Verapamil Pensa 120 mg compresse a rilascio prolungato 30 compresse

Ultimo aggiornamento: 22 Novembre, 2019
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1. Indicazioni terapeutiche
Compresse da 120 mg: Insufficienza coronarica cronica. Trattamento dei postumi dell’infarto miocardico. Aritmie ipercinetiche sopraventricolari come tachicardia parossistica sopraventricolare, fibrillazione e flutter atriali a risposta ventricolare rapida, extrasistolie. Ipertensione arteriosa. Prevenzione del reinfarto in pazienti che non tollerano i beta–bloccanti e che non hanno segni di scompenso cardiaco. Compresse240 mg: Trattamento dell’ipertensione arteriosa di grado lieve e moderato.
2. Posologia
Verapamil PENSA 120 mg compresse a rilascio prolungato Verapamil Pensa 120 mg compresse a rilascio prolungato semplifica la terapia a lungo termine in pazienti che necessitano di dosaggio pari o superiore a 240 mg/giorno. Nell’insufficienza coronarica di media gravità e per la profilassi dei disturbi tachicardici è generalmente sufficiente somministrare 1 compressa alla mattina e 1 alla sera (240 mg/giorno). Se necessario questa dose può essere aumentata a 2 compresse 2 volte al giorno (480 mg/giorno). Verapamil Pensa 240 mg compresse a rilascio prolungato La dose di Verapamil Pensa 240 mg compresse a rilascio prolungato deve essere adattata al singolo paziente mediante titolazione ed il farmaco deve essere somministrato con il cibo. La dose giornaliera abituale di Verapamil Pensa 240 mg Compresse a rilascio prolungato, nelle sperimentazioni cliniche è stata di 240 mg somministrati per via orale una volta al giorno al mattino. Tuttavia possono essere somministrate dosi iniziali di 120 mg (mezza compressa) al giorno in pazienti che potrebbero avere una maggiore risposta a Verapamil (per esempio: persone anziane, di piccola corporatura, etc.). La determinazione della dose deve basarsi sull’efficacia terapeutica e sugli effetti indesiderati che devono essere valutati circa 24 ore dopo la somministrazione del farmaco. Gli effetti anti–ipertensivi di Verapamil Pensa 240 mg compresse a rilascio prolungato sono evidenti entro la prima settimana di terapia. Se con 1 compressa non si ottiene una risposta adeguata, la dose può essere aumentata nel seguente modo: a) 240 mg (1 compressa) ogni mattina più 120 mg (mezza compressa) ogni sera; b) 240 mg (1 compressa) ogni 12 ore.
3. Controindicazioni
Ipersensibilità al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti. Shock cardiogeno. Infarto miocardico recente complicato da bradicardia marcata. Insufficienza contrattile del ventricolo sinistro. Gravi disturbi di conduzione dell’eccitazione come blocco AV totale, blocco AV parziale; blocco di branca incompleto, malattia del nodo del seno (eccetto quelli con pacemaker artificiale ventricolare), blocco AV di II–III grado (eccetto in pazienti con pacemaker ventricolare artificiale funzionante) Insufficienza cardiaca congestizia scompensata. Tachicardia ventricolare a complessi larghi. Fibrillazione atriale/flutter e concomitante sindrome di Wolff–Parkinson–White, sindrome di Lown–Ganong–Levine, sindromi da PR corto. Spiccata bradicardia (< 50 battiti/min.). Ipotensione (pressione sistolica < 90 mm di Hg) (vedi anche paragrafo 4.4: Avvertenze Speciali e precauzioni d’impiego). Associazione con inibitori delle MAO e beta–bloccanti e dopo trattamenti chinidinici.
4. Avvertenze
§ Insufficienza cardiaca: il verapamil ha un effetto inotropo negativo che, nella maggior parte dei pazienti, è compensato dalle sue proprietà di riduzione dell’afterload (diminuite resistenze periferiche) senza alterazione netta della funzione ventricolare. Il verapamil è controindicato in pazienti con grave disfunzione ventricolare sinistra (per esempio: frazione di eiezione inferiore al 30% o sintomi gravi di insufficienza cardiaca, pressione polmonare superiore ai 20 mmHg). I pazienti con disfunzione ventricolare più lieve, se possibile, devono essere controllati con dosi ottimali di digitale e/o diuretici prima del trattamento con verapamil. Talvolta l’azione farmacologica di verapamil può produrre una diminuzione della pressione arteriosa al di sotto dei livelli normali, il che può provocare stordimento od ipotensione sintomatica. In pazienti ipertesi è insolita una diminuzione della pressione arteriosa al di sotto della norma. § Aumento degli enzimi epatici: sono stati segnalati aumenti delle transaminasi con e senza concomitante aumento della fosfatasi alcalina e della bilirubina. Questi aumenti sono stati talvolta transitori e possono scomparire anche continuando il trattamento con verapamil. Alcuni casi di danno epatocellulare sono stati correlati al verapamil mediante la tecnica del "rechallenge"; metà di questi casi presentavano sintomi clinici (malessere, febbre e/o dolore al quadrante superiore destro) oltre ad aumento della SGOT, della SGPT e della fosfatasi alcalina. E’ quindi consigliabile un monitoraggio periodico della funzionalità epatica in pazienti trattati con verapamil.§ Via di conduzione accessoria (Wolff–Parkinson–White o Lown–Ganong–Levine): pazienti affetti da flutter o fibrillazione atriale parossistica e/o cronica con una coesistente via AV accessoria hanno sviluppato un aumento della conduzione anterograda attraverso la via accessoria che bypassa il nodo AV determinando una risposta ventricolare molto rapida o fibrillazione ventricolare dopo aver ricevuto verapamil o digitale per via endovenosa. Sebbene questo fenomeno non sia stato segnalato con il verapamil per via orale, esso deve essere considerato un rischio potenziale. Il trattamento di solito consiste nella cardioversione a corrente continua. La cardioversione è stata usata con sicurezza ed efficacia dopo la somministrazione di verapamil. § Blocco atrioventricolare: l’effetto del verapamil sulla conduzione AV e sul nodo SA può condurre, in casi particolari, ad un blocco AV asintomatico di I grado ed a transitoria bradicardia, talvolta accompagnati da ritmi di scappamento nodale. Il prolungamento del tratto PR è correlato con le concentrazioni plasmatiche di verapamil, specialmente durante la fase di titolazione iniziale della terapia. Tuttavia gradi più elevati del blocco AV sono stati osservati raramente. Il blocco di I grado grave o l’evoluzione progressiva al blocco AV di II o III grado richiede una riduzione della dose o la sospensione della terapia con verapamil e l’istituzione di una terapia appropriata a seconda della situazione clinica. § Uso pediatrico: non è stata accertata la sicurezza e l’efficacia di verapamil 240 mg compresse a rilascio prolungato in soggetti di età inferiore a 18 anni. § Uso in pazienti con alterata funzione epatica: dato che il verapamil viene prevalentemente metabolizzato dal fegato, esso deve essere somministrato con cautela a pazienti con alterata funzione epatica. Una grave disfunzione epatica prolunga l’emivita di eliminazione del verapamil a circa 14–16 ore; quindi a questi pazienti si deve somministrare circa il 30% della dose usuale impiegata nei pazienti con normale funzionalità epatica. Bisogna adottare un accurato monitoraggio per riconoscere un anormale prolungamento dell’intervallo PR od altri segni di effetti farmacologici eccessivi. § Uso in pazienti con alterata funzione renale: circa il 70% di una dose somministrata di verapamil viene escreto sotto forma di metaboliti nell’urina. Fino a quando non saranno disponibili ulteriori dati, il verapamil deve essere somministrato con cautela a pazienti con alterata funzione renale. Questi pazienti devono essere seguiti accuratamente per accertare un eventuale prolungamento dell’intervallo PR od altri segni di sovradosaggio. Anche se consistenti dati clinici emersi da studi comparativi condotti in pazienti con insufficienza renale allo stadio terminale hanno dimostrato che la ridotta funzionalità renale non ha alcun effetto sulla farmacocinetica di verapamil, casi clinici verificatisi suggeriscono che verapamil deve essere usato con cautela e sotto stretto monitoraggio in pazienti con alterata funzionalità renale. Verapamil non può essere rimosso attraverso emodialisi. § Utilizzare con cautela in pazienti bardicardici e ipotesi (vedere paragrafo 4.3. Controindicazioni) § Utilizzare con cautela in pazienti con disturbi nei quali è interessata la trasmissione neuromuscolare (miastenia grave, sindrome di Lambert–Eaton, avanzata distrofia muscolare di Duchenne). Verapamil Pensa 120 mg compresse a rilascio prolungato e Verapamil Pensa 240 mg compresse a rilascio prolungato contengono lattosio, per cui i pazienti affetti da rari problemi ereditari di intolleranza al galattosio, da deficit di lattasi, o da malassorbimento di glucosio galattosio, non devono assumere questo medicinale.
5. Interazioni
Studi in vitro hanno dimostrato come Verapamil sia metabolizzato dal citocromo P450 CYP3A4, CYP1A2, CYP2C8, CYP2C9 e CYP2C18. Inoltre è stato provato come Verapamil sia un inibitore di CYP3A4 e della glicoproteina P (P–gp). I pazienti che si sottopongono a terapie concomitanti durante la somministrazione di Verapamil devono essere monitorati attentamente in quanto sono state dimostrate interazioni clinicamente significative con farmaci inibitori del CYP3A4 (che portano ad un innalzamento dei livelli plasmatici di Verapamil) e con quelli induttori del CYP3A4 (che invece ne provocano un abbassamento). La tabella seguente fornisce un elenco dei farmaci con cui è possibile che si verifichino interazioni per ragioni farmacocinetiche:
Farmaco associato Potenziale effetto su verapamil o sul farmaco associato Commento
Alfa–bloccanti
Prazosina Aumento della Cmax della prazosina (≈40%) senza effetto sulla emivita  
Terazosina Aumento dell’AUC (≈24%) e della Cmax (≈25%) della terazosina
Antiaritmici
Flecainide Effetto minimo sulla clearance plasmatica della flecainide (<≈10%); nessun effetto sulla clearance plasmatica del verapamil  
Chinidina Diminuzione della clearance orale della chinidina (≈35%)
Antiasmatici
Teofillina Diminuzione della CL orale e sistemica del 20% La riduzione di CL risulta maggiormente diminuita nei fumatori (≈11%)
Anticoagulanti
Dabigatran etexilato Aumento della Cmax di dabigatran di circa il 180% e dell’AUC di circa il 150% Osservato con la prima dose di una formulazione orale a rilascio immediato di verapamil
Aumento della Cmax di dabigatran di circa il 90% e dell’AUC di circa il 70% Osservato con la somministrazione di una formulazione orale a rilascio prolungato di verapamil
Anticonvulsivanti
Carbamazepina Aumento dell’AUC della carbamazepina (≈46%) nei pazienti affetti da epilessia parzialmente refrattaria  
Antidepressivi
Imipramina Aumento dell’AUC dell’imipramina (≈15%) Non ha effetto sul livello di metabolita attivo desipramina
Antidiabetici
Gliburide Aumento della Cmax (≈28%) e dell’AUC (≈26%) della gliburide  
Antiinfettivi
Claritromicina Possibile aumento dei livelli di verapamil  
Eritromicina Possibile aumento dei livelli di verapamil  
Rifampicina Diminuzione dell’AUC (≈97%), della Cmax (≈94%) e della biodisponibilità orale (≈92%) del verapamil  
Telitromicina Possibile aumento dei livelli di verapamil  
Antineoplastici
Doxorubicina Aumento dell’AUC della doxorubicina (89%) e della Cmax (61%) a seguito della somministrazione orale di verapamil. In pazienti con cancro ai polmoni a piccole cellule
Nessun cambiamento significativo della farmacocinetica della doxorubicina a seguito della somministrazione endovenosa di verapamil In pazienti affetti da neoplasie in stato avanzato
Barbiturici
Fenobarbital Aumento della clearance (≈5 volte) del verapamil somministrato per via orale  
Benzodiazepine ed altri ansiolitici
Buspirone Aumento dell’AUC e della Cmax del buspirone di ≈3,4 volte  
Midazolam Aumento dell’AUC (≈3 volte) e della Cmax (≈2 volte) del midazolam  
Beta–bloccanti
Metoprololo Aumento dell’AUC (≈32,5%) e della Cmax (≈41%) del metoprololo nei pazienti con angina  
Propanololo Aumento dell’AUC (≈65%) e della Cmax (≈94%) del propanololo nei pazienti con angina
Glicosidi cardioattivi
Digitossina Diminuzione della clearance totale corporea (≈27%) e della clearance extrarenale (≈29%) della digitossina  
Digossina Pazienti sani: aumento della Cmax (≈45–53%), aumento della Css (42%) e aumento dell’AUC (52%) della digossina Vedere Avvertenze speciali e precauzioni d’impiego
Antagonisti del recettore H2
Cimetidina Aumento dell’AUC R–(≈25%) e S–(≈40%) di verapamil con corrispondente diminuzione della clearance di verapamil R– e S–  
Immunologici
Ciclosporine Aumento dell’AUC, Css, Cmax delle ciclosporine circa del 45%  
Everolimus Possibile aumento dei livelli di everolimus  
Sirolimus Possibile aumento dei livelli di sirolimus  
Tacrolimus Possibile aumento dei livelli di tacrolimus  
Agenti Ipolipidemizzanti
Atorvastatina Possibile aumento dei livelli di Atorvastatina Aumento dell’AUC di verapamil di ≈42,8%  
Lovastatina Possibile aumento dei livelli di lovastatina
Simvastatina Aumento dell’AUC (≈2,6 volte) e della Cmax (≈4,6 volte) della simvastatina
Agonisti del recettore della Serotonina
Almotriptan Aumento dell’AUC (≈20%) e della Cmax (≈24%) dell’almotriptan  
Agenti Uricosurici
Sulfinpirazone Aumento della clearance (≈3 volte) e diminuzione della biodisponibilità (≈60%) del verapamil dopo somministrazione orale  
Altri
Succo di Pompelmo Aumento dell’AUC del verapamil R–(≈49%) e S–(≈37%) Aumento della Cmax del verapamil R–(≈75%) e S–(≈51%) Non influisce sull’emivita e sulla clearance renale
Erba di San Giovanni (Iperico) Diminuzione dell’AUC del verapamil R–(≈78%) e S–(≈80%) con corrispondente riduzione della Cmax  
Altre interazioni ed informazioni addizionali § Antiaritmici, Beta–bloccanti: reciproco potenziamento degli effetti cardiovascolari (aumento di grado del blocco AV, potenziamento della diminuzione del ritmo cardiaco in stadio avanzato, induzione di infarto miocardico e possibilità di intensificare l’ipotensione). § Farmaci leganti le proteine plasmatiche: verapamil è altamente legato alle proteine plasmatiche; per questo motivo deve essere somministrato con cautela a quei pazienti che assumono altri farmaci con un elevato grado di legame alle proteine plasmatiche. § Prazosina, Terazosina: potenziamento dell’effetto ipotensivo. § Agenti anti–HIV: la concentrazione plasmatica del verapamil può aumentare grazie alla potenziale capacità di inibizione metabolica di alcuni degli agenti anti–HIV come il ritonavir. Per questo deve essere prestata molta cautela nell’associazione o deve essere diminuita la dose di verapamil. § Chinidina: ipotensione e possibile edema polmonare nei pazienti affetti da cardiomiopatia ipertrofica ostruttiva. § Sulfinilpirazone: può ridurre l’effetto ipotensivante del verapamil. § Bloccanti neuromuscolari: l’azione dei bloccanti neuromuscolari può essere potenziata. Per questo motivo può essere necessario diminuire la dose di verapamil e/o quella del bloccante neuromuscolare quando i due farmaci vengono assunti in associazione. § Acido Acetilsalicilico: aumento della tendenza al sanguinamento. § Etanolo: innalzamento dei livelli plasmatici di etanolo. § Inibitori dell’HMG Co–A reduttasi (statine): il trattamento con gli inibitori dell’HMG Co–A reduttasi (simvastatina, atorvastatina o lovastatina) in pazienti che assumono verapamil, dovrebbe essere iniziato alle dosi più basse possibili che successivamente devono essere corrette. Se a pazienti che assumono inibitori dell’HMG Co–A reduttasi (come simvastatina, atorvastatina o lovastatina) viene prescritta una terapia a base di verapamil, è necessario valutare una riduzione della dose di statina ed esaminare nuovamente i valori sierici del colesterolo. § Digitale: l’impiego clinico del verapamil in pazienti digitalizzati ha dimostrato che l’associazione è ben tollerata, se le dosi di digossina sono adeguatamente regolate. Il trattamento cronico con verapamil può aumentare i livelli di digossina nel siero del 50–75% durante la prima settimana di terapia, il che può provocare una tossicità digitalica. Le dosi di mantenimento di digitale devono essere ridotte quando si somministra verapamil e bisogna controllare accuratamente il paziente per evitare una iper od ipodigitalizzazione. Ogni volta che si sospetta una iperdigitalizzazione bisogna ridurre o sospendere temporaneamente la dose di digossina. Dopo la sospensione del verapamil il paziente deve essere riesaminato, per evitare una ipodigitalizzazione. § Farmaci anti–ipertensivi, diuretici e vasodilatatori: il verapamil somministrato contemporaneamente ad altri farmaci anti–ipertensivi orali (per esempio: vasodilatatori, inibitori dell’enzima di conversione dell’angiotensina I, diuretici, beta–bloccanti) di solito ha un effetto additivo sull’abbassamento della pressione arteriosa. In uno studio la contemporanea somministrazione di verapamil e prazosina ha determinato un’eccessiva caduta della pressione. § Disopiramide: fino a quando non saranno stati ottenuti dati sulle possibili interazioni fra verapamil e disopiramide, la disopiramide non deve essere somministrata nelle 48 ore precedenti o 24 ore seguenti la somministrazione di verapamil. § Nitrati: il verapamil è stato somministrato in concomitanza con nitrati ad azione di breve e lunga durata, senza alcuna interazione farmacologica indesiderabile. § Cimetidina: la cimetidina riduce la clearance di verapamil e ne aumenta l’emivita di eliminazione. § Litio: la terapia orale con verapamil può provocare un abbassamento dei livelli serici di litio in pazienti che ricevono una terapia orale, stabile e cronica, con litio. Si può rendere necessaria una regolazione della dose di litio a causa di un possibile incremento di neurotossicità.§ Carbamazepina: la terapia con verapamil può aumentare le concentrazioni di carbamazepina durante la terapia di associazione. Ciò può produrre gli effetti indesiderati come diplopia, mal di testa, atassia o vertigini. § Rifampicina: può ridurre l’effetto ipotensivante del verapamil. § Anestetici inalatori: i dati clinici e le sperimentazioni sull’animale indicano che il verapamil può potenziare l’attività di bloccanti neuromuscolari e di anestetici da inalazione. § Succo di pompelmo: sono stati riportati dati che indicano un aumento dei livelli plasmatici di calcioantagonisti, quando assunti in concomitanza con succo di pompelmo. Va quindi evitata la contemporanea assunzione di verapamil orale e succo di pompelmo. § Colchicina: la colchicina è un substrato sia per il CYP3A che per il trasportatore di efflusso, la glicoproteina P (P–gp). &EGRAVE; noto che il verapamil inibisce il CYP3A e la P–gp. Quando il verapamil e la colchicina sono co–somministrati, l’inibizione della P–gp e/o del CYP3A da parte del verapamil può condurre ad una maggiore esposizione alla colchicina. L’uso combinato non è raccomandato. § Dabigatran: è richiesto un attento controllo clinico (ricerca di segni di sanguinamento o anemia) quando verapamil è co–somministrato con dabigatran etexilato (substrato del trasportatore d’efflusso P–gp) e con maggiore attenzione nel caso di pazienti con compromissione renale da lieve a moderata. Quando verapamil per via orale è stato co–somministrato con dabigatran etexilato si è osservato un aumento dei livelli plasmatici di dabigatran (Cmax e l’AUC) ma le dimensioni di questo cambiamento variavano in funzione del tempo di somministrazione e della formulazione di verapamil. Nei pazienti con compromissione renale moderata, trattati con verapamil e dabigatran etexilato contemporaneamente, deve essere valutata una riduzione della dose di dabigatran. Diversamente, non è stata osservata un’interazione significativa quando verapamil è stato somministrato 2 ore dopo l’assunzione di dabigatran etexilato. Ciò è spiegato dall’assorbimento completo di dabigatran dopo 2 ore. § Dronedarone: occorre prestare cautela quando verapamil è somministrato in associazione con dronedarone. Somministrare verapamil inizialmente a basse dosi e incrementare il dosaggio solo dopo valutazione mediante ECG. § Ivabradina: verapamil determina un aumento della concentrazione di ivabradina (aumento dell’AUC di 2–3 volte) e una diminuzione aggiuntiva della frequenza cardiaca di 5 bpm. L’uso concomitante di verapamil con ivabradina non è raccomandato. § Aliskiren: la somministrazione concomitante di verapamil e aliskiren ha determinato un aumento del 97% dell’AUC di aliskiren, come effetto dell’attività inibitoria sulla P–gp di verapamil. § Dantrolene: in studi su animali, sono stati osservati casi di fibrillazione ventricolare mortali durante la somministrazione di verapamil e di dantrolene per via endovenosa. L’associazione di verapamil e dantrolene è quindi potenzialmente pericolosa.
6. Effetti indesiderati
Le seguenti reazioni avverse a verapamil, somministrato per via orale, sono risultate chiaramente correlate all’assunzione del farmaco nelle sperimentazioni cliniche [molto comune (≥ 1 / 10); comune (da ≥ 1 / 100 a <1 / 10); non comune (da ≥ 1 / 1.000 a <1 / 100); raro (≥1/10.000 a <1/1.000); molto raro (<1/10.000) e non nota (la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili)]. Tabella 1: Reazioni avverse riportate con somministrazione orale di verapamil in studi clinici controllati
Classificazione sistemica organica Reazione avversa Frequenza
Patologie del sistema nervoso Capogiro Comune
Mal di testa Comune
Patologie cardiache Insufficienza cardiaca/ Edema polmonare Comune
Bradicardia Comune
Blocco atrioventricolare Comune
Blocco atrioventricolare completo Non comune
Patologie vascolari Ipotensione Comune
Vampate Non comune
Patologie gastrointestinali Costipazione Comune
Nausea Comune
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione Edema Comune
Fatica Comune
Nella sperimentazione clinica relativa al controllo della risposta ventricolare in pazienti digitalizzati che avevano fibrillazione o flutter atriali, una frequenza ventricolare inferiore a 50 battiti/min a riposo si è verificata nel 15% dei pazienti ed ipotensione asintomatica nel 5% dei pazienti. Le seguenti reazioni avverse sono state riportate con verapamil durante l’esperienzia post–marketing o in studi clinici di fase IV e sono state raggruppate secondo la classificazione per sistemi e organi [non nota (la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili)]. Tabella 2: Reazioni avverse riportate con verapamil durante l’esperienza post–marketing o in studi clinici di fase IV
Classificazione sistemica organica Reazione avversa
Patologie del sangue e del sistema linfatico Ecchimosi
Disturbi del sistema immunitario Ipersensibilità
Patologie psichiatriche Sintomi psichiatrici
Patologie del sistema nervoso Mal di testa
Capogiro
Parestesia
Tremore
Disturbi extrapiramidali
Accidenti cerebrovascolari
Stato confusionale
Disturbi dell’equilibrio
Insonnia
Sonnolenza
Patologie dell’occhio Visione offuscata
Patologie dell’orecchio e del labirinto Vertigini
Tinnito
Patologie cardiache Blocco atrioventricolare
Bradicardia sinusale
Arresto sinusale
Edema periferico
Palpitazioni
Tachicardia
Insufficienza cardiaca
Angina pectoris
Dolore toracico
Infarto miocardico
Sincope
Patologie vascolari Ipotensione
Vampate
Claudicatio intermittente
Porpora
Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche Dispnea
Patologie gastrointestinali Nausea
Vomito
Costipazione
Ileo
Iperplasia gengivale
Dolore addominale
Disagio addominale
Diarrea
Secchezza della bocca
Disturbi gastrointestinali
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo Angioedema
Sindrome di Stevens–Johnson
Eritema multiforme
Rash Maculopapulare
Alopecia
Orticaria
Porpora
Prurito
Rash cutaneo
Esantema
Ipercheratosi
Chiazze
Iperidrosi
Lividi spontanei
Patologie del sistema muscolo scheletrico e del tessuto connettivo Debolezza muscolare
Mialgia
Artralgia
Spasmi muscolari
Patologie renali e urinarie Pollachiuria
Patologie del sistema riproduttivo e della mammella Disfunzione erettile
Ginecomastia
Galattorrea
Metrorragia
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione Affaticamento
Esami diagnostici Innalzamento degli enzimi epatici
Innalzamento dei livelli di prolattina
Patologie endocrine Tolleranza al glucosio alterata
Nell’esperienza post–marketing è stato riportato un caso di paralisi (tetraparesi) associato alla co–somministrazione di verapamil e colchicina. Ciò può essere stato causato dal fatto che la colchicina attraversa la barriera emato–encefalica a causa dell’inibizione del CYP3A4 e della P–gp da parte del verapamil. L’uso combinato di verapamil e colchicina non è raccomandato. Trattamento di effetti indesiderati cardiovascolari acutiLa frequenza di effetti indesiderati cardiovascolari che richiedano una terapia è rara: quindi l’esperienza con il loro trattamento è limitata. Ogni volta che si verificano una ipotensione grave o un blocco AV completo dopo somministrazione orale di verapamil, bisogna applicare immediatamente le misure d’urgenza appropriate, per esempio somministrazione endovenosa di isoproterenolo, norepinefrina, atropina (tutti alle dosi abituali) o gluconato di calcio (soluzione al 10%). Se è necessario un ulteriore sostegno, si possono somministrare farmaci inotropi (dopamina o dobutamina). Il trattamento e la dose devono dipendere dalla gravità e dalla situazione clinica nonchè dal giudizio e dall’esperienza del medico curante. Segnalazione delle reazioni avverse sospette La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione all’indirizzo www.agenziafarmaco.gov.it/it/responsabili
7. Gravidanza e allattamento
Gravidanza Gli studi sulla riproduzione sono stati eseguiti su conigli e ratti ad una dose orale di verapamil superiore a 1,5 volte (15 mg/kg/al giorno) e 6 volte (60 mg/kg/al giorno) superiore alla dose orale giornaliera assunta dall’uomo, e non hanno dimostrato evidenze di teratogenicità. Nei ratti, però, la dose multipla somministrata si è rivelata embriocida e ritardante la crescita e lo sviluppo del feto, probabilmente a causa degli effetti avversi a carico delle madri che si riflettono in una ridotta capacità di mettere su peso. &EGRAVE; stato dimostrato inoltre come questa dose assunta per via orale causi ipotensione nei ratti. Non sono state effettuate sperimentazioni adeguate e ben controllate in donne gravide per cui la sicurezza di verapamil durante la gravidanza non è stata stabilita. Verapamil attraversa la barriera placentare ed è stato ritrovato nel cordone ombelicale. Poichè gli studi sulla riproduzione nell’animale non sono sempre in grado di far prevedere la risposta nell’uomo, verapamil deve essere usato durante la gravidanza solo se strettamente necessario. Allattamento Il verapamil cloridrato viene secreto nel latte materno. Dati limitati relativamente alla somministrazione orale hanno dimostrato che la dose di verapamil che attraverso il latte viene ingerita dal lattante è bassa (0,1–1% della dose orale assunta dalla madre). A causa della gravità dei potenziali effetti indesiderati nel lattante, verapamil deve essere somministrato alla donna durante l’allattamento solo nel caso in cui lo si ritenga indispensabile al benessere della madre.
8. Conservazione
Questo medicinale non richiede alcuna condizione particolare per la conservazione.
9. Principio attivo
VERAPAMIL PENSA 120 mg compresse a rilascio prolungato Una compressa contiene: Principio attivo: Verapamil cloridrato 120 mg VERAPAMIL PENSA 240 mg compresse a rilascio prolungato Una compressa contiene: Principio attivo: Verapamil cloridrato 240 mg Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.
10. Eccipienti
VERAPAMIL Pensa 120 mg compresse a rilascio prolungato Lattosio, olio di ricino idrogenato, copolimeri metacrilici, talco, magnesio stearato, titanio biossido, dibutilftalato, silice precipitata, acido stearico, ferro ossido rosso. VERAPAMIL Pensa 240 mg compresse a rilascio prolungato Lattosio, olio di ricino idrogenato, copolimeri metacrilici, talco, magnesio stearato, titanio biossido, dibutilftalato, silice precipitata, acido stearico, ferro ossido rosso.
11. Sovradosaggio
Sintomi Ipotensione, bradicardia fino a blocco AV di grado elevato ed arresto sinusale, iperglicemia, apatia ed acidosi metabolica. In seguito ad overdose si sono verificati decessi. Trattamento Il trattamento del sovradosaggio deve essere di sostegno. La stimolazione beta–adrenergica o la somministrazione parenterale di soluzioni di calcio e l’irrigazione intestinale può aumentare il flusso di ioni calcio attraverso i canali lenti e questi metodi sono stati usati con successo nel trattamento di un sovradosaggio volontario con verapamil. A causa del ritardato assorbimento dei prodotti a rilascio modificato, alcuni pazienti potrebbero richiedere ulteriore osservazione ed ospedalizzazione per un periodo superiore alle 48 ore o di un periodo in osservazione. Reazioni ipotensive clinicamente significative o blocco AV di grado elevato devono essere trattati rispettivamente con vasopressori o "pacing" cardiaco. L’asistolia deve essere trattata con le misure consuete, fra cui la rianimazione cardiopolmonare.Verapamil non può essere eliminato tramite emodialisi.
Le informazioni pubblicate in questa pagina riportano informazioni farmaceutiche (Foglietto Illustrativo e Caratteristiche principali del Farmaco), sono da intendersi a solo scopo illustrativo; non intendono e non devono sostituirsi alle opinioni del medico. Per informazioni complete e sempre aggiornate su questo farmaco si consiglia di consultare il portale dell'AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco).
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