazienti trattati con atezolizumab in monoterapia. Il tempo all’insorgenza si è attestato a 1,2 mesi. Pancreatite immuno-correlata Lo 0,8% (27/3.568) dei pazienti trattati con atezolizumab in monoterapia ha manifestato pancreatite, tra cui aumento dei livelli di amilasi e lipasi. Il tempo mediano all’insorgenza si è attestato a 4,3 mesi (range compreso tra 0 giorni e 16,9 mesi). La durata mediana è stata di 27 giorni (range compreso tra 3 giorni e 22,4+ mesi; il simbolo “+” denota un valore censurato). La pancreatite ha determinato l’interruzione del trattamento con atezolizumab in 3 pazienti (< 0,1%). Nello 0,1% (4/3.568) dei pazienti trattati con atezolizumab in monoterapia si è manifestata pancreatite che ha richiesto l’uso di corticosteroidi. Miocardite immuno-correlata La miocardite ha riguardato < 0,1% (2/8.000) dei pazienti nelle diverse sperimentazioni cliniche sull’uso di atezolizumab in diversi tipi di tumore e combinazioni di trattamenti. Il tempo di insorgenza è stato da 18 a 33 giorni. Entrambi i pazienti hanno richiesto corticosteroidi e hanno interrotto atezolizumab. Nefrite immuno-correlata La nefrite ha riguardato lo 0,2% (8/3.568) dei pazienti trattati con atezolizumab. Il tempo mediano di insorgenza è stato di 6,0 mesi (range compreso tra 2,0 e 17,5 mesi). La nefrite ha determinato l’interruzione del trattamento con atezolizumab in 4/3.568 (0,1%) pazienti. Due (< 0,1%) pazienti hanno richiesto corticosteroidi. Miosite immuno-correlata La miosite ha riguardato lo 0,4% (15/3.568) dei pazienti trattati con atezolizumab in monoterapia. Il tempo mediano all’insorgenza si è attestato a 2,9 mesi (range compreso tra 0,4 e 11,0 mesi). La durata mediana è stata di 3,8 mesi (range compreso tra 3 giorni e 22,6+ mesi; il simbolo “+” denota un valore censurato). La miosite ha determinato l’interruzione del trattamento con atezolizumab in 1 paziente (< 0,1%). Sette (0,2%) pazienti hanno richiesto l’uso di corticosteroidi. Utilizzo di atezolizumab in combinazione con bevacizumab, paclitaxel e carboplatino Nello studio di prima linea nel NSCLC (IMpower150), è stata osservata una più alta frequenza generale di eventi avversi nel regime a quattro farmaci con atezolizumab, bevacizumab, paclitaxel e carboplatino rispetto a atezolizumab, paclitaxel e carboplatino, compresi eventi di Grado 3 e 4 (63,6% rispetto al 57,5%), di Grado 5 (6,1% rispetto al 2,5%, eventi avversi di interesse speciale per atezolizumab (52,4% rispetto al 48,0%), così come eventi avversi che hanno portato alla sospensione di ogni trattamento in studio (33,8% rispetto al 13,3%). Sono stati riportati maggiormente (≥5% di differenza) casi di nausea, diarrea, stomatite, stanchezza, piressia, infiammazione delle mucose, appetito ridotto, peso diminuito, ipertensione e proteinuria in pazienti trattati con atezolizumab in associazione con bevacizumab, paclitaxel e carboplatino. Altri eventi avversi clinicamente rilevanti, osservati più frequentemente nel braccio con atezolizumab, bevacizumab, paclitaxel e carboplatino, sono stati epistassi, emottisi, eventi cerebrovascolari, compresi eventi fatali. Immunogenicità In diversi studi di fase III, il 13,1-36,4% dei pazienti ha sviluppato anticorpi anti-farmaco (anti-drug antibodies, ADA) emersi durante il trattamento. Nei set di dati aggregati per pazienti trattati con atezolizumab in monoterapia (N = 2.705) e in terapie di associazione (N = 2.285), sono stati osservati i seguenti tassi di eventi avversi (AE) per la popolazione positiva per ADA rispetto alla popolazione negativa per ADA, rispettivamente: AE di grado 3-4 49,1% vs. 44,3%, eventi avversi gravi (SAE) 42,4% vs. 37,6%, AE che hanno portato alla sospensione del trattamento 6,1% vs 6,7% (in monoterapia); AE di grado 3-4 63,9% vs. 60,9%, SAE 43,9% vs. 35,6%, AE che hanno portato alla sospensione del trattamento del 22,8% vs 18,4% (per la terapia di associazione). Tuttavia, i dati disponibili non consentono di trarre conclusioni definitive su possibili pattern di reazioni avverse. Popolazione pediatrica La sicurezza di atezolizumab nei bambini e negli adolescenti non è stata stabilita. In uno studio clinico con 69 pazienti pediatrici (di età < 18 anni) non sono stati osservati nuovi segnali di sicurezza e il profilo di sicurezza è risultato sovrapponibile a quello degli adulti. Pazienti anziani Nel complesso, tra i pazienti di età ≥ 65 anni e quelli più giovani trattati con atezolizumab in monoterapia non sono state osservate differenze in termini di sicurezza.Nello studio IMpower150, l’età ≥ 65 anni nei pazienti trattati con atezolizumab in combinazione con bevacizumab, carboplatino e paclitaxel è stata associata a un maggior rischio di sviluppare eventi avversi. Negli studi IMpower150 e IMpower133 i dati relativi ai pazienti di età ≥ 75 anni sono troppo limitati per trarre conclusioni su questa popolazione. Segnalazione delle reazioni avverse sospette La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione riportato all’indirizzo https://www.aifa.gov.it/content/segnalazioni-reazioni-avverse.
7. Gravidanza e allattamento
Donne in età fertile Le donne in età fertile devono adottare misure contraccettive efficaci durante e per 5 mesi dopo il trattamento con atezolizumab. Gravidanza Non ci sono dati relativi all’uso di atezolizumab nelle donne in gravidanza. Non sono stati condotti studi sullo sviluppo né sulla riproduzione con atezolizumab. Gli studi sugli animali hanno dimostrato che l’inibizione della via di PD-L1/PD-1 nei modelli murini gravidi può determinare il rigetto immuno-correlato del feto in via di sviluppo, comportando morte fetale (vedere paragrafo 5.3). Questi risultati indicano il rischio potenziale, basato sul meccanismo d’azione del medicinale, che la somministrazione di atezolizumab durante la gravidanza possa causare danno fetale, tra cui aumento dei tassi di aborto o morte endouterina fetale. Come risaputo, le immunoglobuline umane G1 (IgG1) attraversano la barriera placentare. È possibile che atezolizumab, essendo una IgG1, venga trasmesso dalla madre al feto in via di sviluppo. Atezolizumab non deve essere utilizzato in gravidanza a meno che le condizioni cliniche della paziente non richiedano il trattamento con questo medicinale. Allattamento Non è noto se atezolizumab sia escreto nel latte materno. Atezolizumab è un anticorpo monoclonale e si prevede che sia presente nel colostro e successivamente nel latte materno in basse concentrazioni. Il rischio per i neonati/lattanti non può essere escluso. Occorre decidere se interrompere l’allattamento al seno oppure la terapia con Tecentriq considerando il beneficio dell’allattamento al seno per il bambino e quello della terapia per la madre. Fertilità Non ci sono dati clinici disponibili sui possibili effetti di atezolizumab sulla fertilità. Non sono stati condotti studi di tossicità sullo sviluppo né sulla riproduzione con atezolizumab. In base a uno studio di tossicità a dosi ripetute della durata di 26 settimane, atezolizumab ha tuttavia esercitato un effetto reversibile sui cicli mestruali ad una esposizione (AUC) stimata pari a circa 6 volte l’AUC dei pazienti trattati con la dose raccomandata (vedere paragrafo 5.3). Non sono stati osservati effetti sugli organi riproduttivi maschili.
8. Conservazione
Conservare in frigorifero (2 °C-8 °C). Non congelare. Conservare il flaconcino nella confezione esterna per proteggere il medicinale dalla luce. Per le condizioni di conservazione dopo la diluizione del medicinale, vedere paragrafo 6.3.
9. Principio attivo
Un flaconcino da 14 mL di concentrato contiene 840 mg di atezolizumab*. Dopo diluizione (vedere paragrafo 6.6), la concentrazione finale della soluzione diluita deve essere tra 3,2 e 16,8 mg/mL. *Atezolizumab è un anticorpo monoclonale umanizzato IgG1 ingegnerizzato Fc diretto contro il ligando 1 (L1) del recettore di morte cellulare programmata (Programmed cell Death, PD) ed è prodotto in cellule ovariche di criceto cinese tramite tecnologia del DNA ricombinante. Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.
10. Eccipienti
L-istidina Acido acetico glaciale Saccarosio Polisorbato 20 Acqua per preparazioni iniettabili.
11. Sovradosaggio
Non ci sono informazioni sul sovradosaggio con atezolizumab. In caso di sovradosaggio, i pazienti devono essere attentamente monitorati per rilevare l’insorgenza di segni o sintomi di reazioni avverse, istituendo un adeguato trattamento sintomatico.
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