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Assumere più farmaci al giorno: cosa si rischia e cosa fare per limitare gli effetti collaterali

Dr. Luca Pasina

Ultimo aggiornamento – 05 Aprile, 2022

Politerapia: Gli Effetti

Intervista al dr. Luca Pasina, Resp. Unità di Farmacoterapia e Appropriatezza Prescrittiva, con la collaborazione dell' Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri  - IRCCS.


Assumere più farmaci durante il giorno, per molto tempo o, addirittura, senza un termine previsto. La domanda che segue è molto comune: cosa accade al nostro organismo, in questi casi? 

Abbiamo parlato di "politerapia" con uno specialista, il dr. Luca Pasina dell'Istituto di Ricerche Farmacologiche "Mario Negri". Ecco cosa ci ha spiegato. 

Cosa si intende con politerapia?

Non esiste una definizione univoca per la politerapia; quella maggiormente utilizzata nella letteratura scientifica definisce questa condizione come l’uso concomitante di 5 o più farmaci

La politerapia si osserva frequentemente negli anziani, poiché con l’aumento dell’aspettativa di vita resa possibile da diversi fattori, come il progresso della medicina, il miglioramento degli stili di vita e la disponibilità di farmaci innovativi, è aumentato anche il numero di persone affette da malattie croniche, spesso multiple.

La presenza di più patologie rende spesso necessario l’uso di molteplici terapie farmacologiche, che ricadono sotto il nome di politerapie.

La politerapia può anche essere il risultato di un approccio sbagliato ai problemi di tossicità da farmaci, come nel caso di un fenomeno noto come “cascata prescrittiva”, che si innesca in seguito al mancato riconoscimento di una reazione avversa da farmaco.

In questo caso, invece di sospendere il farmaco responsabile, ne viene prescritto un altro per trattare lo specifico disturbo, innescando un circolo vizioso che, oltre a portare alla prescrizione di farmaci inutili, può ulteriormente aumentare il rischio di effetti indesiderati. 

Cosa si rischia, se si assumono più farmaci al giorno e per un lungo periodo di tempo?

I cambiamenti fisiologici legati all’invecchiamento tendono in genere ad aumentare il rischio di tossicità da farmaci e, per questo motivo, i dosaggi nelle persone anziane sono normalmente ridotti. 

Numerosi studi hanno dimostrato che gli anziani hanno un rischio doppio, rispetto ai soggetti più giovani, di sviluppare reazioni avverse da farmaco e questo rischio tende ad aumentare ulteriormente nelle fasce di età più avanzate. Un’altra delle conseguenze più comuni della politerapia è il rischio di interazioni tra farmaci, ovvero della riduzione di efficacia o dell’aumento della tossicità di un farmaco, a seguito dell’assunzione concomitante di un altro medicinale.

I soggetti maggiormente a rischio di interazioni gravi sono senza dubbio coloro che utilizzano contemporaneamente un alto numero di medicine. É opportuno, tuttavia, sapere che non tutte le interazioni richiedono necessariamente la sospensione dei farmaci coinvolti.

Molte volte può essere sufficiente un aggiustamento del dosaggio o dei tempi di somministrazione oppure può essere importante conoscere i parametri o i sintomi che devono essere controllati con maggiore attenzione, per limitare il rischio di effetti tossici e procedere con una pronta interruzione del trattamento nel caso in cui questo si renda necessario.

La politerapia è da limitare, se possibile, e perché?

La politerapia è una condizione a volte necessaria per trattare le molteplici patologie di cui sono affetti gli anziani. É, tuttavia, da limitare quando nell'elenco dei farmaci cronicamente assunti ci sono trattamenti che non sono più necessari o che comportano più rischi che benefici. 

Per questo motivo, è opportuno che periodicamente le terapie vengano valutate dal medico ed eventualmente modificate. La politerapia rappresenta, infatti, nell’anziano un importante fattore di rischio non solo per le reazioni avverse da farmaco, ma anche per l’uso di farmaci non appropriati (perché non più utili o potenzialmente dannosi), per una scarsa aderenza, per lo sviluppo di interazioni e non ultimo per l’aumento dei costi assistenziali. 

Quello che è importante è ridurre la politerapia inappropriata

Cosa può fare periodicamente il medico di fronte a un paziente che assume molteplici farmaci? 

Due processi considerati di fondamentale importanza nei soggetti che ricevono terapie complesse sono la revisione della terapia, utile per l’identificazione di potenziali problemi farmaco-correlati, e la successiva de-prescrizione, ovvero la sospensione ragionata dei farmaci non più utili o potenzialmente dannosi, seguita da un attento monitoraggio dei possibili effetti da sospensione.

Ai fini di una corretta revisione terapeutica e de-prescrizione, è di fondamentale importanza anche il coinvolgimento del paziente, che deve sempre essere informato del motivo della sospensione di un farmaco e delle modalità con cui deve avvenire la sospensione, allo scopo di limitare l’insorgenza di possibili effetti da rimbalzo (es. ansia, nervosismo o insonnia in caso di sospensione in tempi troppo rapidi di un farmaco assunto da molto tempo per indurre il sonno). 

Per effettuare questo lavoro, il personale sanitario può utilizzare strumenti che consentano di valutare rischi e benefici di una terapia

Uno strumento di valutazione dell’appropriatezza prescrittiva che tiene in considerazione diversi aspetti della farmacologia, risultando per questo particolarmente adatto a valutare le terapie complesse che spesso troviamo nei soggetti anziani, è INTERCheck (www.intercheckweb.it), sviluppato dall'Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri IRCCS e fornito gratuitamente, previa registrazione, al personale sanitario (medici, farmacisti e infermieri).

Quali consigli dare, per limitare gli effetti collaterali della politerapia?

Da un punto di vista generale, è utile che ogni persona, in occasione di una visita medica, non pretenda sempre che gli venga prescritto un farmaco, perché oltre ai benefici i farmaci possono produrre anche effetti tossici e vanno utilizzati solo quando sono strettamente necessari. 

Può, inoltre, essere opportuno che un paziente anziano porti con sé una lista dei farmaci assunti per informare il medico sui trattamenti che sta già utilizzando e, nel caso gli venga prescritto un nuovo farmaco, è ragionevole chiedere se questo avrà dei chiari vantaggi e se ci sono interazioni a cui deve fare attenzione. 

Non bisogna inoltre dimenticare di informare il medico se si stanno utilizzando farmaci da banco, estratti di erbe e altri preparati, perché questi possono essere coinvolti in interazioni importanti e causare effetti tossici.  

Infine, come raccomandazione generale, nel paziente anziano si dovrebbe sempre iniziare un trattamento con una dose bassa di farmaco, raggiungendo il dosaggio finale sulla base della tollerabilità individuale. 

É noto, infatti, che ai dosaggi normalmente utilizzati per l’adulto, molti farmaci possono produrre un effetto “maggiore” nell’anziano, determinando più frequentemente effetti indesiderati: per esempio, i farmaci usati comunemente per l’insonnia possono causare non solo sonnolenza nel giorno successivo, ma con maggior probabilità anche disturbi della memoria, della concentrazione e/o confusione mentale.

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Scritto da Dr. Luca Pasina

Responsabile Unità di Farmacoterapia e Appropriatezza Prescrittiva, con la collaborazione con l'Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri - IRCCS.

a cura di Redazione Pazienti
Le informazioni proposte in questo sito non sono un consulto medico. In nessun caso, queste informazioni sostituiscono un consulto, una visita o una diagnosi formulata dal medico. Non si devono considerare le informazioni disponibili come suggerimenti per la formulazione di una diagnosi, la determinazione di un trattamento o l’assunzione o sospensione di un farmaco senza prima consultare un medico di medicina generale o uno specialista.
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